Impresa
& Stato n°43
LA SEMPLIFICAZIONE
AMMINISTRATIVA
Il deposito telematico
degli atti
Un esperimento
interno presso Cedcamera:
attivare un ambiente
tecnologico per la ricezione sicura
in Internet di
un bilancio prodotto in formato elettronico.
di
GIANFRANCO
MANCUSO e GIANPAOLO GALLI
Tra
gli effetti di maggiore impatto sulla Pubblica Amministrazione conseguenti
all'applicazione della legge Bassanini, assume particolare rilievo e urgenza
la necessità di prendere opportuna conoscenza delle tecnologie che
consentiranno di erogare, in forme sicure e veloci, servizi avanzati e
moderni per i cittadini e per le imprese.
Cedcamera - l'Azienda speciale
di servizi informativi della Camera di Commercio di Milano - ha più
volte operato come soggetto promotore nell'utilizzo di nuove tecnologie
per l'espletamento dei compiti istituzionali e promozionali del sistema
camerale milanese. Tra l'altro, nel 1995 ha dato vita al sito Internet
della Camera di Commercio di Milano - uno dei primi Web nell'ambito della
Pubblica Amministrazione italiana - che dal novembre di quell'anno ad oggi
ha visto la propria pagina di ingresso consultata circa 330.000 volte.
Le competenze tecnologiche,
la gestione operativa del sito camerale e lo sviluppo di nuovi servizi
basati sulla tecnologia di rete Internet, hanno suggerito di definire un
ambiente di prova entro il quale sperimentare una modalità di applicazione
del regolamento attuativo della legge Bassanini, con particolare riferimento
alle funzioni che conferiscono piena validità legale al documento
informatico e alla firma digitale.
LE PREMESSE
La sperimentazione è
stata condotta presso Cedcamera nel novembre 1997 e ha preso come riferimento
la bozza all'epoca disponibile del "Regolamento attuativo dell'articolo
15, comma 2, della legge 15 marzo 1997 n. 59, in materia di formazione,
archiviazione e trasmissione di documenti con strumenti informatici e telematici",
approvato dal Consiglio dei Ministri in data 31 ottobre 1997 ma non ancora
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica.
Il regolamento prevede il
sistema di crittografia a "chiave pubblica" come strumento per garantire
la validità legale di un documento informatico e del suo deposito
su un elaboratore elettronico mediante l'utilizzo di una rete di trasmissione
dati (un "canale telematico").
Nell'esperimento realizzato
in Cedcamera si è quindi cercato di verificare come sarebbe possibile
trattare secondo le nuove modalità documenti oggi prodotti su carta
e consegnati a mano, trovando le risposte a domande di natura tecnica e
operativa quali:
• come è possibile
depositare un documento elettronico utilizzando il canale Internet, in
alternativa al classico supporto magnetico (un dischetto), e garantire
la validità legale del tutto?
• come è possibile
identificare univocamente e con certezza il depositante "elettronico"?
• come è possibile
essere certi che ciò che viene inviato non sia stato modificato
per disturbi sulla linea trasmissiva o per l'intervento di terzi?
L'impostazione dell'esperimento
è derivata anche dall'approccio tipicamente pragmatico adottato
da Cedcamera: non tanto una valutazione "specialistica" - che potrebbe
rimanere fine a se stessa - delle nuove opportunità tecnologiche,
quanto piuttosto la verifica "sul campo" degli aspetti operativi connessi
alla trasmissione per via elettronica (EDI - Electronic Data Interchange)
e in forma "valida e sicura" dei documenti oggi prodotti su supporto magnetico
mediante programmi applicativi inquadrati nella logica dei cosiddetti "Sportelli
Virtuali".
Tali "sportelli", infatti,
rappresentano una soluzione tecnica e organizzativa, lanciata inizialmente
da Cedcamera, volta a mettere a disposizione degli utenti (Associazioni,
Commercialisti e Aziende) programmi software utilizzabili su personal computer
per espletare in modo guidato vari adempimenti burocratici e per produrre
la relativa modulistica, in forma sia cartacea che elettronica (dati su
dischetto magnetico), nel caso, per esempio, di compilazione delle denunce
al Registro delle Imprese, di redazione dei bilanci, delle dichiarazioni
MUD, ecc.
