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Impresa & Stato N°32 - Rivista della Camera di Commercio di Milano

IL RAPPORTO CON LE IMPRESE NELLA GESTIONE DELLA RIFORMA (LEGGE 580/93)

di Pier Daniele Melegari*


PER IL MONDO IMPRENDITORIALE la Legge 580/93 rappresenta una conquista importante: essa è la conferma che la comunità delle imprese è un soggetto portatore di un interesse generale al pari di qualunque altro corpo sociale; vi si sottolinea, inoltre, che tale comunità ha un’Istituzione di riferimento, la Camera di Commercio, il cui ruolo fondamentale consiste proprio nell’elevare in modo esponenziale gli interessi settoriali di tipo verticale delle varie categorie economiche in un superiore interesse generale di tutto il sistema delle imprese.
Le imprese dunque trovano ora la propria casa in un Ente rinnovato la cui accresciuta democraticità - in virtù della più estesa rappresentatività del reintrodotto organo consiliare - diventa garanzia di un rapporto basato su nuove modalità di comunicazione a carattere circolare e non più monodirezionale.
Per il sistema camerale questa Legge costituisce una conquista altrettanto importante, in quanto consente di uscire dal clima indefinito di provvisorietà e precarietà, che aveva contraddistinto l’azione delle Camere negli ultimi quarant’anni.
Dotato finalmente di uno strumento normativo adeguato, ora al sistema camerale è dunque affidata la responsabilità di tradurre il dettato della Legge e le aperture in essa contenute in azioni e iniziative concrete in modo da dimostrarsi all’altezza delle aspettative delle imprese.
Dopo un periodo di riflessione e assimilazione delle novità - fase fondamentale per chiarire e impostare a livello culturale il percorso da seguire e i vari obiettivi intermedi da raggiungere - è stato avviato un concreto programma che ha comportato l’impostazione di nuove funzioni, la rivisitazione, alla luce dei nuovi princìpi, delle attribuzioni più tradizionali, nonché la nascita di nuovi servizi.
Ora si presenta sempre più pressante la necessità di introdurre modalità di gestione adeguate che consentano di imprimere alla marcia già avviata un ritmo uniforme e sostenuto che dia ragione degli sforzi compiuti muovendo i primi passi.
Un primo esempio di attivazione della struttura nella duplice e correlata prospettiva di portare a compimento il processo di riforma e di soddisfare le esigenze delle imprese è dato dal Registro delle Imprese, strumento di trasparenza al servizio del mercato.

