Impresa
& Stato n°44-45
LA REGOLAZIONE
DEL MERCATO
Per la qualita' dei
servizi pubblici
Il lavoro dell'
Osservatorio per i Consumatori: una nuova forma di tutela per una categoria
riconosciuta come soggetto autonomo del mercato.
di
Sara
Treu
Le
tematiche inerenti i consumatori trovano la loro naturale collocazione
in seno alla Camera di Commercio, in virtù di quell’attenzione che
il legislatore ha voluto sottolineare in materia appunto di consumo, attraverso
il dettato della legge di riforma delle Camere. Come è noto, infatti,
l’art. 10 c. 6) della legge n. 580/93 prevede che all’interno del Consiglio
camerale siano rappresentate anche le associazioni di tutela degli interessi
dei consumatori e degli utenti. Con l’entrata in vigore della legge, dunque,
i consumatori vengono riconosciuti come soggetti autonomi del mercato,
aventi pari dignità rispetto alle imprese, e ottengono una legittimazione
anche formale, acquisendo per la prima volta una rappresentanza all’interno
degli organi di governo degli enti camerali. In considerazione di ciò
- cosa che peraltro comporta necessariamente il dovere, da parte degli
organi camerali, di tenere presenti gli interessi dei consumatori nei processi
decisionali - la Camera di Commercio di Milano ha preso spunto per riflettere
sull’opportunità di sondare a fondo le problematiche consumeristiche.
Le riflessioni scaturite
da queste considerazioni hanno cominciato a prendere corpo già nel
1995, nel tentativo di delineare e di definire un idoneo strumento di lavoro
e le linee di intervento in materia, per dare forza concreta alla legge
e per far calare pertanto il dettato normativo nella prassi. Poiché
la materia consumeristica pareva adattarsi bene alla formula dell’osservatorio,
nel maggio 1996 è stato costituito presso il nostro ente l’Osservatorio
per i Consumatori sulla Qualità dei Servizi. Scopo prioritario di
questa struttura permanente - che assume la forma di un gruppo di studio,
di riflessione e di confronto, nonché di un laboratorio per l’elaborazione
di stimoli - è l’attività di approfondimento delle tematiche
consumeristiche, attraverso il monitoraggio dei fenomeni, l’approfondimento
delle normative, la formulazione di proposte.
Lo spunto di riflessione
iniziale ha poi portato alla necessità di far luce sulle problematiche
e sulle questioni di più diretto interesse per i consumatori, incentivando
all’interno del mercato una presa di coscienza delle tematiche a riguardo
e la diffusione di un linguaggio e di una cultura comuni che sapessero
interpretare e cogliere il nuovo ruolo del consumatore come soggetto attivo
del mercato.
UNA CULTURA CONSUMERISTICA
In effetti diviene centrale
il problema della diffusione di una rinnovata cultura consumeristica. L’Osservatorio
ha ritenuto importante riflettere su alcuni problemi di fondo in relazione
alla differenza tra i sistemi di common law da una parte, in cui il cittadino/consumatore/utente
viene considerato come soggetto attivo, critico, adulto e consapevole,
in grado di esercitare forme di controllo e di partecipazione, e i sistemi
di civil law dall’altra, in cui il cittadino/consumatore/utente viene invece
percepito come soggetto da tutelare. È interessante a questo proposito
osservare che è in atto una vera e propria rivoluzione culturale.
Vi è la consapevolezza che il "fruitore" del servizio/prodotto è
anche contribuente, cittadino, portatore di aspettative e centro di diritti.
Non si pone più in posizione subordinata e di "sudditanza", ma è
soggetto attivo che interagisce con il sistema.
In considerazione del nuovo
ruolo che il consumatore ha assunto nel corso di questi ultimi anni, fondamentale
diveniva intraprendere il percorso cominciando dall’analisi dei settori
relativi ai servizi pubblici, che possono essere considerati idonei e attendibili
indicatori del grado di "civiltà" di un Paese.
Partendo dall’assunto che
il mercato si conquista cominciando dalla qualità, dopo alcune riunioni
programmatiche e di orientamento, l’Osservatorio è entrato nel vivo
della materia relativa alla qualità dei servizi pubblici, sia attraverso
lo studio della normativa nazionale, comunitaria e comparata, sia tramite
l’osservazione e il monitoraggio delle carte dei servizi e di iniziative
volte al miglioramento della qualità. Anche su quest’ultimo versante
sono state prese in considerazione e comparate le esperienze di altri Paesi
europei.
Il lavoro che ne è
emerso è stato piuttosto corposo e articolato. È importante
specificare quale ruolo l’Osservatorio abbia voluto ricoprire in tema di
carte dei servizi, onde non generare equivoci in relazione a presunte sovrapposizioni
di competenze o esercizi di potere non previsti. È doveroso, infatti,
informare che esiste, presso il Ministero della Funzione Pubblica, uno
specifico Comitato permanente per l’attuazione delle carte dei servizi
pubblici, previsto dalla Direttiva del Consiglio dei Ministri del 27 gennaio
1994 e costituito con decreto del Ministero della Funzione Pubblica in
data 4 novembre 1994. A questo organismo competono funzioni di indirizzo,
documentazione, valutazione, vigilanza e controllo. Non è qui il
caso di entrare nel merito dell’attività del Comitato e della sua
effettiva operatività, minata purtroppo sin da principio da carenze
di risorse, limiti strutturali e funzionali e ostacoli organizzativi. È
importante, invece, rilevare che l’attività dell’Osservatorio non
avrebbe comunque potuto - nonostante le difficoltà operative del
Comitato - sovrapporsi o sostituirsi ad un organo istituzionale appositamente
creato. L’Osservatorio, sin dai primi passi, ha voluto e dovuto prendere
le distanze da velleità ispettive, di vigilanza, di controllo, che
non gli competono. L’obiettivo dell’Osservatorio in questo campo non poteva
che essere di studio e approfondimento della normativa, di monitoraggio
e raccolta delle carte, di analisi critica degli indicatori di qualità
in esse contenuti, in modo tale da svolgere una funzione di stimolo, propulsiva
e propositiva, nei confronti del legislatore sul piano normativo e del
Comitato stesso sul piano operativo.
