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Impresa & Stato n°42

LA "VITALITA' E SICUREZZA" DEL COMMERCIO

Il Laboratorio sviluppato in zona 17 a Milano: coinvolgere gli attori sociali nei processi di pianificazione della qualità urbana.

di
CLARA CARDIA

D a alcuni decenni teorici europei e nordamericani hanno sviluppato tesi - sono particolarmente note quelle dell'antropologa americana Jane Jacobs - sulla sicurezza urbana in rapporto alla struttura morfologica e funzionale dei quartieri e ai comportamenti dei loro abitanti.
La definizione del rapporto tra sicurezza e ambiente urbano è basato su due grandi ipotesi formulate da Jane Jacobs. La prima riguarda "l'occhio sulla strada"; la sicurezza è legata alla vitalità delle strade, affacci di finestre, portoni, negozi, locali di ritrovo, edicole, fermate degli autobus, rendono le strade vitali e sicure. La seconda riguarda l'identificazione con il territorio. Qualità dell'ambiente, vivacità delle attività, legami di vicinato permettono agli abitanti di identificarsi con il territorio in cui vivono. Questa appropriazione porta al rispetto e a ben noti comportamenti di "difesa territoriale", che sono comparabili a quelli del mondo animale.
Agli studi teorici di Jane Jacobs sono seguite altre ricerche e le ipotesi si sono affinate grazie anche alle numerose esperienze concrete. Si è andato così costruendo un sapere, che pur non avendo trovato ancora una nuova brillante teorizzazione come quella di Jane Jacobs, si trasmette pragmaticamente attraverso le reti di persone che si occupano di questi problemi.
Sottolineiamo alcuni elementi di questo "nuovo sapere", che hanno una particolare rilevanza per il tema qui affrontato.
- La struttura dello spazio fisico non è da solo un fattore determinante per la sicurezza, ma può contribuirvi fortemente. Linearità delle visuali, illuminazione, forma della vegetazione, struttura dei percorsi, sono elementi che aiutano a rendere uno spazio sicuro.
- Le attività commerciali e la loro apertura serale o domenicale sono elementi di grande importanza per la vitalità degli spazi urbani e quindi la loro sicurezza. A livello europeo si stanno facendo diverse esperienze di sostegno alle attività commerciali per la vitalità dei quartieri e l'Unione Europea ha recentemente varato misure che prevedono contributi per le attività commerciali urbane.
- Gli orari di servizi, attività, mezzi di trasporto, negozi, quindi i ritmi e i tempi di vita dello spazio urbano hanno un'influenza determinante sulla vitalità della città, e influiscono direttamente e indirettamente sulla sicurezza.
- Il rapporto con la polizia si è modificato. é stata finalmente superata la dura polemica che opponeva i "i fautori delle forze dell'ordine" a quelli "dell'azione sociale". Studi ed esperienze insegnano che i migliori risultati si ottengono con azioni contemporanee sulla sorveglianza e sul territorio. In particolare la presenza e il sostegno delle forze dell'ordine può essere importante per evitare la chiusura di attività in zone considerate "a rischio".
- Gli interventi in favore della sicurezza, non sono progetti realizzabili "una tantum" ma sono azioni durature, che richiedono continuità, presenza, controlli, aggiustamenti.

IL LABORATORIO
Sulla base di questi assunti teorici e in riferimento alle esperienze concrete in altri paesi europei, si è costituito il Laboratorio "Vitalità e sicurezza" che si è posto come obiettivo di dare un contributo di studio e di proposte ai problemi di vitalità e di sicurezza a Milano. Il Laboratorio, come si è detto in precedenza, si configura come una collaborazione tra alcuni docenti del Politecnico di Milano, che da anni si occupano di problemi di qualità, e l'Ufficio Tempi del Comune di Milano. Hanno partecipato al laboratorio i docenti Clara Cardia (responsabile), Carlo Bottigelli, Alessandra De Cugis, Marianella Sclavi e i collaboratori Massimo Bricocoli, Martina Gerosa, Laura Migliora, Lorenzo Pontiggia, Luciano Schiavone.
Il Laboratorio è inserito in una rete europea, "La carta europea per la città" impegnata a diffondere conoscenza sulle esperienze in corso e a promuovere interventi che coinvolgono gli attori sociali nei processi di pianificazione per la qualità urbana.
Come ambito territoriale della ricerca è stata scelta la zona di decentramento n.17, già individuata dal P.R.O. come zona pilota, per la sua grande rappresentatività in termini di problemi di devitalizzazione progressiva della cintura esterna di Milano. Infatti, come sottolineano diversi studi è necessario agire non solo sulle aree più degradate, che richiedono interventi pesanti, ma anche, attraverso azioni preventive, nelle zone "a rischio", oggi ancora relativamente vitali, che potrebbero diventare i Bronx di domani.
L'area di studio si estende dalla Circonvallazione (Piazza Tripoli, Piazza Napoli) fino al confine comunale con Corsico, nel settore delimitato dal Naviglio Grande a Sud e dal Viale delle Legioni Romane a Nord, per complessivi 7 km2, con una popolazione di oltre 80.000 abitanti.

