di Pier Daniele Melegari*
L’ANAGRAFE ECONOMICA
Il Registro, oltre ad assolvere una fondamentale funzione giuridica, garantendo una pubblicità con valore
legale cioè opponibile a terzi, ha anche una formidabile valenza in quanto fonte di informazione a fini
economico-statistici.
Se la gestione del primo aspetto comporta soprattutto la necessità di diffondere una specifica cultura
giuridica tra i funzionari camerali, la seconda funzione può essere presidiata solo con una massiccia e
completa informatizzazione del Registro e di tutte le notizie in esso contenute.
Nell’esperienza delle Camere di Commercio, lo sforzo di informatizzazione ha già portato
all’introduzione della lettura ottica e della microfilmatura dei documenti, strumenti fondamentali e
irrinunciabili a supporto della cultura del tempo reale.
Garantito l’azzeramento dei tempi, l’obiettivo successivo è quello dell’abbattimento delle barriere
spaziali tra Pubblica Amministrazione e cittadino/utente.
È questo il tema di ricerche avviate già da tempo e ormai a un livello di soluzione tecnologica molto
avanzato: un’esperienza significativa è in corso presso la Camera di Commercio di Milano,
specificatamente nell’Osservatorio della Registrazione d’Impresa; essa prende il nome di Sportello 2000.
Un primo passo significativo sulla via dell’attuazione di tali studi è rappresentata dalla certificazione a
distanza ormai adottata sia pure in via sperimentale.
Oltre a quello tecnologico, un altro traguardo che il sistema camerale deve raggiungere per la
realizzazione di un Registro delle Imprese moderno ed efficace che consenta di rispondere in modo
adeguato alle richieste delle imprese è quello del superamento dei vincoli normativi.
A tal fine è necessario promuovere l’introduzione nell’ordinamento di strumenti normativi che
consentano di utilizzare a pieno le opportunità offerte dalla tecnologia. Occorre ad esempio garantire la
riservatezza dei dati trasmessi, equiparare la firma telematica e quella manuale, consentire il pagamento
in forme alternative rispetto a quelle costituite da bolli e marchi.
Per la soluzione di tali questioni, che consentirebbe già di realizzare una rete di sportelli unici, il sistema
camerale deve compiere uno sforzo di sensibilizzazione del mondo associativo e delle altre
amministrazioni in modo da riuscire a realizzare un’azione congiunta volta a sollecitare il legislatore.
Le esigenze delle imprese non saranno però del tutto soddisfatte se non si realizzerà un moderno sistema
di pubblicità d’impresa che abbia una rilevanza e incidenza europea, in linea con
l’internazionalizzazione dell’economia.
A tal fine si presenta la necessità di procedere all’automazione di tutti i sistemi provinciali di pubblicità
e al loro collegamento organico per dar vita a un Registro nazionale in grado di offrire gli stessi servizi
in ogni punto del territorio.
Ma neppure un Registro nazionale permette di soddisfare a pieno le esigenze degli operatori.
Una linea d’intervento di valenza strategica che deve comportare l’impegno di tutto il sistema camerale
italiano in ambito comunitario, nonché il confronto con altri sistemi camerali europei, consisterà nel
perseguire l’automazione di tutti i sistemi nazionali di pubblicità, il che comporterà di fatto la
realizzazione di un Registro comunitario delle imprese, in sintonia con il Mercato Unico.
Un’altra sfida a cui le Camere di Commercio sono chiamate consiste nel contribuire alla Regolazione del
mercato.
L’importanza di godere di un mercato trasparente basato su regole certe, facilmente condivisibili e
soprattutto autorevoli è un’esigenza profondamente avvertita dalle imprese italiane che, nella lotta
concorrenziale, si sentono spesso gravemente penalizzate dalla scarsa trasparenza del mercato e dalla
difficoltà ad avere giustizia in tempi brevi. Questa constatazione ha infatti spinto il legislatore a porre a
tutela del mercato una sequenza di "barriere preventive" come la predisposizione di contratti tipo e la
rilevazione delle clausole inique nei contratti e di "corsie preferenziali" per avere giustizia in tempi brevi
come l’arbitrato e la conciliazione e a individuare nelle Camere di Commercio le sedi istituzionali più
idonee ad assumere tali competenze.
Purtroppo, la possibilità di avviare in modo deciso un nuovo servizio in materia di controllo sulle
clausole inique viene attualmente a scontrarsi con la normativa di recepimento nel nostro ordinamento
della direttiva comunitaria in materia.
Il legislatore italiano sembra infatti per il momento rimanere ancorato a una visione tradizionale che
attribuisce in via preminente tali poteri di controllo agli organi giurisdizionali, contrastando pertanto la
tendenza dominante in ambito comunitario che invece prevede l’estensione di queste attribuzioni anche
a organi amministrativi.
I CONSUMATORI E LA CONCILIAZIONE
In parallelo a questo percorso si pone l’impegno per sviluppare, accanto all’arbitrato - strumento più
tradizionale per la risoluzione in via paragiurisdizionale delle controversie tra imprese - uno strumento
quasi del tutto sconosciuto in Italia: la conciliazione. A questo proposito, la Camera di Commercio di
Milano ha realizzato un apposito servizio di conciliazione, sebbene avviato ancora in via sperimentale e
limitato al settore artigiano.
