Impresa & Stato n°40

 

CAMERE DI COMMERCIO E REGOLAZIONE DEL MERCATO 

L'azione amministrativa 
come garante delle regole del gioco, 
l'amministratore come arbitro
che non confonde il proprio ruolo 
con quello dei giocatori

di
 PIER DANIELE MELEGARI E VITTORIA DE FRANCO

Il contesto: il ruolo dello Stato nell'economia. Le vicende politiche ed economiche dell'ultimo decennio hanno provocato in Italia una profonda modificazione del modo di concepire il ruolo dello Stato nel sistema economico. 
La grande impresa pubblica e privata che per anni ha dominato la scena economica italiana ricevendo ingenti sussidi statali non si è rivelata in grado di sostenere l'accresciuta competitività dei mercati. Al contrario, è emerso, con tutta la sua vitalità, un reticolo di piccole imprese la cui crescita irruenta non sempre però è stata finora sostenuta dalle autorità pubbliche in modo da riuscire ad incanalarne le potenzialità entro i confini di uno sviluppo armonico ed equilibrato. 
Queste nuove tendenze strutturali, rafforzate anche dalla politica comunitaria nettamente orientata in tal senso, se da un lato stanno dunque portando ad uno smantellamento delle politiche di sostegno pubblico all'industria nazionale e con esso di un certo modo scarsamente finalizzato di gestire il potere politico, dall'altro rendono pressante l'esigenza di mettere in atto politiche volte alla creazione di condizioni locali di sviluppo dei mercati a vantaggio del sistema della PMI la cui accresciuta competitività non mancherà peraltro di portare benefici anche all'intero sistema economico. 
A dimostrazione di questa tendenza si evidenzia dunque un arretramento generalizzato dello Stato che interviene direttamente e pesantemente nell'economia, a favore dello Stato Regolatore. 
La sfida che oggi si presenta è pertanto far divenire l'azione amministrativa un presidio imparziale della corretta osservanza delle regole del gioco nel quale i protagonisti siano in libera circolazione tra loro e l'amministratore diventi un arbitro che non confonde il proprio ruolo con quello dei giocatori. Tra le condizioni per lo sviluppo dei mercati che i soggetti pubblici sono oggi chiamati ad assicurare, oltre alla progettazione di interventi territoriali e infrastrutturali che assicurino l'attrattività di un'area nel suo complesso, è infatti soprattutto da annoverare la definizione di regole operative - di trasparenza e di equità - atte a garantire il corretto svolgimento delle relazioni economiche all'interno del mercato. 

