Impresa & Stato n°39
LA CAMERA DI COMMERCIO PER L'AMBIENTE
Oltre all'assistenza: semplificazione della normativa,
degli adempimenti amministrativi e promozione
degli accordi volontari
di
PAOLO
PIPERE
Il rispetto
dell'ambiente paga. Le imprese che si sono impegnate a ridurre l'impatto
ambientale delle proprie attività, consapevoli del fatto che l'opinione
pubblica e i consumatori sono diventati più sensibili a questo problema,
hanno conseguito risultati concreti. L'immagine dell'azienda è migliorata,
la conflittualità con la popolazione residente nei pressi degli
impianti produttivi è diminuita e le vendite hanno fatto registrare
incrementi che, in alcuni casi, sono stati considerevoli.
Qualcosa sta cambiando. Fino a pochi anni fa gli investimenti finalizzati
al rispetto dei limiti di emissione in acqua o in atmosfera delle sostanze
pericolose per l'ambiente e delle prescrizioni relative al corretto smaltimento
degli scarti di produzione venivano percepiti dalle aziende come costi
aggiuntivi; oggi, come si è detto, si sta affermando un modello
di sviluppo che fa della compatibilità con l'ambiente il suo punto
di forza.
Certo si è ancora ben lontani dall'avere trovato un insieme
di soluzioni in grado di conciliare in ogni circostanza la redditività
dell'impresa con le istanze di conservazione della natura. Non bisogna
inoltre nascondere che il principio dello sviluppo sostenibile è
più spesso enunciato che effettivamente perseguito. Malgrado ciò,
vi sono imprese interessate a intraprendere azioni a favore dell'ambiente
in vista della possibilità di trasformarle in altrettanti elementi
di vantaggio competitivo.
IL MERCATO STIMOLA IL RISPETTO DELL'AMBIENTE
Il principio è abbastanza semplice: l'impresa sceglie di adottare
una politica, un modo di agire più compatibile con l'ambiente perché
ritiene che da essi possano derivare vantaggi economici. L'Unione Europea
ha da tempo compreso l'opportunità di sostenere questo genere di
approccio delle aziende ed ha affiancato alle norme che impongono limiti
di emissione e prevedono sanzioni per il mancato rispetto di tali standard
- secondo il tradizionale schema del command and control - anche regolamenti,
protocolli d'azione di tipo volontario ai quali le imprese scelgono di
aderire o meno in ragione del beneficio che pensano di poterne ricavare.
La certificazione di qualità ecologica dei prodotti (eco-label)
e il regolamento di ecogestione ed audit sono solo alcuni degli importanti
passi compiuti in questa direzione.
In Italia, però, questo nuovo approccio nei confronti della
tutela dell'ambiente è ben lontano dall'essere attuato. Nel nostro
paese la legislazione ambientale è così complessa, stratificata,
confusa e gravida di adempimenti da rendere difficilmente raggiungibile
anche quello che dovrebbe essere l'obiettivo minimo: il rispetto della
norma vigente.
Eppure la compatibilità ecologica, soprattutto nei paesi economicamente
avanzati, è ormai diventata una potente, e in linea di tendenza
irrinunciabile, leva di marketing. Lo sviluppo sostenibile, infatti, non
è più solo un imperativo di natura morale, ma tende a divenire
un dover essere di carattere economico. Per questo motivo nella contraddittorietà
e nella complessità della legislazione ambientale è insito
un duplice rischio: da un lato, quello di ostacolare le imprese italiane
impegnate in una competizione internazionale giocata anche sul terreno
della riduzione dell'impatto ambientale dei prodotti e dei processi; dall'altro,
quello di ritenere che dalla proliferazione delle norme possa derivare
una più efficace tutela dell'ambiente, dimenticando però
che un maggior carico burocratico, una crescente complessità degli
adempimenti amministrativi impongono agli Enti di controllo un utilizzo
delle proprie risorse centrato più sulla ricerca degli errori formali
che sulla effettiva repressione delle violazioni sostanziali della legge.
Il fatto che le piccole e medie imprese fatichino a raggiungere l'obiettivo
costituito dal rispetto della normativa vigente crea una situazione anomala
nel panorama europeo; per questo motivo la sfida ambientale rischia di
essere molto pericolosa per il sistema Italia.