È infine importante ricordare che, proprio in virtù della loro nuova veste di istituzioni a salvaguardia del
buon funzionamento del mercato, le Camere riformate sono chiamate a confrontarsi per la prima volta in
via formale con quegli attori del mercato che sono i consumatori.
La previsione di una specifica rappresentanza delle Associazioni consumeristiche all’interno del nuovo
Consiglio Camerale è una conferma di questa tendenza che vede le Camere di Commercio impegnate in
primo luogo a farsi carico di un’azione di crescita e sensibilizzazione della comunità economica volta a
diffondere la nuova concezione di un mercato i cui soggetti riescono, nell’interesse di tutti, a operare e a
convivere in relativa armonia.
Superata la fase della contrapposizione e dello scontro, diventa infatti interesse generale del sistema
delle imprese la realizzazione di un mercato libero e trasparente in cui un elemento di forza nella lotta
concorrenziale sia la capacità dell’imprenditore di individuare e soddisfare i gusti autentici, le esigenze
emergenti anche se ancora inespresse dei soggetti a cui la produzione aziendale è indirizzata.
SOSTEGNO ALLE VARIABILI COMPETITIVE DEL SISTEMA DELLE IMPRESE
La Legge 580, nel suo significato più complessivo, evoca dunque un nuovo modo di essere Istituzione,
che si rivolge a uno spettro più ampio di soggetti economici, che è in grado di svolgere efficacemente,
per conto dello Stato e della Regione, le funzioni citate che hanno carattere più propriamente
amministrativo, ma che è anche capace di realizzare - con un grado di maggiore autonomia - servizi
reali che contribuiscano più direttamente e visivamente alla promozione dell’interesse generale del
sistema delle imprese.
L’enunciazione, nel testo di Legge, delle funzioni promozionali ancor prima di quelle amministrative,
sta proprio a testimoniare l’accresciuta e rinnovata importanza con cui la nuova Istituzione camerale
deve ora guardare alle diverse attività che si ricollegano allo sviluppo dell’economia locale.
In tale ambito rientrano innanzitutto le funzioni di studio e monitoraggio che le Camere di Commercio
sono chiamate a rafforzare non solo realizzando, come è stato fatto finora, analisi congiunturali e
ricerche monotematiche, ma anche e soprattutto sviluppando interrelazioni - in questo campo quanto
mai opportune e stimolanti - con il mondo della ricerca e degli studi a favore delle imprese, sia esso
localizzato nell’ambito accademico o presso le Associazioni di Categoria portatrici di una prospettiva
culturale più pragmatica.
A questo proposito, il ruolo che le Camere di Commercio sono sempre più destinate a sviluppare
consiste, più che nella produzione in proprio di informazioni e nozioni economiche, nella capacità di
garantire un fluido passaggio di conoscenze tra il mondo accademico e quello della produzione in modo
da consentire un abbattimento degli steccati che ancor oggi separano i due mondi penalizzando
fortemente le piccole imprese.
Nel settore promozionale l’impegno delle Camere dovrà concentrarsi nel sostegno alle variabili
competitive del sistema delle imprese.
È infatti noto che le imprese necessitano di una politica di sviluppo attenta che sappia incidere realmente
sul sistema economico, sia attraverso servizi volti a rafforzarne la capacità competitiva individuale, sia
attraverso interventi capaci di rendere il territorio e il contesto amministrativo un fattore di vantaggio per
il sistema produttivo nel suo complesso.
In tale ambito, la Legge di Riforma sollecita fortemente le Camere a uno sforzo creativo volto a
interpretare le esigenze emergenti delle imprese e a tradurle in servizi innovativi che il mercato non è
ancora pronto a offrire loro, contribuendo pertanto a prefigurare la domanda di un determinato servizio.
Infatti, soprattutto nel settore dei servizi avanzati alle imprese, le aspettative degli imprenditori non
sempre emergono in modo esplicito senza un’adeguata sollecitazione. È di conseguenza difficile che gli
operatori privati, in assenza di una domanda consistente, assumano il rischio economico connesso alla
produzione di nuovi servizi.
È allora necessario che le Camere di Commercio studino e impostino tali servizi comportandosi come
"incubatori" di attività terziarie. Questo tipo di impegno è rischiesto soprattutto in settori che, essendo
particolarmente complessi e nuovi per l’azione camerale, comporteranno un ingente investimento in
termini di risorse sia umane che finanziarie, ad esempio l’innovazione tecnologica e la tematica
ambientale.
Per quanto riguarda l’innovazione tecnologica, l’esigenza fondamentale, anche se spesso implicita delle
piccole e medie imprese è di godere di strutture che presidino il trasferimento dell’innovazione dal
mondo della ricerca a quello della produzione, cioè di conoscere i luoghi ove si produce l’innovazione e
di accedervi agevolmente. L’impegno delle Camere dovrà concentrarsi sulla messa in rete di soggetti,
luoghi e servizi già esistenti in modo da favorire una più fluida interazione tra il mondo del sapere e la
comunità delle imprese.
