di Patrizio Surace e Antonio Marazza
L’EVOLUZIONE STORICA DEL RAPPORTO STATO-CITTADINO IN ITALIA E LA COMUNICAZIONE POLITICO-ISTITUZIONALE
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, al momento della ricostruzione del Paese, il giustificabile
timore di assistere a nuove scalate al potere di figure in grado di influenzare il sistema informativo e
l’impossibilità, soprattutto economica, di rifondare completamente le strutture pubbliche, non hanno
permesso di ottenere un adeguato rinnovamento della Pubblica Amministrazione e, di conseguenza,
delle sue modalità di comunicazione. Anziché studiare interventi sul sistema di erogazione dei servizi
pubblici e riprogettare le tecniche di comunicazione, le istituzioni hanno utilizzato infrastrutture
prodotte, sperimentate e codificate dal fascismo, limitandosi soltanto a eliminare censura e profilo
propagandistico dai contenuti delle informazioni.
Questo ha portato a uno stile di comunicazione che possiamo ben definire autoreferenziale, in cui
l’interazione tra istituzioni e cittadini è animata da due princìpi: il garantismo giuridico (lo Stato opera
sulla base di norme giuridiche per garantirne il rispetto) e l’imparzialità. La prima caratteristica permette
alla Pubblica Amministrazione di comunicare soltanto quando il diritto all’informazione del cittadino è
specificatamente previsto dalla legge, utilizzando messaggi unidirezionali, formulati unicamente sulla
base di indicazioni giuridico-burocratiche. I canali di comunicazione vengono quindi scelti dall’organo
legislativo anziché sulla base della capacità di "colpire" il target prefissato. La seconda caratteristica,
l’imparzialità, porta alla considerazione del pubblico come di un grande insieme omogeneo di soggetti, il
che induce all’impiego di strumenti di comunicazione standardizzati. Così, fino alla fine degli anni
Settanta, l’unica attività che il sistema pubblico cura con notevole attenzione, riportando un discreto
successo in termini di interesse e partecipazione dei cittadini, è l’informazione proveniente dai
movimenti e dalle forze politiche; continua invece a esprimersi con modi e forme arcaiche la
comunicazione relativa a informazioni di pubblica utilità o al funzionamento dei servizi pubblici.
Solo a partire dagli anni Ottanta, potenti fattori di sviluppo come il diritto all’informazione dei cittadini,
la crescita dell’associazionismo, la domanda di servizi sempre più personalizzati, la necessità di adottare
anche nella Pubblica Amministrazione una gestione di tipo manageriale, hanno portato alla richiesta di
uno Stato più efficiente e trasparente, la cui diretta conseguenza sono forme di comunicazione più chiare
e complete.
COMUNICAZIONE AZIENDALE E COMUNICAZIONE POLITICO-ISTITUZIONALE
È sempre stato piuttosto difficile identificare con chiarezza somiglianze e divergenze tra la
comunicazione delle aziende e quella degli organismi di natura politico-istituzionale. Una sola cosa è
certa: aziende, istituzioni e organismi politici non comunicano - e non possono comunicare - nello
stesso modo. Accantonata la possibilità di fare ragionare e quindi comunicare le istituzioni con la stessa
logica delle aziende, sembra emergere da più parti una tendenza contraria.
Se nell’epoca moderna ogni organizzazione (impresa, ente, istituzione ecc.) si legittimava socialmente in
base al contributo tecnico specifico che ne aveva motivato l’esistenza (produzione di beni, assistenza
sanitaria, istruzione ecc.), oggi le organizzazioni si sono progressivamente caricate di valori e di obiettivi
di efficacia sociale. L’organizzazione diventa un centro al quale si rivolgono le aspettative, le attenzioni,
le critiche e le preoccupazioni di un numero sempre maggiore di "portatori di interesse" e di nuovi attori
sociali, che essa deve continuamente soddisfare per garantire - attraverso la legittimazione e il consenso
- la propria sopravvivenza. Questo è tanto più vero per quelle organizzazioni, come quelle di natura
statuale, che nascono già con lo scopo di incidere positivamente in un dato tessuto sociale, sia esso
costituito da individui che da altri soggetti, come le imprese. In queste organizzazioni la continua ricerca
di legittimazione e di consenso rappresenta la condizione essenziale per la sopravvivenza e lo sviluppo,
così come per l’impresa lo è l’economicità della gestione.
