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Impresa & Stato n°48  

LE CAMERE DI COMMERCIO PER L’EURO

di
PIER DANIELE MELEGARI
Gli operatori economici saranno chiamati a muoversi in un contesto più complesso rispetto a quello attuale,   che offre potenzialità di espansione prima inimmaginabili.

Come è noto, il 1° gennaio 1999 segna l’avvio di un periodo di transizione che porterà, in un triennio, all’adozione definitiva dell’Euro. Da quella data, tutti i soggetti operanti in Europa saranno chiamati a rapportarsi con un nuovo scenario. 
La Camera di Commercio di Milano, per essere pronta ad assistere le imprese nel processo di adattamento del sistema economico all’introduzione della moneta unica, ha tempestivamente elaborato una strategia di intervento volta ad approfondire i temi di maggiore interesse pratico per il mondo imprenditoriale. 
Ma quali saranno gli aspetti principali di questa trasformazione epocale? 
In primo luogo la nuova moneta consentirà alla realtà dell’Unione monetaria europea di acquistare, anche sui mercati valutari, una forza corrispondente al suo peso economico: se l’Euro si dimostrerà una moneta forte e stabile potrà competere sulla scena mondiale con il dollaro e lo yen. 
La prossima introduzione della moneta unica, tuttavia, non è riducibile soltanto ad una dimensione finanziaria o contabile: è iniziato un vero e proprio cammino di crescita dell’Europa come soggetto politico. 
È infatti all’unità politica che, come coronamento del processo sinora svolto, occorre guardare nel prossimo futuro. 
In tempi brevi occorrerà quindi far corrispondere a questo processo un rinnovamento delle istituzioni di livello europeo: solo organi dotati di effettiva sovranità e in grado di garantire il necessario coordinamento delle politiche economiche e sociali, della politica estera nonché della comune difesa del territorio, potranno assicurare solidità alla nuova realtà economica e monetaria. 
In tale ottica occorre dunque ridisegnare le istituzioni sovranazionali - ma anche quelle nazionali - in modo moderno e innovativo.  
La stessa Banca centrale europea è un esempio di “nuova istituzione”, un’istituzione che non è riconducibile agli enti territoriali dotati di suffragio universale, ma piuttosto ad organismi di carattere funzionale, come sono le stesse Camere di Commercio e le Università. 

NUOVE OPPORTUNITÀ 
Questo nuovo scenario rende immediatamente evidente le grandi opportunità che si pongono per gli operatori economici: questi saranno chiamati a muoversi in un contesto più complesso rispetto a quello attuale, ma che offre potenzialità di espansione prima inimmaginabili. 
La stagione che si apre, infatti, porterà a riorganizzare gruppi di persone, monete, culture, istituzioni; l’Euro contribuirà indubbiamente a liberare le risorse e le attività, rendendo il mercato europeo un “mercato domestico”. 
Le piccole e medie imprese che hanno sempre trovato nell’ambiente locale un elemento di forza nella competizione debbono ora pensare che questo ambiente non è più il distretto o la regione, ma è l’Europa. 
È altrettanto evidente, però, che prima di cogliere i vantaggi della moneta unica occorrerà che ogni impresa si abitui a pensare in Euro. Ciò significa, preliminarmente, affrontare i cambiamenti necessari per adeguare la propria struttura alla nuova realtà, ma anche sfruttare al meglio questa occasione per occupare tempestivamente gli spazi nuovi che stanno per aprirsi sul mercato globale. 
Tutte le indagini condotte tra gli imprenditori, compresa una effettuata dalla Camera di Commercio di Milano, evidenziano invece che sono ancora troppo poche le imprese (in sostanza solo quelle di grandi dimensioni) che hanno impostato una strategia di transizione. 
La mancanza di pianificazione risulterebbe infatti particolarmente penalizzante in quanto implicherebbe numerosi costi aggiuntivi (costi per l’adeguamento dei sistemi informatici e della contabilità, per la formazione del personale, per una nuova impostazione dei rapporti con le banche e con la Pubblica Amministrazione) con prevedibili conseguenze negative in termini di concorrenzialità. 
Da queste sintetiche considerazioni emerge chiaramente la consapevolezza che, se da parte di ciascuna impresa è indispensabile uno sforzo organizzativo diretto di adeguamento all’Euro, è altrettanto necessario che le istituzioni di riferimento forniscano supporti adeguati a ciascuna impresa. 
In tale contesto, la Camera di Commercio di Milano ha pertanto ritenuto di dover ricoprire il ruolo di interprete tra le esigenze dell’innovazione monetaria e le ragioni delle unità produttive di fronte ai costi e alle difficoltà derivanti dal processo di adeguamento. 
A tale scopo, sin dall’autunno del ’96, l’Ente camerale ha iniziato ad affrontare il tema della moneta unica ponendosi l’obiettivo di facilitare il processo di transizione dalla Lira all’Euro e organizzando molteplici iniziative a tal fine. 
La funzione istituzionale della Camera di Commercio è stata inoltre riconosciuta dal Ministero del Tesoro, il quale le ha affidato il supporto tecnico del Comitato provinciale per l’Euro, organo che coordina e organizza l’attività di informazione e aggiornamento in ambito provinciale, operando a stretto contatto con il Comitato per l’Euro, organo straordinario presso il Ministero del Tesoro (costituito con decreto il 6 agosto 1997). 
L’avvicinarsi del periodo di transizione ha indotto infatti ad una riflessione sul momento di passaggio che si sta per verificare: affinché tale fase non segni solo un periodo di comprensibili incertezze, ma rappresenti un evento positivo, è stata ritenuta fondamentale la capacità di cooperazione e di collaborazione di tutti gli organismi, pubblici o privati, portatori di interessi collettivi, nell’ambito delle proprie mansioni e delle proprie competenze. 
L’idea del legislatore è stata pertanto quella di programmare un armonico processo di adeguamento che abbracciasse sia il mondo delle imprese che quello della Pubblica Amministrazione, per arrivare infine a coinvolgere anche i semplici cittadini. 
Ciò dovrebbe avvenire durante il periodo di transizione nel quale imprese e consumatori avranno la possibilità di scegliere l’Euro quale moneta di conto nelle contrattazioni e nei procedimenti effettuabili attraverso moneta scritturale. 

