Impresa
& Stato n°47
LA QUESTIONE
AMBIENTALE
IL MUD, MODELLO UNICO
DI DICHIARAZIONE
di
Claudio
Vettor
Come a Milano si è
cercato di dare risposta alle esigenze correlate agli adempimenti con una
struttura tecnologica e informatica.
La
legge n. 70/94 prevede un «modello unico di dichiarazione»
(MUD) per l’adempimento contemporaneo e contestuale di tutti gli obblighi
di dichiarazione, comunicazione, denuncia o notifica previsti dalle disposizioni
di legge vigenti in materia ambientale, sanitaria e di sicurezza e indifferentemente
posti a carico di soggetti sia privati che pubblici.
La
dichiarazione può essere presentata:
•
su supporto cartaceo, utilizzando indifferentemente:
-
fotocopie dei moduli pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale (riproduzione
in scala 1:1 su foglio formato A4);
-
riproduzioni a stampa della modulistica depositata presso l’Unioncamere;
-
fotocopie (sempre in scala 1:1) della modulistica contenuta nella guida
alla compilazione distribuita agli sportelli (corrispondente a quella depositata
presso l’Unioncamere);
•
su supporto magnetico:
-
registrando i dati secondo le specifiche e i tracciati multirecord previsti
in allegato al DPCM. pubblicato sulla G.U.
La
legge n. 70/94 affida ad ogni Camera di Commercio il compito di ricevere
il MUD, così come definito in via transitoria e a titolo sperimentale
dal DPCM 6 luglio 1995 e successivamente modificato da analoghi provvedimenti
del 1996, 1997 e 1998, di trasmetterlo alle amministrazioni di competenza
(ordinariamente in via informatica) e di elaborare statisticamente i dati
raccolti.
La
dichiarazione MUD, che viene presentata entro il 30 aprile di ogni anno
e riguarda la situazione dell’anno precedente, ricalca le modalità
di presentazione delle dichiarazioni fiscali. Nel 1998 quindi vengono dichiarati
i dati relativi al 1997.
Il
tutto è iniziato nel 1996 (dati relativi al 1995 quindi); quest’anno
dunque si è appena conclusa la terza campagna MUD.
Per
quanto riguarda le dimensioni del fenomeno a Milano nei primi 3 anni, sono
stati presentati ogni anno circa 30-32 mila MUD, di cui poco più
di un terzo su supporto magnetico e la restante parte su modulo cartaceo.
La
domanda cui si è tentato di rispondere è che cosa può
fare la tecnologia, e in particolare quella branca della tecnologia che
va sotto il nome di informatica/telematica, per migliorare la gestione
dei processi sottesi al tema MUD. Poiché, come insegna il modello
scientifico occidentale, ogni pratica/azione non ha significato se non
ha una teoria a supporto e ispiratrice, dobbiamo partire, per capire il
significato delle azioni fatte, dal modello «teorico» che ha
ispirato tali azioni.
IL MUD COME SISTEMA
E.
Deming all’inizio degli anni ’50 ha disegnato per la prima volta il diagramma
che viene riportato nella figura 1 come la rappresentazione
realistica del comportamento di una organizzazione (in particolare di una
qualsiasi azienda, cioè di una organizzazione che ha come scopo
quello di produrre e vendere dei prodotti/servizi che qualche cliente sia
disposto a comprare).
In
una vita lunghissima e straordinariamente attiva, Deming ha sviluppato
un modello di quality management di complessità e completezza difficilmente
emulabile e ha avuto modo di coniugare la sua già prestigiosa attività
di statistico con quella, dal 1952, di studioso di management e organizzazione.
È
particolarmente arduo disegnare i confini, il senso e l’impatto dell’opera
di Deming: in Giappone, dove ha insegnato controllo statistico di processo
e organizzazione industriale a tutte le più importanti imprese del
Paese, è stato chiamato con il suo nome, Premio Deming, il più
ambito dei premi per la qualità a cui individui e imprese possono
aspirare. Deming, tra l’altro, e stato tra i fondatori, e primo presidente,
dell’American Society for Quality Control ed è unanimemente riconosciuto
come il padre del controllo statistico di processo applicato ai processi
industriali. Negli Stati Uniti, Deming è stato insignito di tutte
le più alte onorificenze, sia dal mondo politico che da quello accademico
e professionale, e i suoi libri sono studiati in tutto il mondo e citati
come punti di svolta nel cammino verso la comprensione del funzionamento
delle organizzazioni.
Il
diagramma di Deming mostra nel modo più semplice ed efficace uno
dei concetti portanti della sua filosofia di management: ogni organizzazione
è un sistema, cioè è un insieme di processi interdipendenti
tra di loro finalizzati al raggiungimento di un obiettivo.
I
concetti chiave sono dunque l’obiettivo del sistema, l’interdipendenza
dei processi e il «cliente». Una prima ovvia conseguenza è
che cambiando l’obiettivo potrebbe dover cambiare il sistema.