Ciò influisce in modo strutturale sull’attività di comunicazione, lasciandone distinguere con chiarezza
alcune caratteristiche peculiari: la comunicazione delle organizzazioni pubbliche, in primo luogo, è
un’attività in continuo divenire, sia dal punto di vista della definizione degli obiettivi, che dei messaggi,
che della loro articolazione nei vari media a disposizione. È una "navigazione a vista", per definizione
programmabile solo a grandi linee, in cui appare realistico pianificare soltanto priorità di intervento e
sinergie. In secondo luogo, la comunicazione delle organizzazioni pubbliche si caratterizza per la
costruzione di un’alta visibilità sul contingente, forse complementare al raggiungimento degli obiettivi
politici, ma poco funzionale alla corretta costruzione dell’immagine di un ente nel medio-lungo periodo.
La scelta della Camera di Commercio di Milano, e più in generale del sistema camerale italiano, di
autoriformarsi per modificare nella sostanza il proprio ruolo e i contenuti della propria attività ha
certamente amplificato queste tendenze, con evidenti conseguenze sulle performance della
comunicazione.
L’EVOLUZIONE RECENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO E LA COMUNICAZIONE
Uno studio condotto dall’Università Bocconi sull’attività della Camera di Commercio di Milano nel
triennio 1987-1989 rilevava una netta prevalenza della comunicazione di tipo istituzionale e culturale,
distinguendo tra attività dovute per legge (pubblicazioni camerali, attività di rappresentanza e pubbliche
relazioni) e attività intraprese autonomamente.
I costi determinati dalle prime assommavano, nel 1989, a circa il 45% dei costi sostenuti per le attività di
comunicazione esterna, articolandosi essenzialmente in tre aree: la sponsorizzazione di studi, ricerche e
progetti di rilevanza economico-sociale; l’organizzazione di convegni, seminari e manifestazioni e la
pubblicazione della rivista "Impresa & Stato". Nello stesso periodo, la comunicazione esterna avente per
oggetto i servizi si concentrava prevalentemente sull’attività delle aziende speciali, le quali facevano
ricorso, perlopiù, a pubblicazioni proprie, pubblicità e forme di direct marketing. Molta meno enfasi
veniva invece posta sull’informazione relativa ai servizi primari e secondari erogati dall’Ente, ed è su
questo terreno che il mix comunicazionale risultava certamente meno equilibrato. Nell’analisi degli
interlocutori, lo studio rilevava come fossero state privilegiate le relazioni con le organizzazioni di
categoria e gli ordini professionali, considerati, da un punto di vista generale, come soggetti influenzatori
della domanda, e, da un punto di vista più specifico, come veri e propri intermediari nei confronti dei
singoli utenti.
Ci possiamo chiedere quanto questo sistema fosse equilibrato rispetto alle esigenze. La risposta non è
facile, ma va ricercata considerando gli obiettivi politici e strategici dell’Ente in quel preciso momento
storico. A questo riguardo, è da sottolineare che, proprio in quel periodo, l’Istituto camerale scontava la
difficoltà di definire con chiarezza il proprio ruolo e la propria identità: una circostanza indotta dalla
mancanza di un quadro normativo chiaro e dalle modificazioni portate dal conseguente processo di
autoriforma avviato a partire dai primi anni Ottanta.
1992: NASCE LA FUNZIONE DI COMUNICAZIONE
Nel 1992, uno studio commissionato a un autorevole consulente esterno ravvedeva una situazione
"difficile" per la comunicazione della Camera di Commercio di Milano: la funzione era infatti
frantumata in vari servizi interni ed esterni, privi di un forte coordinamento che sapesse contribuire a
tracciare chiari piani strategici di comunicazione in relazione alle attività e alle finalità dell’Ente. Lo
stesso studio suggeriva quindi la costituzione di un servizio dotato di risorse umane e di strutture
all’altezza delle necessità, legittimato, in nome del vertice del sistema, a gestire in modo professionale
tutte le attività di comunicazione, senza intralci burocratici o gerarchici; anche per l’editoria, inoltre, già
si prefigurava la costituzione di un unico centro di coordinamento, delegato a gestire tutte le iniziative
editoriali, di marketing e di diffusione. Il Servizio Comunicazione veniva quindi istituito presso
l’Azienda Speciale PROMOS nel novembre del 1992.
