Impresa
& Stato n°44-45
LA REGOLAZIONE
DEL MERCATO
Gli osservatori, nuovo
strumento di lavoro
Luoghi non solo
di monitoraggio, ma anche di studio e di analisi dei fenomeni legati al
mercato, per individuare linee di intervento nella regolazione.
di
Sara
Treu
Le
Camere sono state investite dal legislatore dello specifico ruolo di fulcro
centrale del mercato: ad esse le imprese possono rivolgersi per trovare
la propria istituzione di riferimento, capace di interpretarne le esigenze
e di tradurle in sforzi propositivi e dinamici, in praxis e in azione.
Le Camere, nella loro veste
di enti super partes, non possono che essere portatrici di interessi superiori
e generali, che non scendano nel settoriale e nel particolare, ma che siano
viceversa rappresentativi - nell’ambito della circoscrizione territoriale
di competenza - del mercato e del tessuto economico-sociale nel suo complesso.
Le Camere, nella loro natura duplice e gemina a cavallo tra pubblico e
privato, tra mercato e pubblica amministrazione, si trovano oggi più
che mai ad assolvere una mission peculiare, specifica, strategica, di luogo
in cui si compenetrano i valori di mercato con l’etica pubblica.
Con grande sensibilità
il legislatore ha voluto riconoscere alle Camere una funzione di regolazione
all’interno del mercato, di arbitro degli operatori in gioco, di controllo
delle regole economiche, di garanzia dell’agire secondo regole di equità,
giustizia, legalità, onde evitare che, in un mercato lasciato a
se stesso, prevalga la "legge del più forte", con le sue forme devianti
e predatorie. Le funzioni attribuite agli enti camerali in sede di riforma
e di riordino e riconducibili al concetto - in senso lato - di "regolazione
del mercato", da un lato sono state schematicamente e sinteticamente enunciate
all’interno della norma (con particolare riferimento agli artt.2 e 8 della
L. 580/93), dall’altro sono rimaste suscettibili di interpretazioni che
proprio in quanto tali non possono essere univoche e inequivocabili, soprattutto
in relazione al modus operandi, alle modalità di intervento. Prima
ancora di soffermarsi a riflettere sugli strumenti utilizzabili, è
stato fondamentale partire, sin dal principio, da una definizione e da
una caratterizzazione del nuovo ruolo strategico attribuito agli enti camerali,
onde evitare una pericolosa "crisi di identità" che avrebbe potuto
in parte sovrapporsi e in parte sostituirsi a quel regime transitorio in
cui le Camere si sono trovate ad operare per troppi decenni. Il rischio
in agguato, in effetti, era che si potesse creare un gap tra l’attribuzione
di nuovi compiti e gli effettivi strumenti a disposizione degli enti camerali
per il conseguimento degli stessi. Si rendeva pertanto necessario compiere
uno sforzo creativo e propulsivo per colmare questo possibile vuoto. L’esperienza
della Camera di Commercio di Milano in questo senso è stata sicuramente
proficua e ha portato a scelte innovative e originali che si sono rivelate
efficaci e costruttive rispetto allo scopo. L’ente milanese è partito
da una analisi e da una riflessione sulle linee guida della riforma, introiettandone
la ratio ispiratrice e imboccando la strada della riforma e del riordino
in direzione di una "autoriforma" interpretativa e operativa; si è
posto il problema di come dare immediata operatività al dettato
normativo, cogliendo gli stimoli del legislatore senza procrastinarne oltre
l’applicazione in termini pragmatici; si è sforzato dunque di escogitare
nuovi strumenti di lavoro, tra cui, in primis, lo strumento dell’osservatorio.
Onde evitare il generarsi
di interpretazioni equivoche e scarsamente attinenti rispetto al termine
"osservatorio" e rispetto ai contenuti che ad esso vengono attribuiti nell’esperienza
di altri autorevoli enti e altre organizzazioni di varia natura, vale la
pena spendere qualche parola chiarificatrice in relazione a tutta quella
serie di significati che il termine stesso riveste per la Camera di Commercio
di Milano.
