Impresa
& Stato n°43
UNA POLITICA INDUSTRIALE
PER LE IMPRESE SPIN-OFF
La necessità
di un'azione istituzionale che ne sostenga nascita e vitalità:
riflessioni e
suggerimenti preliminari.
di
ALESSANDRO
ARRIGHETTI GILBERTO SERAVALLI
La
nascita di spin-off costituisce una componente significativa dell'evoluzione
della divisione del lavoro tra imprese e fornisce un apporto particolarmente
rilevante ai processi di adattamento di una struttura industriale, come
quella italiana, che in larga misura fonda la propria competitività
sullo sfruttamento delle economie di specializzazione e sulla valorizzazione
di un esteso sistema di scambi tra le imprese.
Nello stesso tempo, come
emerge dai risultati della ricerca illustrata nel precedente articolo,
un insieme di fattori e di vincoli influenzano negativamente lo sviluppo
di queste imprese e ne accentuano la vulnerabilità soprattutto nei
primi anni di attività, con l'effetto di ridurre sensibilmente il
contributo di efficienza che gli spin-off possono introdurre nel sistema
produttivo nel suo complesso.
ALCUNI OSTACOLI
Gli ostacoli che condizionano
la performance e la sopravvivenza di queste imprese sono riconducibili
a tre ordini di problemi:
a) le imprese spin-off segnalano
carenze informative sulle caratteristiche e sull'andamento della domanda
dei settori in cui intendono operare ed evidenziano una sostanziale indeterminatezza
sulla strategia produttiva e commerciale da perseguire. Questi limiti,
che hanno origine in una inadeguata elaborazione del progetto imprenditoriale
nella fase precedente all'avvio delle attività, difficilmente vengono
superati dopo l'entrata e spesso compromettono la sopravvivenza dell'impresa
stessa;
b) alcune imprese spin-off
nascono piccole per rimanere piccole; altre, spesso le più innovative,
già nella fase di start up devono crescere per rimanere competitive.
Il sistema creditizio e il mercato dei capitali in Italia non è
in grado di discriminare tra le due tipologie di imprese, con il risultato
di uniformare le condizioni di accesso al credito di imprese che in realtà
presentano esigenze nettamente diverse e di penalizzare le imprese orientate
alla crescita. La presenza di rilevanti barriere finanziarie alla crescita
quindi compromette lo sviluppo delle imprese e le espone a rischi di cessazione
precoce;
c) in altri casi, forse
i più numerosi, gli ostacoli al consolidamento delle attività
hanno origine nella limitatezza e talvolta nella incompletezza delle risorse
gestionali disponibili. La concentrazione delle risorse di coordinamento
nella gestione dei processi produttivi, la scelta di contenere al minimo
i costi indiretti e quelli fissi e la decisione di far leva solo su specifiche
risorse manageriali e di trascurare le altre, sono frequentemente all'origine
del vantaggio competitivo delle imprese spin-off rispetto ai concorrenti
e alla stessa impresa di origine. Con il tempo, comunque, tale vantaggio
spesso si trasforma in un vincolo. L'inadeguatezza delle risorse manageriali,
la difficoltà del loro aggiornamento o dell'integrazione con apporti
esterni ridimensionano sensibilmente il potenziale di sviluppo di imprese
che, nate per sfruttare una opportunità nel breve periodo, incontrano
poi notevoli ostacoli ad adeguare la propria offerta ai successivi mutamenti
della domanda. L'incertezza e l'elevato rischio connessi all'avvio di queste
iniziative si riflettono sulle aspettative dei neo-imprenditori e tendono
a contenere i processi di spin-off al di sotto del livello auspicabile.
In sintesi la 'fragilità'
dei processi di spin-off può essere ricondotta all'inadeguata formulazione
del piano operativo, ai vincoli di razionamento e di non-selettività
dell'offerta di capitali e all'insufficiente dotazione iniziale di risorse
manageriali.
Al di là dei vincoli
finanziari alla crescita (su cui si sofferma L. Mansani in un articolo
in questo numero della rivista, a cui rinviamo), si osserva che gran parte
delle restanti difficoltà potrebbero essere superate o attenuate
se adeguatamente sostenute da misure finalizzate al consolidamento e alla
stabilizzazione delle relazioni cooperative tra le imprese e in particolare
al rafforzamento dei rapporti con l'impresa di origine.
