di Maïten Bel
SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE E ISTITUTI DI FORMAZIONE IN RHÔNE-ALPES
Come abbiamo evidenziato, durante gli ultimi dieci anni hanno
avuto luogo notevoli trasformazioni nelle politiche di
gestione delle risorse umane delle imprese.
Questi cambiamenti sono stati accompagnati da un
considerevole sviluppo delle istituzioni e dalla
distribuzione delle rispettive funzioni nella gestione di
questo cambiamento, e piu' specificamente della
formazione.
CAMBIAMENTO DELLE ISTITUZIONI E DEI PROGRAMMI
Il sistema francese e' contrassegnato contemporaneamente da
un'antica tradizione di centralismo dello Stato e da una
separazione molto netta tra impresa e scuola nella formazione
della manodopera.
Tuttavia, a fronte della complessita' dei fenomeni legati
allo sviluppo dell'attivita' economica e piu' in generale
alla gestione del territorio, dal 1972 viene istituito un
coordinamento, a livello regionale, degli apparati dello
Stato. L'apparizione di nuove modalita' di gestione della
manodopera e il bisogno di una maggiore flessibilita'
producono degli effetti sulla concezione e la gestione delle
qualificazioni e richiedono una ridistribuzione dei ruoli tra
i differenti attori: Stato, Regione e imprese. E' in questo
contesto che la legge del 2 marzo 1982 e le leggi del 2 marzo
e del 22 luglio 1983 hanno ampliato le responsabilita' che
competono alle regioni.
Nell'ambito del processo di decentramento, sono intervenute
profonde modificazioni dello statuto regionale. Bisogna
tuttavia sottolineare che queste competenze restano molto al
di sotto di quelle esercitate dalle collettivita' regionali
di altri Paesi europei.
Due dimensioni principali caratterizzano queste
trasformazioni. Si tratta da un lato della generalizzazione
dell'esecutivo eletto. I membri del Consiglio regionale sono
eletti a suffragio universale. In questo modo la regione si
allinea alle collettivita' locali. Dall'altro la
regionalizzazione comporta la soppressione delle tutele
amministrative e finanziarie dello Stato e un trasferimento
di competenze da quest'ultimo verso le regioni.In
particolare, nuove competenze vengono attribuite alle regioni
in materia di formazione professionale e continua.
La regione finanzia i centri di formazione per gli
apprendisti e la formazione professionale continua degli
adulti. Questi interventi sono volti a rispondere meglio ai
bisogni di determinate professioni, offrendo una
qualificazione piu' legata ai bisogni.
La regione e' anche responsabile della pianificazione
dell'insegnamento di secondo livello.Il Consiglio Regionale
elabora uno schema previsionnel de formation congiuntamente
ai servizi dello Stato.
Questo schema e' il risultato di un accordo fra i partner
economici, politici e sociali, i quali definiscono i
contenuti pedagogici dei diversi insegnamenti.
Il Rettorato (emanazione nell'accademia del Ministero
dell'Educazione Nazionale) e' l'istanza pubblica
determinante. Il primo schema e' stato adottato nel 1985, il
secondo nel 1991.
Il primo conteneva due obiettivi principali: migliorare
l'adattamento del sistema di formazione alle realta'
economiche e aumentare il totale degli studenti nel secondo
ciclo.
Nel secondo schema vengono definiti dei flussi di
formazione, analizzate le capacita' di accoglienza degli
istituti ed esaminate le modalita' di orientamento. Tre
consulenti tecnici contribuiscono all'elaborazione degli
sche'mas: il De'le'gue' Acade'mique a' l'enseignement
technique (Daet), il De'le'gue' Acade'mique a' la Formation
Continue e il Chef des Services Acade'mique d'Orientation ed
d'Information. Per quanto riguarda lo sche'ma pre'visionnel
de formation post-bac, l'elaborazione si basa invece su di
una commissione permanente dove il partner e' l'universita'.
L'obiettivo consiste nel definire le linee di sviluppo delle
universita' per un periodo di cinque anni.
Il primo sche'ma riguardava gli anni 1988-1992, il secondo
gli anni 1992-1998. Nel corso dello svolgimento dello
sche'ma, vengono regolarmente condotti degli studi di
valutazione degli obiettivi fissati.
