Impresa & Stato n°42
IL TAVOLO PROGETTUALE DEL COMMERCIO
Esperienze, risultati e prospettive di un gruppo
di lavoro in attuazione del Piano Regolatore degliOrari della
città di Milano.
di
MARISA CENGARLE
D
ue anni dopo la firma del Protocollo d'intesa tra
il Comune di Milano - Piano Regolatore degli Orari, Prefettura,
Camera di Commercio e Sindacati Confederali, verso la fine del
1976 sono iniziati i lavori del Tavolo Progettuale del Commercio
di Milano. L'obiettivo da raggiungere era quello di "Elaborare
un sistema di criteri e regole condivisi per affrontare i temi
delle deroghe domenicali, degli orari di apertura giornalieri,
settimanali, annuale e Milano Turistica". In sintesi, l'orologio
della vita commerciale della città.
Ma c'era un'ulteriore serie di scopi che l'Amministrazione
Comunale voleva realizzare. Potremmo parlare di un secondo livello
di obiettivi o per così dire, di obiettivi di processo.
Innanzitutto la volontà di assumere un ruolo
di promozione e di regia di un processo di confronto allargato
ai molti soggetti della vita commerciale della città e
trasparente nelle sue modalità di attuazione.
In secondo luogo, la volontà di mettere a
punto un modello di relazioni negoziali tra i diversi protagonisti
della città, caratterizzato da un significativo patrimonio
di informazioni, conoscenze e consapevolezza in tutte le fasi
del processo di confronto e di decisione.
In terzo luogo, la volontà di ampliare e integrare
la visione della città tra i diversi attori protagonisti
del commercio anche aiutando a crescere e legittimando nuovi soggetti
quali ad esempio i Movimenti dei Consumatori, le Associazioni
dei Commercianti di Via, i Commercianti Ambulanti. Infine, la
volontà ma anche la necessità, di uscire da una
visione prevalentemente economica del commercio, connettendolo
alla qualità, alla vivibilità e allo sviluppo urbano.
I protagonisti di questa esperienza sono:
- per il Commercio: Unione del Commercio, FAID (federazione
della grande Distribuzione), Confesercenti, Associazioni dei Commercianti
di Via, Associazione del Commercio Ambulante;
- per i Consumatori: Comitato Consumatori e Movimento
Consumatori;
- per i Lavoratori del Commercio: CGIL-CISL e UIL,
i Sindacati di Categoria del Commercio FILCAMS, FISASCAT e UILTUCS;
- per la Pubblica Amministrazione: il Comune di Milano,
il Piano Regolatore degli Orari (PRO), l'Assessore al Commercio,
il Presidente della Commissione Consigliare del Commercio;
- la Camera di Commercio ed infine chi scrive in
qualità di consulente a supporto delle attività
del Tavolo.
Va detto che i Rappresentanti politici hanno svolto
seppur con modalità diverse tra le due Amministrazioni
che si sono succedute, il ruolo di referenti esterni al Tavolo
stesso e che i Rappresentanti Sindacali hanno saputo molto bene
orchestrare un gioco reciproco di delega in modo da contribuire,
senza appesantire i lavori con una rappresentanza troppo allargata.
Solo alcuni dei Protagonisti del Tavolo Progettuale
del Commercio avevano avuto precedenti occasioni di confronto
tra di loro; in altri casi, le relazioni negoziali erano del tutto
nuove.
L'ESPERIENZA, LE SFIDE
Possiamo ritenere che l'intero progetto abbia rappresentato
una grossa sfida che è stata vinta. I precedenti di successo
non erano certo numerosi seppure ci fosse un contesto legislativo
favorevole come ad esempio, quello dettato dalla Legge 241/90
sulla "trasparenza" che prescrive un diverso sistema
di relazioni tra cittadini e Pubblica Amministrazione; la trasparenza
prevista dalla legge, si basa tra l'altro sulla partecipazione
dei cittadini e degli attori sociali alla definizione dei procedimenti.