Attualmente è già
in prova presso alcuni utenti-pilota il pacchetto "Sportello 2000", finalizzato
alla compilazione delle denunce iscrittive delle imprese, come primo passo
del modo nuovo con il quale la tecnologia consente di gestire i rapporti
tra l'utente e la Pubblica Amministrazione. In particolare, poiché
l'obiettivo caratterizzante gli Sportelli Virtuali è semplificare
le attività degli utenti e ridurne tempi e costi, sia ottimizzando
le attività operative, sia limitando la possibilità di errori
e la necessità di spostamenti fisici delle persone, appare evidente
la completezza che deriverebbe per Sportello 2000 (oltre al vantaggio pratico
che ne avrebbe l'utente) se venissero adottate soluzioni capaci di garantire
la piena validità legale di documenti trasmessi in formato elettronico
direttamente dalla sede dell'utente a quella dell'ente pubblico di competenza.
L'ESPERIMENTO
Una volta definite e valutate
con la Vice Direzione di Cedcamera le condizioni al contorno anche di tipo
giuridico e organizzativo, oltre alle possibili relazioni con gli Sportelli
Virtuali, l'esperimento si è articolato nell'attivazione di un ambiente
tecnologico e dei relativi meccanismi per la ricezione sicura sul "Server
WEB" (cioè l'elaboratore che ospita il sito Internet) di un bilancio
prodotto in formato elettronico mediante il pacchetto "abcBilancio" prodotto
e commercializzato da Cedcamera.
Per il conseguimento di
tale obiettivo si è stabilito di utilizzare solo componenti software
esistenti e facilmente disponibili, che rispettassero degli standard probabili
se non già di fatto. In particolare, si è voluta sperimentare
la possibilità di verificare l'autenticazione della connessione
del "Client WEB" (cioè del software nel personal computer dell'utente
con il quale si può accedere alle pagine del sito) secondo il protocollo
SSL 3.0, che è in grado di garantire la sicurezza dei dati trasmessi
in forma crittografata secondo le modalità oggi più diffuse
su Internet (e che si può ragionevolmente ritenere verranno tenute
in debito conto dall'AIPA al momento dell'emissione delle regole tecniche
previste dal Regolamento).
La presenza di un certificato
digitale sul computer di un utente consente sia di identificare in maniera
univoca il messaggio di posta elettronica da questi inviato (S/MIME), sia
di far accedere l'utente ad un'area protetta di un sito Web qualora il
gestore del "Server Web" gliene abbia concesso il diritto. Nella sperimentazione
è stata scelta quest'ultima modalità per la maggiore rapidità
con la quale sarebbe stato possibile implementare la prova pratica, e sono
state quindi inviate ad un'area protetta del Server di Cedcamera le informazioni
relative ad un ipotetico bilancio elettronico (un "file") prodotto sul
personal computer di un utente di prova.
Il Server Web deve verificare
la validità del certificato digitale utilizzato dal Client Web,
verificare che questo certificato sia stato emesso da una Autorità
di Certificazione (CA) abilitata, verificare che il certificato non sia
scaduto o revocato e, infine, verificare che l'utente abbia i diritti per
accedere all'area protetta (abbia cioè diritto a depositare, per
esempio, il bilancio aziendale).
Per poter provare e confermare
tale insieme di verifiche si è dovuto configurare adeguatamente
il Server Web e installare un apposito software che fosse in grado di emettere
certificati digitali. Allo scopo è stato utilizzato un software
disponibile liberamente su Internet nella versione cosiddetta "di prova",
con la quale sono stati emessi dei "certificati digitali" per alcuni Client
e uno per il Server Web di prova.
Sul Server WEB sono state
create alcune aree protette, il cui accesso è consentito solamente
agli utenti in possesso di uno dei certificati digitali sopra citati. I
dettagli del percorso procedurale sperimentale sono riportati nel riquadro
nella pagina successiva.
È interessante comunque
evidenziare che l'utilizzo di un certificato digitale per l'accesso ad
aree protette richiede l'inserimento di un identificativo e una password
solamente la prima volta: tutte le altre volte il Server WEB "ricorda"
che il possessore di quello specifico certificato digitale è abilitato
ad accedere a determinate aree protette e l'utente, in questo modo, non
è costretto a ricordare tutte le volte le password normalmente necessarie
per accedere ai vari servizi.
Altro aspetto interessante
emerso dalla sperimentazione è rappresentato dal fatto che, quando
un utente accede alle aree protette, il Server WEB è in grado di
leggere le informazioni contenute nel certificato digitale ed è
quindi sempre possibile monitorare l'attività del sistema rispetto
ai privilegi di accesso attribuiti allo specifico utente.
In questa modalità
di colloquio tra Client e Server, infine, le informazioni sono sempre crittografate
utilizzando le chiavi private del Client e del Server, per cui viene garantita
in ogni fase la riservatezza e affidabilità dei dati trasmessi.