OSSERVARE E MONITORARE;
In effetti la parola "osservatorio",
così come viene comunemente utilizzata, risulta molto restrittiva
rispetto alle funzioni che grazie a questo strumento di lavoro vengono
invece assolte in seno alle attività della Camera di Milano. Gli
osservatori nati presso il nostro ente seguono infatti una logica, una
politica e una filosofia a trecentosessanta gradi rispetto ai fenomeni,
agli argomenti, ai temi che all’interno di essi vengono trattati, approfonditi,
sfaccettati. "Osservatorio" evoca per sua stessa etimologia il concetto
di osservare, di guardare, di rilevare. Tuttavia l’idea che ha ispirato
la nascita degli osservatori presso la Camera di Milano ha voluto andare
ben oltre la mera funzione di osservazione. L’"osservare" infatti trova
naturale collocazione all’interno del concetto di "monitorare", cui spesso
gli osservatori si rifanno e che risulta essere una funzione sicuramente
rilevante, ma tuttavia non sufficiente al raggiungimento di quegli obiettivi
che la Camera di Milano si prefigge di conseguire attraverso l’esperienza
appunto degli osservatori. Pertanto accanto all’osservare, al rilevare,
all’analizzare statisticamente, all’elaborare, si è tentato di associare
altre attività che compensassero ulteriori esigenze di approfondimento
costruttivo. Ecco allora che il termine "osservatorio" si è arricchito
di nuovi contenuti; è divenuto punto di fusione tra attività
di studio, di ricerca, di approfondimento teorico da un lato e verifica
sul campo, rilevazione empirica di dati, sperimentazione dall’altro; è
diventato fucina in cui fondere funzioni istituzionali della Camera con
stimoli, voci, esigenze del mondo imprenditoriale e associativo; è
divenuto anfiteatro in cui gli attori coinvolti trovano spazio per progettare,
proporre, elaborare. Grazie a questi strumenti di lavoro, infatti, la Camera,
nella sua funzione di integratore di sistemi, ha trovato il modo di promuove
sedi di incontro e luoghi aperti a tutti gli interlocutori interessati;
luoghi in cui coniugare l’obiettivo della conoscenza approfondita - che
è insieme teorica e pratica - dei fenomeni con la capacità
di elaborare proposte e progetti.
Gli osservatori della Camera
di Commercio di Milano sono stati pensati, forgiati e realizzati proprio
tenendo conto di alcuni obiettivi, alcune esigenze intransigibili, alcuni
scopi prioritari, riconducibili, oltre a quanto già specificato,
anche e soprattutto alla stimolazione di progettualità su temi che
abbiano una valenza al contempo politica e pragmatica. La ratio sottesa
alla progettazione di questi strumenti risulta dunque piuttosto articolata
e composita. Le esigenze che si desidera soddisfare, rispetto all’approfondimento
dei temi e dei fenomeni trattati, possono essere sintetizzate nelle seguenti
fasi:
- osservazione, monitoraggio,
raccolta dei dati;
- analisi ed elaborazione
dei dati;
- studio teorico/giuridico
approfondito della relativa normativa nazionale, europea, comparata;
- analisi dell’applicazione
effettiva della norma considerata;
- individuazione di possibili
linee di intervento;
- formulazione di proposte
presso le sedi competenti;
- divulgazione di dati,
conclusioni e risultati raggiunti.
Come è possibile
dunque rilevare da quanto sino ad ora espresso, il termine "osservatorio"
nell’accezione assunta dalla Camera di Milano, racchiude in sé anche
l’idea di gruppo di lavoro, di gruppo di studio, di luogo di confronto
e di dibattito, di laboratorio, di luogo per la sperimentazione e la progettazione,
di fucina di stimoli e proposte, di centro di documentazione per temi.
Lo strumento dell’osservatorio,
così come progettato presso la Camera di Milano e sperimentato ormai
con successo da diverso tempo, si è rivelato in differenti settori
efficace, completo, incisivo per affrontare tematiche importanti e di interesse
generale, soprattutto grazie alla flessibilità e dinamicità
della sua struttura. La formula progettata e messa a punto dalla Camera
di Milano fornisce uno strumento di lavoro di nuova concezione, agile e
propositivo.
Gli Osservatori presenti
presso il nostro ente seguono, in linea di massima, una struttura di base
comune a tutti - sulla quale è poi comunque sempre possibile intervenire
con altri e differenti elementi -, che è stata dapprima sperimentata,
poi perfezionata e infine standardizzata.
Entrando nei dettagli, è
possibile individuare all’interno della struttura degli osservatori un’articolazione
che prevede:
- una segreteria operativa;
- una segreteria scientifica;
- la partecipazione di componenti
provenienti dal mondo associativo, imprenditoriale, istituzionale;
- il contributo di interlocutori
privilegiati e di esperti.
ARTICOLAZIONE DELL'OSSERVATORIO
La funzione di segreteria
operativa - funzione che viene sempre strettamente gestita all’interno
del sistema/camera - può essere affidata, a seconda del tema peculiare
di ogni singolo osservatorio, ad un ufficio, oppure ad un’area, o ancora
ad una azienda speciale, nell’ambito della quale viene individuato un responsabile
di riferimento.