L'elaborazione dello sche'ma si basa in primo luogo su tre
princôpi:-il rispetto degli orientamenti definiti a livello
nazionale;-il rispetto degli equilibri in materia di flussi;-
la sintesi delle informazioni esterne (considerazione dei
bisogni delle imprese).
Per svolgere questo compito, le regioni si avvalgono di
numerosi attori locali tra i quali e' necessario menzionare
l'Observatoire Re'gional Emploi-Formation.
Questo organismo concorre a realizzare il trasferimento di
una parte delle questioni che riguardano la relazione
occupazione-formazione dal livello nazionale al livello
regionale. Svolge due attivita' fondamentali -
l'organizzazione delle informazioni e l'aiuto alla decisione
- ma viene sollecitato a occuparsi delle informazioni
specifiche del territorio e a rispondere a una forte domanda
sulle condizioni dell'occupazione.
Ma il periodo e' caratterizzato altresė da un significativo
sviluppo della formazione nelle imprese.
SVILUPPO DELLA FORMAZIONE NELLE IMPRESE DEL RHÔNE-ALPES
Prima di tutto bisogna sottolineare che le imprese francesi
si sono sempre occupate pochissimo della formazione iniziale
dei giovani. A eccezione delle imprese dei settori bancario e
assicurativo, le imprese manifatturiere hanno generalmente
lasciato allo Stato la preoccupazione di formare i giovani.
Oggi, la difficolta' per la scuola di acquisire del materiale
moderno e la natura delle competenze e delle conoscenze
mobilitate necessiterebbero, secondo le affermazioni
relativamente unanimi degli attori, di una cooperazione piu'
stretta tra scuola e impresa per assicurare la formazione. Di
fatto, in Francia come nella regione notiamo un aumento del
coinvolgimento finanziario delle imprese nella formazione in
alternanza dei giovani, insieme alla difficolta' di un reale
sviluppo di questo tipo di formazione.
Le difficolta' risiedono contemporaneamente nella reticenza
da parte delle imprese ad accogliere dei giovani nel quadro
di programmi formativi per i quali non sono competenti, e in
una immagine negativa che questi programmi hanno fra i
giovani, i quali preferiscono proseguire i loro studi.
Nella regione vediamo emergere una tendenza alla
realizzazione di programmi formativi padronali privati, per
esempio nel settore della plastica/metallurgia e della
chimica. Questi programmi sono marginali sul piano
quantitativo ma rivelano reali capacita' da parte di gruppi
diimpresa di organizzarsi per rispondere ai loro bisogni di
qualificazione.
Per contro, per quanto riguarda la formazione continua,
l'impegno delle imprese della regione e' molto forte. Dal
1971 esiste in Francia l'obbligo per le imprese di finanziare
la formazione continua dei dipendenti. Gli ultimi venti anni
sono stati contrassegnati da un incremento delle spese delle
imprese, incremento accentuatosi dal 1984.
Mentre la legge fissa quest'obbligo all'1,2% della massa
salariale nel 1986, a questa stessa data l'insieme delle
imprese di Rhone-Alpes con piu' di dieci dipendenti destina
in media l'1,7% della propria massa salariale a questa voce.
Ma questa media nasconde forti differenze secondo la
dimensione delle imprese, il settore di attivita' economica e
la categoria dei dipendenti.Le indagini realizzate hanno
confermato l'aumento generale delle somme destinate alla
formazione continua. Tuttavia, il bilancio e' differenziato
secondo la dimensione delle imprese.
Nelle piccole imprese esaminate, le spese per la formazione
corrispondono al minimo legale. Queste spese sono aumentate
nel corso degli ultimi 10 anni, seguendo la tendenza della
percentuale della massa salariale destinata per legge alla
formazione continua: 0,8% nel 1972, 1% nel 1974, 1,1% nel
1977, 1,2% nel 1987, 2% nel 1991, con l'obbligo di destinare
lo 0,2% ad attivita' di formazione per i giovani senza
occupazione e lo 0,3% al finanziamento dei permessi
individuali per la formazione.
Le piccole imprese hanno pochissime risorse a disposizione
(nessun servizio per la formazione, nessun piano di
formazione) e concludono generalmente degli accordi di
formazione con organismi esterni. Si puo'trattare
dell'adesione di un'impresa a un Faf (Fonds diAction
Formation).