Fin da una prima analisi risultava evidente una relativa mancanza di indicazioni precise e dettagliate su
come l’Ente era percepito dagli interlocutori esterni e dai dipendenti. Inoltre, il riconoscimento, da parte
dei vertici camerali, della difficoltà di definire una identità comunicabile della Camera di Commercio,
rendeva difficile stabilire un obiettivo generale per le attività di comunicazione. Peraltro, non risultava
possibile rispondere a queste domande astraendosi dalla gestione quotidiana della comunicazione
dell’Ente.
Il primo piano di attività di comunicazione per l’Ente camerale, elaborato di lì a pochi mesi, proponeva
quindi tre obiettivi: compiere almeno alcuni dei passi di un processo logico che mirasse a stabilire un
obiettivo generale di comunicazione a medio termine; gestire il quotidiano, cercando di ottenere risulti
qualitativi migliori in relazione alle possibilità allora offerte dalla struttura; migliorare alcuni dei
processi di comunicazione esistenti proponendo nuovi strumenti e attività.
Il primo obiettivo trovò un suo sviluppo solo verso la fine del 1993, grazie all’approvazione, avvenuta
proprio in quel periodo, della Legge 580 di riordino delle Camere di Commercio, che iniziò a indurre
una profonda fase di analisi e approfondimento del ruolo politico-istituzionale e degli obiettivi strategici
dell’Ente camerale.
Venne poi avviata una fase di coordinamento delle attività di comunicazione della Camera e delle
aziende speciali (sia in veste consultiva che esecutiva). Dopo pochi mesi, il Servizio Comunicazione era
pienamente accreditato nell’Ente camerale come una vera e propria "agenzia di comunicazione" interna
e punto di riferimento per la definizione, impostazione, implementazione e controllo di queste attività.
Compito che veniva facilitato dal costante contatto con i vertici camerali e da una serie di riunioni e
incontri di coordinamento periodici con funzionari e dirigenti della struttura. Il terzo obiettivo consisteva
nell’avvio di una progressiva razionalizzazione e coordinamento delle attività e dei progetti di
comunicazione dell’Ente camerale: ufficio stampa, monitoraggio dei media, razionalizzazione delle
tariffe e della presenza pubblicitaria istituzionale e legale, pubblicazione di svariati opuscoli, brochure e
altri stampati, progressiva omogeneizzazione dell’immagine coordinata dell’Ente camerale nelle sue
articolazioni. Nello stesso tempo proseguiva la pubblicazione di "Impresa & Stato" e di "Linea Diretta",
quindicinale di informazione sull’attività convegnistica camerale, mentre, alla conclusione di una fase di
ripensamento congiunta sui propri strumenti di comunicazione verso l’utenza, Camera di Commercio di
Milano e ICE decidevano di dare vita a Sistema Italia, quindicinale di informazione sul commercio con
l’estero. Ma il 1993 era anche l’anno del primo esperimento, nel mondo camerale, di una Guida ai
Servizi per l’utenza: uno strumento realizzato dalla Camera di Milano sia in versione cartacea che
informatica, composto da più di 90 "schede di servizio" aggregate con la tecnica dell’ipertesto, che
sarebbe poi stato ripreso da altre realtà della rete camerale nazionale.
Molto rimaneva però da fare per sviluppare una sensibilità verso la comunicazione (i suoi limiti, i suoi
tempi, i suoi vincoli, le sue possibilità operative) da parte dei funzionari camerali, come pure per
costruire una immagine della Camera di Commercio corrispondente alla nuova identità delineata dalla
legge di riordino.
LA COSTRUZIONE DI UNA NUOVA IMMAGINE
Un’identità statuale - qual è strutturalmente quella della Camera - comporta, nella percezione del
pubblico, connotazioni allo stesso tempo positive e negative: positive in quanto essere parte dello Stato
significa - pur sempre - essere super partes e garantire il rispetto delle regole; negative in quanto
l’abitudine dei cittadini a strutture organizzative inadatte e a strumenti di comunicazione inefficienti
hanno consolidato una cattiva reputazione e una mancanza di credibilità nei confronti dello Stato.
Oltre a questo, nel caso specifico della Camera di Commercio di Milano, si scontava l’indeterminatezza,
nella percezione delle imprese, su quali fossero e quali ruoli e funzioni specifiche avessero le istituzioni
e gli enti (pubblici o privati) di riferimento per la business community.
Le modificazioni indotte dalla legge di riordino presentavano quindi per la Camera di Commercio di
Milano una occasione storica per intervenire sull’immagine ma, soprattutto, per essere un esempio di
nuova statualità.
