Impresa & Stato n°42
FORME E SISTEMI DISTRIBUTIVI NELL'AREA MILANESE
Riequilibrare le trasformazioni e le funzioni del
territorio urbano con il nuovo modello econometrico-territoriale.
di
F RANCO SANLORENZO
L'
esperienza di questi ultimi anni ha messo in evidenza
su tutto il territorio italiano una accelerata "restituzione
al mercato" di quote crescenti di funzioni commerciali. Le
origini di tale accelerazione sono spiegate da almeno tre ordini
di fattori:
- un primo fattore attiene al sostanziale ritardo,
rispetto ai Paesi europei, per quanto concerne lo sviluppo di
modelli innovativi sul sistema distributivo; a livello nazionale,
più del 70% dell'organizzazione tipologica e territoriale
risale agli anni '50 e '60;
- un secondo fattore riguarda il processo di globalizzazione
dei mercati, e le conseguenti spinte a una maggior integrazione
di know how e di valore aggiunto all'interno del circuito produzione-distribuzione;
- un terzo fattore è da ascrivere alla marcata
modificazione nei comportamenti e nelle scelte di maggior concentrazione
degli atti di acquisto da parte delle famiglie.
La combinazione di questi fattori ha favorito la
creazione di forti concentrazioni finanziarie fra i gruppi di
catene distributive italiane ed estere, che operano a livello
multinazionale, e che considerano prioritario l'investimento sul
nostro territorio.
Questa linea di evoluzione si manifesta chiaramente
nella dinamica delle forme distributive di grandi dimensioni rispetto
a quelle del commercio tradizionale.
Tale processo presenta funzioni di ricambio che possono
definirsi "fisiologiche"; dove l'innovazione interagisce
come catalizzatore di opportunità di mercato; e funzioni
di sovrapposizione, anche "selvaggia", che presentano
in molti casi elementi pesantemente destrutturanti.
La chiusura di molti piccoli e medi esercizi commerciali
è, in gran parte, la naturale conseguenza di una rapida
sostituzione di politiche capital intensive rispetto alle politiche
di tipo labour intensive, operate dalle Pubbliche Amministrazioni
(Regione e Comuni).
Non a caso si sono registrati, in molte aree, evidenti
effetti sui livelli occupazionali del settore; tali effetti sono
- ancorché più percepiti nei comuni minori - visibili
nelle aree a forte urbanizzazione e che sono state interessate
peraltro da fenomeni di rilocalizzazione industriale e di decentramento
delle residenze.
Infatti il sistema distributivo dell'area metropolitana
milanese sperimenta queste trasformazioni profonde e diffuse,
con una intensità che trova scarso riscontro nel percorso
evolutivo di molte altre parti d'Italia.
Negli anni '80 il processo di riconversione industriale
è stato accompagnato da un'imponente dismissione di posti
di lavoro che i "servizi" sono riusciti a compensare
solo in parte, proprio per la riduzione drastica nei tassi di
crescita del settore commerciale.
Inoltre il processo di decentramento residenziale
delle famiglie milanesi, iniziato negli anni '70 e proseguito
a ritmi crescenti negli anni '80, ha senz'altro modificato la
distribuzione territoriale della domanda, ma tale cambiamento
non è stato accompagnato da una corrispondente riallocazione
del tessuto distributivo equilibrato.
Lo sviluppo delle grandi superfici ha prodotto un'alterazione
dei vecchi equilibri urbanistico-territoriali legati alla funzione
residenziale, determinando un dualismo tra Milano e il suo intorno,
nell'organizzazione spaziale del sistema distributivo.
Le nuove tipologie di edilizia residenziale sono
state concepite spesso in antitesi alla filosofia del negozio
di prossimità. Il modello urbanistico-commerciale della
cintura metropolitana, ormai consolidato, ha prodotto alcune situazioni
di "disagio urbano" nell'uso delle risorse comuni e
indivisibili. Il territorio è stato "consumato"
in maniera eccessiva, generando nuovi, ingenti flussi di traffico
e, quindi, producendo non poche diseconomie sul territorio.