In questo caso e' il Faf che decide e organizza la formazione
per i dipendenti delle imprese aderenti, o per i non
dipendenti che aderiscono individualmente.
Possono anche essere siglate delle convenzioni multilaterali
tra diverse imprese e un'associazione professionale
incaricata di raccogliere i fondi per la formazione, fornire
consulenza, selezionare gli organismi a essa preposti, e
anche organizzarne i programmi.
Questo e' il sistema Afso, che permette di organizzare dei
legami diretti fra datori di lavoro e centri di formazione da
loro creati e controllati.
Per contro, nelle grandi imprese le spese per la formazione
sono ampiamente superiori al minimo legale e la formazione e'
molto articolata. L'elaborazione dei piani di formazione
evolve e diventa indicativa delle nuove funzioni attribuite
alla formazione.
La costruzione dei piani a partire dalla somma delle domande
individuali tende a diminuire a favore di una gestione dei
bisogni di formazione collegata alla gestione di previsione
degli impieghi. Le politiche di formazione sono definite in
stretta relazione alle strategie generali delle imprese
(trasformazione del processo di lavoro, gestione delle
risorse umane).
IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI LOCALI NELLO SVILUPPO DELLA FORMAZIONE
Dal 1 gennaio 1983, la formazione professionale continua e
l'apprendistato sono a carico della Regione. Per garantire il
finanziamento lo Stato e la Regione negoziano un Contratto di
Piano per cinque anni, contratto che stabilisce le grandi
linee della politica della formazione.
Cosô, per il periodo 1989-1993, lo Stato e la Regione Rhone-
Alpes hanno convenuto di sostenere sei grandi obiettivi:-la
cooperazione tra gli istituti di formazione professionale
iniziale e le imprese (sviluppo dell'apprendistato in
particolare ai livelli IV e III nei licei professionali e
tecnici, sviluppo dei cicli professionali corti nelle
universita', sviluppo degli scambi di giovani lavoratori
qualificati tra regioni europee, e sviluppo della formazione
degli ingegneri e dei quadri superiori per la formazione
continua);-liutilizzo delle nuove tecnologie di formazione
(Eao, Enseignement Assiste' par Ordinateur);-la formazione
per la creazione di imprese e di attivita' nuove
(agricoltori, commercianti, artigiani, turismo, trasporti,
commercio internazionale);-la formazione e l'inserimento di
persone svantaggiate (giovani, donne sole o senza
qualificazione);-la creazione o l'estensione di strutture di
formazione legate alla strategia di sviluppo della regione
(istituto di formazione delliindustria dei metalli, istituto
dell'edilizia e dei lavori pubblici, aiuto alliAfpa);-
l'informazione sulla formazione e l'occupazione.
Cosė, il processo di decentramento che investe la Francia dal
1983 sovverte i ruoli degli attori, e sono ricercate nuove
regolazioni della relazione fra il lavoro e la formazione.
Ne e' un esempio, nella Regione Rhone-Alpes, la costituzione
di un Observatoire Re'gional sur l'Emploi et la Formation
(Orefra) volto a fornire a tutti gli attori regionali
istituzionali ed economici, diagnosi, prospettive e luoghi di
scambio.
L'Osservatorio implica una pratica di concentrazione tra
decision makers e di dialogo con dei "tecnici" in grado di
fornire suggerimenti.
In linea di massima, l'obiettivo consiste nell'identificare i
problemi della regione e nel trovare gli elementi sui quali
potranno costruirsi le strategie degli uni e degli altri per
risolverli.
L'Orefra deve favorire la cooperazione fra le amministrazioni
e i servizi di studio interessati allo scopo di fornire
riflessioni metodologiche e aiuti alla decisione ai
responsabili regionali e dipartimentali.
Cosė, su domanda del Prefetto della Drome e in collaborazione
con il Consiglio Generale e la Camera di Commercio e
dell'Industria di Valence, l'Osservatorio ha realizzato nel
1990 uno studio sulla situazione socio-economica di questo
dipartimento allo scopo di identificare le cause dell'elevato
livello di disoccupazione e di proporre delle soluzioni.