LE CARTE DEI SERVIZI
Fatta questa fondamentale
precisazione, possiamo entrare nel vivo dei contenuti, esponendo sinteticamente
il lavoro sino ad ora svolto in materia di carte dei servizi.
Sono stati presi in considerazione
in particolare i settori della mobilità, delle telecomunicazioni,
dell’energia elettrica, dell’erogazione del gas, dell’assistenza e previdenza
sociale. Entrando maggiormente nei dettagli, è possibile esporre
le considerazioni che seguono:
1) settore dell’energia
elettrica: le carte dei servizi risultano molto curate dal punto di vista
della comunicazione e contengono un buon numero di informazioni rispetto
alle voci previste dallo schema di riferimento, soprattutto per quanto
riguarda le caratteristiche tecniche;
2) settore dell’erogazione
del gas: all’interno di questo settore vi sono notevoli differenze a seconda
delle dimensioni dell’azienda (i grandi gestori hanno adottato carte complessivamente
complete ed esaurienti) e molti sono i soggetti inadempienti;
3) settore della mobilità:
nonostante la mancata emanazione del relativo schema di riferimento, le
carte dei servizi sono state oggetto di spontanea iniziativa da parte di
alcune aziende; oltre ad aziende dell’area milanese, ci si è spinti
ad analizzare i servizi ferroviari nazionali e di gestione aeroportuale,
con risultati estremamente eterogenei, che vanno da una elevata sensibilità
a politiche aziendali quality oriented - che hanno portato a buoni risultati
-, a quadri molto sconfortanti, che sono sotto gli occhi di tutti;
4) settore delle telecomunicazioni:
data l’assenza di un quadro normativo che introduca anche in questo settore
l’obbligo di adozione di una carta dei servizi, il "Regolamento di Servizio"
resta l’unico strumento applicato; questo risulta tuttavia molto lontano
dalla filosofia di rinnovamento che coinvolge le altre public utilities,
anche se va rilevato che, attraverso alcuni "rapporti qualità",
nonché grazie a procedure di reclamo, conciliazione e arbitraggio,
la sensibilità verso la customer satisfaction è andata crescendo;
5) settore dell’assistenza
e previdenza sociale: la carta dell’INAIL è piuttosto tecnica e
segue fedelmente lo schema di riferimento, mentre quella dell’INPS è
ancora solo in bozza (nonostante i termini già scaduti); il Ministero
del Tesoro ha invece optato per una rielaborazione dello schema, adottando
una carta più chiara e vicina alle esigenze dell’utenza.
Accantonato l’approfondimento
della realtà milanese e - laddove necessario e opportuno - di quella
nazionale, l’analisi dell’Osservatorio si è spinta anche oltre confine,
confrontando l’esperienza di altri Paesi europei in materia di carte dei
servizi e di iniziative relative alla qualità. Lo studio internazionale
ha riguardato anche la normativa comparata - con particolare riferimento
a Regno Unito, Francia e Belgio -, nonché quella comunitaria di
riferimento. Proprio attraverso questa analisi giuridica, integrata con
il monitoraggio di concrete iniziative volte al raggiungimento della qualità,
sono state approfondite le fondamentali differenze - sopra esposte - a
carattere culturale, di impostazione, di interpretazione e di sensibilità
in materia, tra i Paesi in cui vige un sistema di civil law e quelli in
cui vige un sistema di common law.
Per quest’anno l’Osservatorio
prevede di non abbandonare del tutto il tema delle carte dei servizi. Infatti,
entro il mese di maggio, la ricerca sino ad ora condotta verrà aggiornata
e pubblicata in un volume all’interno della collana dedicata agli Osservatori.
L’intero lavoro svolto sarà inoltre oggetto di un convegno previsto
per giugno.
Per completare la ricerca,
si provvederà altresì all’elaborazione di una carta standard
dei servizi. Questa vorrebbe essere una sorta di "carta dei servizi della
città di Milano" a servizio e tutela dei cittadini, e dovrebbe configurarsi
come un collage di requisiti e parametri minimi di riferimento.
Altri temi - su cui si sta
riflettendo e che nel prossimo futuro potranno essere oggetto di discussione
all’interno dell’Osservatorio - potranno essere i seguenti:
1) nuovi strumenti di comunicazione
con il consumatore/utente: questo tema può essere trattato sia dal
versante del settore pubblico - attraverso l’analisi dell’attività
degli URP (Uffici per le Relazioni con il Pubblico) e l’elaborazione di
un nuovo modello di comunicazione/informazione al passo con i tempi -,
sia dal versante privato - con particolare riferimento alla normativa UNI
sui reclami -;
2) consumatori ed euro:
studio delle problematiche inerenti l’introduzione dell’euro e l’impatto
relativo in materia di consumo;
3) il cittadino/consumatore/utente
e la normativa sulla privacy: limiti all’utilizzo da parte di imprese e
P.A. di dati personali e strumenti di informazione e di tutela per i cittadini.
Infine è partito
un progetto finalizzato per la costituzione di un centro di documentazione
completo di banca dati telematica, che in primis funga da supporto tecnico-informativo
alle associazioni di tutela degli interessi dei consumatori, ma che contemporaneamente
sia rivolta a tutti coloro che siano interessati ad approfondire le tematiche
consumeristiche.