di Clelia Boesi
AMBITO GENERALE
Considerato che in Europa la competizione cresce
notevolmente a favore delle imprese forti,6 compito delle
Regioni e degli Stati e' mantenere un governo e un controllo
delle regole per valutarle e trasformarle difendendo
interessi localistici e di scambio, pur non limitandosi a
essi.
Il processo strutturale di cambiamento, discusso a Tokyo dai
sette Paesi maggiormente industrializzati, sembra aver
generato due effetti strutturali che coinvolgono fortemente
l'Italia e in particolare la Lombardia cosi' come le altre
Regioni dei -Quattro Motori diEuropa-: l'inflazione e la
disoccupazione.
L'ambito generale delle politiche istituzionali e regionali
deve riguardare e misurarsi con gli aspetti strutturali
delle imprese locali, ma anche delle societa' multinazionali
presenti nei propri territori regionali.
E' tale convinzione che porta a sintetizzare nelle seguenti
azioni le scelte lombarde che sembrano corrispondere, in
larga massima, a quelle delle altre Regioni:
1)-conoscere e riflettere sulle differenziazioni regionali
della produzione, del costo del lavoro e sul salario reale;
2)-potenziare infrastrutture e servizi, quali i sistemi
informativi, i trasporti, la telematica;
3)-sviluppare network degli istituti scientifici e della
ricerca;
4)-superare logiche assistenziali all'impresa, e alle
Regioni nella loro relazione con la Comunita' europea. In
particolare, le Regioni -Quattro Motori d'Europa- intendono
porsi con un ruolo propositivo nei confronti comunitari
attraverso progetti mirati e coordinati (esempio scambi e
formazione, partecipazione comune a programmi europei);
5) sviluppare le politiche di servizi all'impresa a supporto
del processo di qualificazione e di razionalizzazione del
sistema di impresa;
6) sostenere investimenti di impresa all'esterno del proprio
territorio;
7)-elaborare un piano di formazione e di aggiornamento
rivolto ai diversi settori produttivi e funzionali oltre che
alla Pubblica Amministrazione.
Le azioni esposte sono finalizzate a investire in termini di
qualita' e di formazione sui soggetti impresa e Pubblica
Amministrazione con un metodo collaborativo e partecipativo.
La scelta di tali soggetti consiste nel fatto che essi
corrispondono a quelli chiamati nella competizione del
mercato internazionale ed europeo, pur con ruoli
diversificati. L'approccio formativo che sembrerebbe piu'
efficace per le considerazioni esposte e' quello
multidisciplinare e interdisciplinare, perch- permetterebbe
di creare sedi di riflessione sui risultati della ricerca e
della valutazione critica delle attuali politiche.
Esse dovrebbero servire le istituzioni a trovare il proprio
ruolo e cioe' essere strumenti di equita' flessibili e
diversificati, efficaci per le realta' attuali, in grado di
adeguare il proprio personale, valorizzando le esperienze
positive e investendo nelle motivazioni e nella
disponibilita' dello stesso ormai assente, forse anche per
i troppi cambiamenti e disillusioni subiti , investendo
nella qualificazione e quindi nelle competenze e in
strumenti di gestione specifici.
Tutto cio' cercando di comprendere perche' le imprese non si
collegano al mercato formativo da un lato e dall'altro
investire per conoscere il nuovo fabbisogno, le esigenze e
le soluzioni trovate, quali ad esempio training-on-the-job
per la formazione tecnica, lean production per produzioni
snelle o lean training.
La Regione Lombardia intende riproporsi con un proprio ruolo
finalizzato e competitivo nell'Europa dei 15,
privilegiando il Comitato delle Regioni -anche grazie
all'inserimento nell'Unione europea della Svezia, Austria e
Finlandia. Paesi con i quali esistono forti interscambi,
utili probabilmente a sviluppare le proprie attivita' al sud
europeo e del Mediterraneo, oltre che a trovare elementi
stimolanti per affrontare la crisi di welfare.
AMBITO SPECIFICO INERENTE IL RUOLO ISTITUZIONALE DELLE
REGIONI
Nelliultimo decennio a un mercato mondiale corrispondono
esigenze di identita' locali; la Regione Lombardia come
molte altre Regioni desiderano esprimere senza vincoli dello
Stato centrale:
1)-le proprie componenti linguistiche ed etniche;
2)-il proprio peso politico-amministrativo;
3)-una maggiore efficienza del sistema pubblico rispetto
allo Stato centrale;
4)-innovazione dei pubblici servizi collettivi e regole
adeguate alle nuove contraddizioni quali quelle ambientali e
dei diritti civili;
5)-una maggiore concorrenza verticale fra Regioni e Stato
centrale e una maggiore concorrenza orizzontale fra Regioni
e Comuni o Province per giungere a una cooperazione con
trasferimenti perequativi fra regioni ricche e povere del
Paese-nazione o infraregionali.Richieste maggiormente
sentite in Lombardia e Milano sia per il suo ruolo di
mediazione fra nord e sud d'Europa, fra est e ovest sia per
il peso delliindustria lombarda rispetto a quello nazionale
(Pil lombardo 88%, contro li83% italiano).
