di Giorgio Scanavacca
PIU' COINVOLGIMENTO DELLE IMPRESE IN CAMPO FORMATIVO
Alla luce di una formazione post-secondaria frutto di un
insieme di formazione scientifica, di specializzazione
professionale e di inserimento nel mondo del lavoro è
auspicabile un coinvolgimento delle imprese e delle
Associazioni industriali fin dalla fase di programmazione e
di progettazione formativa, per conoscere i bisogni del
mondo produttivo e assicurare al percorso formativo la piu'
ampia valenza professionalizzante.
A testimonianza di una integrazione efficace tra mondo
produttivo e sistema scolastico appare opportuno citare
l'esperienza dell'inserimento di Praktikanten (Studenti a
livello post-secondario che effettuano un periodo di
inserimento in azienda) in Siemens Ag. Siemens Ag e'
infatti la prima azienda per numero di Praktikanten
inseriti annualmente; sono mediamente dai 3.500 ai 4.000,
provenienti dalle Hochschulen, soprattutto di indirizzo
ingegneristico.
Questo principalmente per tre ordini di motivi, il primo
dei quali di carattere politico: Siemens Ag, infatti, oltre
a essere tra i maggiori fornitori dello Stato e
delliAmministrazione Pubblica tedesca, e' con i suoi
238.200 dipendenti (Siemens Ag e società consolidate al
30.9.93) il maggiore datore di lavoro privato in Germania.
Sono quindi evidenti le ripercussioni della politica del
personale di Siemens Ag sull'intero mondo del lavoro
tedesco. Il secondo motivo e' legato alle caratteristiche
dei settori merceologici in cui la Siemens opera:
trattandosi di prodotti e impianti ad alto contenuto
tecnologico e considerando che mediamente circa il 10% del
fatturato viene investito in Ricerca e Sviluppo, e'
naturale che Siemens Ag abbia rapporti intensi e
privilegiati con il mondo accademico.
Il terzo e' un motivo di opportunità: la collaborazione
attiva, seppur temporanea, di giovani qualificati a "basso
costo", flessibilita' grazie al contratto a tempo
determinato e possibilità di valutare a fondo lo studente
per un periodo abbastanza significativo dal punto di vista
della preparazione teorica, delle competenze pratico-
operative, nonche' della sua capacità di collaborazione,
cooperazione e comunicazione con superiori e colleghi in
ambito lavorativo. Al termine del Praktikum l'azienda ha
l'opportunita' di effettuare una valutazione completa dello
studente e cio' le permette di operare una scelta
consapevole e quindi trattenere al proprio interno, se
possibile, soltanto quelli che ritiene essere, rispetto
alle esigenze, quelli piu' adatti.
L'INNALZAMENTO DELL'OBBLIGO SCOLASTICO E L'ALTERNANZA
In Italia, su 100 giovani che iniziano il percorso
scolastico, 40 si fermano al massimo alla licenza media, 20
ottengono una qualifica professionale e 40 conseguono il
diploma di maturità; di questi ultimi 8 conseguono una
laurea.
In considerazione di un tale tasso di dequalificazione
giovanile (40%), che rappresenta una quota reale di
analfabetismo, Confindustria ha preso posizione esprimendo
la propria preoccupazione di fronte alla possibilita' che
l'innalzamento dell'obbligo scolastico possa portare a un
abbassamento delle conoscenze e delle competenze, ritenendo
al contempo inopportuna la scelta del doppio canale (scuola
e formazione professionale).
Rispetto a una formazione professionale "alternativa" a
quella scolastica, Confindustria propone infatti il
concetto dell'alternanza dei corsi formativi, a fronte di
una evidente esigenza, da parte del mondo industriale, di
una cultura di base improntata "anche" allo sviluppo del
pensiero scientifico, alla rivoluzione elettronica, alle
tecnologie multimediali e all'approfondimento delle
dimensioni tecniche, amministrative e finanziarie.
Alternanza significa che dovrà diventare normale per gli
studenti italiani dedicare una parte della loro carriera
scolastica a esperienze sia di formazione professionale che
di vero e proprio lavoro (stage e project work).
Ciò significa esaltare la vocazione vera della formazione
professionale che non è quella di fare da supplenza alla
scuola, accogliendone gli impulsi, bensi' di primo
inserimento dei giovani e di formazione continua degli
occupati.
Con l'innalzamento dell'obbligo il problema diventa quello
di innalzare il livello formativo della scuola secondaria
superiore e di costruire un sistema di formazione post-
secondaria su base regionale e locale. Questo sistema deve
valorizzare la vocazione produttiva dei singoli territori,
attirare studenti dai Paesi piùavanzati per la qualita'
dei percorsi alternativi, soddisfare le esigenze dei
giovani e delle imprese.
La scuola a sua volta potrà raccordarsi con il sistema
regionale di formazione professionale e valorizzarne le
competenze, sia attraverso i cosiddetti progetti mirati
rivolti ai giovani che non intendano proseguire i percorsi
scolastici, sia attraverso la formulazione di moduli
aggiuntivi e integrativi di quei percorsi che prevedono
professionalita' a breve termine.
Non e' comunque pensabile una trasposizione meccanica, nel
nostro Paese, di formule e di esperienze realizzate in
altri Paesi; bisognerebbe invece costruire una sorta di
"via italiana" all'alternanza, che valga a ridurre il
fossato tuttora esistente tra istruzione scolastica e
formazione professionale e piu' in generale tra sistema
formativo e sistema produttivo.