Ed è questa la direzione in cui si sta attualmente operando. Il problema della comunicazione camerale è
stato approcciato avendo ben chiaro il contesto e la possibile evoluzione dello scenario dei sistemi di
comunicazione e utilizzando questi ultimi come leva strategica per favorire il cambiamento culturale e
organizzativo della struttura.
LA FUNZIONE DI COMUNICAZIONE DELLA CAMERA DI COMMERCIO OGGI
Oggi, il focus della comunicazione della Camera di Commercio non si articola solo sul contenuto
(l’identità istituzionale dell’Ente) ma è centrato sulla modalità, sul modo in cui essa "è" pezzo dello
Stato. La Camera di Commercio, anche in virtù della recente riforma, è una istituzione "nuova", che - in
primo luogo - deve sostanziare anche nel linguaggio, nelle forme e nei media utilizzati il suo essere una
punta avanzata della Pubblica Amministrazione. La struttura si sta impegnando in questa direzione,
potenziando le forme di dialogo e contatto con i suoi interlocutori e sottolineando, anche nella
comunicazione, il proprio orientamento alla trasparenza e alla qualità del rapporto con l’utente. In
secondo luogo la Camera di Commercio, anche nella comunicazione, applica la modalità d’azione "a
rete" che da sempre ne ispira l’azione politico-istituzionale, valorizzando i rapporti con gli enti
attraverso i quali e con i quali la Camera adempie alle proprie finalità. Tutto questo si traduce nella
scelta di usare media il più possibile interattivi, esplorando tutte le possibili applicazioni offerte dalla
tecnologia delle reti e utilizzando linguaggi il più possibile vicini a quelli delle diverse categorie di
interlocutori.
La Camera di Commercio, infatti, già oggi può contare su una significativa presenza sui new media
telematici, che si articola in una completa pagina WEB su Internet (al sito http://www. mi.camcom.it),
nella BBS "NINFEA" (al numero telefonico 02-804462) - entrambe sviluppate direttamente all’interno
dell’Ente camerale - e in una finestra su Rete Civica Milanese, il primo esperimento di rete civica no-
profit avviato nel capoluogo lombardo dal Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi
(numero telefonico 02-55182133).
Tutto questo, tuttavia, non significa presenzialismo o sovrapposizioni inutili: infatti la fisionomia dei
diversi strumenti è molto ben marcata. Nel sito WEB un "navigatore" di Internet può trovare, in italiano e
in inglese, una descrizione della Camera di Commercio di Milano (i suoi servizi; i servizi erogati
telematicamente; le sue aziende speciali); un ipertesto su cosa sono le Camere di Commercio;
informazioni e rimandi ad altri siti WEB su Milano e la sua provincia, sia dal punto di vista della realtà
economica che del territorio e del tempo libero; indirizzi utili per il business; collegamenti con siti WEB
di numerosissime istituzioni ed enti di tutto il mondo interessanti per chi fa affari; pubblicazioni on line
(della Camera di Commercio e di altri) di stampo economico. Ogni giorno si connettono con il WEB
camerale un centinaio di utenti da tutto il mondo, ma la cifra sta crescendo in modo esponenziale.
Su NINFEA, caratterizzata a differenza del WEB da una modalità di consultazione solo testuale, si
possono trovare bollettini, file, banche dati e aree di discussione specialistiche per il mondo degli affari.
Su Rete Civica Milanese, infine, si è deciso di privilegiare i contenuti di "prima necessità", utili per chi
non è un utente abituale della Camera di Commercio, come orari, indirizzi, servizi, manifestazioni e
convegni organizzati o ospitati dalla Camera di Commercio e così via. Da segnalare che l’Ufficio
Relazioni con il Pubblico - pronta risposta della Camera ai dettami della Legge 241/90 e al Decreto
29/93 - ha aperto i battenti all’inizio del 1996 contemporaneamente in versione fisica (numero verde
167-271.709) e virtuale, su Rete Civica Milanese. Qui, direttamente dal proprio PC, senza spostarsi dalla
scrivania, gli utenti possono trovare assistenza nell’esercizio del diritto di partecipazione ai procedimenti
amministrativi, avere risposte sullo stato di avanzamento dei loro procedimenti e delle loro pratiche,
chiedere informazioni utili per orientarsi meglio all’interno della struttura camerale o comunicare le
proprie osservazioni sulla qualità dei servizi erogati.
A questo punto una domanda legittima potrebbe essere la seguente: quale struttura, quale funzione
organizzativa della Camera di Commercio di Milano pilota e alimenta il "motore" della comunicazione?