IL CEP 
Proprio a tale finalità corrisponde la funzione specifica del Comitato provinciale per l’Euro (CEP), che è quella di promuovere iniziative di adeguamento dei singoli soggetti pubblici e di gestire e coordinare eventi a carattere divulgativo, con l’obiettivo di abituare i cittadini e le istituzioni all’uso e alla conoscenza dell’Euro. 
La presenza di questi organismi istituzionali a livello provinciale trova dunque la sua ragione principale nell’intento di rendere il particolarissimo processo di introduzione dell’Euro il più agevole e meno traumatico possibile. 
È infatti vero che, anche se alcune linee guida sono uguali per tutti, gli interventi necessari per agevolare l’introduzione dell’Euro devono essere funzionali alle singole realtà locali, che differiscono per quantità e tipologia dei soggetti coinvolti. 
In tale ottica, il Cep rappresenta la sede istituzionale in cui i soggetti appartenenti alle diverse categorie della realtà sociale locale (imprese, Pubblica Amministrazione, cittadini) possono convergere e hanno, conseguentemente, la possibilità di confrontarsi e dialogare. 
L’esperienza del comitato nella provincia milanese è ad oggi un esempio di come la cooperazione tra i soggetti esistenti nella stessa provincia, coadiuvata da una struttura istituzionale che ne indirizzi le attività, possa aiutare a rendere il processo di transizione dalla Lira all’Euro il più aderente possibile alla realtà locale. 
In seno al comitato, infatti, dopo un’attività di monitoraggio della situazione provinciale che ha portato ad individuare quattro diversi settori principalmente coinvolti dal processo (imprese, Pubblica Amministrazione, cittadini e scuola), sono state effettuate diverse iniziative ad hoc. 
Rivolto in primo luogo al mondo della scuola è stato un ciclo di seminari che ha visto come destinatari docenti delle scuole medie superiori (in considerazione del ruolo di amplificatori verso gli studenti) e che sono stati realizzati sia a Milano che in Provincia avvalendosi degli stessi membri del comitato in qualità di relatori. 
Recentemente è stato costituito un gruppo tecnico dei ragionieri capo delle amministrazioni coinvolte nel Cep, per garantire l’informazione e il dialogo tra funzionari e facilitare in tal modo l’adeguamento delle strutture. 
È infatti evidente lo stato di debolezza in cui si trovano in questo processo gli Enti locali. Poiché le problematiche di adeguamento interno presentano caratteristiche analoghe nei vari organi della Pubblica Amministrazione, si è ritenuto utile attivare un confronto tra i diversi soggetti pubblici presenti nel Cep, al fine di pervenire ad una soluzione congiunta di alcuni aspetti e, allo stesso tempo, secondo una logica di benchmarking, per definire linee guida che possano essere di aiuto per i Comuni minori della Provincia. 
A tal fine sono state individuate, sulla base dell’analisi dei testi legislativi e tenendo presenti le esperienze già maturate nell’ambito di progetti previsti dal Piano per l’adozione dell’Euro nelle pubbliche amministrazioni, alcune aree di intervento sulle quali operare in via preventiva. 
In primo luogo, la scelta del legislatore di consentire i pagamenti in Euro ogni volta che il creditore/debitore della Pubblica Amministrazione ne faccia richiesta ha comportato la necessità di intervenire sulle procedure che regolano i flussi di entrata e di spesa, nonché di reimpostare tutte le comunicazioni riguardanti la conversione di valuta.  
Tali aspetti vanno infatti valutati tenendo presente che la contabilità delle pubbliche amministrazioni resterà in Lire sino al 2002 e che bisogna comunque permettere, a chi lo desideri, di utilizzare l’Euro sin dal 1 gennaio 1999, rendendo necessario, all’interno delle stesse pubbliche amministrazioni, “conversioni documentali” della valuta, oltre alle conversioni valutarie stesse.  
Queste esigenze di supporti specifici legate al settore della Pubblica Amministrazione hanno fatto emergere la consapevolezza che i settori di cui si compone il sistema Paese si muovono a diversa velocità.  
Per vincere la scommessa della moneta unica a favore dell’intero sistema è invece necessario programmare un percorso armonico che veda coinvolti tutti i settori. 
Si è pertanto proposto ai tre grandi attori che saranno sollecitati ad operare in Euro sin dall’inizio della fase transitoria - il mercato finanziario, il sistema imprenditoriale, e, appunto, la Pubblica Amministrazione - di confrontarsi su come si sono preparati ad affrontare questo cambiamento. 
In tale logica, sempre nell’ambito del Cep, Prefettura, Camera di Commercio, Cariplo e Smau hanno promosso l’organizzazione di un convegno dal titolo “Euro e sistemi informativi: come raccogliere la sfida della moneta unica”. 
La discussione - che ha tratto spunto dalla necessità, tecnica e contingente, di adeguamento all’Euro dei sistemi informativi - è sfociata in un dibattito sulle scelte strategiche e organizzative che ciascun soggetto è stato chiamato a compiere singolarmente o di concerto con altri per far fronte alla accresciuta competitività legata all’adozione della moneta unica.