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Impresa & Stato N°32 - Rivista della Camera di Commercio di Milano

POSTFAZIONE

di Piero Bassetti


IMPRESA & STATO con questo numero intende offrire ai suoi lettori un’occasione di confronto tra importanti protagonisti del mondo della comunicazione, rappresentanti del sistema delle imprese ed esponenti della pubblica amministrazione. Il mix di interventi offre, infatti, una panoramica molto ampia dei diversi approcci a una tematica così complessa e ricca di riflessi sull’attività giornaliera di milioni di persone.
La comunicazione è un nodo cruciale della società di oggi e forse uno dei punti di crisi più acuta dell’organizzazione statale nelle sue più diverse articolazioni: oggi il primo standard qualitativo, con il quale si misura un servizio offerto dalla pubblica amministrazione, è quello della trasparenza, dell’accesso da parte del cittadino e delle imprese alle informazioni.
Tematiche nelle quali le nuove tecnologie hanno introdotto profonde trasformazioni. I tradizionali dibattiti sull’accesso all’informazione sono stati stravolti dalla rapida accelerazione e soprattutto dalla moltiplicazione degli strumenti di comunicazione.
Gli osservatori di questa realtà evidenziano, in modo sempre più marcato, l’approfondirsi di nuove forme di esclusione sociale, prodotti dalla divaricazione tra soggetti che possiedono le chiavi di accesso alle nuove tecnologie e coloro che invece non riescono, o non vogliono, apprendere i nuovi processi. Per evitare, quindi, facili slogan sull’obbligo da parte delle istituzioni di fornire uguali chance di accesso alle nuove molteplici forme di comunicazione, è indispensabile intervenire sulla formazione e sulle procedure di selezione dei flussi informativi. Da un lato i cittadini sono "bombardati" di notizie, ma non è facile per loro stabilire criteri in base ai quali distinguere le informazioni. Nello stesso tempo gli utenti spesso hanno difficoltà a ricevere informazioni e l’introduzione di nuovi mezzi di comunicazione ha contribuito ad amplificare il divario tra chi riesce a ricevere i dati e chi, invece, trova crescenti ostacoli al contatto con la fonte dell’informazione. C’è il rischio di un nuovo tipo di "analfabetismo".
Ma vi è anche dell’altro particolarmente evidente nei rapporti tra utenti (singoli e aziende) e la pubblica amministrazione: il livello qualitativo medio dell’informazione non è mutato e nelle realtà più avanzate all’adeguamento alle nuove tecnologie spesso non ha corrisposto un altrettanto tempestivo miglioramento delle infrastrutture.
Un fenomeno particolarmente grave per le imprese, che lamentano, soprattutto nel settore delle telecomunicazioni, la difficoltà ad accedere a una pluralità di soggetti fornitori di servizi, come la telefonia, determinanti per competere, nel mercato globale.
Le imprese, che sono da tempo il "motore" dei processi di innovazione, hanno infatti compreso con grande lucidità che è nel campo dell’informazione e comunicazione che si gioca la battaglia per il primato. Come sottolineato anche nell’articolo di Thomas Bell, la capacità di comunicare in tempo reale, trasmettere dati e ordini, trasferire fondi alle proprie filiali o a clienti, diffondere informazioni sulle ultime novità è stata colta con eccezionale rapidità dalle imprese che meglio hanno interpretato la sfida della globalizzazione. Si tratta di una evoluzione che lo Stato non può più ignorare: il rischio è quello di un distacco insanabile dal mondo dell’impresa e dalla società.
Infatti, se l’esclusione da un mercato non è frutto solo dei parametri tradizionali (prezzo, qualità, time to market, analisi di mercato ecc.) ma anche delle reali capacità di un’impresa di essere tempestivamente presente nei principali nodi di accesso al sistema informativo, disfunzioni e ritardi di natura burocratico- autorizzativi possono essere all’origine di insuccessi competitivi.
In questo quadro, la Camera di Commercio di Milano negli ultimi anni ha cercato, tra i primi, di contribuire anche in questo settore al dibattito per la ridefinizione di una nuova statualità, offrendo alcuni spunti frutto di sperimentazioni condotte all’interno della propria struttura, sul piano dei servizi all’utenza nonché attraverso una riorganizzazione della propria funzione di comunicazione.
Proprio per questo con il prossimo numero Impresa & Stato si avvia ad assumere una nuova veste: senza perdere di vista il lavoro e l’approfondimento sul mondo delle Camere di Commercio, la rivista intende aprirsi alle istanze, idee, proposte che emergono dal corpo vivo della società civile e delle istituzioni sul tema della riorganizzazione del rapporto tra la forma-impresa e la sfera pubblica. Impresa & Stato si propone così di diventare un forum, un luogo privilegiato di incontro e studio sulla crisi della statualità e sulle proposte che nascono dalle istituzioni, come pure dalla sensibilità e dalle idee sommerse nella parte più sensibile della società civile. Sappiamo di non essere soli nella sperimentazione di nuove forme di espressione della statualità, più vicina agli interessi dei cittadini e delle imprese: siamo certi che esperienze analoghe non manchino e auspichiamo quindi ogni forma di contributo da divulgare non solo attraverso le pagine di Impresa & Stato ma anche attraverso le nostre connessioni nazionali e mondiali via Internet. Un dialogo su idee moderne richiede infatti non solo linguaggi ma anche media parimenti aggiornati.