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IL CISGEM, FRA ANTICO E MODERNO

di Gabriele Lanfredini

Il fascino. È il primo sentimento che colpisce chi si pone in ammirazione di una gemma.
Non è certo questo il luogo per fare della poesia, Impresa & Stato affronta le questioni più rilevanti del nostro tempo sotto l’aspetto economico e sociale.
Ma non c’è chi non possa capire come il settore gemmologico abbia, di per sé, un supplemento di meraviglie in più. Così come si evince dai volumi della collana Cisgem «Gemmologia in Europa», l’ultimo dei quali, il sesto, è dedicato alle gemme del mare.
Ogni capitolo è il racconto di una gemma fiorita nelle profondità di un continente d’acqua, come un oceano.
Come non incantarsi davanti ad una perla, ad un corallo, all’ambra o ai diamanti, ad uno zaffiro, ad una conchiglia incastonata in un cammeo?
L’opera del creato, nella sua sfolgorante bellezza, travalica così di gran lunga ogni nostra concezione estetica.
La scoperta diventa così quasi un atto contemplativo perché è il rispetto dei tempi lunghi ma sapienti della natura: di un macrocosmo o di un microcosmo (come nel caso delle gemme del mare) che si organizza in forma di assoluta, ineguagliata opera d’arte.
Forse anche qui vale l’atteggiamento del filosofo Blaise Pascal:  «L’ultimo passo della ragione è riconoscere che vi sono un’infinità di cose che la superano.»
Ma non c’è solo l’aspetto estetico o fruitivo. C’è anche l’aspetto delle arti applicate.
E qui vorrei ricordare il «Tesoro Trieste» esposto nei Musei Civici di Padova, ma anche le grandi rassegne di settore e la capacità di mobilitare energie, tecniche di lavorazione fra le più raffinate, di movimentare investimenti e capitali, di produrre un cospicuo giro di affari.
I consumatori vanno alla ricerca della qualità del prodotto, della sua raffinatezza, quasi che esso sia, in qualche modo, specchio di una bellezza quasi assoluta.
Il Cisgem si muove così fra antico e moderno, fra leggi di mercato e gusti che non tramontano di un pubblico di estimatori appassionati.
Da qui l’esigenza di porre al servizio degli operatori strumenti di conoscenza adeguati: la biblioteca, la diateca, il rapporto sempre più stretto col Ministero dei Beni Culturali, la ricerca storica e scientifica.
Un settore in piena evoluzione che ha un futuro perché ha saputo mantenere il fascino di un cuore antico.