La produzione industriale lombarda e' del 44% nel 1992-93 e
scende al 34% nel 1994. Essa proiettandosi nelliespansione
europea e internazionale, ha dovuto richiedere a ogni unita'
produttiva e di servizio la capacita' di dotarsi di nuove
funzioni e servizi: dalla conoscenza delliinglese alla
capacita' di conoscere finanza, valute e capacita' di
negoziazione progettuale. Ed e' in questa riconversione che
il ruolo delle Regioni, come del resto delle Camere di
Commercio, dell'Ice, di Mondoimpresa ecc. deve svilupparsi
con funzioni di nuovo management.
Funzioni inerenti sistema informativo, ricerca, formazione e
-garanzia-collegamento- con quella pluralita' di societa'
che forniscono:-assistenza finanziaria, spesso erogata da
emanazioni bancarie;-consulenza diretta alle imprese per
erogare servizi di informazione, di ricerca dei partner e
preparazione, predisposizione di pratiche e/o progetti;n-
informazioni per la valutazione sull'andamento dei cambi.
INVESTIMENTI PRIORITARI: FORMAZIONE E RICERCA
Convinti che tali strategie non potevano essere perseguite
in un contesto nel quale la crescita della spesa superasse
la velocita' della formazione delle risorse umane impiegate,
la Lombardia con le altre tre Regioni Motori d'Europa hanno
inteso avviare una politica di scambio e di formazione
accanto alla politica degli investimenti per
l'informatizzazione e l'adozione delle tecnologie adeguate
nel sistema socio economico regionale, locale, pur in rete
con livelli nazionali, europei o internazionali (stage per
operatori, sistemi informativi sullioccupazione).
Azioni che partendo da esperienze di gestione dei singoli
settori competenti regionali servissero da stimolo e
laboratorio di conoscenza, riflessione, valutazione per
nuove proposte di eventuale modifica ai propri sistemi
formativi regionali.Investimento formativo che, in ogni
caso, deve coinvolgere e convincere le imprese (in Italia
investono circa il 50% in meno di quelle dei Paesi piu'
industrializzati) e deve soddisfare le istituzioni e il
terziario (ritenuti nel processo di privatizzazione ambiti
evolutivi per lioccupazione).
Convinti inoltre che le produzioni ad alta tecnologia siano
in mano a imprese a capitale pubblico o che comunque abbiano
servito una domanda pubblica, in qualche misura protetta
dalla concorrenza, si " convinti che l'istituzione Regione,
in prima fase attraverso la formazione, la ricerca e il
sistema informativo, aiuti a spezzare il "circolo vizioso
fra basso investimento in innovazione e scarsa redditivita'
dello stesso, in contemporanea con la transizione verso il
mercato di una quota importante delliindustria ad alta
tecnologia"7 perche' obbligati dalle nuove regole non
protezionistiche del nuovo mercato europeo.
Fenomeno gia' verificatosi in Giappone, per il quale
fondamentali sono le decisioni governative, perch- in ogni
caso le imprese non riuscirebbero a farlo.
Per questi motivi, la Regione Lombardia, intende sviluppare
investimenti per network di informazione (sistemi
informativi), ricerca e di formazione, cercando di aggregare
e finalizzare risorse pubbliche e private su un progetto
complessivo di sviluppo, nel rispetto delle profonde
differenziazioni dei loro sistemi.
LA LOMBARDIA ATTENTA ALL'OCCUPAZIONE E ALLA FAMIGLIA
La produzione di merci e di servizi oggi si indirizza in
luoghi dove il lavoro e' a basso costo incrementando cosi'
la produttivita'. In tale contesto evolutivo le politiche
istituzionali devono equilibrare le proprie azioni fra
essere sostegno all'impresa da un lato e dall'altro al
lavoratore.In tale mediazione si " posta in crisi la
societa' dei servizi riproponendo un ruolo centrale alla
famiglia.