L’ANAGRAFE ECONOMICA

Il Registro, oltre ad assolvere una fondamentale funzione giuridica, garantendo una pubblicità con valore legale cioè opponibile a terzi, ha anche una formidabile valenza in quanto fonte di informazione a fini economico-statistici.
Se la gestione del primo aspetto comporta soprattutto la necessità di diffondere una specifica cultura giuridica tra i funzionari camerali, la seconda funzione può essere presidiata solo con una massiccia e completa informatizzazione del Registro e di tutte le notizie in esso contenute.
Nell’esperienza delle Camere di Commercio, lo sforzo di informatizzazione ha già portato all’introduzione della lettura ottica e della microfilmatura dei documenti, strumenti fondamentali e irrinunciabili a supporto della cultura del tempo reale.
Garantito l’azzeramento dei tempi, l’obiettivo successivo è quello dell’abbattimento delle barriere spaziali tra Pubblica Amministrazione e cittadino/utente.
È questo il tema di ricerche avviate già da tempo e ormai a un livello di soluzione tecnologica molto avanzato: un’esperienza significativa è in corso presso la Camera di Commercio di Milano, specificatamente nell’Osservatorio della Registrazione d’Impresa; essa prende il nome di Sportello 2000.
Un primo passo significativo sulla via dell’attuazione di tali studi è rappresentata dalla certificazione a distanza ormai adottata sia pure in via sperimentale.
Oltre a quello tecnologico, un altro traguardo che il sistema camerale deve raggiungere per la realizzazione di un Registro delle Imprese moderno ed efficace che consenta di rispondere in modo adeguato alle richieste delle imprese è quello del superamento dei vincoli normativi.
A tal fine è necessario promuovere l’introduzione nell’ordinamento di strumenti normativi che consentano di utilizzare a pieno le opportunità offerte dalla tecnologia. Occorre ad esempio garantire la riservatezza dei dati trasmessi, equiparare la firma telematica e quella manuale, consentire il pagamento in forme alternative rispetto a quelle costituite da bolli e marchi.
Per la soluzione di tali questioni, che consentirebbe già di realizzare una rete di sportelli unici, il sistema camerale deve compiere uno sforzo di sensibilizzazione del mondo associativo e delle altre amministrazioni in modo da riuscire a realizzare un’azione congiunta volta a sollecitare il legislatore.
Le esigenze delle imprese non saranno però del tutto soddisfatte se non si realizzerà un moderno sistema di pubblicità d’impresa che abbia una rilevanza e incidenza europea, in linea con l’internazionalizzazione dell’economia.
A tal fine si presenta la necessità di procedere all’automazione di tutti i sistemi provinciali di pubblicità e al loro collegamento organico per dar vita a un Registro nazionale in grado di offrire gli stessi servizi in ogni punto del territorio.
Ma neppure un Registro nazionale permette di soddisfare a pieno le esigenze degli operatori.
Una linea d’intervento di valenza strategica che deve comportare l’impegno di tutto il sistema camerale italiano in ambito comunitario, nonché il confronto con altri sistemi camerali europei, consisterà nel perseguire l’automazione di tutti i sistemi nazionali di pubblicità, il che comporterà di fatto la realizzazione di un Registro comunitario delle imprese, in sintonia con il Mercato Unico.
Un’altra sfida a cui le Camere di Commercio sono chiamate consiste nel contribuire alla Regolazione del mercato.
L’importanza di godere di un mercato trasparente basato su regole certe, facilmente condivisibili e soprattutto autorevoli è un’esigenza profondamente avvertita dalle imprese italiane che, nella lotta concorrenziale, si sentono spesso gravemente penalizzate dalla scarsa trasparenza del mercato e dalla difficoltà ad avere giustizia in tempi brevi. Questa constatazione ha infatti spinto il legislatore a porre a tutela del mercato una sequenza di "barriere preventive" come la predisposizione di contratti tipo e la rilevazione delle clausole inique nei contratti e di "corsie preferenziali" per avere giustizia in tempi brevi come l’arbitrato e la conciliazione e a individuare nelle Camere di Commercio le sedi istituzionali più idonee ad assumere tali competenze.
Purtroppo, la possibilità di avviare in modo deciso un nuovo servizio in materia di controllo sulle clausole inique viene attualmente a scontrarsi con la normativa di recepimento nel nostro ordinamento della direttiva comunitaria in materia.
Il legislatore italiano sembra infatti per il momento rimanere ancorato a una visione tradizionale che attribuisce in via preminente tali poteri di controllo agli organi giurisdizionali, contrastando pertanto la tendenza dominante in ambito comunitario che invece prevede l’estensione di queste attribuzioni anche a organi amministrativi.

I CONSUMATORI E LA CONCILIAZIONE

In parallelo a questo percorso si pone l’impegno per sviluppare, accanto all’arbitrato - strumento più tradizionale per la risoluzione in via paragiurisdizionale delle controversie tra imprese - uno strumento quasi del tutto sconosciuto in Italia: la conciliazione. A questo proposito, la Camera di Commercio di Milano ha realizzato un apposito servizio di conciliazione, sebbene avviato ancora in via sperimentale e limitato al settore artigiano.
È infine importante ricordare che, proprio in virtù della loro nuova veste di istituzioni a salvaguardia del buon funzionamento del mercato, le Camere riformate sono chiamate a confrontarsi per la prima volta in via formale con quegli attori del mercato che sono i consumatori.
La previsione di una specifica rappresentanza delle Associazioni consumeristiche all’interno del nuovo Consiglio Camerale è una conferma di questa tendenza che vede le Camere di Commercio impegnate in primo luogo a farsi carico di un’azione di crescita e sensibilizzazione della comunità economica volta a diffondere la nuova concezione di un mercato i cui soggetti riescono, nell’interesse di tutti, a operare e a convivere in relativa armonia.
Superata la fase della contrapposizione e dello scontro, diventa infatti interesse generale del sistema delle imprese la realizzazione di un mercato libero e trasparente in cui un elemento di forza nella lotta concorrenziale sia la capacità dell’imprenditore di individuare e soddisfare i gusti autentici, le esigenze emergenti anche se ancora inespresse dei soggetti a cui la produzione aziendale è indirizzata.

