Impresa
& Stato n°43
LA SEMPLIFICAZIONE
AMMINISTRATIVA
Le nuove tecnologie
di crittografia
La creazione di
una nuova normativa comunitaria in materia
di firma digitale
e codificazione.
Il contributo
delle maggiori Camere di Commercio europee.
di
ANDREA
COLOMBO
L'espandersi
della circolazione di informazioni a livello informatico pone il serio
problema di tutelare la riservatezza dei dati che vengono coinvolti, affinché
non si verifichino manomissioni o indebite letture. La normativa italiana,
nello specifico l'art. 15 comma 2° della legge 59/97, ha stabilito
la piena validità, a tutti gli effetti di legge, di atti e documenti
formati con strumenti informatici e telematici, e il regolamento emanato
dal Consiglio dei Ministri il 31.10.1997 contiene i criteri e le modalità
di formazione, archiviazione e trasmissione di questo tipo di documenti.
La portata fortemente innovativa della disposizione in oggetto riguarda
le applicazioni relative alla trasmissione di dati in forma elettronica
nei più vari settori, come gli scambi commerciali, le comunicazioni
private, l'organizzazione di servizi pubblici quali ad esempio i bandi
delle gare d'appalto e il pagamento delle tasse. La realizzazione di queste
opportunità è minacciata dall'insicurezza tipica delle reti
aperte su cui debbono circolare i dati; i messaggi inviati tramite Internet
possono essere intercettati e manipolati, la validità dei documenti
può, di conseguenza, essere negata e informazioni che riguardano
la sfera personale possono essere illecitamente raccolte.
La sicurezza diviene, quindi,
un punto irrinunciabile in una società informatizzata, dove sempre
più aspetti relativi sia al settore pubblico che a quello privato
possono essere trattati attraverso Internet. Il grande pubblico ha bisogno
di potersi fidare delle nuove applicazioni elettroniche per essere interessato
ad utilizzarle. A tal fine le tecnologie di crittografazione, come la firma
digitale e la codificazione, sono considerati, anche nel regolamento sopracitato,
gli strumenti essenziali per garantire fiducia a chi opera in un contesto
di reti aperte. La firma digitale serve a stabilire se un documento è
stato alterato e a provare la sua origine, in modo tale che colui che l'ha
inviato non possa negare di averlo firmato. La codificazione mantiene la
segretezza del contenuto dei documenti.
UNA NORMATIVA
COMUNITARIA
Negli ultimi mesi, data
l'importanza della questione, molti degli Stati membri dell'Unione europea
hanno rilevato la necessità di studiare possibili normative di gestione
dell'utilizzo delle tecnologie di crittografazione e alcuni, come la Germania
che ha predisposto una legge sulla firma digitale, e soprattutto l'Italia
che per prima ha riconosciuto ai documenti informatici lo stesso valore
legale dei documenti redatti su supporto cartaceo, si sono già attivati
concretamente. In materia di codificazione è molto sentito il problema
dell'impiego di questo strumento per fini illegali, per cui da più
parti si ritiene che un'opportuna legislazione in questo campo deve avere
come primo obiettivo la protezione della legalità. Di conseguenza
la configurazione di normative idonee a regolamentare l'impiego dei mezzi
di crittografazione ricadrebbe nella sfera di competenza del cosiddetto
terzo pilastro del Trattato CE riguardante le disposizioni relative alla
cooperazione nei settori della giustizia e degli affari interni (Titolo
VI, Art. K), che generalmente vengono concertate a livello diplomatico-intergovernativo,
quindi sostanzialmente al di fuori del contesto comunitario. La Commissione
europea, pur nel pieno rispetto delle competenze degli Stati membri nelle
questioni concernenti la sicurezza nazionale, ha avvertito la necessità
di stimolare il confronto e la discussione a livello comunitario tra gli
Stati stessi per creare un contesto legale comune in questo campo. La Commissione,
nell'intento di realizzare questo obiettivo, ha promulgato nell'ottobre
dello scorso anno una comunicazione sui temi della firma digitale e della
codificazione.