IL RUOLO DELLA CAMERA DI COMMERCIO
Da questo punto di vista, la Camera di Commercio svolge un ruolo
importante per due ordini di motivi: in primo luogo, testimoniando all'opinione
pubblica sia l'esistenza del processo di modificazione del rapporto tra
impresa ed ambiente sia la necessità di sostenerlo; in secondo luogo,
sottolineando come questo processo di trasformazione abbia bisogno di nuovi
strumenti normativi, di uno snellimento degli adempimenti amministrativi
e di efficaci servizi che possano supportare concretamente le imprese impegnate
su questo difficile, ma importantissimo, fronte. Per quanto riguarda la
complessità della legislazione ambientale, la soluzione non può
consistere in una deregulation, che anzi relegherebbe l'Italia ai margini
del mercato europeo, ma piuttosto in una rapida ed efficace azione di semplificazione
normativa, di unificazione degli adempimenti, di adeguamento pieno ai principi
guida della legislazione ambientale comunitaria.
Con i servizi di supporto si persegue l'obiettivo di diffondere la
conoscenza delle norme, di fornire alle imprese gli strumenti necessari
per rispettare gli obblighi e, in prospettiva, per fare di più di
ciò che è semplicemente dovuto per legge.
UNA BUSSOLA NEL MARE MAGNUM LEGISLATIVO
Quali sono nel concreto i mezzi per perseguire questi obiettivi?
Specifici servizi, innanzi tutto. Il caso più significativo,
a questo proposito, è costituito dagli undici Sportelli Ambiente
lombardi, uffici di informazione ed assistenza nati da un'esperienza di
successo della Camera di Commercio di Milano, che hanno dato vita ad una
rete integrata di specialisti in grado di supportare le imprese nel controllo
e nella riduzione dell'impatto ambientale delle attività produttive.
Non si tratta di un vero e proprio debutto, il servizio è passato
infatti da un periodo di sperimentazione, taratura e affinamento nel corso
del quale oltre quindicimila imprese, enti pubblici e cittadini hanno potuto
usufruire dello Sportello Ambiente di Milano; ma senza dubbio si tratta
di qualcosa di nuovo nel panorama dell'offerta di informazione e di consulenza
in materia ambientale.
Nuovo è innanzi tutto il soggetto che propone l'iniziativa,
quelle Camere di Commercio alle quali negli ultimi anni la normativa ha
affidato compiti connessi alla tutela dell'ambiente pur senza attribuire
loro funzioni di controllo, ma innovativa è anche, e soprattutto,
la formula scelta per il servizio. Non viene offerto un disbrigo delle
pratiche burocratiche e neppure ci si limita a fornire interessanti, anche
se spesso insufficienti dal punto di vista pratico, riferimenti alle disposizioni
di legge, ma è stato messo a punto, grazie alla quotidiana attività
di supporto a piccole, medie e grandi imprese operanti in ogni settore
produttivo, un peculiare mix di informazione, formazione e assistenza.
DALL'ASSISTENZA ALLA FORMAZIONE
Il fine che ci si propone di raggiungere è quello di far sì
che le aziende riescano a conciliare sviluppo economico e tutela dell'ambiente,
nel rispetto degli interessi sia delle imprese sia della collettività
nel suo complesso. Il primo passo in questa direzione sarà quindi
quello di fare in modo che le imprese riescano a districarsi nel mare magnum
delle norme e degli adempimenti amministrativi ambientali, operando conseguentemente
nel rispetto delle prescrizioni di legge. Il necessario passo successivo
sarà costituito dalla ricerca di un miglioramento delle performances
ambientali aziendali, miglioramento che non può prescindere da una
aggiornata conoscenza delle tecnologie e dei risultati della ricerca scientifica.
Aiutare le imprese in questo percorso non è un compito facile da
assolvere, ma il mezzo è costituito da un'insieme di informazioni
di carattere giuridico, scientifico e tecnologico e da una assistenza volta
a formare gli operatori economici ed a rendere le imprese, soprattutto
le piccole e medie, il più possibile autonome nell'affrontare e
risolvere i problemi connessi con la ricerca della qualità dell'ambiente.
I sei anni di attività dello Sportello Ambiente della Camera
di Commercio di Milano hanno confermato l'efficacia di questa impostazione
del servizio. In particolare, le imprese hanno apprezzato la possibilità
di accedere, senza formalità e gratuitamente o a costi contenuti,
al ricco patrimonio informativo composto da un gran numero di banche dati
specializzate - tra le quali spiccano quelle create ad hoc dal servizio
per far fronte a specifiche esigenze delle aziende lombarde - ed hanno
gradito un'assistenza finalizzata a fornire loro gli strumenti con i quali
poter affrontare con un sufficiente livello di autonomia le principali
problematiche ambientali.