La famiglia e' presa in considerazione o come luogo di vita
e di solidarieta', con l'effettiva rifondazione dei suoi
ruoli interni, ma anche come terminale produttivo al nuovo
sistema tecnologico diffuso.In tale ambito le quattro -
Regioni Motori d'Europa- hanno deciso di impostare un
sistema di rilevazione e monitoraggio nei loro territori
sulla situazione occupazionale e delle famiglie, per poter
prevenire gli effetti negativi che l'attuale processo
produttivo potrebbe generare. Processo che richiede, come
gia' detto, ai soggetti gestori e delle politiche a grande
capacita' di adattamento e flessibilita' alle esigenze del
mercato.9Oltre a questo fenomeno specifico del lavoro a
domicilio, a livello generale le problematiche riguardano la
conoscenza e il -che fare- in un processo nel quale sembrano
emergere i seguenti soggetti:
a)-gruppi o -team di persone- che operano trasversalmente,
ricomponendo in progetti di produzione o di servizio
alliutente e/o cliente, in modo orizzontale, le funzioni
delle strutture produttive tradizionali;10
b)-le funzioni delle strutture produttive tradizionali si
trasformano in know how, momenti formativi utili alla
conoscenza di base per entrare nei nuovi processi
produttivi;
c)-gli investimenti necessari in livelli di
professionalita', competenza, capacita' relazionale (skill)
e risorse finanziarie anche dei grandi gruppi richiedono una
struttura a rete, controllata dalla lean enterprise.
Certamente ancora una volta l'investimento e' culturale e
non certo fondato sull'emergenza, anche se la stessa
preme.E' la cultura infatti che permette di usare la
gerarchia in generale e in particolare dei manager integrata
con altre funzioni non sempre diffuse: sviluppo di
competenze (autorevolezza), capacita' relazionali, di
comprensione di obiettivi regolati dal soddisfacimento dei
bisogni dei clienti e realizzabili attraverso
processi.Aspetti qualitativi e importanti che si vorrebbero
assumere fra le nostre finalita':
1)-i ruoli di gestione dei team (sistemi informativi e di
comunicazione), composti dalle diverse parti interessate a
raggiungere uniunica strategia;11
2) evoluzione dei ruoli nella rete;
3) incentivi sempre piu' rivolti all'iniziativa e al
progetto non solo economico, ma anche di coinvolgimento per
chi investe non solo tecnicamente sul medio-lungo periodo;
4) trovare misurazioni e valutazioni su tutti quei
protagonisti che concorrono all'immagine e alla
legittimazione del gruppo di progetto nella societa' e nel
mercato, perchè ciò può moltiplicarsi in una rete complessa
di mercato.
Qualita' che diviene il centro vitale per lo sviluppo e la
competizione aziendale e dello Stato-Pubblica
Amministrazione.
La politica di qualita' si deve fondare sulla soddisfazione
del soggetto cui e' rivolta, utente o cliente, e sul diritto
del consumatore, sulla formazione, sulla motivazione e
sviluppo del personale e sulla protezione ambientale.
Per concludere, gli investimenti per le politiche delle -
Quattro Regioni d'Europa- sono ricerca, informazione,
formazione e aggiornamento, finalizzate a rispondere sia
alla domanda della Pubblica Amministrazione che delle
imprese lombarde.Investimenti che non possono partire da
zero, in quanto devono fare i conti sia con personale
istruito, con elevati titoli di studio (effetto della
maggiore scolarizzazione) che con operatori dotati di
formazione polivalente, capaci di operare con tempestivita'
e duttilita' nelle diverse situazioni relazionali e
intellettuali.12
L'innovazione tecnologica infatti se da un lato ha
profondamente modificato l'organizzazione del lavoro
dall'altro ha richiesto grosse modificazioni alle risorse
umane impiegate, chiedendo loro da un lato titoli di studio
e capacita' psicologico-professionale di superare forti
selezioni,13 oltre alla scontata lunga esperienza da
dimostrare.
Il lavoro manuale sembra quasi annullarsi e l'azienda non
soddisfatta del sistema formativo istituzionale pubblico o
privato, torna alliorganizzazione degli anni Settanta
aggiornando il proprio personale per funzioni urgenti alla
produzione e cerca forme collaborative con il sistema
esterno, offrendo borse di studio in cambio di esperienza
diretta.
L'azienda sembrerebbe di nuovo essere luogo di formazione e
di apprendimento e investe in formazione contro i nuovi
rischi dei lavoratori.
Cambiamento culturale e strutturale che genera nuove
contraddizioni da cui partire per avviare gli investimenti:
disoccupazione, squilibri fra esigenze del dipendente e
dell'impresa, che generano demotivazioni, distacco dal
lavoro, l'andamento demografico (Lombardia: calo della
natalita', diminuzione della fascia giovanile, incremento
della forza lavoro femminile, resistenza alla mobilita'
territoriale), nuovo management, policentricita' del sistema
formativo pubblico e dei produttori sia locale sia delle
organizzazioni di interessi settoriali sia di fornitori di
macchinari o tecnologie che dei centri di consulenza o
Universita'.
