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Impresa & Stato N°32 - Rivista della Camera di Commercio di Milano

COMUNICAZIONE E TRASPARENZA NELL'ETA' DELLA BORSA TELEMATICA

di Attilio Ventura


A PARTIRE DAL 1991, il mercato azionario italiano è stato interessato da un processo di innovazione di intensità mai sperimentata in precedenza, che ne ha profondamente trasformato la natura dei partecipanti, la microstruttura e le modalità operative. A soli cinque anni di distanza, il panorama della Borsa italiana appare completamente diverso da quello cui eravamo stati abituati per decenni.
In seguito all’approvazione della Legge 1/91, l’azione congiunta delle autorità (Banca d’Italia e CONSOB), degli organismi di mercato, degli Enti incaricati delle funzioni tecniche e degli intermediari ha avviato una intensa fase di analisi e di successiva realizzazione del passaggio delle negoziazioni dalla modalità delle grida (in dieci diverse sedi) al sistema telematico nazionale. Come è evidenziato nella Tabella 1 a pagina seguente, in meno di tre anni la trasformazione è stata pressoché completa: a partire dal luglio 1994 le uniche negoziazioni ancora effettuate alle grida sono quelle relative ai contratti a premio, la cui telematizzazione è programmata per il prossimo febbraio. Il caratteristico aspetto del parterre di Piazza Affari è ormai un ricordo, e gli atteggiamenti, le voci e i suoni che ne hanno contraddistinto l’immagine per decenni hanno lasciato il campo alla luce azzurrina dei monitor collocati direttamente nelle sedi degli intermediari e alla fredda efficienza dei collegamenti telematici. A fine 1994 74 SIM e 51 Agenti di Cambio, localizzati in tutto il Paese, erano connessi al sistema telematico nazionale di negoziazione dei titoli azionari, utilizzando oltre 600 workstations. Considerando anche i soggetti operanti sui titoli a reddito fisso e sul mercato dei derivati, il numero degli intermediari sale a 145 (di cui 9 banche), mentre quello delle postazioni di lavoro attive sfiora il migliaio.