La risposta è meno scontata di quanto possa sembrare: in effetti non stiamo parlando di un nucleo
direttivo che detta e declina messaggi e informazioni a interlocutori passivi all’interno e all’esterno della
struttura. Oggi la direzione Comunicazione, Immagine ed Editoria assomiglia più a un gruppo interattivo
di stimolo e animazione, che si propone di far crescere una cultura della comunicazione diffusa
all’interno del sistema camerale milanese. Un gruppo composto da una salda base di personale camerale
legato a importanti interlocutori tecnici esterni e professionisti del settore da una fitta rete di rapporti di
collaborazione.
L’attività svolta dalla direzione Comunicazione, Immagine ed Editoria è, per questo, estremamente
complessa e frammentata, anche se sempre lucidamente riferibile agli obiettivi politico-istituzionali
espressi dell’Ente camerale. Volendola in qualche modo sistematizzare, l’attività svolta può essere
articolata in alcune categorie: progetti di comunicazione; brochure e strumenti informativi; pubblicazioni
periodiche; gestione degli investimenti pubblicitari (pubblicità legale, commerciale e istituzionale);
produzioni video; ufficio stampa.
LA FUNZIONE DI COMUNICAZIONE PER UNA NUOVA CAMERA DI COMMERCIO
Molto è stato fatto, ma la strada da percorrere è ancora lunga. A partire dalla seconda metà del 1995
l’azione di comunicazione dell’Ente camerale si rivolge verso determinate "aree di interesse politico-
strategico", per le quali sono state identificate appropriate modalità di intervento.
Animare la rete: in un clima di pluralismo istituzionale, soddisfare un bisogno di nuova statualità
significa esprimersi nei confronti degli altri nodi come soggetto che, sulla base della propria esperienza
operativa, esercita un ruolo propulsivo e di servizio. Per questo la Camera di Commercio ritiene
indispensabile stabilire nuove modalità di relazione con alcuni soggetti chiave, tra cui il mondo degli
interessi organizzati, quello delle professioni, la rete camerale nazionale e internazionale e il sistema
delle istituzioni.
Il rapporto con le imprese: in questa fase della sua evoluzione storica, fermo restando il ruolo delle
associazioni - che tradizionalmente "filtrano" il rapporto con le imprese - la Camera deve attivare
modalità di comunicazione diretta alle imprese. Nonostante il quadro si presenti caratterizzato da alcune
criticità, l’obiettivo della Camera di Commercio di Milano è quello di realizzare modalità sistematiche di
ascolto delle esigenze attuali o latenti delle imprese, stimolando un rapporto interattivo e di dialogo tra
l’istituzione e l’utenza e facendo comprendere alla business community come le iniziative e le attività
della Camera discendano dalla sua funzione istituzionale.
La regolazione del mercato: è il ruolo in cui si sostanzia maggiormente la nuova fisionomia delle
Camere di Commercio alla luce della Legge 580/93. In particolare, gli interventi volti a realizzare il
Registro delle Imprese e rendere più facilmente accessibili e trasparenti i servizi anagrafico-certificativi
rappresentano una priorità tra gli obiettivi della Camera di Commercio di Milano. Alcuni tra questi
interventi hanno una ricaduta significativa in termini di comunicazione, sia nel loro significato
intrinseco, sia perché evocano esplicitamente una Pubblica Amministrazione nuova, vicina al cittadino-
utente, più trasparente.
Gli osservatori: si tratta di una innovativa modalità di contatto, relazione, ascolto e proposta con alcuni
mondi particolari che si pongono come importanti realtà di riferimento per la Camera di Commercio.
L’attività degli osservatori si sta sviluppando partendo dalla positiva esperienza dell’Osservatorio
Fiscale che, nel corso degli anni, ha contribuito con numerose proposte al miglioramento del rapporto
fisco-contribuente. L’esigenza di dare maggiore sistematicità e consistenza all’attività di analisi e studio
sul sistema delle imprese ha poi portato, recentemente, alla costituzione di un osservatorio sulle PMI e di
altri sui Fenomeni della Criminalità Economica, sul Registro delle Imprese e la Certificazione, sulla
Regolazione del Mercato e, infine, sulla evoluzione delle normative ambientali.
I media tradizionali: per ora i media classici rimangono il migliore strumento di contatto con le imprese
e l’opinione pubblica. In questo campo la direzione Comunicazione ed Editoria è attualmente impegnata
a costruire una rete di rapporti con i media in modo strutturato e non occasionale, attivando un "circolo"
di giornalisti che seguano costantemente l’attività della Camera, canalizzandone i flussi informativi.