La sperimentazione è
stata condotta in forma non completamente esaustiva, avendo volutamente
posto l'attenzione soprattutto sugli aspetti "di base" del problema e sulle
funzionalità che si potessero considerare in qualche modo certe
anche a fronte delle future precisazioni del Regolamento attuativo.
Non è stata quindi
trattata, per esempio, la problematica relativa alla validazione formale
dei dati contenuti nel bilancio, né quella della loro successiva
archiviazione, stante la mancanza, alla data dell'esperimento, di informazioni
complete sulle norme da applicare e sugli standard da seguire.
Non è stato inoltre
sottoposto a verifica l'aspetto di firma elettronica del file contenente
il bilancio, in quanto tale funzione non è risultata disponibile
nel software adottato per la sperimentazione e, d'altra parte, non è
apparso opportuno sviluppare una soluzione ad hoc in quanto le regole tecniche
di attuazione del Regolamento non sono ancora note e il lavoro fatto non
avrebbe quindi avuto alcuna garanzia di riutilizzabilità nel futuro.
Si sarebbe potuto firmare
elettronicamente il file adottando un altro software di pubblico dominio
presente su Internet e specializzato solo per tale funzione, ma la prova
avrebbe fornito dei risultati ibridi, in quanto i certificati digitali
prodotti mediante i due software non sono tra loro compatibili.
I RISULTATI
A prescindere comunque dalle
limitazioni poste all'esperimento, i risultati hanno ampiamente dimostrato
la fattibilità di un sistema di trasmissione sicura e controllata
di documenti in formato elettronico adeguato alle modalità operative
della Camera di Commercio e delle aziende utenti, e quindi in grado di
coprire le esigenze di entrambe.
Accanto a questi riscontri
positivi, si è comunque confermato che, per poter funzionare in
modo realmente efficace, il sistema deve essere effettivamente interoperabile,
cioè non devono esserci differenze di comportamento, o incompatibilità,
dipendenti dai sistemi operativi o dalle marche del software utilizzato,
dal momento che il meccanismo di cifratura a chiave pubblica deve conferire
validità legale ai documenti a tutti gli effetti.
L'esperimento ha evidenziato
che, in una situazione reale di servizio a regime, dovrà essere
posta particolare attenzione all'aspetto di fornitura "certa e sicura"
del certificato e delle chiavi digitali, evidenziando quindi l'opportunità
di approfondire le modalità basate sull'adozione di una chip-card
"intelligente", da consegnarsi fisicamente all'utente in forme analoghe
a quanto avviene già per le carte di credito. L'utilizzo della chip-card
potrebbe consentire ulteriori prestazioni aggiuntive. Si potrebbe, per
esempio, garantire la trasmissione certificata dei dati effettuata da un
qualunque personal computer opportunamente attrezzato - e quindi anche
al di fuori dell'azienda - e non solo da una specifica stazione di lavoro
abilitata allo scopo. Si potrebbero altresì concentrare sulla chip-card
altre informazioni "ufficiali" di varia natura, rendendola così
una vera e propria "Carta d'Identità dell'Impresa" utilizzabile,
per esempio, per coprire le esigenze connesse al "riconoscimento" dell'impresa
negli adempimenti burocratici (soluzione peraltro già prevista nello
sviluppo del progetto Sportello 2000) così come nelle operazioni
di business elettronico.
Al momento si è ancora
in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Regolamento
approvato dal Consiglio dei Ministri. La pubblicazione di tale Regolamento
"scatenerà" una serie di eventi che consentiranno la fattiva utilizzazione
del documento informatico. Gli eventi più importanti saranno l'emanazione,
da parte dell'Autorità per l'Informatica della Pubblica Amministrazione,
delle Regole Tecniche, l'emanazione, da parte del ministro delle Finanze,
delle modalità di pagamento "informatico" degli obblighi fiscali
relativi ai documenti informatici; e infine le singole Pubbliche Amministrazioni
dovranno predisporre "la tenuta del protocollo amministrativo per la gestione
dei documenti con procedura informatica al fine di consentire il reperimento
immediato, la disponibilità degli atti archiviati e l'accesso ai
documenti amministrativi per via telematica tra pubbliche amministrazioni
e tra queste e i soggetti privati aventi diritto".
Il processo di emanazione
di tutti gli elementi necessari per il pieno utilizzo del documento informatico
non sembra essere veloce, ma confidiamo che, non appena giunto al termine,
potremo attivare con adeguata rapidità le prime forme di integrazione
tra "redazione" e "consegna" di un documento prodotto da uno Sportello
Virtuale.
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