La segreteria operativa,
oltre ad assolvere compiti meramente collegati a funzioni appunto di segreteria,
organizzative, di accoglienza, di verbalizzazione e quant’altro, si pone
come struttura di collegamento, coordinamento e raccordo tra la segreteria
scientifica, i componenti l’osservatorio, gli interlocutori privilegiati
e la Camera nel suo complesso, con particolare riferimento agli organi
decisionali, alla Presidenza e alla Direzione. Ciò si traduce in
una attività che risulta piuttosto articolata e complessa, riconducibile
a:
- una fase di "progettazione",
nel momento della definizione del programma dei lavori;
- momenti "rappresentativi",
laddove è richiesto di dar voce a stimoli che possono essere esterni
rispetto all’osservatorio, ma pur tuttavia provenienti da organi/uffici
camerali;
- una azione di "collaborazione"
nel reperimento dei dati e delle fonti normative;
- una funzione di "controllo"
costante sull’attività della segreteria scientifica rispetto alle
finalità, agli scopi e alle competenze della Camera in generale
e dell’osservatorio in particolare;
- un ruolo di "raccordo"
con le altre Istituzioni;
- una funzione "propositiva",
nel formulare proposte e linee di intervento presso le sedi competenti;
- una attività di
"rilevanza pubblica", nel valutare l’opportunità di dare pubblicità
a studi, ricerche, approfondimenti condotti all’interno dell’osservatorio,
tramite conferenze stampa, convegni, pubblicazioni.
La segreteria scientifica
viene invece affidata ad un struttura di consulenza esterna all’ente, sia
essa costituita da un gruppo di ricercatori coordinati da docenti universitari,
oppure da centri di studi, oppure ancora da istituti di ricerca o da società
di consulenza. La segreteria scientifica si pone dunque come il mezzo tecnico-scientifico
attraverso il quale l’osservatorio studia un fenomeno dal punto di vista
più squisitamente teorico/normativo e successivamente lo monitora
in modo empirico, onde giungere da un lato alla definizione di un quadro
quanto più esaustivo possibile, dall’altro all’elaborazione di concrete
linee di intervento. La segreteria scientifica svolge pertanto una funzione
strumentale rispetto a quanto si trova a monte e a valle, rispetto cioè
alle finalità e al raggiungimento delle stesse all’interno dell’attività
dell’osservatorio.
Vi è uno stretto
e costante collegamento tra segreteria scientifica e segreteria operativa,
in termini di monitoraggio, di collaborazione, di coordinamento.
Il forte legame che si instaura
tra le due segreterie è in particolare rilevabile, per esempio,
nella fase dedicata alla progettazione e alla definizione del programma
dei lavori, rispetto alla quale la segreteria scientifica svolge una azione
di verifica della fattibilità degli argomenti e degli stimoli proposti
e/o raccolti dalla segreteria operativa, per tradurli nel modo migliore
e più consono in concrete possibilità di studio e di analisi.
Inoltre, nella delicata
fase - preliminare rispetto alla ricerca che viene successivamente condotta
dalla segreteria scientifica - di reperimento dei dati, la segreteria operativa
risulta in modo significativo parte attiva, non solo, per ovvie ragioni,
laddove la ricerca necessita di dati reperibili all’interno del sistema
camerale, ma anche nel momento in cui si rende necessario il coinvolgimento
di altri enti e istituzioni, ponendosi come ponte di collegamento e punto
di coordinamento tra questi e la componente tecnico-scientifica dell’osservatorio.
Infine vi è un costante
"controllo" da parte della segreteria operativa sulla attività scientifica,
in termini di attinenza delle ricerche rispetto agli obiettivi e alle finalità
sia della Camera che dell’Osservatorio, nonché in termini di "opportunità
politica", di "immagine", di "rilevanza pubblica".
La composizione degli osservatori
prevede inoltre, come precedentemente accennato, la partecipazione di rappresentanti
del mondo imprenditoriale, associativo, istituzionale. In questo contesto
giocano sicuramente un ruolo principe le associazioni, quali espressioni
di interessi attinenti non solo al mondo strettamente imprenditoriale,
ma all’intero tessuto economico-sociale. È bene precisare che queste
non vengono selezionate in base alla rappresentatività sul territorio,
come avviene per esempio per legge nella nomina di alcune commissioni o
nella stessa designazione dei componenti il Consiglio camerale; la composizione
dell’osservatorio vuole essere quanto più possibile flessibile,
aperta al confronto, dialettica e pertanto espressione di un totale ed
equilibrato pluralismo articolato. Non viene pertanto fatta una cernita
per così dire "quantitativa", ma piuttosto una scelta secondo caratteristiche
"qualitative" dei soggetti, in relazione ai programmi, alle finalità,
alle azioni intraprese, alle attività svolte da parte delle associazioni
coinvolte.