Inoltre, e' stato accompagnato da una valutazione dei bisogni
di reclutamento e di formazione delle piccole e medie imprese
del bacino di Valence.Ma e' opportuno collocare queste nuove
configurazioni di attori nel contesto nazionale e locale nel
quale prendono forma.
TENDENZE LOCALI E CONTESTO NAZIONALE
Per quanto riguarda la produzione di qualificazioni, in
particolare attraverso la formazione iniziale, gli obiettivi
sono stabiliti dallo Stato.
IL CONTESTO NAZIONALE DELLA FORMAZIONE
In Francia, l'orientamento dei giovani tra formazione
generale e insegnamento professionale puo'avere luogo a
diversi livelli.
-Il primo momento del processo di diversificazione interviene
alla fine della 5A, dunque dopo 7 anni di formazione. Questo
orientamento conduce alla preparazione, in tre anni, di un
Certificat diAptitude Professionnelle (Cap).
La logica di sviluppo della scelta del lavoro e la
specializzazione ha comportato la creazione di un
considerevole numero di diplomi (piu' di 400) intorno agli
anni 1960-1970.Oggi, lo sviluppo dell'organizzazione del
lavoro nelle imprese, ma anche la tendenza al prolungamento
della scolarita' conducono a una quasi-sparizione di questo
percorso verso l'insegnamento professionale al termine di 7
anni di formazione.
-Un secondo momento della diversificazione, che tende a
sostituirsi al primo, si colloca alla fine della 3a classe,
cioe' dopo nove anni di formazione generale. A questo punto
e' possibile scegliere tra la preparazione al Brevet d'Etudes
Professionnelles (Bep), le sezioni di preparazione al
Baccalaure'at de Technicien (Btn) o il proseguimento
nell'insegnamento generale.
I Bep sono dei programmi di formazione professionale meno
numerosi e meno specializzati dei Cap. Sono volti a formare
del personale di produzione piu' polivalente. Ma allo scopo
di migliorare il livello generale di formazione lo Stato ha
costituito, a meta' degli anni Ottanta, un baccalaure'at
professionale che prolunga la formazione del Bep.
La formazione che conduce alla maturita' professionale si
compie in due anni, e include degli stages in impresa della
durata di 12-14 settimane. Mentre i diplomi vengono definiti
a livello nazionale dai rappresentanti del sistema produttivo
ed educativo, la creazione delle sezioni ha luogo invece a
livello regionale.
Per inserirle concretamente in uno stabilimento, allo scopo
di realizzare gli stages, e' parimenti necessaria la
cooperazione delle imprese; questo elemento segna un
rinnovamento nella relazione tra scuola e impresa. I testi
ufficiali parlano di formazione in ambiente professionale. Lo
stage e' un momento integrante nel percorso e responsabilizza
in modo pieno l'impresa quale attore del sistema di
formazione.
-Il terzo livello di orientamento corrisponde alla scelta
della maturita'. Si presenta alla fine della seconda o della
prima, per esempio per le maturita' scientifiche (C e D). La
maturita' consente l'accesso all'universita'. Il percorso
principale e' quello della maturita' C, che consente
l'accesso alle preparazioni per le grandes e'coles; questo
elemento comporta la svalutazione dei percorsi di formazione
professionale.
Le strutture di formazione francesi determinano una
differenziazione tra i percorsi generali, tecnici e
professionali. In questo contesto, l'insegnamento tecnico
rimane un percorso di ripiego, riservato agli studenti meno
bravi.
Cosė, nel corso di una decina dianni, la formazione
professionale in Francia si e' rinnovata profondamente.
Queste trasformazioni possono essere raggruppate attorno a
tre tendenze principali.
-Prima di tutto, la formazione si prolunga e tende verso una
minore specializzazione. Si tratta di fornire una formazione
di base piu' solida, dato che la specializzazione viene
acquisita nella fase finale, oppure sotto forma di formazione
complementare.
-Questo movimento risponde contemporaneamente agli sviluppi
dell'organizzazione del lavoro delle imprese, ma anche alla
domanda di formazione prolungata dei giovani e delle loro
famiglie.
-Infine, questi nuovi programmi formativi collegano piu'
strettamente di prima la scuola e l'impresa. A questiultima
viene in particolare richiesto di costituire dei luoghi per
gli stages.
