di Bruno Ermolli
L'IMPORTANZA STRATEGICA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Quando si parla di formazione imprenditoriale e manageriale
delle risorse umane per il sistema economico produttivo, si
tralascia troppo spesso di pensare a quella destinata alle
risorse umane impiegate nella Pubblica Amministrazione.
In sintesi,l'ottimizzazione dell'equazione: "qualita' del
sistema formativo = qualita' della performance economica" e'
conseguibile in un territorio, in un Paese, soltanto mediante
uniazione formativa che faccia crescere parallelamente e
contemporaneamente imprenditori e dirigenti privati,
amministratori e dirigenti pubblici.
Sotto quest'ultimo
profilo,l'Italia "... ha dormito 700 anni!!" nel senso che,
da troppi decenni la formazione delle risorse umane nella
Pubblica Amministrazione non e' sostanzialmente considerata
uniattivita' strategica.
Il problema e' stato affrontato con scarsissime idee e
altrettanto scarse risorse.
Le poche scuole esistenti hanno,
fino a pochissimi anni fa, propinato una formazione di tipo
giuridico/amministrativo orientata alla "gestione per
compiti" anziche'"per risultati".
Inoltre, tali scuole non
sono regionalmente distribuite su tutto il territorio, come
necessiterebbe, ma operano centralmente, prevalentemente a
Roma, con scarsissime risorse economiche.
In Italia si spende per la formazione dei dipendenti pubblici
soltanto lo 0,4% del monte salari, quando nella vicina
Francia si spende circa il 6 per cento!!
Ma quando si parla di
qualita' nella formazione per il dirigente pubblico si deve
affrontare il problema del modello di riferimento. Con questo
termine nel settore privato ci si riferisce a una pluralita'
di comportamenti che, in quanto vincenti, sono da imitare.
Quando si parla di modello di riferimento nel pubblico, in
uniepoca come la nostra di grandissimi cambiamenti
istituzionali che sono ancora lontani dall'essere compiuti,
risulta difficile ispirarel'azione formativa. Peraltro, i
messaggi forti sin qui recepiti in proposito sono
significativi quali ad esempio: "privatizzare" la gestione
del pubblico, "federalismo", ridurre il numero delle leggi,
modernizzare i controlli, considerare cliente il cittadino
eccetera.
In ogni caso, "triangolando" nell'oceano delle
problematiche e avvalendosi anche di tecniche euristiche, si
deve avviare uniazione formativa per amministratori e
dirigenti pubblici che colga i seguenti obiettivi:
-stimolare
la capacita' di integrazione fra sistemi di servizi (pubblici
e privati);
-orientare maggiormentel'insegnamento verso le
tecniche di organizzazione, di gestione, di comunicazione e
di controllo dell'efficacia e dell'efficienza.
Inoltre, si dovra' superare 'attuale monopolio di fatto
dell'offerta, invertendo il sistema di finanziamento della
formazione: dall'attuale finanziamento delle scuole (offerta)
al futuro finanziamento della domanda (Pubbliche
Amministrazioni utenti).
Tale tesi e' stata recentemente
sostenuta da una Commissione del Dipartimento per la Funzione
Pubblica di cui faccio parte.
Tale proposta e' volta a conseguire lo sviluppo di un libero
mercato anche per la formazione nel settore pubblico, dove
saranno premiati i soggetti dell'offerta che meglio sapranno
interpretare le attese delle Pubbliche Amministrazioni
utenti.
In tal modo si spera di poter assistere:
-al sorgere di
attivita' formative sviluppate su tutto il territorio
nazionale sia per la Pubblica Amministrazione centrale che
per la Pubblica Amministrazione periferica e locale;
-alla
nascita di soggetti formatori pubblici, pubblici-privati,
privati che in competizione e/o in rete presteranno i propri
servizi in un regime di sana competizione (a esclusione dei
corsi-concorsi obbligatori che permarranno di competenza
della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e delle
altre scuole ministeriali);
realizzando, anche in questo campo
il modello di uno Stato piu' "programmatore, regolatore e
controllore" e meno erogatore diretto del servizio.
La nascita di tale nuovo mercato dovrebbe soddisfare unialtra
esigenza che non e' mai stata affrontata: la formazione
gestionale degli amministratori pubblici che, soprattutto a
seguito del decreto n. 29/93, dovranno apprendere come meglio
interpretare il ruolo politico.
LA FORMAZIONE E' LEGATA ALLO SVILUPPO ECONOMICO
Ma in tema di integrazione fra i sistemi formativi
conl'obiettivo di migliorare la performance del sistema
economico produttivo del Paese, mi sembra indispensabile
integrare in rete il sistema formativo pubblico e privato.
Nel senso che anche il privato deve conseguire una maggior
cultura sulla gestione della "res" pubblica.
La carenza di
informazione, di capacita' comunicazionale della Pubblica
Amministrazione verso il privato e' un handicap per il
sistema privato, e' un gap che il nostro sistema Paese ha nei
confronti dei sistemi piu' evoluti.
La conoscenza sulle modalita' di accesso ai servizi pubblici
da parte del sistema delle imprese e' un fattore critico di
successo per il sistema complessivo. Tale azione non e' mai
stata seriamente sperimentata e quindi ci troviamo di fronte
a imprenditori e manager privati scarsamente informati sui
propri diritti e doveri, nei confronti dello Stato.
La cross-fertilization culturale dovrebbe avviarsi
percorrendo due linee parallele che consentono di recuperare
parzialmente il tempo perduto in proposito:
-per imprenditori
e manager del privato corsi e seminari informativi su tutto
quello che e' necessario sapere per interagire
trasparentemente ed economicamente con la Pubblica
Amministrazione centrale e periferica;
-per i candidati alla
dirigenza nel pubblico e nel privato iniziative formative
impostate:
-su un acculturamento gestionale comune;
-su un
periodo di training on-the-job incrociato, nel senso che i
candidati alla dirigenza pubblica vivranno uno stage nel
privato e i candidati alla dirigenza nel privato vivranno uno
stage nel pubblico;
-corsi specifici e peculiari separati per
candidati manager pubblici e candidati manager privati che
terminano con una tutorship per il training on-the-job
pressol'impresa o le amministrazioni destinatarie.
Quest'ultimo pensiero ha ispirato il mondo dell'impresa
privata che ha recentemente avviato qualche esperimento,
quale ad esempio la costituzione di due societa' partecipate
da tutti i piu' importanti gruppi imprenditoriali del
privato: Spa Ricerche e Spa Education, che hanno proprio
nella "cross-fertilization culturale fra pubblico e privato"
il loro obiettivo statutario, ma "i tempi di risposta allo
stimolo" sono, per diversi motivi, abbastanza lunghi.
Io credo che si potrebbe incominciare, ragionevolmente, ad
avviare azioni del genere mediante libere iniziative che
abbiano pero' il riconoscimento e il sostegno di tutti i
principali Poli territoriali pubblico/privati interessati
(Regioni - Province - Comuni - Camere di Commercio -
Associazioni di Rappresentanza degli interessi - soggetti
esperti - Accademia eccetera). Ciascuna iniziativa dovrebbe
poi raccordarsi in rete a livello nazionale con la
regolazione e il controllo dell'istituzione centrale.
Questa formula rappresenterebbel'avvio di un nuovo modo di
fare formazione nell'interesse complessivo del sistema,
abbattendo le tradizionali ingiustificate barriere culturali
tra i due mondi: il pubblico e il privato che, forti delle
proprie peculiarita', devono sempre meglio integrarsi per
vincere nello scenario competitivo locale, nazionale e
internazionale.