Nello stesso tempo si tende costantemente a valorizzare i contenuti dell’azione della Camera di
Commercio in funzione dei pubblici e delle testate interessate, segmentando i messaggi e i mezzi e
trasformando le informazioni sulla Camera di Commercio di Milano in "prodotti giornalistici" a valenza
sia locale che nazionale.
I nuovi media: la Camera di Commercio è impegnata nel campo dei new media (reti, strumenti
multimediali, videogame, cd-rom ecc.) sia per stimolare il sistema produttivo ad adeguarsi alle nuove
tecnologie della comunicazione, che per essere in grado di gestirle. Per un ramo della Pubblica
Amministrazione, anticipare questa tendenza senza farsi cogliere impreparati è una delle più rilevanti
manifestazioni attraverso le quali comunicare un concetto di nuova statualità. D’altra parte, gli asset
tecnologici della Camera di Commercio - attraverso Cedcamera - sono una risorsa che in chiave di
comunicazione deve essere assolutamente valorizzata. In questo settore la direzione Comunicazione e
Immagine è impegnata nella implementazione (assieme agli altri soggetti del sistema camerale milanese)
dei nuovi media on line su Internet, stimolando nel contempo il maggior numero di nodi del sistema a
proporre sui nuovi media telematici (BBS-WEB) contenuti inerenti alla propria attività.
L’editoria: questa attività, in cui convergono molte delle attività già proposte nell’area "media
tradizionali" e new media, riveste un ruolo fondamentale per la diffusione del pensiero politico-
istituzionale della Camera, per rafforzare il ruolo della Camera come centro di informazione economica
e per consolidare le alleanze con altre istituzioni/enti. Attualmente è allo studio la costituzione di una
struttura dedicata in cui convergano le attività relative all’analisi, studio, pianificazione, realizzazione,
distribuzione e raccolta pubblicitaria sia dei prodotti cartacei che dei media più innovativi, siano essi su
rete o supporto magnetico o digitale.
Comunicare con la convegnistica: l’invito ai convegni (propri o ospitati) è probabilmente la modalità di
comunicazione più utilizzata dalla Camera di Commercio di Milano. Occorre pertanto valorizzare e
conferire un maggiore impatto di comunicazione a questa attività, utilizzando la convegnistica come
strumento di presenza istituzionale e politica, strumento di promozione di servizi specifici e strumento di
comunicazione e immagine con target specifici.
CONCLUSIONI
La comunicazione sta velocemente uscendo dall’ambito degli adempimenti obbligatori per lo Stato per entrare a pieno titolo nel quadro dei diritti del cittadino, che chiede di rendere più agevoli gli adempimenti di legge e più visibili i servizi e le opportunità sociali offerti dal sistema pubblico. Il principio della inammissibilità dell’ignoranza dell’atto da parte del cittadino, anche per effetto di recenti normative come la Legge 241/90 sta lasciando il passo a una maggiore responsabilizzazione dell’Ente pubblico; l’abilità di quest’ultimo di essere anche un abile comunicatore determina la reale possibilità d’accesso ai servizi per l’utenza; attraverso campagne di educazione e formazione del cittadino lo Stato può ottenere cambiamenti sociali anche rilevanti. In conclusione, la legittimazione e la visibilità dello Stato, nelle sue più varie articolazioni, passa per la comunicazione, ovvero attraverso la capacità delle Amministrazioni di comporre in modo professionale in ogni situazione il mix interlocutore/canale/messaggio e nella capacità di soddisfare l’informazione di ritorno raccolta dall’utenza. La Camera di Commercio di Milano è consapevole di tutto questo e si sta impegnando per essere, anche nella comunicazione, un esempio di nuova statualità. Lo testimonia, tra l’altro, la tempestività con cui - in risposta alla Legge 241/90 e al Decreto 29/93 - è stato allestito l’Ufficio Relazioni con il Pubblico: uno strumento che rappresenta una vera e propria rivoluzione organizzativa, degli atteggiamenti e delle priorità della Pubblica Amministrazione, alla cui base sta una parola sola. Trasparenza.
Patrizio Surace, direttore Comunicazione, Immagine ed Editoria della Promos, Azienda Speciale della CCIAA di Milano.
Antonio Marazza, responsabile Comunicazione, Immagine ed Editoria della Promos, Azienda Speciale della CCIAA di Milano.