vai al sito della Camera di Commercio di Milano

Impresa & Stato n°42

L'INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE PMI

Seguire le imprese nei loro percorsi


Sussidiarietà "attiva", costruzione di reti e funzione di raccordo nell'azione della Camera di Commercio.

di
PIER ANDREA CHEVALLARD

L a costruzione del quadro complessivo di strategie e di programmi del sistema camerale milanese per l'internazionalizzazione e la mondializzazione delle
PMI è un processo maturato nel corso degli anni, che ha oggi raggiunto un punto importante di elaborazione e di sviluppo.
Per comprendere e valutare questo processo, è utile e opportuno in primo luogo tenere in considerazione il contesto generale in cui esso si è determinato e che oggi, in particolare, ne costituisce lo specifico quadro di riferimento.
Gli aspetti principali di questo contesto, che ci limitiamo a ricordare brevemente, sono:
1) Il fenomeno della globalizzazione (o mondializzazione) dei mercati, maturato a partire dagli anni '80, come esito e, nello stesso tempo, come "salto di qualità" rispetto al fenomeno più tradizionale dell'internazionalizzazione.
Possiamo dire, per usare una formula sintetica e quindi anche piuttosto riduttiva, che nel contesto dell'internazionalizzazione il problema fondamentale per le imprese era saper "vendere all'estero", mentre nel contesto della mondializzazione il problema centrale è diventato saper "acquisire e combinare fattori produttivi" in un orizzonte planetario, cioè ovunque vi sia la possibilità e la convenienza di farlo.
Senza questa capacità di acquisire e combinare fattori "ovunque e con chiunque", è diventato sempre più difficile per le imprese (piccole o grandi che siano) non solo vendere all'estero, ma anche e soprattutto reggere la concorrenza sui propri specifici mercati locali e nazionali.
Quindi - possiamo concludere su questo punto - la mondializzazione non è più solo un problema per chi vuole esportare, ma un problema per chiunque (esportatore o no) voglia davvero, e con adeguato profitto, "stare sul mercato".
2) Il fenomeno della crescente terziarizzazione del sistema economico, tanto italiano e milanese (l'area milanese rappresenta da sola il 26% dell'export nazionale di servizi e il 24,6% dell'import degli stessi), quanto degli altri Paesi. Proprio il terziario di servizio è stato negli ultimi anni, come è noto, il settore con i maggiori tassi di sviluppo, anche quando il settore manifatturiero denunciava invece rallentamenti e contrazioni.
Soprattutto, il terziario di servizio è diventato sempre di più un fattore centrale e strategico del processo di mondializzazione dei mercati. é il terziario di servizio che contribuisce infatti in modo decisivo a creare, sviluppare e in qualche misura anche a gestire tutto il complesso reticolo di interconnessioni che "innerva" in forma sempre più intensa e pervasiva il mercato mondiale.
3) Il fenomeno della riforma dei sistemi istituzionali e amministrativi che, a partire dalla Legge 580 del 1993 sul riordino delle Camere di Commercio per giungere alla riforma dell'ICE e alla più recente legislazione sul decentramento amministrativo ("leggi Bassanini"), ha rinnovato compiti, strutture e procedure degli enti pubblici (camerali e non) posti al servizio delle imprese e ha nel contempo determinato la necessità di un "riposizionamento" reciproco dei diversi soggetti in campo, anche per quanto riguarda gli specifici servizi di promozione e di supporto del processo di mondializzazione delle piccole e medie imprese.
4) Nel quadro delle riforme istituzionali e amministrative di cui al punto precedente, e in particolare della Legge 580, il fenomeno dell'emergere del ruolo del mondo associativo imprenditoriale, che non solo rappresenta da tempo, e in rilevante misura, la business community locale, ma è chiamato oggi dalla legge ad esprimere gli organi dirigenti, e quindi anche le strategie di azione, delle strutture di servizio del sistema camerale.
Possiamo dire che ciò che lega oggi in misura crescente business community, mondo associativo e istituzioni camerali in un comune progetto strategico è l'obiettivo di promuovere l'infrastrutturazione, tanto fisica quanto immateriale, dei mercati.
Tutti siamo sempre più convinti, infatti, che solo una crescente infrastrutturazione rende concretamente percorribili alle imprese, soprattutto a quelle di minori dimensioni, le difficili (ma inevitabili a pena della stessa sopravvivenza) strade del "mercato globale".
Se dunque i fenomeni fin qui brevemente delineati rappresentano il contesto di riferimento in cui sono maturate le scelte strategiche per la mondializzazione della Camera di Commercio milanese, quali sono - precisamente e in concreto - queste scelte? E come sono oggi perseguite e realizzate nei programmi e nell'operatività quotidiana delle strutture camerali?