IL PASSAGGIO ALLA NEGOZIAZIONE TELEMATICA

Sotto il profilo operativo, il passaggio alla negoziazione telematica ha modificato in maniera rilevante le modalità con cui avvengono gli scambi di valori quotati. Le possibilità offerte dalla tecnologia hanno infatti reso possibile abbandonare il sistema dell’asta a chiamata - in cui la totalità o quantomeno la maggioranza degli scambi sui singoli titoli era concentrata in un determinato momento della seduta - per un sistema più sofisticato che vede una fase di apertura (inserimento proposte dalle 8.00 alle 9.30, validazione e conclusione dei contratti al prezzo risultante da una procedura di asta elettronica dalle 9.30 alle 10.00), seguita da una lunga fase di contrattazione continua (10.00-17.00). In questa fase, in cui ha luogo oltre il 90% degli scambi, le proposte di acquisto o di vendita vengono inserite in un apposito book, visibile a tutti gli intermediari, e incrociate automaticamente dal sistema, che segnala in tempo reale la conclusione dei contratti.
Il passaggio alla negoziazione telematica ha coinciso con un deciso incremento del volume degli scambi, che si è attestato su livelli medi giornalieri compresi tra i 500 e i 750 miliardi di lire, superando anche - nelle giornate-boom dei primi mesi del 1994 - i 2000 miliardi al giorno, un valore che solo tre anni fa rappresentava il livello raggiunto in due settimane. In questo modo il nostro mercato azionario, che in un confronto internazionale non raggiunge ancora la dimensione che gli competerebbe in rapporto alla rilevanza dell’economia nazionale, ha potuto migliorare la propria posizione relativa.
La telematizzazione della Borsa, progressivamente estesa anche alle procedure accessorie alla negoziazione con una considerevole agevolazione delle attività di back-office, e che è stata alla base dell’istituzione del mercato dei derivati IDEM (su cui sono negoziati contratti futures e options sull’indice MIB30), ha portato un contributo decisivo al miglioramento della trasparenza del nostro mercato. Grazie alle nuove procedure, organi di mercato, intermediari e pubblico - nei rispettivi ambiti previsti dalla regolamentazione - fruiscono di un flusso di informazioni ampio, puntuale e continuo per tutta la durata delle operazioni. Il miglioramento rispetto alla situazione precedente non si limita agli aspetti quantitativi (incremento del numero di dati disponibili, estrema tempestività degli aggiornamenti), ma si estende significativamente in senso qualitativo. Il sistema telematico di negoziazione consente infatti a tutti i partecipanti al mercato di disporre sistematicamente di una serie di informazioni neppure intuibili in precedenza.
La trasparenza ex ante, che consiste nell’insieme di informazioni sulle condizioni alle quali sono possibili le negoziazioni, è passata da una semplice raccolta informale di notizie effettuata nelle corbeilles alla possibilità di consultare il book che raccoglie tutte le proposte di negoziazione inserite dagli intermediari, che risultano così in grado di disporre di un quadro esaustivo delle possibilità di negoziare. Anche il pubblico non specializzato, tramite i sistemi di diffusione dati, può fruire in tempo reale di un’informazione continua sulle migliori cinque proposte in acquisto e in vendita per ogni valore mobiliare. Sotto il profilo della trasparenza ex post, relativa alle informazioni sui contratti conclusi, la nuova modalità di negoziazione continua conferisce un contenuto più elevato e una maggiore efficienza ai dati sugli scambi, che precedentemente erano concentrati in prevalenza nell’asta a chiamata. Grazie alle procedure previste dal sistema, gli intermediari possono inoltre agevolmente disporre di dati puntuali su tutte le negoziazioni concluse nella giornata. Ogni minuto, infine, sono calcolati e diffusi al pubblico gli Indici di Borsa MIBTEL (globale) e MIB30 (sui titoli più liquidi).
L’adeguamento delle condizioni di trasparenza - sotto il profilo delle negoziazioni - è pertanto stato completato, e la nostra Borsa può operare in condizioni che la pongono al livello (e in alcuni casi anche al di sopra) dei principali competitori internazionali. La realtà tecnologica e finanziaria è però in continua evoluzione, e non è pertanto opportuno allentare l’attenzione e non proseguire nell’analisi dei possibili miglioramenti che si potranno apportare alla microstruttura della nostra Borsa. La considerazione della pressione competitiva che si sta profilando sempre con maggiore rilevanza, e che vedrà manifestarsi i propri effetti in Europa entro breve, nello scenario previsto dall’adozione della Direttiva Servizi di Investimento, sottolinea però l’esigenza di considerare quali siano le aree in cui il nostro mercato mobiliare evidenzia problemi, quando non carenze, in termini di trasparenza.
Non limitando l’attenzione alla microstruttura del mercato, è chiaro come l’ambito in cui è sempre più urgente intervenire sia quello dell’informativa societaria. L’intensa produzione normativa e regolamentare che ha contraddistinto gli ultimi venti anni ha saputo introdurre significative innovazioni, ma il gap che ci separa dalle situazioni più evolute è ancora consistente.
Anche senza soffermarci sui recenti casi di dissesto finanziario, che per quanto episodici sono gravi soprattutto per la ricaduta negativa che rivestono nei confronti degli operatori esteri, è infatti difficilmente confutabile che gli investitori (e in particolare quelli professionali) dispongano mediamente per le società italiane di dati e informazioni quantitativamente e qualitativamente inferiori a quelli disponibili per gli emittenti degli altri Paesi dell’area OCSE.
Fino a oggi si è ritenuto opportuno intervenire su questo tema prevalentemente in via regolamentare, disciplinando obblighi, metodi e tempistica delle comunicazioni alle autorità e al mercato. Si è trattato di un’azione indispensabile, ma che da sola non può incidere pienamente sulla realtà. L’effettiva fruibilità della trasparenza sull’attività delle società quotate è un argomento di complessità tale da non poter essere definito in modo puntuale e rigoroso: ci sono aspetti qualitativi e metodologici che non possono essere affrontati in modo efficace senza un approccio diverso da parte degli emittenti. Siamo di fronte a un problema più culturale che normativo: è necessario un cambiamento della mentalità che ha finora caratterizzato la gestione finanziaria delle imprese italiane. Nella maggior parte dei casi, il loro rapporto con il mercato azionario è stato infatti sempre condizionato da una certa riluttanza a una completa apertura all’esterno, che si è tradotta nella realizzazione di un quadro informativo che, per quanto in linea con quanto richiesto dalla regolamentazione, non è ancora sui livelli richiesti dal confronto con le realtà più avanzate.
In particolare, il problema più sentito sembra essere quello dell’informazione sull’attività dei gruppi. La nostra Borsa è profondamente influenzata dalla presenza dei gruppi di società: i primi tre rappresentano quasi il 50% della capitalizzazione, i primi 10 quasi il 75 per cento. Nel recente passato la forma organizzativa del gruppo ha consentito - e in un certo senso anche favorito - lo sviluppo del nostro sistema di imprese. Al giorno d’oggi però questo modello, in assenza di una normativa che ne limiti gli effetti negativi, sta mostrando i suoi limiti e si sta rivelando un fattore di ostacolo alla crescita della Borsa, scoraggiandone tanto l’appetibilità agli occhi degli investitori nazionali ed esteri quanto, di converso, la capacità di raccolta di capitale di rischio.
La complessa articolazione della struttura dei gruppi rende infatti difficoltosa la valutazione delle prospettive reddituali e della rischiosità connesse all’investimento, mentre la divaricazione tra gli interessi e le attività del gruppo e quelli delle singole società può determinare situazioni in cui strategie ottimali a livello aggregato non risultano tali per alcuni soggetti, e in particolare per gli azionisti di minoranza.
In questi anni si è discusso a lungo delle modalità da adottare per disciplinare l’attività dei gruppi. Indipendentemente dalle linee di intervento normativo-regolamentare che saranno ritenute opportune da legislatore e autorità, l’obiettivo dello sviluppo del mercato azionario - che rappresenta per il Paese un obiettivo improrogabile nel nuovo contesto competitivo che si sta affermando su scala internazionale - richiede maggiore trasparenza sull’attività delle società quotate e dei gruppi di società, con particolare riferimento ai processi di riallocazione interna delle risorse finanziarie.
In questo senso sarebbe opportuno poter disporre di:

a) informazioni puntuali e dettagliate sulla composizione dei gruppi;

b) una relazione annuale degli amministratori delle società controllate, in cui sia evidenziato il quadro delle operazioni infra-gruppo e delle ragioni che le hanno originate;

c) la presenza nei bilanci consolidati delle società controllanti di informazioni settoriali, che consentano una corretta rappresentazione dell’attività del gruppo e, soprattutto, una più precisa individuazione dell’influenza che le condizioni del quadro economico, differenziate a livello settoriale, sono in grado di esercitare sulle prospettive reddituali dell’emittente.

Nel suo primo triennio di attività il Consiglio di Borsa ha dedicato un considerevole impegno allo sviluppo di un sistema di negoziazione efficiente, che permettesse al mercato azionario di recuperare i ritardi che si erano accumulati. Si è trattato di un’attività impegnativa e stimolante, che è coincisa con un quadro finanziario fortemente perturbato dalle conseguenze dell’uscita della nostra valuta dallo SME e - più in generale - dall’instabilità della situazione politica.
Parallelamente il Consiglio ha attivato una serie di iniziative finalizzate alla promozione internazionale della Borsa italiana, organizzando un programma di roadshow nelle principali piazze finanziarie internazionali e assicurando le opportune strategie di marketing destinate a informare permanentemente gli operatori internazionali sulle potenzialità offerte dal nostro mercato finanziario, troppo spesso percepito in modo non conforme alla realtà sulla spinta di generalizzazioni arbitrarie e superficiali.
Una particolare attenzione è stata inoltre dedicata al conseguimento di un più forte radicamento della Borsa nel contesto economico nazionale, per sviluppare stabilmente la domanda e l’offerta di titoli azionari in un contesto in cui l’intreccio di schemi culturali, sistema fiscale ed esigenze di finanza pubblica hanno da sempre limitato un consolidamento dei progressi raggiunti.
Le prossima adozione della Direttiva sui Servizi di Investimento è destinata ad accelerare i processi di integrazione e globalizzazione dei mercati finanziari europei. La consapevolezza che la competizione tra intermediari e tra mercati, di cui abbiamo oggi significativi ma non generalizzati esempi, diventerà sempre più esplicita e consistente impone di valutare attentamente le strategie che il nostro sistema finanziario - inteso come insieme di autorità, mercati, emittenti, intermediari e investitori - intende adottare. L’esperienza degli ultimi decenni insegna infatti che nei processi di internazionalizzazione la sola alternativa è tra subire o gestire le situazioni di mutamento.
L’evoluzione in atto lascia intravedere che le Borse dovranno modificare sostanzialmente la propria natura, trasformandosi da luoghi di scambio (fisici o virtuali) in centri di produzioni di servizi ad alto valore aggiunto diretti ai partecipanti al mercato. È chiaro che in questo senso - accanto a un rinnovato impegno degli organi di mercato - sarà imprescindibile la collaborazione fattiva da parte degli emittenti. Un’informativa accurata e tempestiva, che non si limiti a ottemperare agli obblighi di una regolamentazione che non può che rappresentare un punto di riferimento minimale, e che potrà essere diffusa con strumenti sempre più efficienti (si pensi solo alle potenzialità offerte da Internet), rappresenta infatti uno dei più validi strumenti per la valorizzazione del nostro mercato.

Tab. 1 - Le tappe del passaggio al telematico
datavalori mobiliari ammessitotale titoli negoziatiorario di contrattazione
25.11.19915 azioni59.00-13.00
16.01.1992
18.05.1992
5 azioni
25 azioni
10
35
9.00-13.30
9.00-13.30
19.04.1993
16.07.1993
16.12.1993
4 azioni
41 azioni
73 azioni
39
82
152
9.00-13.30
9.00-13.30
8.45-16.00
17.01.1994
15.04.1994

18.07.1994


28.11.1994

26 azioni
225 tra azioni, warrant
e obbligazioni convertibili
43 azioni (Ristretto)
167 titoli di Stato
824 obbligazioni
Stock Index Futures
(Fib30)
176
401




1.435

8.45-1600
8.00-16.00*

15.00-1700
8.45-16.30
8.45-16-30
8.30-17.30

15.11.1995


prossima tappa:

febbraio 96


Stock Index Option
(Mib30)



opzioni su singole azioni
telematizzazione dei premi

8.35-17.25







* Dal 28.11.1994 il termine delle contrattazioni e' stato prolungato alle 17.00.