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Impresa & Stato n°47 

LA QUESTIONE AMBIENTALE

COSTRUIRE LO SVILUPPO SOSTENIBILE

 di 
Paolo Pipere

Strategie locali e globali per arrivare ad un punto di svolta nel tradizionale modo di concepire i rapporti tra economia e miglioramento della qualità ambientale.

Il concetto di sviluppo sostenibile rappresenta un punto di svolta estremamente importante nel tradizionale modo di concepire i rapporti tra economia e miglioramento della qualità ambientale. Le novità, e non si tratta certo di innovazioni di poco conto, sono sostanzialmente due: da un lato, si ammette che le magnifiche sorti e progressive garantite dalle leggi del mercato e, per quasi universale riconoscimento, dagli interventi statali di correzione, trovano un limite nell’esigenza di garantire condizioni di vita accettabili alle presenti e alle future generazioni; dall’altro, si accetta di considerare lo sviluppo economico, e il conseguente miglioramento della qualità della vita in una parte consistente del pianeta, come un obiettivo altrettanto importante rispetto a quello costituito dalla difesa ad oltranza degli ecosistemi. Ciò non significa, naturalmente, né che il conflitto tra le posizioni tradizionali si sia definitivamente sopito, né che non riemerga sotto mentite spoglie: «Più posti di lavoro o più parchi nazionali?»; ma piuttosto che oggi nel nostro Paese esistono le condizioni - fondamentalmente una diversa sensibilità sia del mondo imprenditoriale sia dei cittadini e delle associazioni ambientaliste - per iniziare a costruire nella prassi un modello di sviluppo sostenibile.

UN’OPPORTUNITÀ DA COGLIERE
Ma perché occuparsi di ambiente in un momento in cui il processo di globalizzazione dell’economia sta mostrando i suoi limiti, in una contingenza nella quale le crisi locali hanno sempre più spesso ripercussioni planetarie e gli effetti del crollo della borsa in un Paese dell’Estremo Oriente giungono a toccare le piazze finanziarie più importanti, e all’apparenza più solide, del mondo?
Innanzi tutto perché, se l’interdipendenza tra i diversi sistemi economici è giunta a livelli impensabili anche solo qualche anno fa, e sempre più spesso ci si ritrova a pensare alla necessità di arginare, di regolare questi fenomeni, anche per quanto riguarda i problemi ambientali la situazione non è molto diversa. Ciò che tradizionalmente veniva percepito come un problema locale, o al massimo regionale, oggi si dimostra invece come un fenomeno, un’emergenza, di portata planetaria. 
Se, da un lato, le piogge acide, il buco nell’ozono, l’effetto serra, la desertificazione e, più in generale, i cambiamenti climatici sono al contempo fenomeni globali caratterizzati da disastrosi effetti locali e da cause non direttamente imputabili a fatti specifici avvenuti in luoghi precisamente identificabili; dall’altro, le crisi ambientali locali - il colossale incendio delle foreste che ricopre di fuliggine una consistente parte dell’emisfero terrestre, i danni ambientali provocati dal naufragio di una petroliera, le emissioni in atmosfera dei paesi in via di sviluppo nei quali non esistono efficaci strumenti di controllo - sono altrettanti esempi di fenomeni regionali o nazionali capaci di dispiegare i propri effetti sull’intero pianeta e di incidere, spesso pesantemente, sulle prospettive di sviluppo economico generali.
Ma la dimensione globale dei fenomeni che attentano alla qualità ambientale non esime dal tentativo di individuare strategie locali che possano contribuire ad attenuare gli effetti di tali eventi. 
La duplice urgenza, quella economica, la necessità di risparmiare risorse ed energia per garantire una prospettiva di sviluppo futuro meno incerta e problematica, e quella ecologica, l’esigenza di arginare gli effetti degli impatti ambientali delle attività umane, rappresenta, infatti, una straordinaria occasione per avviare iniziative che possano rendere più vicino l’obiettivo costituito dallo sviluppo sostenibile.
Non si tratta semplicemente di far appello alla sensibilità dei singoli individui, siano essi imprenditori o consumatori, e neppure di presentare la necessità di tutelare l’ambiente come un imperativo di carattere morale, ma piuttosto di creare le condizioni affinché divengano economicamente convenienti attività in grado di assicurare anche un vantaggio ecologico.

