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Impresa & Stato n°40 

 
LA COMPOSIZONE DELLE CONTROVERSIE 

Il Tavolo 
di Lavoro sulla Autodisciplina

 Eticità e giuridicità  
di un metodo per regolare il mercato  
e prevenire le dispute 
prima di arrivare  
alla loro risoluzione.

di
SILVIA STABILE
 
Il fenomeno autodisciplinare, ancora poco diffuso in Italia ma consolidato in Paesi di cultura giuridica anglosassone, rappresenta il tipico strumento di regolazione del mercato e di prevenzione delle liti non eteroimposto, collocato in una fase antecedente rispetto alla composizione delle dispute. 
In sostanza l'autodisciplina rappresenta la manifestazione di una volontà condivisa da un gruppo di soggetti con interessi omogenei di assoggettarsi a regole di comportamento finalizzate al perseguimento di uno scopo comune, consistente nella regolamentazione di una specifica attività economica o dei rapporti intercorrenti tra operatori economici di un settore ed i loro clienti e/o concorrenti. Vari tentativi definitori dell'autodisciplina degli operatori economici hanno inizialmente caricato il fenomeno di eticità per approdare, in un secondo momento, all'affermazione della giuridicità delle norme autodisciplinari. 
I motivi che inducono una determinata categoria a darsi delle regole di autodisciplina sono molteplici. Significativa è l'esigenza di regolare un'attività o un comportamento economico sprovvisto di una regolamentazione statuale ad hoc ovvero regolamentato, ma in modo parziale e lacunoso. Altrettanto valido, in favore dell'alternativa autodisciplinare, è il movente cautelativo consistente, in prevalenza, nella diffidenza verso interventi imposti dall'alto, nella esigenza di riservatezza, nella necessità di ottenere celermente delle decisioni in settori che necessitano una risoluzione immediata delle liti, come ad esempio avviene in materia pubblicitaria. 
Le autodiscipline esistenti sono caratterizzate da corpi normativi complementari al diritto dello Stato, le cui norme sono di emanazione e di revisione degli organismi associativi della categoria d'appartenenza. 
L'identità dei soggetti detentori del potere autodisciplinare e soggetti sottoposti al controllo ha, soprattutto in passato, destato qualche perplessità circa l'imparzialità di sistemi autoregolamentari, spesso tacciati di neocorporativismo. In verità tale accusa è smentita in modo significativo dall'esperienza dell'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, che opera nell'interesse delle imprese concorrenti, tutelando altresì l'interesse dei consumatori. I codici di autodisciplina adempiono inoltre alla funzione di raccogliere in modo sistematico ed unitario gli usi di settore, seguiti nelle pratiche commerciali e di renderli vincolanti, elevandoli, su base negoziale, a fonti del diritto. 
Stessa base negoziale è rinvenuta nella fonte che istituisce l'autodisciplina, il cd. contratto atipico di autodisciplina, che vincola unicamente le parti che lo hanno sottoscritto. Le condizioni preordinate alla creazione di un codice di autodisciplina sono rappresentate dall'esistenza di un rilevante interesse di un gruppo di soggetti, come le associazioni di categoria di settore, nonché la sua meritevolezza di tutela all'interno dell'ordinamento statuale ai fini della validità del negozio giuridico che la istituisce con particolare riguardo alla liceità della causa, di una struttura associativa articolata e funzionale alla conservazione di tale interesse, di sanzioni efficaci, la cui osservanza è resa possibile attraverso mezzi che ne garantiscano l'effettività ed infine l'esistenza di usi di settore ("il costume") costituente le fondamenta normative del sistema. 
Ulteriore caratteristica comune ai "codici di condotta" esistenti è costituita da un nucleo centrale di disposizioni che hanno natura deontologica e che esprimono la volontà della categoria di conservare un'immagine all'esterno che rifletta i parametri della cd. correttezza professionale e della trasparenza nei rapporti con la clientela. 
Da questo nucleo di principi essenziali, si originano le disposizioni chiave e preliminari delle autodiscipline conosciute ed attuate in Italia, come la più volte richiamata Autodisicplina pubblicitaria, l'autodisciplina dell'industrial design, quella delle società d'intermediazione immobiliare e delle SICAV. 
Alla valenza etica delle regole contenute nei codici deontologici, si aggiunga la considerazione che sovente l'adozione di un sistema autodisciplinare è collegata alla volontà di creare regole per il mercato, laddove questo ne sia sprovvisto: non a caso ricorre l'affermazione in base alla quale un mercato deregolamentato comporta necessariamente la sua negazione. 