SOSTEGNO ALLE VARIABILI COMPETITIVE DEL SISTEMA DELLE IMPRESE

La Legge 580, nel suo significato più complessivo, evoca dunque un nuovo modo di essere Istituzione, che si rivolge a uno spettro più ampio di soggetti economici, che è in grado di svolgere efficacemente, per conto dello Stato e della Regione, le funzioni citate che hanno carattere più propriamente amministrativo, ma che è anche capace di realizzare - con un grado di maggiore autonomia - servizi reali che contribuiscano più direttamente e visivamente alla promozione dell’interesse generale del sistema delle imprese.
L’enunciazione, nel testo di Legge, delle funzioni promozionali ancor prima di quelle amministrative, sta proprio a testimoniare l’accresciuta e rinnovata importanza con cui la nuova Istituzione camerale deve ora guardare alle diverse attività che si ricollegano allo sviluppo dell’economia locale.
In tale ambito rientrano innanzitutto le funzioni di studio e monitoraggio che le Camere di Commercio sono chiamate a rafforzare non solo realizzando, come è stato fatto finora, analisi congiunturali e ricerche monotematiche, ma anche e soprattutto sviluppando interrelazioni - in questo campo quanto mai opportune e stimolanti - con il mondo della ricerca e degli studi a favore delle imprese, sia esso localizzato nell’ambito accademico o presso le Associazioni di Categoria portatrici di una prospettiva culturale più pragmatica.
A questo proposito, il ruolo che le Camere di Commercio sono sempre più destinate a sviluppare consiste, più che nella produzione in proprio di informazioni e nozioni economiche, nella capacità di garantire un fluido passaggio di conoscenze tra il mondo accademico e quello della produzione in modo da consentire un abbattimento degli steccati che ancor oggi separano i due mondi penalizzando fortemente le piccole imprese.
Nel settore promozionale l’impegno delle Camere dovrà concentrarsi nel sostegno alle variabili competitive del sistema delle imprese.
È infatti noto che le imprese necessitano di una politica di sviluppo attenta che sappia incidere realmente sul sistema economico, sia attraverso servizi volti a rafforzarne la capacità competitiva individuale, sia attraverso interventi capaci di rendere il territorio e il contesto amministrativo un fattore di vantaggio per il sistema produttivo nel suo complesso.
In tale ambito, la Legge di Riforma sollecita fortemente le Camere a uno sforzo creativo volto a interpretare le esigenze emergenti delle imprese e a tradurle in servizi innovativi che il mercato non è ancora pronto a offrire loro, contribuendo pertanto a prefigurare la domanda di un determinato servizio.
Infatti, soprattutto nel settore dei servizi avanzati alle imprese, le aspettative degli imprenditori non sempre emergono in modo esplicito senza un’adeguata sollecitazione. È di conseguenza difficile che gli operatori privati, in assenza di una domanda consistente, assumano il rischio economico connesso alla produzione di nuovi servizi.
È allora necessario che le Camere di Commercio studino e impostino tali servizi comportandosi come "incubatori" di attività terziarie. Questo tipo di impegno è rischiesto soprattutto in settori che, essendo particolarmente complessi e nuovi per l’azione camerale, comporteranno un ingente investimento in termini di risorse sia umane che finanziarie, ad esempio l’innovazione tecnologica e la tematica ambientale.
Per quanto riguarda l’innovazione tecnologica, l’esigenza fondamentale, anche se spesso implicita delle piccole e medie imprese è di godere di strutture che presidino il trasferimento dell’innovazione dal mondo della ricerca a quello della produzione, cioè di conoscere i luoghi ove si produce l’innovazione e di accedervi agevolmente. L’impegno delle Camere dovrà concentrarsi sulla messa in rete di soggetti, luoghi e servizi già esistenti in modo da favorire una più fluida interazione tra il mondo del sapere e la comunità delle imprese.
Relativamente alla tematica ambientale, il coincidere di una maggiore consapevolezza dell’importanza della tutela dell’ambiente da parte di consumatori e imprenditori con una ampia attribuzione normativa di specifiche competenze alle Camere, si traduce in un notevole impegno in questo ambito volto sia a rendere più agevoli alle imprese i nuovi adempimenti burocratici sia ad assisterle per l’adozione di una politica ambientale lungimirante e competitivamente vincente.
Nello svolgimento dei nuovi compiti promozionali, le Camere possono avvalersi dell’ausilio di Aziende Speciali, la cui costituzione, secondo norme di diritto privato, è prevista espressamente nella Legge 580. Questa citazione equivale al rilancio, da parte del legislatore statale, di una formula gestionale già esistente (e utilizzata) anche in passato.
Le Camere sono pertanto sollecitate a sfruttare questa opportunità che consente di utilizzare, per fini pubblici, strumenti privati in modo di beneficiare di una maggiore agilità e snellezza procedurale.
Oltre alle Aziende Speciali, la Legge prevede per le Camere anche la possibilità di realizzare e gestire, direttamente o con altri soggetti pubblici e privati, strutture e infrastrutture a livello locale, regionale e nazionale.
Le possibilità di intervento delle Camere nell’economia locale risultano perciò notevolmente ampliate non solo per l’estensione degli ambiti d’azione, ma anche e soprattutto per la diversificazione delle modalità e degli strumenti con cui intervenire nel sistema economico locale. La genericità del testo di Legge lascia infatti un ampio margine d’azione, ma implica allo stesso tempo una buona dose di capacità creativa per individuare le soluzioni più adeguate, unita a una grande tempestività per muoversi prima che un’esigenza diffusa, rimanendo insoddisfatta, si traduca in handicap per le imprese.