I RISULTATI
Un primo risultato del Laboratorio è stato quello di costruire strumenti per la valutazione della sicurezza nel contesto milanese. Infatti nonostante il contributo degli studi teorici, non è facile descrivere la sicurezza nell'ambiente urbano in quanto non è un concetto codificato e varia secondo i diversi contesti urbani. Il Laboratorio in due anni di sperimentazione ha definito gli strumenti di valutazione della sicurezza, adatti allo specifico contesto milanese.
Per raggiungere questo risultato, su larga parte della zona 17 sono state condotte indagini sistematiche per classificare nel dettaglio:
- gli spazi pubblici, la morfologia e i tipi di affaccio su strada degli edifici;
- le attività commerciali e i pubblici esercizi con i rispettivi orari;
- la presenza di istituzioni pubbliche, associazioni o altre attività sociali;
- le fermate e frequenze dei mezzi pubblici, i flussi pedonali.
Sono state inoltre condotte 500 interviste su un campione di popolazione presente in zona, finalizzate all'identificazione dei fenomeni e dei luoghi che incidono sulla sicurezza e la vitalità. Le interviste sono state integrate da numerosi incontri con interlocutori privilegiati, rappresentanti di associazioni, sindacati, gruppi di volontariato. I risultati delle interviste sono stati sistematicamente mappati con procedure e tecniche particolari appositamente predisposte dal Laboratorio e hanno prodotto numerose carte sulla vitalità e la sicurezza del quartiere di giorno e di notte.
Un secondo risultato è stato quello di identificare
un'idea-forza: la "griglia di sicurezza", quale strumento per coordinare l'insieme dei possibili futuri degli interventi.
La "griglia di sicurezza", sull'esempio dei presidi romani sui "limes" dell'impero - nasce dalla constatazione che, con l'eccezione delle aree centrali quasi sempre dotate di sufficiente vitalità, non è possibile presidiare tutto il territorio urbano; pertanto è necessario fare una scelta di quali siano gli spazi più efficacemente "sorvegliabili" e creare diversi "presidi" di sicurezza collegati da una rete.
La griglia è quindi una rete di percorsi che permette di percorrere di giorno e di notte il quartiere, grazie alla presenza di luoghi sicuri e sorvegliati, quali ad esempio bar, fermate di mezzi pubblici e parcheggi di taxi, posti di sorveglianza notturna e polizia in posizioni strategiche. Da questa rete principale di percorsi "sicuri" si diparte un sistema secondario di percorsi in cui la sicurezza è affidata ad altri elementi quali l'illuminazione, la linearità della via, la mancanza di ostacoli visivi, la trasparenza della vegetazione.
Nella zona 17 la griglia di sicurezza è attualmente molto debole; nel settore più vicino al centro ha una certa continuità pur con la presenza di zone di buchi, verso la periferia la griglia va progressivamente scomparendo ed è del tutto inesistente all'estremità esterna della zona 17. é da questo embrione di griglia e dai suoi potenziali che si dovrà partire per costruire un più solido sistema di griglia continua per la zona, identificando gli interventi di sostegno situati in posizioni strategiche.
Come terzo risultato il Laboratorio ha proposto una serie di interventi puntuali a sostegno della griglia di sicurezza. Questi riguardano tipologie di progetti esportabili ad altre zone della città. Citiamo alcuni esempi:
- la creazione di un centro integrato pubblico-privato per associazioni e attività ricreative e culturali per i giovani del quartiere attraverso l'attento riuso di un'attrezzatura scolastica sottoutilizzata, sfruttando le sinergie con altre attrezzature adiacenti;
- la riorganizzazione di un parco pubblico esistente, ritenuto poco sicuro dagli abitanti, attraverso l'inserimento di parziali recinzioni, il ridisegno di percorsi per una migliore visibilità degli spazi e l'introduzione in alcuni punti chiave di attività; le attrezzature proposte, rispondenti ad una domanda locale e gestite da un'associazione di anziani sono finalizzate ad esercitare un'azione di sorveglianza sui dintorni;
- il ridisegno di percorsi e fermate di autobus per aumentare la vitalità e la sicurezza delle strade;
- modifiche di piccola scala di parchi e spazi pubblici esistenti attraverso illuminazione, percorsi, chioschi ed edicole, estensione di orari e licenze di pubblici esercizi, percorsi pedonali, piantumazione, per migliorarne l'uso e la sicurezza;
- la localizzazione di negozi e pubblici esercizi in posizioni strategiche con estensione di orari per migliorare la vitalità di alcune strade;
- l'organizzazione funzionale e l'inserimento ambientale di una struttura commerciale di scala medio-grande, già prevista e dimensionata da un PRU adottato dal Comune, riubicata, ricalibrata e orientata ad attività commerciali e ricreative integrabili con la struttura commerciale del quartiere;
- la riqualificazione degli spazi pubblici e collettivi del quartiere IACP, molto degradato anche sotto l'aspetto sociale, attraverso modifiche di recinzioni, la riqualificazione degli ingressi e delle portinerie, l'inserimento ai piano terra di attività commerciali e sociali;
- la possibile apertura con diversi stadi e livelli di permeabilità di un'istituzione pubblica (il Pio Albergo Trivulzio) che possa offrire servizi aggiuntivi e contribuire alla vitalità della zona, ricavandone essa stessa benefici.
I contenuti di ciascun intervento sono stati discussi durante diversi incontri in aula con "interlocutori locali", rappresentanti di associazioni operanti nella zona, per verificarne i contenuti e la rispondenza alle aspettative locali.

