La Camera di Commercio di Milano - attraverso la propria Azienda
speciale Camera Arbitrale - ha avviato agli inizi del 1996 un
progetto pilota per la costituzione di uno "Sportello di
Conciliazione" rivolto alla soluzione dei conflitti fra artigiani
e consumatori.
La nascita di questa prima commissione conciliativa permanente
risponde a una precisa disposizione del legislatore, contenuta
nella legge di riordino delle Camere di Commercio (Legge n. 580
del 1993). Nell'elencare le funzioni di regolazione del mercato
spettanti oggi ai nuovi enti camerali, tale legge ha infatti individuato
l'istituto della conciliazione quale strumento idoneo alla composizione
non solo delle liti fra imprese ma anche, e soprattutto, di quelle
nascenti dai rapporti delle stesse con i consumatori.
La conciliazione è un mezzo di risoluzione delle controversie
da sempre presente nella nostra tradizione giuridica, disciplinato
dal codice di procedura civile e oggetto di approfondite analisi
dottrinali. Essa presenta alcune caratteristiche che la rendono
particolarmente adatta a un gran numero di controversie: è
libera da forme, solitamente poco costosa, rapida ed estremamente
accessibile. Si tratta, in altre parole, di una soluzione "indolore"
che può evitare alle parti strade ben più onerose
e complicate. Tuttavia, tale istituto non ha mai incontrato in
Italia particolare favore. Prova ne è la scarsa attività
dei giudici conciliatori e il pressoché inesistente ricorso
ai regolamenti di conciliazione offerti, a partire dagli anni
'70, da alcune Camere di Commercio (presso la Camera Arbitrale
di Milano, fino al 1995 è stata depositata un'unica domanda
di conciliazione, per altro fallita).
Ma allora, in che cosa consiste l'apporto innovativo offerto dalla
Legge n. 580 in materia di microconflittualità civile?
Da una prima analisi, sembrerebbe infatti che il legislatore abbia
voluto affrontare il grave problema del cosiddetto "contenzioso
minimale" con uno strumento vecchio e per di più scarsamente
utilizzato. Ma così non è. A ben vedere due sono
le novità di rilievo introdotte dalla legge di riordino:
la riscoperta dell'istituto della conciliazione e l'assegnazione
di funzioni conciliative alle Camere di Commercio. Rispetto al
passato, il contesto in cui si inserisce oggi una controversia
è cambiato. Conseguentemente, l'operatore deve modificare
il proprio atteggiamento di fronte a una lite. Essa rappresenta
un momento di crisi in un rapporto di collaborazione economica
e come tale deve essere affrontata e risolta. È però
necessario che le parti si spoglino di atteggiamenti assolutisti
volti a veder riconosciute a qualsiasi costo le proprie ragioni.
Solo introducendo forme di alleanza con il mondo degli affari,
basate sulla collaborazione, la giustizia può realisticamente
sperare di uscire dal vicolo cieco in cui attualmente si trova.
E il legislatore, richiamando nella Legge n. 580 la conciliazione,
sembra essersene accorto. Questo istituto può, meglio di
altri, rispondere alle mutate esigenze degli operatori e dei consumatori:
l'essenza della sua natura è infatti basata proprio sulla
collaborazione.
Porzia: Una libbra della carne di questo mercante è
tua. La Corte te la
aggiudica e la legge te la concede. Shylock: Giustissimo giudice!
Porzia: E tu devi tagliare questa carne dal suo petto.
La legge te la
Shylock: Dottissimo giudice! Che sentenza! Vieni, preparati.
Porzia: Un momento, c'è qualcos'altro. Questo contratto
non ti dà neppure
Shylock: È questa la legge?
Porzia: Tu stesso puoi vederne il testo. Poiché
insisti sulla giustizia,
|
(Shakespeare, Il mercante di Venezia) |
LE CAMERE ENTRANO IN CAMPO
Ed ecco che, seconda novità, entrano in gioco le Camere
di Commercio. Oltre al dettato normativo della Legge n. 580 e
agli ovvii riferimenti storici, si presentano come gli organismi
ideali presso i quali sviluppare un nuovo concetto di giustizia
basato sulla collaborazione. Quali altri soggetti rappresentano
il punto di incontro fra il mondo dell'impresa e lo Stato, fra
il mondo industriale e quello artigianale, fra le varie realtà
economiche e i consumatori? Quali altre istituzioni possono a
pieno titolo promuovere la convergenza di interessi contrapposti?
Affidando la gestione della conciliazione alle Camere di Commercio
si può realisticamente sperare in una riscoperta dell'istituto
e in un suo concreto rilancio. La realizzazione dello sportello
di conciliazione della Camera Arbitrale di Milano ha preso spunto
proprio da questo concetto di lite e di collaborazione.
