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Impresa & Stato n°42

PROGRAMMARE LE GRANDI SUPERFICI DI VENDITA

Il progetto di Legge 208: una iniziativa per dare al sistema distributivo gli strumenti necessari per il suo sviluppo.

di
BRUNO SIMINI

U n'iniziativa legislativa in materia di "Indirizzi per la programmazione regionale delle grandi superfici di vendita", rompe un silenzio nel sistema normativo regionale, che dura dal 1982, data in cui ha avuto inizio l'applicazione delle Direttive regionali di urbanistica commerciale in Lombardia. é del tutto prevedibile immaginare come l'evolversi della situazione economica e delle nuove tendenze renda singolarmente arretrata la normativa vigente.
Il quadro di riferimento, economico e territoriale, della grande distribuzione è profondamente mutato, così come sono cambiati i suoi rapporti con il quadro più generale dello sviluppo economico e territoriale in tutto il Paese e in particolare nella Lombardia. Quindi vi è la necessità di un nuovo quadro normativo, non solo a livello regionale ma anche a livello nazionale, al fine di riformulare e rinegoziare un rapporto funzionale e armonico e che sia di sostegno reale tra le istituzioni e le loro funzioni di indirizzo, e il sistema distributivo nazionale nel suo complesso, con le sue problematiche.
L'impatto sul territorio e quello sull'ambiente sono rapidamente aumentati, sia per la crescente densità delle localizzazioni, sia per le dimensioni fortemente accresciute di molti interventi; tutto ciò ha determinato una trasformazione del sistema.
Va ricordato in premessa che il sistema italiano si distingue da quello europeo per alcune peculiarità. Il settore della distribuzione in Italia per fare solo un esempio è caratterizzato da una estrema frammentazione delle localizzazioni rispetto al resto d'Europa. Si pensi che in Italia ci sono 47 punti di vendita ogni 10.000 abitanti contro i 20/22 max di Francia, Spagna e Germania e le 3 aziende leaders italiane nella grande distribuzione (Coop, GS e Rinascente) sviluppano insieme un fatturato di circa 23.000 miliardi che corrisponde al fatturato realizzato da solo dal quinto gruppo in Germania (Metro, che è il primo, ne sviluppa circa 90.000).
Un secondo aspetto riguarda il contesto economico e sociale in cui si è sviluppato il sistema distributivo in questi ultimi 15 anni. Innanzi tutto una progressiva contrazione dei consumi, che ha portato a una abbassamento dell'inflazione fino a livelli da recessione. In secondo luogo un mercato del lavoro che risulta sempre più ingessato e in un trend occupazionale sempre più negativo. Terzo, una domanda da parte dei consumatori sempre più esigente ed attrezzata da un sistema di comunicazione e informazione sofisticato e puntuale che attribuisce ad innalzare sotto il profilo qualitativo le aspettative del singolo. Per questi motivi e non solo, è indispensabile che il sistema si doti di uno strumento di programmazione flessibile, che renda realizzabili almeno tre fondamentali obiettivi:
1) rendere compatibile gli insediamenti commerciali con il territorio e valorizzare la funzione commerciale al fine di una riqualificazione del tessuto urbano (in particolare ai centri storici);
2) armonizzare ed equilibrare correttamente, imprese di diverse dimensioni (salvaguardando i piccoli commercianti);
3) riequilibrare la grande distribuzione italiana e quella straniera: se ci soffermiamo ad analizzare il fenomeno notiamo che i maggiori gruppi distributivi europei sono dei "colossi" se confrontati con i maggiori gruppi italiani (i primi tre gruppi Coop, Rinascente e GS rappresentano il 18% del mercato distributivo contro quote di analoghi raggruppamenti, mediamente superiori al 35% nel resto d'Europa).
In questo contesto i concorrenti italiani appaiono fortemente svantaggiati nella possibilità di competere sia a livello europeo che sul mercato domestico.

ANALISI DEL PROGETTO DI LEGGE
Questo progetto di legge sulla grande distribuzione vuole essere una "Legge Quadro" che fissa alcuni principi essenziali al fine di razionalizzare e modernizzare l'offerta commerciale da una parte in rapporto alla domanda esistente e prevedibile e, dall'altra, in rapporto all'impatto sul territorio e all'ambiente.
Suddivide il territorio in zone socio-economiche omogenee la cui definizione viene effettuata sulla base di dati aggiornati relativi a offerta e domanda primaria e secondaria.
Prevede un rapporto tra enti locali - Comuni, Provincie e Regioni - per i quali vengono individuate le singole competenze ai fini del rilascio del nulla-osta regionale e in particolare si individua il comune quale soggetto del procedimento, al fine di semplificare le procedure, oltre che offrire chiarezza nel rapporto con le istituzioni.
In particolare i Comuni individuano nei propri strumenti urbanistici le aree destinate agli insediamenti commerciali, soggetti a nulla-osta regionale, con vincolo di destinazione d'uso; inoltre i Comuni favoriscono una integrazione armonica degli insediamenti commerciali con il tessuto urbano esistente, nel rispetto dei valori architettonici e ambientali, un adeguato livello di rinnovamento, di riqualificazione e di integrazione funzionale delle attività commerciali.
La Giunta regionale, almeno tre mesi prima della scadenza del programma biennale, presenta al Consiglio una nuova proposta di deliberazione. Le disposizioni di programmazione biennale restano in vigore per un periodo massimo di nove mesi dalla scadenza delle disposizioni; trascorso tale periodo è sospeso il rilascio di nulla-osta regionali.
Il nulla-osta ha una validità di 3 anni dalla data del rilascio; la Giunta regionale può concedere una sola proroga fino a un massimo di ulteriori dodici mesi nei casi di comprovata necessità.
Infine, il difficile momento di crisi economica e sociale che il nostro Paese - e la Lombardia con esso - sta attraversando, richiede una particolare attenzione a non causare eccessivi traumi alla struttura commerciale esistente e ai suoi livelli occupazionali, ma richiede la capacità di porre le basi per quel processo di ammodernamento e di innovazione del settore non più rinviabile.
Il commercio resta un settore trainante per il Paese e per la Lombardia; non si può più perdere tempo, ed è per questo che oltre a questa iniziativa altre risposte importanti vanno date con leggi certe e chiare in materia di orari dei negozi e di sostegno economico per le piccole e medie imprese commerciali, al fine di dotare il sistema distributivo nel suo insieme di tutti gli strumenti necessari per il suo sviluppo e per la crescita di tutto il sistema produttivo Lombardo e nazionale.