Tale comunicazione è
stata intesa dalla Commissione come il primo passo verso una Direttiva,
che verrà proposta nella prima metà di quest'anno, per la
regolamentazione dei meccanismi di firma digitale e di codificazione. La
comunicazione, quindi, indica le linee guida di quelli che dovranno essere
i contenuti della Direttiva; esse riguardano l'elaborazione di una normativa
omogenea per la regolamentazione a livello comunitario dei mezzi di crittografia,
l'adozione di misure coordinate tra gli Stati membri dirette al riconoscimento
del valore legale della firma digitale, l'individuazione dei comuni requisiti
di cui dovranno essere dotate le Autorità di certificazione che
avranno il compito di assicurare la corrispondenza tra una determinata
firma digitale e la persona fisica che la utilizza. Allo stesso tempo la
Commissione si propone di creare una normativa che abbia la necessaria
flessibilità, da un lato per adattarsi ai rapidi mutamenti tecnologici
che caratterizzano questo settore, dall'altro per poter essere recepita
al meglio nei differenti contesti normativi degli Stati membri.
Una normativa comunitaria
in materia di firma digitale e codificazione avrà anche il non indifferente
compito di agevolare la circolazione dei prodotti di crittografia e dei
relativi servizi all'interno del Mercato unico, dando così alle
imprese che operano nel settore la possibilità di attuare investimenti
di medio e lungo periodo e di creare di riflesso nuovi posti di lavoro.
Una normativa incerta e non omogenea comporterebbe, da un lato, sfiducia
da parte dei consumatori, e dall'altro innalzerebbe automaticamente barriere
alla circolazione di questo tipo di prodotti tra i diversi paesi europei.
Il concetto può essere
meglio chiarito con il seguente esempio: se una società che produce
software per la crittografia sviluppa secondo determinate regole i suoi
prodotti nel proprio paese, ma deve attenersi a norme sostanzialmente differenti
per esportarli in altri Stati membri dell'Unione europea, essa dovrà
progettare soluzioni adeguate ai requisiti tecnici e legali richiesti in
ciascun paese, sopportando di conseguenza notevoli aggravi dei costi.
Un'altra questione di fondamentale
importanza, che la Commissione si propone di attuare con l'introduzione
della Direttiva sull'utilizzo delle tecnologie di crittografazione, è
quella della tutela della privacy dei dati trasmessi attraverso canali
informatici. La privacy non riguarda esclusivamente la protezione di dati
in circolazione sulle reti aperte, ma nell'ottica della Commissione deve
essere riferita anche alla riservatezza dei compiti assegnati alle Autorità
di certificazione, le quali, nel garantire che una determinata firma digitale
corrisponda ad un certo soggetto, debbono provvedere affinché nessun
altro possa utilizzare quella firma.
Infine la Commissione sottolinea
che l'importanza dell'obiettivo di creare un'armonizzazione a livello comunitario
in materia di crittografia è accresciuta dal fermento internazionale
che ha ultimamente caratterizzato questo settore. Importanti organizzazioni
internazionali come l'OECD e la WTO sono impegnate nello studio delle problematiche
giuridiche relative all'utilizzo della firma digitale e dei programmi di
codificazione, ma soprattutto i grandi partners commerciali dell'Europa
- Stati Uniti e Giappone - stanno velocemente procedendo all'organizzazione
di una normativa che regolamenti questi temi, per cui è di grande
importanza che all'interno della Comunità europea esista una Direttiva
che armonizzi le diverse legislazioni nazionali, altrimenti nel panorama
dei rapporti internazionali l'Europa si troverà a dover "giocare"
secondo regole predisposte da altri.
IL RUOLO DELLE
CdC
Considerato il grande rilievo
di questa Comunicazione della Commissione sia sul piano istituzionale sia
per il mondo delle imprese, il "Gruppo di Lavoro per la Semplificazione
delle Procedure Amministrative", che opera all'interno del Club delle Grandi
Camere di Commercio Europee e di cui la Camera di Milano ha la Segreteria,
ha avviato un profondo studio delle tematiche trattate nella Comunicazione,
da un lato per individuare le innovazioni che la firma digitale porterà
nei rapporti tra le imprese e tra queste e la P.A., dall'altro per ricercare
il ruolo operativo che le Camere di Commercio europee potrebbero efficacemente
assumere nell'ambito di una normativa comunitaria che regoli l'utilizzo
dei mezzi di crittografia. Per meglio comprendere il compito che le Camere
intendono svolgere occorre brevemente spiegare il funzionamento della firma
digitale. Essa basa la sua struttura su algoritmi a chiave asimmetrica,
i quali permettono la creazione, mediante programmi informatici, di una
coppia di chiavi: una, che deve essere diffusa, chiamata pubblica e l'altra,
che deve rimanere assolutamente segreta, chiamata privata. Nel caso di
due imprese che intendono scambiarsi un documento contenente una proposta
contrattuale, la firma elettronica garantirà la certezza dell'identità
del mittente: l'impresa proponente invierà il messaggio cifrandolo
una prima volta con la propria chiave privata e una seconda con la chiave
pubblica del ricevente, il quale, ricevuto il messaggio, come primo passo
lo decifrerà con la propria chiave segreta, dopodiché, utilizzando
la chiave pubblica del mittente, decifrerà definitivamente il messaggio
in oggetto. Una volta determinato il meccanismo di utilizzazione delle
chiavi, resta comunque da risolvere un ultimo importante problema per l'affidabilità
della firma elettronica: l'attribuzione di una determinata chiave ad un
determinato soggetto reale. Questo problema si risolve con la certificazione
delle chiavi attraverso un'autorità garante, che ha il compito di
accertare in modo sicuro l'identità della persona fisica alla quale
viene attribuita una coppia di chiavi per apporre la propria firma digitale
sui documenti informatici.