I PRINCÌPI ISPIRATORI
Credo che i fondamentali principi ispiratori della strategia camerale milanese per la mondializzazione delle PMI possano essere sinteticamente indicati nel modo seguente.
1) Il principio della sussidiarietà non solo "passiva", ma "attiva" dell'azione camerale.
Nel suo aspetto "passivo" la sussidiarietà consiste nel non sovrapporsi con la propria azione né agli operatori del mercato privato dei servizi, né alle strutture del mondo associativo, né alle altre istituzioni chiamate a specifici compiti nell'area della mondializzazione. Si tratta in sostanza di astenersi dal fare ciò che altri debbono (per attribuzione formale) e possono (per capacità e vocazione) meglio fare. Nel suo aspetto "attivo", la sussidiarietà consiste invece nel promuovere e sostenere lo sviluppo del mercato privato dei servizi e dei suoi operatori; nel favorire la rappresentatività e l'operatività del mondo associativo; nell'interagire e collaborare attivamente con le altre istituzioni deputate al sostegno delle imprese e, in particolare, del loro processo di mondializzazione.
In sostanza, comporta lo svolgimento di un essenziale ruolo di brokeraggio fra domanda delle imprese utenti e offerta dei diversi soggetti (pubblici, associativi, privati di mercato) erogatori di servizi e, ancora, di un ruolo di "integrazione di sistemi" tanto dal lato dell'offerta quanto dal lato della domanda.
In questa prospettiva diventa essenziale che il sistema camerale sia in grado di monitorare, in forme organizzate e permanenti, la struttura e l'evoluzione del mercato dei servizi.
2) La strategia del "fare rete" attraverso la costruzione di relazioni di collaborazione e di partnership con altri soggetti, sia all'interno sia all'esterno del sistema camerale, sia pubblici sia privati, sia in Italia sia all'estero.
Solo secondo questa strategia e modalità operativa "di rete" è oggi concretamente possibile assistere le imprese nei loro percorsi di internazionalizzazione, e in particolare aiutarle ad accedere al "mercato globale dei fattori".
Le interconnessioni di rete consentono di collegare il contesto "locale", in cui sono radicate le imprese, al contesto "globale", verso il quale nel contempo esse devono orientarsi e nel quale devono sapersi muovere per fare fronte alla competizione in atto.
3) La priorità strategica, per l'azione camerale, delle
PMI, intese però essenzialmente come "sistema", più che come singole imprese.
In altre parole, ciò di cui siamo sempre più convinti è che al bisogno di servizi delle PMI vadano date in misura crescente risposte non tanto sul piano dell'assistenza individuale (impresa per impresa), quanto sul piano del "sistema" complessivo.
Si tratta soprattutto, in sostanza, di contribuire da parte camerale a creare un "ambiente" operativo (in termini di normative, contesto amministrativo, strutture di supporto e di servizio ecc.) favorevole allo sviluppo e al processo di mondializzazione dell'insieme delle PMI milanesi.
E' importante rilevare che l'ambiente operativo di cui parliamo non è soltanto quello che le imprese trovano in Italia, ma è sempre più anche quello che esse trovano sui mercati esteri di riferimento.
Proprio questo fatto giustifica e spiega, fra l'altro, le ragioni dell'intenso impegno che la Camera di Commercio, soprattutto attraverso la sua Azienda Speciale Promos, ha sviluppato negli ultimi anni per "infrastrutturare" anche gli ambienti operativi "all'estero" delle PMI milanesi, nei loro diversi e principali mercati di riferimento.
In concreto, questa strategia "di sistema" sull'estero ha portato alla promozione e allo sviluppo - sempre in collaborazione con altri soggetti camerali e non, italiani ed esteri, pubblici e privati - di antenne e di sportelli "mirati", di strutture informative e telematiche, di reti di desk di assistenza e servizio sui mercati più difficili e lontani.
Ciò è stato realizzato o è in corso di realizzazione in alcune fra le aree più "sensibili" e difficili del nuovo mercato globale: il Nord e Centro America, la Russia e i Paesi della CSI, la Cina, l'India, il Brasile, e altre ancora.
4) La priorità strategica, per lo sviluppo del sistema delle PMI milanesi, della loro capacità di accesso ad alcuni fondamentali fattori produttivi disponibili sul mercato globale: le risorse finanziarie, il know how e le tecnologie, le risorse umane.