Esistono effetti di desertificazione commerciale
dei nuovi quartieri che hanno contribuito ad indebolire l'offerta
di altri servizi che, integrati con le strutture pubbliche, l'istituzione
religiosa, le attività sportive e ricreative, rendono un
ambiente urbano più adatto alla vita di relazione sociale.
Nella cultura urbanistica evoluta è ormai
riconosciuta l'importanza che il tessuto commerciale esercita
sul riequilibrio dell'armatura urbana e sulla qualità della
vita.
Da qui la necessità di prevedere le relazioni
di flusso della domanda e dell'offerta dei servizi commerciali
e il loro impatto sulle altre funzioni socio-economiche e di contesto
urbano, con riferimento anche alle variabili che caratterizzano
il trend del ciclo economico.
L'attuale fase del ciclo sperimenta ancora una situazione
di relativa debolezza, sui fondamentali economici, rispetto ai
nostri partner europei.
Siamo ancora in una fase di spinta verso forti investimenti
in tecnologia di prodotto e di processo produttivo. Ne deriva
una riduzione della base occupazionale e una minor diffusione
di redditi alle famiglie, anche in connessione alle politiche
riferite al debito pubblico. In riferimento a tale scenario i
diversi orientamenti di "politica commerciale" diventano
strategicamente importanti perché devono tener conto sia
delle compatibilità con il trend economico generale, sia
delle peculiarità del territorio su cui le "politiche
per il commercio" si impattano mediante gli strumenti di
programmazione.
IL MODELLO ECONOMETRICO
L'esperienza passata, in termini di pianificazione
commerciale, è molto frammentaria e poco utile a prefigurare
scenari di politiche future. Tenendo soprattutto conto che, in
particolare nell'area metropolitana milanese, i processi innovativi
di questi ultimi anni sono stati caratterizzati da scelte tipologiche
e allocazioni territoriali non sempre coerenti con rigorose valutazioni
d'impatto socio-economico e urbanistico-commerciale. La Scuola
Superiore, anche grazie all'intervento e alla collaborazione della
Camera di Commercio di Milano, ha teso portare un contributo in
tal senso, con la costruzione di un modello matematico di tipo
econometrico-territoriale, per affinare l'analisi del sistema
distributivo nelle sue complesse relazioni economico-spaziali.
Il modello si propone, infatti, di migliorare le capacità
di interpretazione e di simulazione delle tendenze evolutive del
sistema distributivo. L'attuale sperimentazione ha interessato
il territorio della Provincia di Milano.
Queste finalità sono state perseguite riordinando
le attuali conoscenze sulla struttura territoriale-tipologica
del sistema distributivo e supportando i dati disponibili presso
le fonti istituzionali con ricerche sul campo sia sul versante
dell'offerta che su quello della domanda.
Infatti il basso profilo di analisi coordinate, in
termini di economie del sistema distributivo, ha richiesto di
affrontare due ordini di problemi: da un lato, una sostanziale
carenza di informazioni puntuali e omogenee; dall'altro una conseguente
scarsa possibilità di costruire "scenari interpretativi"
soprattutto a livello di macrosistema.
Il progetto messo a punto è, quindi, finalizzato
alla creazione di uno strumento di analisi nuovo, corrispondente
alla complessità delle relazioni tra l'offerta e la domanda
di servizi commerciali nell'area metropolitana milanese.
La sua valenza è duplice: è, infatti,
uno strumento che permette di elevare il livello di analisi di
funzioni complesse, e fra di loro interrelate; ma consente, altresì,
di simulare e, quindi, valutare in anticipo gli effetti, che le
decisioni di pianificazione commerciale e urbanistica potrebbero
avere sullo sviluppo delle imprese, sulla mobilità delle
famiglie, sulla tenuta complessiva della base occupazionale, e
sui meccanismi della competizione. Consente altresì di
valutare i cambiamenti che possono intervenire direttamente dal
mercato, o per interventi delle "politiche pubbliche"
nei diversi ambiti di competenza (piano urbanistico, piano dei
trasporti, piano commerciale, piano di assetto economico-sociale
ecc.). In questa chiave interpretativa la sua valenza urbanistico-commerciale
corrisponde dunque all'esigenza di integrare lo sviluppo della
distribuzione con un riequilibrio delle funzioni urbane del territorio.
 
|