Impresa
& Stato n°46
IL MERCATO DEI SERVIZI
PROFESSIONALI
di
Bruno Ermolli
Le prestazioni
dei professionisti non possono considerarsi indipendenti dalle dinamiche
del contesto economico in cui vengono svolte.
Gli
ultimi decenni hanno visto una significativa crescita e una notevole internazionalizzazione
del settore dei servizi professionali in tutti i Paesi industrializzati.
I servizi professionali rivolti alle imprese hanno svolto un ruolo determinante
nel conseguire questo risultato.
L’estremo dinamismo che
caratterizza la realtà socio-economica (cambiamenti politici, innovazione
tecnologica, processo di globalizzazione economico-finanziaria) ha spinto
le imprese verso nuove frontiere di efficienza, inducendole ad esternalizzare
le funzioni terziarie più specialistiche. Queste ultime hanno trovato
in apposite strutture operative autonome la loro migliore collocazione
organizzativa e gestionale, al fine di rendere meno compatte le strutture
operative interne ricorrendo all’acquisizione, all’esterno, di terziario
mirato e di alta qualità.
La competizione internazionale,
stimolata dai processi di internazionalizzazione dei mercati e dalla diffusione
di nuove tecnologie, si è dunque riflessa sui mercati dei servizi
professionali, conferendo agli stessi un ruolo particolarmente propulsivo
per il sistema economico.
Le Camere di Commercio,
nella consapevolezza di tutto ciò, sono sempre state sensibili alle
problematiche del mondo professionale, con un occhio particolarmente attento
alle realtà in forte crescita, come il settore del terziario avanzato.
Si tratta di un comparto
economico, infatti, che fornisce strumenti preziosi per il miglioramento
della produttività e dell’efficienza imprenditoriale. Il legame
che ha sempre unito le Camere di Commercio e il mondo delle libere professioni
è proprio il loro comune interlocutore: l’impresa.
LOGICHE DI MODERNIZZAZIONE
Camere e professionisti
giocano entrambi un ruolo di supporto e di assistenza alle imprese erogando
servizi che consentono a queste ultime sempre più elevati standard
di efficienza.
L’obiettivo che il sistema
camerale si propone di realizzare, nel settore dei servizi alle imprese,
è quello di superare il modello dualista che contrappone un settore
pubblico arretrato ad un settore privato avanzato, per la realizzazione
di un modello di offerta competitivo sia sul piano della qualità
sia a livello di efficienza.
Ecco il motivo per cui le
esperienze del terziario avanzato sono guardate con particolare interesse
dalle Camere di Commercio: grandi vantaggi possono essere tratti dall’interazione
con un settore che adotta logiche e procedure innovative.
Le grandi trasformazioni
che hanno investito l’economia e la società hanno indotto la pubblica
amministrazione a mettersi fortemente in discussione, abbandonando le vecchie
resistenze alla modernizzazione e cominciando ad acquisire logiche e modelli
di funzionamento più vicini al mondo delle imprese; ora, a riflettere
in particolare su questi temi, sono chiamati gli Ordini professionali.
Le Camere di Commercio stanno
seguendo con grande attenzione il dibattito che si sta svolgendo sul tema
della riforma delle libere professioni; un dibattito che vede tra i principali
interlocutori il Governo, gli Ordini professionali e l’Antitrust.
Proprio la significativa
crescita delle imprese di fornitura di servizi professionali, legata inscindibilmente
ai profondi cambiamenti economico-sociali in precedenza evidenziati, hanno
fatto emergere il problema di un certo superamento dello svolgimento in
senso tradizionale della professione.
NOZIONI COMUNITARIE
La regolamentazione adottata
nel nostro Paese è indubbiamente più restrittiva rispetto
a quella dei principali Paesi europei - nei quali esistono da tempo sistemi
che prevedono forme organizzative di tipo societario per quanto concerne
l’esercizio dell’attività professionale - e la stessa nozione comunitaria
di impresa, che dovrebbe abbracciare qualsiasi entità, compreso
il libero professionista, non ha ancora trovato puntuale riscontro all’interno
del nostro ordinamento.
Ora, come sostiene l’Antitrust,
tali maggiori restrizioni esistenti nel nostro Paese rischiano di tradursi
in un concreto svantaggio per i nostri professionisti rispetto ai colleghi
stranieri.
Se, infatti, le specificità
delle professioni protette hanno giustificato, in passato, l’introduzione
di particolari tutele e vincoli, attualmente occorre una opportuna rivisitazione
della materia in considerazione delle mutate esigenze del mercato, in modo
da consentire ai professionisti di poter rispondere adeguatamente alle
sfide che gli stessi saranno chiamati ad affrontare nel contesto europeo.
Una società avanzata
ha bisogno di sistemi normativi e amministrativi moderni, in grado di adeguarsi
prontamente alle esigenze di cambiamento provenienti dal tessuto economico-sociale.
La rapidità di risposta che gli operatori economici richiedono alle
loro controparti pubbliche e private induce a riflettere sull’esistenza
di tutte quelle regole che, invece di costituire una garanzia, possono
tradursi in una superflua limitazione dell’attività economica.
Ridefinire il ruolo degli
Ordini non solo non significa sminuirne la funzione storica di identificazione
professionale ma dovrebbe comportare addirittura la valorizzazione di tutti
quei compiti che rispondono alle esigenze di affidamento dei terzi, di
correttezza nello svolgimento delle attività, di certificazione
della qualità delle prestazioni.
La sfida che si pone per
il legislatore, in questo periodo di grande fermento per il mondo professionale,
è quella di un ripensamento della regolamentazione, finora adottata
in materia, al fine di consentire ai professionisti di offrire servizi
altamente competitivi, che siano all’altezza di quelli offerti da società
estere.
Le prestazioni professionali
non possono considerarsi indipendenti dalle dinamiche dei mercati nelle
quali esse vengono svolte e i professionisti, per essere veicoli di innovazione
e di miglioramento della competitività, dovrebbero essere in grado
di ricorrere a livelli organizzativi e dimensionali adeguati.
La Camera di Commercio,
quale ente pubblico che si colloca strategicamente tra imprese e istituzioni,
non può non avvertire l’importanza delle spinte e delle contrapposte
resistenze al cambiamento, entrambe alimentatrici del dibattito sulla riforma
delle professioni protette.
Ma la propria propensione
ad optare per il cambiamento, quando questo è sinonimo di modernizzazione,
la Camera l’ha già ripetutamente dimostrata.
Infine, è indubbio
che se il mondo professionale seguirà la tendenza di una sempre
maggiore identificazione con quello imprenditoriale, il suo legame con
le Camere di Commercio diventerà ancora più stretto.
Si pensi, ad esempio, all’obbligo
di iscrizione nel Registro delle imprese: è proprio quella del Registro
delle Imprese, raffinato strumento che garantisce la conoscibilità
di tutti i fatti giuridicamente rilevanti posti in essere dagli operatori
economici, una delle esperienze che hanno rafforzato il ruolo di istituzione
del mercato degli enti camerali.
In conclusione, anche nei
confronti dei nuovi modi di organizzazione dell’attività professionale,
le Camere di Commercio sono pronte a svolgere efficacemente la loro funzione
primaria di promozione degli interessi generali delle imprese.
|