Quando il Tavolo Progettuale del Commercio ha iniziato
i suoi lavori l'atmosfera della città non era né
collaborativa né fiduciosa, né particolarmente orientata
al futuro; clima che perdura tuttora. Al Tavolo erano rappresentati
grossi e diversi interessi economici e sociali; l'esperienza di
Tangentopoli proiettava ancora una forte ombra sull'anima della
città. Così, una delle prime attività che
si è ritenuto di effettuare per favorire il decollo del
Tavolo, è stata l'individuazione delle variabili che maggiormente
ponevano sotto sforzo tutte le Parti implicate. Sono state chiamate
"Le sfide" del Tavolo Progettuale del Commercio, ovvero
le cose rispetto a cui ciascuno era maggiormente impegnato, le
polarità di orientamento ciascuna delle quali ineliminabile,
che orientavano e a volte ostacolavano il cammino intrapreso.
A partire da dieci polarità di sfida, sono state successivamente
individuate le variabili su cui costruire un sistema di monitoraggio
dei lavori; un sistema che ha consentito di valutare individualmente
e collettivamente, per ciascun incontro e per l'insieme delle
tappe del percorso, l'andamento dei lavori ed il polso della situazione.
Possiamo ritenere che il sistema di monitoraggio
adottato si è rivelato uno strumento estremamente efficace
non solo per la valutazione costante e sistematica che ci ha consentito,
ma anche e forse soprattutto come stimolo alla consapevolezza
e alla responsabilità delle Parti su quanto stava avvenendo
a opera di ciascuno sul terreno comune del negoziato progettuale.
Le attività del Tavolo Progettuale del Commercio
si sono articolate in quattro fasi successive: ideazione, progettazione
negoziata delle modalità di lavoro, conoscenza e confronto
tra le Parti, elaborazione dei contenuti per la nuova ordinanza
comunale sugli orari del commercio a Milano. In realtà,
la differenziazione temporale è in parte indicativa: in
ciascuna fase infatti, si è svolto principalmente una certo
tipo di attività, ma anche un po' di quanto caratterizzava
le fasi successive e precedenti. Si intende dire che la fase di
ideazione, ad esempio, ha accompagnato l'intero cammino del Tavolo;
di volta in volta l'oggetto dell'ideazione era progressivamente
diverso. Si tratta quindi di fasi in successione logico-temporale,
ma anche di funzioni attivate e di risultati parziali ottenuti
via via dal Tavolo.
IL PIANO DI CONFRONTO TRA LE PARTI
Il Piano di consultazione e confronto tra le Parti
che si è svolto tra il 6¡ e il 9¡ Tavolo Progettuale
del Commercio, ha avuto come obiettivo quello di "costruire
una serie di mappe semantiche che contengano e rappresentino l'insieme
degli interessi e dei bisogni delle Parti, in modo che ciascuno
possa osservare le proprie e le altrui posizioni, percepire vicinanze,
distanze e terreni di conflitto, intuire percorsi e condizioni
di aggregazione e consenso possibili". Esso è stato
pensato con la convinzione che la conoscenza e la consapevolezza
della propria e delle altrui posizioni in un Tavolo di negoziato,
possono sdrammatizzare il rapporto con gli altri (nel nostro caso
una decina di Parti) e favorire l'individuazione di linee di
intesa. In questo modo, le differenze possono essere percepite
anche come risorse e non solo come minacce e ostacoli. In più,
se si riesce a creare una visione allargata, si determina uno
spazio di conoscenza plurale in cui le differenze possono convivere
e contribuire a creare visione e valore per il progetto comune.
I RISULTATI
Possiamo cercare di evidenziare i risultati raggiunti
seguendo le quattro fasi del percorso del Tavolo Progettuale del
Commercio.
Fase 1 - Ideazione:
- promozione di una politica degli orari negoziale
e negoziata.