IL TAVOLO DELLA CAMERA ARBITRALE 
La L. 580/93 dà agli enti camerali la facoltà di promuovere la creazione di sistemi di controllo delle clausole inique contenute nei contratti standard conclusi con i consumatori, nonché di costituire commissioni arbitrali e conciliative (art. 2, IV comma). A seguito dell'entrata in vigore della normativa, la Camera di Commercio di Milano ha avviato un progetto di "giustizia alternativa", affidando alla propria Camera Arbitrale lo studio e la promozione di forme "para-giurisdizionali" per la prevenzione, la composizione amichevole e la risoluzione delle controversie tra imprese e tra queste ed i consumatori. A queste tre funzioni sono correlate altrettante modalità di svolgimento della disputa che corrispondono all'autodisciplina, alla conciliazione e da ultimo all'arbitrato. 
 E' stato così costituito, nel giugno del 1996, un Tavolo di Lavoro per la creazione di sistemi di autodisciplina, applicati a settori del mercato caratterizzati da attività economiche complesse, parzialmente deregolamentate e ad alto contenzioso. Alla sua costituzione è preceduta, nel 1995, una preventiva consultazione di un gruppo di esperti della materia, noti giuristi, esponenti della magistratura in vista dell'attuazione, in via sperimentale, di forme autodisciplinari. L'idea ha registrato un diffuso consenso ed una risposta positiva da parte degli interpellati. 
Sono stati chiamati a partecipare al Tavolo giuristi ed economisti esperti di problematiche relative al consumo e al diritto d'impresa. La sua formazione ha voluto privilegiare l'approccio multidisciplinare per un'analisi globale del fenomeno, non unicamente nella prospettiva del diritto civile, processuale, penale commerciale e del diritto industriale, ma anche economica. 
Spiegare il fenomeno autodisciplinare considerandolo soltanto come negozio tra privati, in funzione dell'esclusione dell'ingerenza del legislatore, o come sistema alternativo ed informale di prevenzione/risoluzione (ove fosse previsto anche un Giurì) delle dispute, equivale a limitarne la portata. La sua valenza economica, di "regolazione del mercato", rileva sulla base della funzione mediatoria di interessi contrapposti, coinvolti nelle dinamiche della produzione e del consumo, contribuendo a rendere efficiente il mercato, più credibile l'immagine dell'impresa che si avvale di codici di condotta, certificati da organismi imparziali come le Camere di Commercio, più trasparenti e professionalmente corrette le relazioni intercorrenti tra impresa e consumatori. La volontà delle imprese di adottare politiche aziendali sempre più costumer-oriented accompagna, e talvolta precede, la necessità di porre "regole del gioco" e di definirle di concerto con le proprie controparti istituzionali. 
L'investitura formale della Camera Arbitrale di Milano per la promozione di sistemi di autoregolamentazione di settore costituisce altresì l'attribuzione, in capo alla medesima, di una rilevante funzione di terzietà rispetto agli interessi di categoria, rappresentati dalle associazioni delle imprese e dei consumatori. 
Il programma di lavoro, che si è andato delineando, ha previsto inizialmente l'individuazione di alcune categorie economiche, sulla base di specifiche esigenze di settore. é poi seguita la definizione delle modalità operative secondo cui procedere, fase di estrema delicatezza. L'esigenza di ascoltare chi, in prima persona, partecipa a definire "regole del gioco", usi di settore e prassi negoziali, ha in questo modo privilegiato la via del coinvolgimento diretto delle associazioni di categoria e dei consumatori. 
Nella fase immediatamente seguente si è passati alla individuazione di alcuni settori, tramite un monitoraggio che ha confermato l'opportunità di estendere l'esperimento autodisciplinare a settori ad alto contenzioso. In tali contesti  l'autodisciplina costituisce una reale alternativa ad impasse non solo giudiziari. Il progetto pilota ha interessato dunque il settore assicurativo, delle concessionarie di autoveicoli, dell'intermediazione immobiliare e dei servizi offerti dagli Internet Providers . 
Nella scelta delle modalità operative il suggerimento del Tavolo è stato quello di raccogliere il costume degli operatori economici di un dato settore del mercato, onde ricavarne una serie di principi deontologici non ancora codificati. Il lavoro ha avuto il pregio sostanziale di delineare prassi comunemente accettate e condivise dalle categorie di riferimento. Prezioso il contributo della Commissione usi della Camera di Commercio di Milano che ha permesso di disegnare un diritto consuetudinario che regola la contrattualistica, costituendo al contempo la base normativa dell'autodisciplina di settore.  
Sono stati successivamente promossi alcuni incontri con l'Unità di Regolazione del Mercato della Camera di Commercio di Milano, con la Borsa Immobiliare di Milano e con l'Unione del Commercio di Milano. Questi incontri hanno permesso di approfondire la conoscenza empirica di aree del mercato, sovente rappresentate da una segmentizzazione dell'offerta e da una eccessiva frammentarietà dal lato degli operatori. 