Nel
caso del MUD a Milano l’obiettivo del sistema che si doveva costruire è
piuttosto articolato e ha anche avuto degli aggiornamenti nel corso del
tempo. In questo obiettivo sono compresi fatti come la minimizzazione del
fastidio procurato alle imprese per adempiere all’obbligo, la riduzione
della variabilità dei processi interni alla Camera di Commercio
(che corrisponde alla massimizzazione della qualità e alla contemporanea
minimizzazione dei costi) e il rispetto dei tempi, del budget e delle specifiche
per i progetti ad hoc che di anno in anno si affiancano al mainstream (per
esempio la produzione di dati in particolari formati per altri enti, la
preparazione e l’effettuazione di convegni/conferenze stampa nelle quali
presentare i dati elaborati, la esecuzione di contratti derivanti da convenzioni
con altri soggetti).
Lo
schema di Deming, alquanto aggiustato rispetto a quello reale per esigenze
di comprensibilità, nel caso del MUD a Milano è diventato
quindi fatto come in figura 2. Nel diagramma
sono stati evidenziati alcuni dei processi principali che sono stati legati
allo schema generale da frecce tratteggiate. Nel sistema qui disegnato
sono compresi tutti gli attori: dall’ufficio ambiente della Camera di Commercio
(che è sia cliente che operatore), al personale tecnico di numerose
aree di Cedcamera, ai fornitori esterni di servizi.
Dal
sistema alle necessità
Dal
diagramma sopra riportato si possono trarre tutte le necessità (requisiti)
in termini informatici/telematici la cui soddisfazione è indispensabile
per il raggiungimento dell’obiettivo. Senza la pretesa di essere esaustivi
enumeriamo alcune delle implementazioni:
-
è stato necessario realizzare una applicazione software (in tecnologia
client-server su LAN) per protocollare i MUD, ed effettuare i primi controlli
su quelli su floppy al fine di non dover richiamare l’utente (magari dopo
la scadenza dei termini di consegna) perché il suo floppy era difettato
e infettato da virus al momento della consegna e strutturare il relativo
database per poter verificare che le fasi successive si svolgessero senza
perdita di dati;
-
sono stati progettati database diversi che assolvessero sia agli obblighi
di legge (raccogliere i dati e trasmetterli così come raccolti agli
altri enti) sia alle esigenze di conoscenza del fenomeno (e quindi bonificare
e trattare i dati per renderli adatti ad un trattamento statistico);
-
sono stati creati dei programmi di data entry da far utilizzare ai fornitori
di servizi che minimizzassero gli errori presenti nelle dichiarazioni e
individuassero all’origine gli errori (omissioni di dati, trascrizioni
non corrette, codifiche sbagliate, mancanza di parti della dichiarazione,
ecc.);
-
sono stati realizzati dei programmi per produrre «grafici e tabelle»,
pagine da mettere sul sito web, file e database nei formati richiesti dai
diversi «clienti» (Unione Regionale, Provincia, consorzi, ecc.).
Pensando
poi che la materia prima necessaria ad alimentare tutto il sistema sono
i dati contenuti nelle dichiarazioni, si è tentato di incrementare
la quantità di materia prima, cioè il numero di dichiarazioni
pervenute, nella consapevolezza che non tutte le imprese tenute alla dichiarazione
la avevano presentata. Per fare questo è stato necessario utilizzare
tutta l’esperienza accumulata da Cedcamera con il progetto ASPO nel trattare
statisticamente i dati. Sono state così individuate 13.000 imprese
(nella provincia di Milano) che non avevano mai fatto il MUD che sono state
opportunamente sensibilizzate al problema.
Lo
schema del sistema informatico che supporta il sistema è raffigurato
qui sotto.
Dal
punto di vista informatico la scelta della tecnologia intranet/internet,
o di tecnologie che facilmente potessero essere convertite in internet,
è stato il cardine del sistema. Il problema principale nel sistema
MUD è la sua «variabilità»: poiché la
normativa non è completamente assestata e il fenomeno non è
conosciuto, ogni anno vengono introdotti degli aggiustamenti più
o meno rilevanti. Di conseguenza ogni anno i sistemi informatici devono
essere rivisti; occorre dunque utilizzare delle tecnologie che consentano
sia una distribuzione dei dati rapida e a basso costo, sia una manutenzione
facile, sia infine la possibilità di essere utilizzate direttamente
da utenti finali.
A
oggi non tutte le componenti del sistema sono in tecnologie intranet/internet,
ma sono già in programma gli sviluppi per realizzarle attraverso
l’utilizzo massiccio di strumenti che vanno sotto il nome di datawarehouse,
data mining e olap, cioè di strumenti che, via internet, consentono
di interrogare le basi di dati, analizzare i dati secondo i molteplici
criteri che possono interessare in quel momento e senza la necessità
di dover riprogettare le applicazioni e/o i database di supporto.
I
risultati raggiunti sono confortanti. Sin dal primo anno le operazioni
sono state portate a termine nei tempi previsti (già notevolmente
più rapidi della media nazionale), nel budget stabilito e con una
qualità elevata. Il prossimo passo, per il quale di nuovo la tecnologia
informatica potrà dare un contributo rilevante, sarà di migliorare
la qualità del sistema e ciò avverrà, per tornare
all’inizio, con le parole di Deming, riducendo la variabilità dei
principali processi.
Bozza flusso MUD '98
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