PROMOZIONE DEGLI ACCORDI VOLONTARI
Questa è la sfida alla quale è chiamata la pubblica amministrazione:
far sì che le aziende alla ricerca dell'eccellenza ecologica non
trovino eccessivi ostacoli lungo il loro cammino, favorire l'approccio
volontario e proattivo teso alla ricerca di una migliore qualità
dell'ambiente e operare affinché esso si diffonda.
La recente introduzione del modello unico di dichiarazione ambientale,
pur rappresentando solo un primo passo verso questi obiettivi, è
estremamente significativa al riguardo. Il modello unico accorpa infatti
in un unico adempimento tutte le dichiarazioni, comunicazioni, notifiche,
richieste di autorizzazioni ecc. in materia di rifiuti e residui - che
in precedenza erano frammentate in una moltitudine di atti diversi - fissa
una sola scadenza e attribuisce ad un unico Ente, la Camera di Commercio,
il compito di raccogliere e trasferire su supporto magnetico tutti i dati
forniti dalle imprese.
A questo proposito è opportuno sottolineare che la legge di
riforma delle Camere di Commercio ha affidato a questi Enti il compito
di garantire l'efficienza di mercato e il rispetto delle regole nell'ambito
dell'economia locale. Ciò significa che la Camera di Commercio dovrà
attivarsi per fare in modo che tra le regole di mercato rispettate vi siano
anche quelle poste a tutela dell'ambiente. Ma il rispetto delle regole,
come si è detto, deve derivare anche e soprattutto da un diretto
coinvolgimento su base volontaria di tutti i soggetti interessati: le imprese,
la Pubblica Amministrazione, i cittadini e le loro associazioni.
La Camera di Commercio, rappresentando al contempo sia gli interessi
del mondo produttivo sia quelli della comunità nel suo complesso,
può favorire il confronto e la collaborazione tra le associazioni
di categoria, le associazioni ambientaliste, le associazioni dei consumatori
e gli organi della Pubblica Amministrazione che esercitano funzioni di
indirizzo e di controllo in materia ambientale. Per questo motivo uno dei
punti fondamentali del programma d'azione ambientale della Camera di Milano
è rappresentato proprio dalla promozione dei cosiddetti "accordi
volontari" finalizzati a ridurre l'impatto ambientale delle attività
produttive. Tali strumenti, richiamati nelle più recenti Direttive
dell'Unione Europea consentono di:
· ridurre il carico burocratico gravante sulle imprese;
· coinvolgere e responsabilizzare sia i produttori sia i consumatori;
· rendere più efficaci i controlli;
· sviluppare un'ottica di stretta collaborazione fra tutte le
parti in uno spirito di "responsabilità solidale".
LA RESPONSABILITÀ ESTESA DEL PRODUTTORE
Gli accordi volontari, infine, possono costituire un utile strumento
di mediazione dei diversi interessi in vista dell'imminente accoglimento
nella legislazione europea del principio della "responsabilità estesa
del produttore". Quest'ultimo concetto, infatti, fungerà da paradigma
per la normativa comunitaria, dando vita a disposizioni che condurranno
i produttori a doversi far carico dell'intero ciclo di vita del prodotto,
"dalla culla alla tomba".
Quanto è avvenuto in Germania con l'applicazione del decreto
Topfer e quanto sta per avvenire in tutti i paesi europei con l'applicazione
della Direttiva sugli imballaggi costituirà infatti il nuovo modello
per le politiche ambientali dell'Unione Europea. Non vi sarà più
la tradizionale (almeno per i rifiuti solidi urbani) attribuzione alla
pubblica amministrazione dei compiti di riciclaggio e di smaltimento, ma
i produttori dovranno attivarsi in prima persona per far sì che
gli obiettivi minimi di riutilizzo e di recupero degli imballaggi vengano
raggiunti. Ciò genererà, inevitabilmente, la necessità
di pervenire a nuove ed inedite forme di collaborazione tra imprese, Stato,
cittadini ed Enti Locali.
Se la Camera di Commercio già rappresenta, per effetto della
legge 70/94 sulla semplificazione degli adempimenti amministrativi ambientali,
l'interfaccia fra le imprese e gli altri organi della Pubblica Amministrazione,
tra breve essa potrà rappresentare anche il luogo di contatto, di
confronto e di accordo tra cittadini ed imprese sulle principali questioni
legate all'ambiente ed alla qualità della vita.
DUE PROGRAMMI PER RISPETTARE L'AMBIENTE E RISPETTARE LE LEGGI
 
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