RAFFORZARE I RAPPORTI
CON L'ORIGINE
Tra impresa spin-off e impresa
di origine esistono, infatti, spesso rilevanti complementarietà
che non vengono valorizzate perché i vantaggi della collaborazione,
sia sul piano produttivo che su quello tecnologico e commerciale, tendono
ad essere annullati dai rischi di opportunismo impliciti nelle transazioni
che coinvolgono unità produttive giuridicamente indipendenti.
La presenza di asimmetrie
informative tra le parti e l'incertezza sull'attribuzione dei benefici
dello scambio incentivano infatti comportamenti conflittuali e rendono
più onerosa l'adozione di soluzioni cooperative. Ne deriva che vengono
trascurate opportunità di collaborazione che presentano significativi
vantaggi per ambedue le imprese.
All'origine di questo specifico
fallimento del mercato vi è la constatazione che l'accentuazione
della divisione del lavoro tra imprese rende necessario lo sviluppo di
forme di governo delle transazioni diverse dal contratto.
I vantaggi della specializzazione
in molti casi possono essere valorizzati solo se gli scambi sono sostenuti
da rilevanti flussi informativi, da reciproci trasferimenti di conoscenze
e dall'assunzione di obbligazioni (esplicite o implicite) alla continuazione
dello scambio che non possono essere compiutamente definiti in un accordo
formale che precede l'avvio della collaborazione.
L'attivazione di meccanismi
di regolazione di natura non contrattuale implica elevati investimenti
iniziali che le imprese, a causa dell'incertezza sui risultati potenziali,
tendono a non effettuare o a realizzare solo in casi molto limitati.
Se la cooperazione tra imprese
emerge con difficoltà in forma spontanea nelle relazioni di mercato,
potrebbe essere vantaggiosamente sostenuta da opportune misure di politica
industriale. In termini puramente indicativi, si può osservare infatti
che:
a) un trattamento meno penalizzante
per l'impresa di origine delle partecipazioni di minoranza detenute nell'impresa
spin-off consentirebbe alla prima di ridurre il problema dell'asimmetria
informativa e alla seconda di ricevere garanzie indirette e segnali del
coinvolgimento dell'impresa madre nello sviluppo futuro dell'impresa;
b) forme di agevolazione
del trasferimento dei diritti di proprietà relativi a marchi, brevetti
e in generale know how dell'impresa di origine avrebbero l'effetto di potenziare
il patrimonio di risorse interne posseduto dall'impresa spin-off e nel
complesso di favorire i processi di ricambio generazionale oltre l'ambito
famigliare;
c) la definizione di incentivi
per la realizzazione di 'contratti di apprendistato imprenditoriale' tra
l'impresa di origine e quella spin-off, che abbiano come riferimento la
reciprocità dei vantaggi previsti nei contratti di apprendistato
nel lavoro dipendente, consentirebbero di ridurre le carenze formative
del neo-imprenditore e rafforzerebbero i canali informativi tra le due
imprese. Permetterebbero inoltre all'impresa di origine di disporre di
input a costi inferiori rispetto alla produzione interna e nello stesso
tempo di conservare un controllo indiretto sulle modalità di realizzazione
del bene. D'altro canto metterebbero in grado l'impresa spin-off di limitare
l'incertezza sull'assorbimento di parte della propria offerta e di contenere
almeno temporaneamente il livello dei propri costi indiretti, facendo ricorso
alle risorse tecniche e organizzative dell'impresa di origine;
d) l'attuazione di soluzioni
di partenariato commerciale, attraverso le quali l'impresa spin-off potrebbe
venir posta nella condizione di utilizzare la struttura di vendita dell'impresa
di origine per la collocazione sul mercato dei propri prodotti, consentirebbe
allo spin-off di provvedere con minore urgenza alla pianificazione dello
sviluppo interno di questa funzione e nello stesso tempo fornirebbe alle
relazioni tra le due imprese un orizzonte temporale di più lungo
periodo.
I risultati della ricerca
suggeriscono anche una seconda direzione verso la quale possono essere
sviluppate politiche industriali atte a valorizzare il potenziale innovativo
dovuto ai processi di spin-off. Le evidenze disponibili suggeriscono che
per una quota, forse non maggioritaria, ma sicuramente significativa delle
nuove imprese l'attivazione di relazioni stabili con l'impresa di origine
non risulta una ipotesi praticabile o vantaggiosa. Alcuni spin-off nascono
in conflitto con l'impresa madre; talvolta quest'ultima è una impresa
in gravi difficoltà o in liquidazione oppure opera in settori e
utilizza tecnologie incompatibili o non integrabili con l'attività
dello spin-off.