Un elemento cardine del nostro progetto consiste infatti nel forte
coinvolgimento delle categorie interessate: da un lato, i consumatori
e, dall'altro lato, gli artigiani. Il meccanismo ideato prevede
la necessaria presenza di tre conciliatori, due dei quali segnalati
sin dall'inizio dalle associazioni più rappresentative
delle due categorie contrapposte, mentre il terzo individuato
direttamente dalla Camera Arbitrale. Proprio la presenza dei due
conciliatori di parte ha indotto fino ad oggi le parti
stesse a partecipare personalmente - senza la mediazione di rappresentanti
o legali - alle udienze conciliative presso la sede della Camera
Arbitrale. Ecco che i litiganti si sentono partecipi del procedimento,
essendone, come è giusto che sia, i veri protagonisti.
Una seconda caratteristica del progetto riguarda la particolare
figura del conciliatore. La conciliazione, affinché possa
produrre un qualche risultato, richiede impegno e tempo da parte
di chi è chiamato a gestirla e promuoverla. Un esame superficiale
o sbrigativo del caso, delle esigenze e delle posizioni delle
parti, una scarsa attenzione verso gli aspetti psicologici e caratteriali,
oltre che giuridici, conduce molto spesso al fallimento del tentativo
di conciliazione, ridotto così ad una semplice formalità.
Nel nostro progetto pilota, la scelta dei conciliatori è
stata affrontata dall'istituzione con estrema responsabilità
e attenzione: un errore nella nomina del conciliatore (soprattutto
quello super partes) può infatti ostacolare il raggiungimento
dell'accordo. La commissione conciliativa è formata da
professionisti, specialisti delle materie più frequentemente
oggetto di contestazioni, ex-magistrati, esperti di consumerismo.
Nel comporre tale gruppo, la Camera Arbitrale ha tenuto conto
delle doti conciliative di ciascuno, di quella naturale propensione
al componimento di una lite, al riavvicinamento delle parti, alla
mediazione degli interessi contrapposti. E in questa difficile
ricerca ci siamo ovviamente avvalsi dell'esperienza maturata nella
gestione di procedimenti arbitrali, avendo operato a stretto contatto
con un alto numero di professionisti, alcuni dei quali particolarmente
idonei a svolgere il ruolo di conciliatore. Allo stesso modo,
il monitoraggio dell'Ente si estende, ex post, al lavoro svolto
dalla commissione e all'andamento delle singole udienze conciliative.
La Camera Arbitrale, in altre parole, è presente in tutte
le fasi del procedimento, assicurandone la correttezza e l'efficacia.
VANTAGGI DI TEMPO E DI COSTI
Una terza caratteristica saliente riguarda il contenimento dei
costi del servizio. In primo luogo, il consumatore o l'artigiano
che decide di proporre un'istanza allo Sportello non affronta
- fino alla prima, eventuale udienza conciliativa - alcun tipo
di spesa. In altre parole, se la controparte non accetta di partecipare
al tentativo di conciliazione, il procedimento è per il
ricorrente interamente gratuito. Solo nel caso in cui la controparte
accolga l'invito della Camera Arbitrale e il procedimento abbia
inizio è previsto un costo per le parti, ridotto al minimo
e collegato al numero di udienze - comunque mai superiori a tre
- necessarie a concludere il tentativo.
Oltre a questi tre elementi - fondamentali ai fini della progettazione
del sistema conciliativo offerto - particolare attenzione è
stata altresì riservata all'organizzazione del servizio,
caratterizzato da modalità operative semplici e di facile
comprensione. È stata a tal fine creata una struttura segretariale
apposita, operante secondo criteri di efficienza e rapidità.
L'utilizzo di moduli prestampati e formulari ha inoltre reso ancor
più semplice, e conseguentemente più rapido, il
ricorso alla commissione conciliativa.
La sistemazione logistica dello Sportello risulta accogliente
e di facile accesso, mentre le udienze si svolgono a scadenza
fissa in locali adatti a questo tipo di riunioni. Una forte connotazione
istituzionale, anche visiva, del servizio contribuisce - non dimentichiamolo
- al successo dell'iniziativa. È infatti fondamentale che
l'utente avverta l'autorevolezza dell'ente che offre la conciliazione,
in quanto strumento basato esclusivamente sulla buona volontà
delle parti e sprovvisto di forza vincolante.