SETTORI DI LAVORO 
Il settore assicurativo da tempo è impegnato in alcuni esperimenti relativi a procedure informali per la prevenzione e la risoluzione delle controversie tra compagnie assicurative ed assicurati.  Interessa tanto al consumatore quanto alle assicurazioni che il servizio assicurativo sia svolto nel rispetto delle condizioni contrattuali per l'assunzione del rischio sia della tempestività nella prestazione del servizio medesimo. Tali procedure comporterebbero da un lato il vantaggio per le assicurazioni di ottenere un servizio più efficiente e dall'altro lo svantaggio di vedere sfumate quelle posizioni di rendita correlate alla deflazione dei tempi processuali della giustizia civile ordinaria. 
Internet è un altro settore interessante sotto il profilo della parziale deregolamentazione, rappresentando anche una nuova materia di studio, sia per aspetti concernenti la contrattualistica, sia per le problematiche relative alla tutela della privacy, dei dati personali e del consumatore-utente per le transazioni concluse in rete e le informazioni trasmesse e ricevute attraverso il nuovo media. 
L'AIIP, associazione che raggruppa i maggiori Internet Providers, si è dimostrata interessata a collaborare con la Camera Arbitrale in vista della creazione di un corpo di regole autodisciplinari per i servizi di natura commerciale offerti in rete, non anche per aspetti concernenti la tutela della privacy e dei minori, per i quali è già attivato un progetto in sede comunitaria. 
La complessità delle materie trattate e le crescenti iniziative intraprese negli ultimi mesi hanno suggerito la creazione di un gruppo ristretto, interno al Tavolo di Lavoro, con il compito di approfondire le tematiche sollevate dal Tavolo allargato e di occuparsi di delineare specifiche direttive operative, tra le quali appare interessante la creazione di un sistema di certificazione dei contratti - tipo volto a definire delle "best practices" da utilizzare come marchio di qualità con valore competitivo per le imprese di un medesimo settore. 
L'esperienza emblematica, alla quale il Tavolo ha fatto continuo riferimento, è quella statunitense dei Better Business Bureaus, istituzione privata che offre ai consumatori e alle imprese una serie di servizi, tra cui anche un programma di giustizia alternativa. In relazione al sistema di certificazione di qualità, le imprese che partecipano al BBB Care e ai predisposti sistemi di risoluzione delle dispute, possono usufruire del logo del Better Business Bureau per pubblicizzare la propria affiliazione al programma di assistenza offerto ai consumatori. Un siffatto sistema permette alle imprese di ottenere un valido ritorno di immagine che rappresenta, all'interno delle politiche aziendali, un vantaggio sulla concorrenza. 
In sintesi il progetto giustizia della Camera di Commercio di Milano, del quale l'autodisciplina rappresenta soltanto un aspetto, costituisce l'occasione ed insieme l'assunzione di un impegno che può agevolmente contribuire alla promozione di un diritto e di rimedi che riflettano istanze e bisogni attuali. La rivalutazione dell'autonomia dei privati come forma di autotutela contribuirà necessariamente all'adozione di sistemi di prevenzione delle liti accostati ad altri sistemi alternativi per la composizione delle dispute, sulla base dell'economicità delle procedure, della tempestività delle decisioni, della maggiore competenza dei giudici privati e sulla base dell'affidabilità ed imparzialità degli organismi conciliativi e dei collegi arbitrali. Privatizzare gli strumenti di soluzione dei conflitti significherà, in primo luogo, rispondere ad una domanda di giustizia sempre più urgente e diffusa. Parimenti aderire a forme di autodisciplina contribuirà a coadiuvare una nuova funzione dello Stato e delle sue istituzioni, quella di garanzia a che i privati siano posti nella condizione di scegliere un proprio "diritto".