UN CASO CONCRETO
Citiamo a titolo di esempio un caso concreto, scelto tra le numerose proposte elaborate dal Laboratorio per rinforzare la griglia di sicurezza. Si tratta di un centro di aggregazione per giovani, da situare in un edificio scolastico sottoutilizzato.
A ovest di via Primaticcio si estende una enclave di città con caratteri periferici che necessita interventi tempestivi per rispondere a precise esigenze emerse dalla popolazione.
Sono infatti presenti segnali che indicano la possibilità di assistere, in tempi relativamente brevi, a fenomeni di emigrazione e sostituzione sociale (espressione del disagio) con conseguente discesa dei valori immobiliari, nonché a fenomeni di degrado sociale a cui seguirebbero forme di degrado fisico, attraverso processi simili a quelli che hanno condotto alla formazione del bronxs.
Esistono in zona delle interessanti opportunità su cui puntare:
- presenza significativa di popolazione giovanile;
- presenza di attrezzature ricreative di successo: Palaghiaccio (Agorà), Parco Berna, ecc.
- presenza di spazi e immobili di proprietà pubblica, male o sottoutilizzati, spesso in condizioni di degrado (fino a divenire luoghi di spaccio).
Le indagini specifiche, svolte nell'ambito del Laboratorio hanno valutato l'opportunità di creare una struttura polivalente, con la presenza di attrezzature private commerciali e ricettive, rivolte al mondo giovanile, che possano integrarsi alle strutture ricreative ed educative già esistenti. Questo permetterà la creazione di un polo di aggregazione per i giovani, punto di riferimento per la vita del quartiere. Questa operazione consentirà di migliorare il senso di identità degli abitanti con il quartiere, riqualificandone l'immagine e creando migliori condizioni di sicurezza (spazi pubblici centrali frequentati anche la sera e animati).
Una volta realizzato, il Centro potrà probabilmente ospitare nello stesso complesso una serie di attività diurne e serali che si integrano creando un polo di attrazione per i giovani della zona, attraverso:
- un esercizio fast-food/bar;
- il Centro di Educazione Permanente, già presente, ma potenziato secondo le esigenze espresse dai responsabili;
- un nucleo di esercizi commerciali per i giovani, legato alla multi-medialità, articoli sportivi, musica, ecc.;
- spazi per corsi di musica;
- spazio per esposizioni temporanee, attività collettive, ecc.;
- un centro fitness ricavato nella palestra e servizi attigui esistenti.
Buona parte delle attività del Centro potranno essere realizzate e gestite da privati nelle forme da definire (concessione, affitto, locazione immobiliare ecc.) potendo fruire della presenza dell'adiacente struttura Palaghiaccio che già attira utenti da tutta Milano.
Verifiche preliminari hanno accertato l'appetibilità dell'ubicazione per i possibili esercizi commerciali da insediare (i cui orari di apertura saranno da contrattare) e ne è stata analizzata preliminarmente la fattibilità.