E' proprio sulla base di questo orientamento strategico che si spiegano e si giustificano, negli ultimi tempi, alcune importanti iniziative in atto o in progetto da parte del sistema camerale milanese.
Si tratta, per fare alcuni esempi concreti, di iniziative quali lo "Sportello Mondializzazione", il Desk degli Organismi Finanziari Multilaterali, la costituzione di Assotec Scarl, il programma di stage internazionali gestito da Formaper per giovani italiani, in collaborazione con Assocamerestero.
5) Il raccordo, stabile e organico, dell'azione camerale con le strategie, le politiche e i programmi dell'Unione Europea.
Questo raccordo coinvolge sull'area milanese, in una comune operatività, soggetti diversi del sistema camerale locale e nazionale: Promos, Eurosportello, Formaper, l'Unione Regionale, il Centro Estero lombardo, Mondimpresa.
E' importante osservare, a questo proposito, come almeno in un triplice senso acquisti una decisiva rilevanza strategica il rapporto con l'Unione Europea:
- per le occasioni e le risorse "progettuali" che la politica comunitaria rende disponibili sia alle imprese sia alle istituzioni intermediarie e di servizio;
- per le risorse "finanziarie", aggiuntive a quelle nazionali e locali, che rende ancora (e in misura crescente rispetto a quelle nazionali) disponibili;
- infine, per le opportunità e gli stimoli al "fare rete" con altri soggetti sia italiani sia esteri che determina (come è noto, i progetti comunitari richiedono di norma la costituzione di partnership fra soggetti diversi di Paesi diversi dell'Unione).
La consapevolezza del ruolo e delle responsabilità di una "città globale" come Milano, che costituisce da molteplici punti di vista (come centro di servizi, come piazza finanziaria, come luogo di ricerca scientifica e tecnologica, come sede privilegiata del mondo associativo e professionale, ecc.) un fondamentale nodo di interconnessione dell'economia italiana ed europea e, più in generale, internazionale.
E' evidente che il ruolo e la responsabilità di Milano sono anche, necessariamente, il ruolo e la responsabilità del sistema camerale milanese, che - di conseguenza - non può non avere un "orizzonte" strategico altrettanto globale di quello dell'area territoriale su cui insiste.
6) I prìncipi dell'economicità, dell'efficienza e dell'efficacia dell'azione camerale.
Questo orientamento strategico, su cui si giocano in notevole misura la credibilità e l'immagine del sistema camerale (come del resto in crescente misura ormai di qualsiasi ente pubblico), comporta la realizzazione di adeguate iniziative per il monitoraggio e la valutazione dei risultati dell'azione camerale per la mondializzazione delle imprese.
E' in questa direzione, ad esempio, che l'Azienda Speciale Promos ha promosso la costruzione di una banca dati della propria utenza, come condizione necessaria per il monitoraggio permanente dei "riscontri" della
propria operatività presso il mondo delle imprese.
Vorrei rilevare, infine, che l'insieme di queste linee-guida della strategia camerale per l'internazionalizzazione ha in sostanza un "punto di visibilità" fondamentale che può renderne credibili e comprensibili i contorni a qualsiasi osservatore. Questo "punto di visibilità" - che mi sembra importante segnalare conclusivamente in questa sede - è il tessuto sempre più fitto e articolato di relazioni con altri soggetti che il sistema camerale milanese ha costruito negli anni.
E' sufficiente, in altre parole, censire e analizzare la quantità e la qualità delle relazione inter-istituzionali in Italia e all'estero poste in essere dal sistema camerale per comprendere la crescente complessità delle attività della Camera di Milano per la mondializzazione delle imprese e, nello stesso tempo, la coerenza fra la propria natura sempre più relazionale e i compiti istituzionali che le sono affidati.
Del resto, in un mondo "iperconnesso" come quello in cui viviamo, la densità relazionale sembra essere il destino necessario di qualsiasi soggetto o istituzione sia chiamata a seguire e sostenere le imprese lungo i loro ormai planetari percorsi di sviluppo.