Questa tendenza verso l'innalzamento del livello di
formazione si traduce altresėnel marcato sviluppo dei
programmi di insegnamento superiore brevi. Quelli tecnici e
professionali, che durano due anni dopo il baccalaure'at e
determinano la formazione dei tecnici, hanno aumentato il
totale dei loro iscritti del 60% dal 1980.
Il dipartimento ha il compito di coordinare gli investimenti
pubblici locali attraverso il suo programma d'aiuto alla
meccanizzazione rurale e puo'intervenire economicamente
attraverso aiuti diretti (rivendita o affitto di edifici,
garanzie per i prestiti...). Il suo ruolo in rapporto alla
regione deve essere chiarito per le questioni economiche e di
gestione.
Il problema dei comuni e' legato al loro numero e, per molti
di loro, alla popolazione troppo ridotta. Fonte
d'immobilismo, questa situazione appare come un ostacolo alle
politiche di sviluppo territoriali che possono determinare
dei veri e propri "corporatismi territoriali".
Il riaggiustamento istituzionale rivela l'assenza di una
gerarchia e di un coordinamento tra i livelli locali.
All'istituzione regionale manca la legittimita'.
L'affermazione della Regione avrebbe dovuto essere
accompagnata da un'eliminazione dei diversi livelli
amministrativi sovrapposti. e' necessario istituire il
principio di sussidiarieta' che postula che una competenza
venga esercitata da un solo Ente. Lo Stato ha contribuito a
rendere la situazione complessa dividendo i compiti relativi
alla gestione delle politiche per i giovani o distribuendo,
come ha fatto, i ruoli nell'elaborazione e nella
realizzazione degli sche'mas pre'visionnels des formations.
I trasferimenti di competenze realizzati a vantaggio delle
regioni si consolideranno quanto meglio esse sapranno
sopportare i compromessi necessari con le antiche
collettivita' locali e non erigersi in nuovi centri
imperialisti.
CONCLUSIONI
Bisogna prima di tutto sottolineare che la Regione Rhone-
Alpes si presenta come una regione industriale forte e
diversificata, considerando sia il numero di attivita'
tradizionali (tessile, chimica...) con un mercato molto
forte, sia la dimensione crescente dei settori di punta
(elettronica, informatica, tessuti tecnici...). Questo
tessuto industriale si basa sull'apparato di formazione
regionale (circa 150.000 studenti distribuiti tra 9
universita', 31 grandes e'coles, 2.600 istituti di formazione
continua) cosėcome sulla ricerca, pubblica e privata (circa
500 laboratori), la ricerca industriale e il trasferimento di
tecnologie (30% degli addetti e degli strumenti stando al
piano nazionale).
Cosô, le trasformazioni delle modalita' di gestione delle
risorse umane nelle imprese di Rhone-Alpes sono
rappresentative degli sviluppi che riguardano la Francia
intera. Rhone-Alpes rappresenta in effetti il 10% degli
abitanti e delle forze economiche francesi.
Possiamo in particolare notare in Rhone-Alpes come nel resto
della Francia l'innalzamento del livello di formazione
iniziale e lo sviluppo del sistema educativo, che si
traducono in un prolungamento della scolarita'. Per contro,
la forte perdita di influenza dei sindacati alliinterno come
all'esterno delle imprese si manifesta senza dubbio piu'
ampiamente in Rhone-Alpes che nel resto della Francia a causa
del tipo di sviluppo del suo apparato produttivo, ma
rappresenta il segno generale di una profonda crisi delle
relazioni industriali.
I cambiamenti determinati dalla crisi economica inducono le
imprese ad accordare maggiore importanza al loro ambiente;
esse dipendono dal tessuto economico e sociale locale.
Tuttavia, possiamo domandarci se la regione sia in Francia un
livello pertinente di regolazione economica e sociale.
Effettivamente, gli eletti della Regione Rhone-Alpes sono
oggi ancora in fase di apprendimento del decentramento,
decentramento che rimane modesto in confronto ai principali
vicini europei (Germania, Spagna e Italia).
I limiti principali si trovano nel rapporto tra i differenti
livelli locali e nei mezzi finanziari di cui le regioni
dispongono.
(Traduzione di Isabelle Bovier)