Fase 2 - Progettazione negoziata su modalità
di lavoro:
- condivisione obiettivo, strumenti, modalità
e percorso di lavoro;
- messa in comune di idee e conoscenze sul commercio;
- utilizzo del contributo di esperti esterni e istituzionali;
- messa a punto di un insieme di strumenti e di metodi
per la gestione di una rete progettuale urbana.
Fase 3 - Conoscenza e confronto tra le Parti:
- indagine conoscitiva attraverso interviste ai soggetti
del commercio di Milano;
- creazione delle mappe delle idee e delle posizioni
delle Parti;
- Rapporto sul commercio a Milano.
Fase 4 - Elaborazione criteri condivisi su orari
del commercio:
- proposte condivise tra le Parti per la stesura
della nuova ordinanza comunale sugli orari del commercio;
- argomenti trattati: arco orario giornaliero, chiusura
infrasettimanale, deroghe alla chiusura domenicale, sperimentazioni,
procedure di attuazione della delibera.
Meta-risultati o risultati di processo:
- realizzazione di un'esperienza partecipata di successo;
- creazione di una rete di relazioni orientate alla
cooperazione tra tutti i soggetti del Tavolo;
- esperienza individuale e collettiva di apprendimento
e di problem-solving;
- costituzione di un capitale di capacità
e di motivazioni per successivi obiettivi e percorsi di lavoro
del Tavolo;
- sperimentazione di un nuovo possibile modello di
relazione tra i soggetti protagonisti della città e il
governo locale.
LE PROSPETTIVE
Tutte le Parti sono state concordi nel dichiarare
la volontà di proseguire l'esperienza del Tavolo. Ed è
facile pensare che il futuro del Tavolo Progettuale del Commercio
verrà progettato da coloro che ne sono stati i protagonisti,
anche a partire da un clima di amicizia e stima reciproca; pur
essendo e rimanendo diversi. é già emersa l'opportunità,
molto significativa, di dotare il Tavolo Progettuale del Commercio
di un supporto tecnologico e organizzativo basato su un'applicazione
Internet/Intranet. Una rete reale tra protagonisti orientati
alla progettazione partecipata e condivisa, non potrà che
trarre un significativo vantaggio da un sistema telematico di
supporto alla comunicazione e alla collaborazione che integri
i singoli momenti sincroni e a-sincroni di relazione e confronto.
Verrebbero così potenziate le attività in co-presenza
e soprattutto a distanza.
Nei giorni in cui questo articolo viene redatto è
in corso una consultazione delle Parti i cui risultati consentiranno
di formulare la nuova, ulteriore missione del Tavolo Progettuale
del Commercio. Sono molte le idee e le possibilità espresse.
Una parte delle opzioni di sviluppo del Tavolo dipendono oggi
dal Tavolo stesso, una parte andranno negoziate con l'Amministrazione
comunale e con alcuni Assessorati tra cui quello del Commercio
in particolare.
Trattandosi di un'attività in corso, risulta
difficile e poco opportuno parlarne dettagliatamente. Possiamo
a titolo esemplificativo, presentare alcune "questioni aperte"
del Tavolo Progettuale del Commercio che rappresentano la base
di quanto oggi è oggetto di valutazione e scelta tra le
Parti.
Come usare il capitale dell'esperienza fatta?
- Il TPC diventa una struttura permanente di consultazione
e di confronto.
- Il TPC come occasione per consolidare e ampliare
l'esperienza di rete al servizio della città.
- Il TPC come struttura di ascolto e di monitoraggio
del commercio nella città e come soggetto che propone e
favorisce innovazione e sperimentazione.
- Il TPC come occasione per sperimentare un modello
diverso di relazione tra i diversi protagonisti del commercio
della città e tra questi e gli Amministratori Pubblici.
- La Pubblica Amministrazione favorisce le condizioni
per un dialogo di lungo periodo tra i diversi attori per uno sviluppo
integrato della città.
- La Pubblica Amministrazione promuove anche attraverso
il TPC cultura dello sviluppo della città e migliora la
sua capacità di regia metropolitana.
 
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