Ne deriva che, se la quasi
totalità delle imprese spin-off segnala qualche forma di carenza
gestionale o organizzativa, non per tutte l'adozione di soluzioni di cooperazione
con l'impresa di origine può costituire un rimedio efficace per
superare tali difficoltà.
In questi casi ciò
che occorre è un diverso insieme di strumenti che possano aiutare
l'impresa spin-off ad entrare rapidamente e stabilmente in una rete alternativa
di relazioni con imprese più grandi o più consolidate e interessate
allo sviluppo di forme di quasi-integrazione.
A questo scopo possono essere
individuati due tipi di strumenti operativi. Il primo potrebbe essere rappresentato
da un servizio informativo dedicato che raccolga e ponga a disposizione
le offerte e le domande di partenariato tra imprese. Tale servizio non
dovrebbe essere concepito semplicemente come la messa a disposizione di
informazioni archiviate in una banca dati, ma dovrebbe essere necessariamente
condotto come una attività di consulenza specializzata in grado,
da un lato, di valorizzare e gestire l'applicazione degli incentivi alla
cooperazione tra le imprese prima discussi e, dall'altro, di coordinare
sia la predisposizione degli strumenti di rilevazione relativi ai contenuti
delle domande e delle offerte di collaborazione, sia l'attuazione della
pre-selezione e dell'incontro guidato dei potenziali partner.
Occorrerebbe, in secondo
luogo, immaginare la definizione e il riconoscimento istituzionale di forme
di arbritato non tradizionale in grado, durante le diverse fasi di attuazione
dell'accordo di collaborazione, di svolgere una funzione di garanzia del
mantenimento dell'equilibrio tra le parti e del rispetto delle premesse
e degli intenti che sono stati alla base della scelta di cooperare.
Si conoscono infatti casi
in cui accordi potenzialmente vantaggiosi non sono stati conclusi a causa
di timori di una parte di finire nel tempo sopraffatta dall'altra, di non
essere in grado di proteggere efficacemente il proprio patrimonio tecnologico
o di essere costretta ad investire crescenti risorse nella soluzione del
contenzioso legale con l'ex-partner.
Un'autorità di garanzia
potrebbe svolgere in questi casi una funzione di grande utilità.
Potrebbe intervenire, a costi ragionevoli, fin dalla prima fase dell'incontro
e contribuire a rendere espliciti i vantaggi e i risultati reciprocamente
attesi dalla collaborazione. Potrebbe agevolare la formalizzazione dei
termini della cooperazione e assumere compiti di tutela degli aspetti dell'accordo
che non possono essere specificate ex-ante in clausole contrattuali. Nel
tempo dovrebbe seguire l'evoluzione dell'accordo acquisendo informazioni
in forma riservata sui comportamenti dei partner e sanzionando le eventuali
deviazioni dalla logica e dalle finalità dell'accordo stesso. Diversamente
dall'istituto dell'arbitrato già presente nell'attuale ordinamento,
l'autorità di garanzia, oltre a disporre di informazioni più
ampie di una generica terza parte che interviene quando il conflitto è
già emerso, potrebbe agire, attenuando la propensione all'opportunismo
e minimizzando i benefici della defezione, prima e non dopo che tali condotte
abbiano del tutto annullato i vantaggi della cooperazione. In ultimo potrebbe
sancire lo scioglimento dell'accordo qualora venga meno, per una o per
ambedue le parti, l'interesse alla collaborazione, evitando i rischi di
ritorsioni giudiziarie che frequentemente accompagnano l'interruzione di
esperienze di cooperazione tra imprese.
AGEVOLARE LA COOPERAZIONE
Indipendentemente dalle
singole e ancora approssimate indicazioni di policy appena discusse, la
predisposizione di misure che agevolino l'adozione di pratiche cooperative
tra imprese e che nello stesso tempo tutelino le parti dai rischi che derivano
da tali soluzioni organizzative, costituiscono un nuovo e per molti versi
inesplorato terreno di azione istituzionale verso il quale dovrebbe essere
indirizzata maggiore attenzione di quanto sia stato fatto finora. L'ambito
di applicazione di tali interventi appare più ampio di quello rappresentato
dal sostegno ai processi di spin-off. Emerge con una certa nettezza comunque
che le "imprese generate da altre imprese" manifestano specifiche fragilità
che potrebbero essere almeno in parte superate da interventi di questa
natura e che quindi le rendono candidate ideali per una prima verifica
dell'efficacia di tali politiche.
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