LE BASI PER UN PIANO TERRITORIALE
Quarto risultato del Laboratorio è stato quello di predisporre le basi metodologiche per un Piano territoriale per la sicurezza urbana nella zona 17. La simulazione didattica ha infatti prodotto e in parte verificato le azioni propedeutiche alla definizione e attuazione di un tale Piano. Il Piano dovrà elaborare una strategia generale per il miglioramento della vitalità e della sicurezza che si esprimerà in termini territoriali in una griglia di sicurezza. La definizione della griglia servirà di supporto alla scelta degli interventi programmati per migliorare la sicurezza, alla valutazione delle proposte provenienti da enti, associazioni o abitanti del quartiere e alla collaborazione con le forze di polizia. Sulla sua struttura si concentreranno sia la vigilanza delle forze dell'ordine che gli interventi di vitalizzazione e riqualificazione.
Il Piano dovrebbe inoltre definire gli interventi specifici per migliorare la sicurezza della zona che potranno essere di piccola o grande scala. Essi saranno operazioni puntuali, concentrate su uno specifico luogo, quali ad esempio creazione di un centro di animazione, risistemazione di un parco, riorganizzazione di una piazza oppure interventi tematici su tutto o parte del territorio, quali ad esempio illuminazione, spostamento delle fermate degli autobus, modifica della sicurezza del verde.
Oltre agli interventi specifici, il Piano dovrebbe indicare una serie di politiche di sostegno alla vitalità e alla sicurezza. Si intende per politiche quell'insieme di azioni che non corrispondono ad interventi precisi di carattere fisico o territoriale. Esse riguardano ad esempio:
- facilitazioni per il prolungamento degli orari di negozi e di esercizi pubblici specifici;
- supporto delle attività culturali, ricreative ecc. perché si spostino in luoghi che danno vitalità e sicurezza;
- promozione di attività che aumentino la coesione sociale delle zone, quali banca del tempo;
- collaborazione con le scuole per un ampliamento del loro utilizzo;
- coordinamento con le forze di polizia.
L'elaborazione del Piano dovrebbe essere accompagnata da una serie di azioni parallele complementari, indispensabili per garantirne il successo, quali ad esempio l'informazione del pubblico, la comunicazione con la popolazione locale, l'organizzazione del consenso per preparare il terreno per un sostegno locale.
Inoltre, il Piano per il suo carattere fortemente intersettoriale, dovrà essere attuato, come dimostrano esperienze analoghe in altri Paesi europei, introducendo forme innovative di collaborazione tra i diversi settori dell'Amministrazione Pubblica nello stile e con le modalità già introdotte a Milano dal Piano Regolatore degli Orari.
Infine è importante sottolineare che il Piano territoriale non potrà rappresentare che una parte di un più globale intervento in favore della sicurezza, l'altra parte dovrà essere assunta dalla polizia. La collaborazione con i rappresentanti delle forze dell'ordine, delegati a studiare azioni sperimentali di sorveglianza delle periferie, è di importanza fondamentale per la riuscita di una azione di rivitalizzazione e sicurezza della zona 17.

CONCLUSIONI
A conclusione dell'esposizione dei nostri studi e delle nostre proposte sulla revitalizzazione e la sicurezza di un'area periferica, ci si può chiedere quali sono i contributi specifici che il commercio può dare alla vitalità e alla sicurezza delle strade. Dalle numerose interviste realizzate è risultato che le strade con presenza di negozi sono considerate le più vitali e le più sicure. é solo la conferma di un fenomeno ben noto: i negozi sono un elemento chiave della vitalità urbana.
Le attività commerciali saranno quindi elementi importanti a supporto della griglia di sicurezza. Lo saranno per la scelta del Piano di favorirne l'apertura in posizione strategica, lo saranno per l'orario di apertura. Una rivitalizzazione delle attività commerciali non può essere lasciata a fattori spontanei, che portano spesso, come si puo constatare quotidianamente, alla chiusura dei negozi.
Una strategia generale per tutta la città dovrà essere definita a livello di un tavolo del commercio cittadino, e la zona 17 potrebbe diventare un luogo di sperimentazione.
Possiamo qui anticipare alcuni spunti che emergono dai nostri studi. Si tratterà innanzi tutto di proteggere i negozi nelle zone a rischio con un adeguato supporto di polizia. In secondo luogo dovranno essere previsti incentivi particolari per incoraggiare l'apertura o il mantenimento di negozi o pubblici esercizi in posizioni strategiche e per il prolungamento del loro orario di apertura.
Questi incentivi vanno dagli strumenti fiscali, all'estensione di orari e licenze, alla facilitazione delle pratiche. Può essere inoltre considerata incentivante la localizzazione con effetti cumulativi, quali ad esempio la prossimità di fermate dei mezzi pubblici, di parcheggi di taxi, di attività culturali o ricreative, di scuole serali, di piazze riqualificate, di strade ben illuminate. Possono anche essere presi in considerazione incentivi derivanti dal sostegno della comunità locale che, opportunamente informata e mobilitata, potrebbe vedersi impegnata a difendere e sostenere le attività di zona.
La questione del commercio quale elemento vitalizzante della città sarà un tema di grande rilievo nelle politiche urbane dei prossimi anni, e ne si colgono già i primi elementi emergenti.
Si tratterà di trovare il necessario punto di incontro tra l'interesse privato e quello della comunità, valutando attentamente i costi diretti e indiretti della devitalizzazione urbana: costa di più sostenere il commercio locale o distribuire poliziotti in ogni strada della città?