ECONOMIA ED ECOLOGIA
Non ci si trova nelle condizioni di dover partire da zero, ma invece in una situazione in cui è necessario fornire un concreto supporto alle imprese che si stanno già muovendo in questa direzione. Percepita la domanda sociale volta ad ottenere un maggior livello di qualità dell’ambiente nel quale viviamo, queste aziende - prevalentemente di grandi dimensioni - stanno operando su base volontaria per fare di più rispetto a quanto la legge richiede loro di fare. I programmi di riduzione del consumo di materia e di energia, l’adozione di sistemi di gestione ambientale, la valutazione dell’impatto ambientale che i prodotti possono generare nel corso del loro ciclo di vita e nel periodo successivo alla loro dismissione sono solo alcuni esempi di questo atteggiamento anticipativo e innovativo.
Questo genere di strumenti di carattere volontario volti a ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive, adottati dalle imprese in quanto ritenuti in grado di condurre a benefici di natura economica, sono interessanti per due ordini di motivi: in primo luogo perché sono complementari e più efficaci rispetto alla regolamentazione affidata a strumenti normativi tradizionali; in secondo luogo in quanto - soprattutto nel caso dei sistemi di gestione ambientale e della valutazione del ciclo di vita del prodotto - comportano necessariamente il coinvolgimento di altre imprese in questo circolo virtuoso. Le imprese con un sistema di gestione ambientale certificato, ad esempio, sono tenute a far sì che i propri fornitori attivino sistemi di controllo e di continuo miglioramento delle prestazioni ambientali. È in gioco, infatti, la credibilità del sistema: le imprese certificate devono dimostrare che tale risultato non è stato raggiunto esternalizzando le lavorazioni caratterizzate da un elevato impatto sull’ambiente.
La promozione della certificazione ambientale, un tema rispetto al quale la Camera di Commercio di Milano è da anni impegnata, è pertanto un esempio di strategie locali capaci di produrre, per effetto della stretta interdipendenza tra i sistemi economici, un risultato su ampia scala, che varca i confini regionali e nazionali.
Perché la promozione sia realmente efficace, però, non è sufficiente limitarsi al livello - senza dubbio importante - dell’informazione in merito alle possibilità di acquisire un vantaggio competitivo attraverso i sistemi di gestione ambientale, ma è essenziale in primo luogo individuare con precisione le difficoltà che si frappongono all’adozione di questi strumenti volontari, e in secondo luogo operare affinché questi ostacoli vengano rimossi.
L’obiettivo conoscitivo è stato perseguito da un lato acquisendo, soprattutto per mezzo del network di specialisti di problemi ambientali delle grandi Camere di Commercio europee, informazioni di prima mano sulle esperienze già attuate negli altri Paesi e trasmettendole alle piccole e medie imprese italiane, dall’altro realizzando, in collaborazione con l’Unione Europea e la Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche, uno dei primi progetti pilota italiani su questo tema.
Il tentativo di rimuovere le difficoltà che incontrano le imprese lungo il percorso che porta alla certificazione ambientale, invece, si sta realizzando per mezzo della collaborazione con le grandi aziende che hanno aderito al Club delle imprese per l’ecoefficienza, un’iniziativa promossa dalla Camera di Commercio di Milano e dal Politecnico di Milano. Grazie all’impegno di queste aziende si intende, in primo luogo, raggiungere l’obiettivo costituito da una concreta incentivazione, in termini di condizioni assicurative e di accesso al credito più vantaggiose, dell’adozione della certificazione ambientale da parte delle piccole e medie imprese, e in secondo luogo ottenere dagli enti locali un riconoscimento ufficiale, in termini di riduzione del carico burocratico, dell’impegno a favore dell’ambiente messo in campo dalle imprese certificate. 
Non bisogna dimenticare, infine, che l’effettiva riduzione degli impatti ambientali delle attività produttive passa anche attraverso l’acquisizione da parte delle piccole e medie imprese delle più avanzate tecnologie disponibili. Per questo motivo la Camera di Commercio di Milano ha collaborato alla realizzazione di iniziative, quali la Prima conferenza sulle tecnologie ambientali, svoltasi a Pittsburgh nel novembre del 1997, e il Primo incontro fra imprese italiane e spagnole sulle tecnologie per la protezione dell’ambiente, svoltosi a Madrid nel giugno 1998, finalizzate a favorire la diffusione e lo scambio di questo genere di tecnologie.