LE CdC COME AUTORITA'
DI GARANZIA
Le Camere di Commercio appartenenti
al Club Grandi Camere Europee si sono poste l'obiettivo di far riconoscere
le Camere di Commercio stesse come soggetti idonei a svolgere il ruolo
di autorità che garantisce la corrispondenza tra una firma digitale
e una certa persona fisica, affinché si instauri il massimo grado
di fiducia tra coloro che utilizzano questo strumento per assicurare la
necessaria privacy alle proprie comunicazioni. Il Gruppo di Lavoro sulla
Semplificazione si è occupato, al fine di sostenere la candidatura
delle Camere, di elaborare una posizione comune tra le maggiori Camere
europee, da presentare alla Commissione, sui temi della firma digitale
e della codificazione, illustrando le caratteristiche che rendono le Camere
di Commercio in Europa soggetti altamente qualificati a svolgere un compito
così importante. A questo proposito è stato messo in evidenza
come le Camere di Commercio adempiano già il compito di autorità
garanti per svariate attività legate al mondo del commercio e dell'impresa.
Un esempio è l'Ufficio del Registro delle Imprese, che certifica
l'esistenza e le caratteristiche delle singole società. Inoltre
le Camere in qualità di soggetti al servizio del sistema economico
hanno sviluppato la necessaria struttura e le opportune competenze per
offrire alle imprese, a bassi costi, le corrette applicazioni per la protezione
elettronica dei dati e per garantirne la privacy. In particolare il sistema
delle Camere di Commercio italiane possiede già una rete computerizzata
per l'amministrazione dei documenti ufficiali a livello nazionale. Oltre
a ciò, importanti progetti sperimentali di sistemi per la firma
elettronica, di cui uno del CED della Camera di Milano, sono stati elaborati
dalle maggiori Camere europee.
La creazione di una struttura
normativa e tecnica per l'utilizzo degli strumenti di crittografia è,
come abbiamo visto, lo scopo dell'azione intrapresa dalla Commissione europea
per garantire la sicurezza e l'affidabilità dello scambio elettronico
dei dati. Anche da questo punto di vista le Camere di Commercio, possedendo
meccanismi istituzionalizzati di coordinamento a livello europeo e avendo
già realizzato tra i loro uffici una consolidata rete di relazioni
e collegamenti, sono in grado di offrire ottime soluzioni operative. All'interno
di tale struttura le Camere saranno in grado di assicurare facilmente che
i certificati elettronici per la firma digitale siano rilasciati secondo
procedure standardizzate e reciprocamente riconosciute, affinché
le singole Camere nazionali possano essere depositarie sia di firme di
propri cittadini sia di firme di cittadini stranieri.
La particolare esperienza
maturata dalle Camere nell'ambito del commercio e la loro natura di istituzioni
indipendenti e internazionalmente neutrali diffuse in tutta Europa e ben
collegate tra loro, le rende capaci di soddisfare tutti i requisiti - quali
il mantenimento delle sicurezza dei dati, le opportune conoscenze tecniche,
la competenza e l'affidabilità del personale - necessari a rivestire
il ruolo di autorità garanti per l'utilizzo della firma digitale.
Il Gruppo di Lavoro sulla
Semplificazione, coordinato dalla Segreteria di Milano, ha elaborato un
documento comune, contenente tutte queste motivazioni, da presentare alla
Direzione Generale XIII della Commissione europea nell'audizione internazionale,
che si svolgerà sui temi della firma digitale e della codificazione
nella prima sessione dei lavori di quest'anno, affinché possa essere
ufficialmente presa in considerazione la candidatura delle Camere di Commercio
europee ad assumere il ruolo di autorità fiduciarie del sistema
della crittazione delle firme elettroniche.
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