Dopo i primi mesi di attività, i risultati del progetto
pilota sono senza alcun dubbio positivi e incoraggianti, soprattutto
in considerazione del fatto che - trattandosi del primo esperimento
di questo tipo condotto da un ente camerale - la Camera Arbitrale
di Milano ha voluto inizialmente limitare il proprio raggio di
azione solo a un certo tipo di controversie. Lo Sportello di Conciliazione
si occupa infatti delle liti economiche insorte nel settore artigianale
(tutto sommato, settore non particolarmente litigioso, almeno
osservando i dati statistici pubblicati da alcune organizzazioni
a difesa dei consumatori), il cui valore sia compreso fra uno
e trenta milioni di lire e che vedano necessariamente coinvolto
almeno un soggetto - cittadino o impresa - domiciliato in Milano
o provincia. I risultati devono quindi essere valutati tenendo
conto di questo forte "paletto", al quale si aggiunge
la scarsa cultura conciliativa del nostro Paese e i limiti propri
dell'istituto della conciliazione.
FUNZIONA. A CONDIZIONE CHE...
Al di là dei numeri (si veda, in proposito, la tabella
relativa al periodo gennaio-settembre 1996), i dati interessanti
sono soprattutto due: il primo, riguarda l'alta percentuale di
adesioni al procedimento conciliativo (per ora 60%, alle quali
potrebbe aggiungersi un 20% di domande ancora pendenti). Non dimentichiamoci
infatti che la parte chiamata in causa (il convenuto) non
è in alcun modo obbligata a accogliere l'invito rivoltole
dallo Sportello e a esperire il tentativo di conciliazione, costringendo
l'istante a ricorrere alle vie giudiziali ordinarie ovvero a desistere
da ogni tipo di rivendicazione dei propri diritti (ipotesi frequente
proprio nelle piccole controversie).
Il secondo dato di enorme importanza si riferisce invece all'altissima
percentuale (nel corso dei primi nove mesi, addirittura il 100%
delle conciliazioni avviate) di procedimenti conclusi positivamente
dopo la prima udienza e in qualche raro caso dopo la seconda udienza.
Una volta raccolta l'adesione di entrambi e fissato l'incontro
con i tre conciliatori, le parti hanno sempre raggiunto - almeno
sulla base dell'esperienza da noi fin qui maturata - una soluzione
della lite in tempi rapidissimi (la durata media dal deposito
della domanda al verbale di conciliazione è stata di circa
due mesi) e a costi ridotti (meno di 100.000 lire per parte).
Questi due dati sono, nell'ambito dei compiti di regolazione del
mercato a noi affidati, di estremo interesse: da un lato, essi
dimostrano come la conciliazione, nonostante alcuni suoi limiti,
possa efficacemente rappresentare un valido strumento di giustizia
per un gran numero di controversie di medio-piccolo valore. Se
offerta e gestita in modo professionale ed efficiente, può
infatti condurre a buoni risultati, senza voler affidare a essa
sola la soluzione di tutti i mali che affliggono la giustizia
civile nel nostro Paese.
In secondo luogo, l'iniziativa conferma una certa fiducia nei
confronti delle Camere di Commercio e soprattutto nei confronti
delle loro funzioni di giustizia alternativa e, più in
generale, di regolazione del mercato. Per molti è infatti
naturale rivolgersi ad un ente camerale in caso di contenzioso.
È auspicabile che l'esperimento di Milano venga seguito
da altre Camere di Commercio e allargato a nuovi settori economici
altrettanto litigiosi, come quello delle assicurazioni, del commercio,
della multiproprietà, dell'edilizia, ecc. La condizione
affinché questi servizi possano funzionare è però
una sola: il forte coinvolgimento delle associazioni e delle categorie
contrapposte, a partire dalla stessa fase ideativa e realizzativa
dei singoli progetti.
Oggi il contesto economico, sociale e normativo del nostro Paese
è cambiato. Assistiamo a un aggravamento del problema giustizia,
esteso ormai a ogni comparto economico ed avvertito da tutti i
cittadini. Appare evidente come lo Stato non sia in grado di assicurare
il funzionamento del proprio apparato giudiziario e, conseguentemente,
di rendere giustizia civile. Tutti coloro che, a qualsiasi titolo,
svolgono un ruolo nel mercato (istituzioni, autorità indipendenti,
associazioni di imprese e di consumatori, ordini professionali,
ecc.) devono prendere coscienza del fatto che la mancanza del
bene "giustizia civile" ha, per il mercato stesso, un
elevato costo economico.
E il ruolo delle Camere di Commercio in questa materia può
essere rilevante, proponendosi come sistema a rete, presente in
modo capillare sul territorio ed in grado di fornire una vera
e propria sede di giustizia alternativa agli operatori.
ATTIVITA' DELLO
SPORTELLO DI CONCILIAZIONE: periodo gennaio-settembre '96 |
Dati statistici
* Richieste totali: 450 - contatti telefonici: 333 - contatti diretti: 117 * domande di conciliazione depositate: 65 di cui: - conciliate: 60% - ancora in corso: 20% - rifiutate: 20% il 100% delle domande avviate sono state chiuse positivamente
Settori:
Valore
Tempi di risoluzione
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