RAFFORZARE IL DIALOGO TRA I VARI ENTI

L’impegno dell’istituzione camerale a favore degli interessi generali del sistema imprenditoriale non sarebbe però completo se non tenesse conto della grave diseconomia esterna costituita dall’inefficienza di un sistema istituzionale che soffre per la mancanza di una chiara divisione di funzioni e per l’assenza di un rapporto di collaborazione di dialogo tra i diversi Enti che a vario titolo sono coinvolti nella tutela degli interessi generali della comunità degli affari.
A tale scopo, e in ciò legittimate anche dalla Legge 580/93, le Camere sono chiamate a sviluppare una politica di reti e alleanze anche nei rapporti con le altre istituzioni locali in modo da contribuire alla ricostruzione di un sistema istituzionale efficace e pluralistico.
Un punto cruciale in tale ambito è la costruzione di una rete di rapporti con l’Ente Regione che, nel rispetto della reciproca autonomia, consenta da un lato di valorizzare le competenze legislative della Regione, dall’altro le competenze amministrative specializzate in senso funzionale del sistema camerale.
La sintetica panoramica che si è fornita, pur non essendo esaustiva, appare però emblematica dei diversi fronti su cui l’impegno delle Camere deve concentrarsi per completare il processo, peraltro già avviato, di riforma dell’istituzione.
È peraltro evidente che questo processo non sarà né immediato, né automatico in quanto non tutto il sistema è pronto ad affrontare contemporaneamente queste nuove sfide.
È però altrettanto evidente che la gestione della riforma non può essere delegata a un’élite ma, al contrario deve diventare il terrreno quotidiano su cui l’intero sistema sia chiamato a misurarsi. Di conseguenza le Camere minori e periferiche non possono essere lasciate a scontare da sole una debolezza che è in primo luogo imputabile all’arretratezza del proprio ambiente di riferimento.
Pertanto questo, da questione insolubile per i singoli punti, deve diventare un problema per l’intero sistema camerale e tradursi poi in modalità operative di supporto concreto nella realizzazione di singoli servizi.
Ciò vale innanzitutto per il Registro delle Imprese che, come anticipato, per acquisire una valenza europea deve passare attraverso la tappa obbligata del Registro nazionale, e per gli altri servizi innovativi, primi fra tutti quelli connessi alla trasparenza e alla regolazione del mercato.
In alcuni casi le Unioni Regionali e la stessa Unione Italiana con le proprie agenzie potrebbero essere identificate come soggetti più adeguati a svolgere servizi nell’interesse di "sistemi" di imprese che si manifestano su scala territorialmente più vasta o addirittura nazionale.
Solo se, realizzate queste condizioni, saranno in grado di creare uno strumento di nuova statualità per le imprese, articolato a rete, aperto all’Europa e capace di fornire risposte adeguate ai diversi bisogni delle imprese nei vari punti del territorio, le Camere di Commercio italiane potranno affermare di aver gestito nel modo giusto la propria riforma.

* Pier Daniele Melegari, Segretario Generale della Camera di Commercio di Milano.