In tal senso si sta investendo in due direzioni.La prima per
creare un sistema informativo di base, ricostruendo le
diverse fonti delle Regioni Motori diEuropa finalizzandole
ad ampliare il patrimonio dei servizi regionali per i
seguenti scopi:
1)-conoscenza delle risorse umane per ambito territoriale;
2)-riflessione sulle possibili policy on-the-job nelle
imprese, ma in stretta connessione con le istituzioni,
sviluppandone la specificita';
3)-investimento a rete per conoscere gli elementi di
innovazione formativa e di relativa valutazione;
4)-di ricerca di metodi criteriologici comuni con le altre
realta' comunitarie, ipotizzando strumenti di certificazione
riconosciuti, come esistono in altri Paesi (esempio master);
5)-coinvolgere su una base concreta conoscitivo-valutativa i
soggetti gia' presenti nelle policy delle Regioni
interessate: sindacati e forze sociali, Universita' e
istituti di ricerca o formazione, consiglieri regionali.
La seconda sviluppando come Regione Lombardia network
funzionali alle diverse materie (ricerca), utili a garantire
la qualita' dei programmi da presentare come Regioni a
livello europeo.
NOTE
1)-Fenomeno gia' registrato nella fase di avvio della Cee.
2)-Ispi, Italia e Germania protagoniste delliintegrazione
europea, a cura di Maurizio Ferrera ed Elfride Regelsberger,
1990.---Articolo di Fabrizio Onida, Competizione,
ristrutturazione, sviluppo e integrazione internazionale
dell'industria europea, pagg. 272, 273.
3) In Italia, come risulta dalla ricerca Cnel, svolta da R.
e P. Ricerche e Progetti del Politecnico di Milano,
l'internazionalizzazione del sistema produttivo avviene a
meta' degli anni Ottanta. Fenomeno che subì un arresto anche
per la svalutazione della lira. Alliinizio del 1994 le
imprese industriali all'estero partecipate con investitori
italiani sono 1.457, esse occupano 575.069 addetti con
143.912 miliardi di lire di fatturato.
Le imprese industriali italiane partecipanti dall'estero sono 1.474 con
868 investitori e con 497.126 unita', con un fatturato nel
1993 pari a 170.956 miliardi di lire.
4) Dialtro canto le prospettive di sviluppo si rilevano in
buona parte dei Paesi dell'America Latina: Brasile, Africa,
Medio Oriente, quali ad esempio la Cina che hanno raggiunto
interessi positivi.
5) I sette Paesi industrializzati -G7- sono Stati Uniti,
Canada, Giappone, Germania Federale, Francia, Regno Unito,
Italia.
6) Ibm con un fatturato nel 1993 di circa 8.648 miliardi,
Olivetti, Alcatel Alsthom Wallenberg con meno azionisti
(liElectrolux, Ericsson, Skt, con 25.000 occupati-
dipendenti).
7) Gian Maria Gros Pietro, Ricercare alla Giapponese, -Il
Sole 24 Ore-, 3 maggio 1994, n. 117, pag. 7.
8) In Lombardia si possono individuare sistemi produttivi
simili all'impostazione dell'impresa giapponese:--- il
tessile, con imprese esportatrici, diffuse, con grossa
interazione con le associazioni industriali, accademiche,
ministeriali dello Stato centrale;--- mobilio, calzature,
alimentari eccetera.
9) Simone Fubini, Presidente Projecta, Le trasformazioni
organizzative delle multinazionali arrivano ai grandi gruppi
italiani Carriere in rivoluzione Scompaiono i ruoli
intermedi e la crescita professionale si sgancia dalla scala
gerarchica, -Il Sole 24 Ore-, Sabato 5 novembre 1994, pag.
9.
10) R.Bo, La subfornitura si riorganizza, -Il Sole 24 Ore-,
16 novembre 1994, n. 312, pag. 13.---Significativo a
proposito liesempio delle case automobilistiche per la loro
radicale organizzazione deverticalizzante. Circa il 60-65%
dei componenti proviene dalliestero a fronte del 50% di
alcuni anni fa. Ci ha ridotto drasticamente i fornitori
diretti per esempio, la Fiat e' passata da 1.500 a 500, dei
quali 190 sostengono solo il 90% del lavoro.---Francia,
Germania, Italia sono i maggiori produttori di
componentistica.
11) Al team " richiesta capacita' di dominare la rete.
12) Le figure carenti oggi in Lombardia (fonte: Ricerca
delliIres 1993, Selettivita' e reattivita' degli interventi
formativi, a cura di Asher Colombo e Ida Regalia) su dati
della Federlombarda e Intersind:---a) le professioni
strategiche mancanti riguardano per le banche i responsabili
di aree commerciali, i venditori, gli sviluppatori; per la
manifattura gli addetti alla vendita e l'assistenza al
cliente;---b) le figure a carattere tecnico-scientifico
acquisite sia dal sistema formativo che operativo.
13) Progettisti, personale per collaudi, personale del
settore meccanico, disegnatori, stilisti eccetera.