Oltre alla componente associativa
sin qui menzionata possono fare inoltre parte della composizione degli
osservatori rappresentanti degli ordini, dei collegi e degli albi professionali,
nonché esponenti di enti, istituzioni, organismi, comitati, commissioni,
attinenti il tema peculiare di ogni singolo osservatorio.
Possono infine essere invitati
a prendere parte alle riunioni dell’osservatorio interlocutori privilegiati
ed esperti selezionati in relazione all’argomento trattato. Questi non
fanno tuttavia parte integrante della composizione degli osservatori, ma
si tratta generalmente di autorevoli voci istituzionali che vengono coinvolte
di volta in volta nella discussione, allo scopo di assicurare un qualificato
confronto e un costruttivo dibattito.
UNA POLITICA VINCENTE
La politica degli Osservatori
si è rivelata sino ad ora vincente e costruttiva in molti ambiti
di intervento, ora assecondando l’attenzione che il legislatore ha dimostrato
rispetto ad alcuni temi, ora precorrendo i tempi e ponendosi in posizione
di avanguardia rispetto ad altri. A volte, infatti, la Camera si è
trovata giocoforza a dover "inventare" nuove vie e nuove strategie a seguito
di interventi normativi (legislativi e/o regolamentari) che spesso andavano
comunque interpretati e rielaborati; altre volte, viceversa, è stata
la Camera stessa a percepire in anticipo esigenze del mercato, del mondo
imprenditoriale ed economico, e a tradurle in azioni di promozione e sostegno,
di studio e approfondimento.
Gli osservatori, inoltre,
per la stessa struttura che è stata loro applicata, realizzano pienamente
nuove forme di comunicazione e di circolazione di informazioni in senso
orizzontale, reticolare, di network interattivo, sia all’interno del sistema
camerale nel suo complesso, che tra questo e le altre istituzioni e associazioni,
nonché tra queste e gli operatori socio-economici.
L’azione svolta dagli osservatori
trova espressione anche nella sensibilizzazione degli operatori e degli
interlocutori coinvolti, allo scopo di convogliare in modo sinergico e
congiunto l’attività di sollecitazione del legislatore e degli organi
di volta in volta competenti.
L’"osservatorio" si è
rivelato essere una forma molto moderna e all’avanguardia di "autogestione"
e di "autogoverno", pur tuttavia non restando chiusa in se stessa né
tanto meno relegandosi ad un ruolo sterile e infecondo. Al contrario gli
osservatori hanno dimostrato di possedere una forza pluridirezionale capace
di una concreta azione di coinvolgimento di tutto quanto vi è all’esterno
rispetto al mondo camerale, come microcosmi tematici che riescono a riprodurre
al loro interno la società intera, attraverso un collage di piccoli
pezzi rappresentativi del mondo imprenditoriale, associativo, istituzionale,
economico, sociale, giuridico, accademico, e così via.
Numerose sono le applicazioni
che lo strumento dell’osservatorio ha trovato in Camera di Commercio a
Milano. In questa sede interessa in particolare l’intera sfera della "regolazione
del mercato" che, nelle sue diversificate articolazioni, bene si è
prestata ad essere interpretata, studiata, approfondita, realizzata e applicata
seguendo il dettato normativo attraverso questo strumento.
Con attinenza rispetto alle
argomentazioni sino ad ora trattate, gli osservatori che di seguito verranno
descritti sono i seguenti :
- "Osservatorio per la Certificazione
e Registrazione d’Impresa", nato ben prima dell’emanazione del regolamento
di attuazione dell’art. 8 della L. 580/93 e di più ampio respiro
rispetto a questo;
- "Osservatorio Permanente
sull’Usura e la Criminalità Economica", operativo dal ‘95;
- "Osservatorio per i Consumatori
sulla Qualità dei Servizi", in attività dall’inizio del ‘96;
- "Osservatorio per la Rilevazione
dei Prezzi all’Ingrosso", a carattere fortemente tecnico;
- "Osservatorio sull’Economia
Civile", operativo dalla fine del ‘97, relativo al non profit;
- "Osservatorio sulla Regolazione
e Giustizia del Mercato", di recente istituzione.
In ultimo, si vuole ricordare
che, allo scopo di far conoscere all’esterno la notevole portata del lavoro
svolto e dei risultati raggiunti attraverso gli osservatori, accanto all’organizzazione
di conferenze stampa e convegni specifici - laddove opportuno -, è
appena nata una collana editoriale dedicata agli osservatori, che prevederà
la pubblicazione dei lavori più significativi e meritevoli di attenzione.
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