Relativamente alla tematica ambientale, il coincidere di una maggiore consapevolezza dell’importanza della
tutela dell’ambiente da parte di consumatori e imprenditori con una ampia attribuzione normativa di
specifiche competenze alle Camere, si traduce in un notevole impegno in questo ambito volto sia a rendere
più agevoli alle imprese i nuovi adempimenti burocratici sia ad assisterle per l’adozione di una politica
ambientale lungimirante e competitivamente vincente.
Nello svolgimento dei nuovi compiti promozionali, le Camere possono avvalersi dell’ausilio di Aziende
Speciali, la cui costituzione, secondo norme di diritto privato, è prevista espressamente nella Legge 580.
Questa citazione equivale al rilancio, da parte del legislatore statale, di una formula gestionale già
esistente (e utilizzata) anche in passato.
Le Camere sono pertanto sollecitate a sfruttare questa opportunità che consente di utilizzare, per fini
pubblici, strumenti privati in modo di beneficiare di una maggiore agilità e snellezza procedurale.
Oltre alle Aziende Speciali, la Legge prevede per le Camere anche la possibilità di realizzare e gestire,
direttamente o con altri soggetti pubblici e privati, strutture e infrastrutture a livello locale, regionale e
nazionale.
Le possibilità di intervento delle Camere nell’economia locale risultano perciò notevolmente ampliate
non solo per l’estensione degli ambiti d’azione, ma anche e soprattutto per la diversificazione delle
modalità e degli strumenti con cui intervenire nel sistema economico locale. La genericità del testo di
Legge lascia infatti un ampio margine d’azione, ma implica allo stesso tempo una buona dose di capacità
creativa per individuare le soluzioni più adeguate, unita a una grande tempestività per muoversi prima
che un’esigenza diffusa, rimanendo insoddisfatta, si traduca in handicap per le imprese.
RAFFORZARE IL DIALOGO TRA I VARI ENTI
L’impegno dell’istituzione camerale a favore degli interessi generali del sistema imprenditoriale non
sarebbe però completo se non tenesse conto della grave diseconomia esterna costituita dall’inefficienza
di un sistema istituzionale che soffre per la mancanza di una chiara divisione di funzioni e per l’assenza
di un rapporto di collaborazione di dialogo tra i diversi Enti che a vario titolo sono coinvolti nella tutela
degli interessi generali della comunità degli affari.
A tale scopo, e in ciò legittimate anche dalla Legge 580/93, le Camere sono chiamate a sviluppare una
politica di reti e alleanze anche nei rapporti con le altre istituzioni locali in modo da contribuire alla
ricostruzione di un sistema istituzionale efficace e pluralistico.
Un punto cruciale in tale ambito è la costruzione di una rete di rapporti con l’Ente Regione che, nel
rispetto della reciproca autonomia, consenta da un lato di valorizzare le competenze legislative della
Regione, dall’altro le competenze amministrative specializzate in senso funzionale del sistema camerale.
La sintetica panoramica che si è fornita, pur non essendo esaustiva, appare però emblematica dei diversi
fronti su cui l’impegno delle Camere deve concentrarsi per completare il processo, peraltro già avviato,
di riforma dell’istituzione.
È peraltro evidente che questo processo non sarà né immediato, né automatico in quanto non tutto il
sistema è pronto ad affrontare contemporaneamente queste nuove sfide.
È però altrettanto evidente che la gestione della riforma non può essere delegata a un’élite ma, al
contrario deve diventare il terrreno quotidiano su cui l’intero sistema sia chiamato a misurarsi. Di
conseguenza le Camere minori e periferiche non possono essere lasciate a scontare da sole una
debolezza che è in primo luogo imputabile all’arretratezza del proprio ambiente di riferimento.
Pertanto questo, da questione insolubile per i singoli punti, deve diventare un problema per l’intero
sistema camerale e tradursi poi in modalità operative di supporto concreto nella realizzazione di singoli
servizi.
Ciò vale innanzitutto per il Registro delle Imprese che, come anticipato, per acquisire una valenza
europea deve passare attraverso la tappa obbligata del Registro nazionale, e per gli altri servizi
innovativi, primi fra tutti quelli connessi alla trasparenza e alla regolazione del mercato.
In alcuni casi le Unioni Regionali e la stessa Unione Italiana con le proprie agenzie potrebbero essere
identificate come soggetti più adeguati a svolgere servizi nell’interesse di "sistemi" di imprese che si
manifestano su scala territorialmente più vasta o addirittura nazionale.
Solo se, realizzate queste condizioni, saranno in grado di creare uno strumento di nuova statualità per le
imprese, articolato a rete, aperto all’Europa e capace di fornire risposte adeguate ai diversi bisogni delle
imprese nei vari punti del territorio, le Camere di Commercio italiane potranno affermare di aver gestito
nel modo giusto la propria riforma.
* Pier Daniele Melegari, Segretario Generale della Camera di Commercio di Milano.