LE CDC COME ENTE DI REGOLAZIONE 
In questo contesto emerge il ruolo che deve essere giocato da quei soggetti istituzionali in grado di esprimere in modo più immediato le istanze provenienti dalla comunità economica, e di tradurli in programmi autonomi, pur nel rispetto dei fini pubblici generali. 
Tra questi soggetti sono senza dubbio da annoverare le Camere di Commercio, la cui tradizionale funzione di Enti regolatori è stato rafforzata grazie alla nuova identità e alle nuove competenze acquisite a seguito della Legge 580/93. 
Il definitivo passaggio alle Camere delle attività di registrazione e certificazione d'impresa connesse al Registro delle Imprese - del quale, rispetto alle previsioni del Codice Civile del 1942, sono state potenziate le funzioni - le rende infatti detentrici di una fonte certa e amplissima di conoscenze sull'apparato economico, che è il vero punto di forza da cui esse non possono prescindere per la messa a punto di quei servizi di regolazione in senso stretto che la Legge di riforma pure affida loro. 
Altro elemento che legittima le Camere ad assumere il ruolo di Enti Regolatori è la presenza del consumatore al loro interno. 
Le Camere italiane avendo assunto nella propria identità - uniche tra le Camere europee - la componente del consumo e inserito nella propria missione, oltre che la tutela dell'interesse generale del sistema delle imprese, anche quello dei consumatori, saranno d'ora in poi chiamate, nell'elaborazione delle proprie politiche, ad assumere un ruolo di coordinamento delle azioni tra questi due attori. 
Senza dubbio infatti la capacità di coordinare l'agire libero del consumatore all'interno del mercato con l'agire degli altri protagonisti (produttori di beni e servizi) porterà ad un miglioramento complessivo dell'intero sistema che potrà raggiungere un più elevato livello di efficienza. 
 E' dunque nell'interesse di imprese é consumatori poter operare in un mercato in cui siano promosse e salvaguardate le condizioni per una libera concorrenza, in cui cioè: le informazioni attinenti ai prezzi e alle merci possano circolare con la massima fluidità; in cui vigano regole certe, chiare e condivisibili; in cui sia agevole e poco costoso arrivare ad una risoluzione delle controversie; in cui sia efficacemente contrastato l'ingresso di elementi di criminalità economica distorsivi delle corrette relazioni tra gli operatori. 
 E' in questo senso che vanno lette le nuove funzioni di regolazione del mercato e che può evincersi la possibilità per le Camere di operare un loro sviluppo originale sopratutto con riferimento alle attività di regolazione portate avanti dalle autorità indipendenti create a livello di governo centrale. 
In primo luogo, l'azione di regolazione delle Camere si è contraddistinta per la sua natura fortemente partecipata dai soggetti del mercato e sovente consensuale. 
L'elemento consensuale è ad esempio centrale nei servizi a carattere paragiurisdizionale, di arbitrato e soprattutto di conciliazione, che costituiscono strumenti di risoluzione di controversie economiche offerti a quanti, cittadini e imprese, intendano sottrarsi ai lunghi tempi della giustizia civile. Essi infatti sono incentrati - e qui il riferimento è in particolare alla conciliazione - su un procedimento gestito in modo da assicurare in ogni momento il coinvolgimento diretto e costante delle categorie interessate, che pur essendo rappresentante ciascuna da un conciliatore, partecipano personalmente a tutte le fasi del procedimento, divenendone pertanto le vere protagoniste. 
Altro elemento che caratterizza l'azione delle Camere nell'ambito della regolazione del mercato è il carattere consultivo che questa acquisisce - almeno a Milano che costituisce finora l'esperienza pilota - privilegiando la collaborazione con le parti e ricorrendo, solo come extrema ratio, alla segnalazione ed attivazione di poteri diversi a scopi repressivi. 
Una funzione eminentemente consultiva è assolta dalla Camera di Milano nel servizio offerto di controllo di vessatorietà delle clausole contenute nei contratti di adesione. 
Nel passato, tale controllo - affidato com'era esclusivamente all'azione giudiziale - era infatti incentrato su logiche repressive, miranti alla tutela successiva del consumatore uti singulo in presenza di una pretesa violazione di norme cogenti. Il sistema attuale mira non solo a fornire strumenti di tutela preventiva del consumatore visto come soggetto collettivo, ma a coinvolgere e responsabilizzare la controparte chiamata non a rispondere di una vessazione, ma a collaborare nella ristesura di un testo contrattuale. 

LE PROSPETTIVE  
L'azione della Camera di Milano è consistita fino ad a oggi nell'emissione di un parere sulla eventuale presenza di clausole vessatorie che i professionisti o le associazioni di professionisti hanno inserito nei propri formulari e nella raccomandazione a sostituirle con clausole più equilibrate e meno equivoche, oppure, a seconda dei casi, nell'elaborazione di nuove clausole contrattuali con l'apporto costruttivo delle Associazioni stesse. 
L'azione inibitoria dinnanzi al giudice in queste ipotesi emerge dunque solo in caso in cui la revisione consensuale delle clausole ritenute vessatorie non venga accolta. 
Il coinvolgimento forte di entrambi i contraenti è inoltre l'indispensabile presupposto per passare dall'attività di controllo delle singole disposizioni contrattuali, alla predisposizione e promozione di contratti tipo con funzioni di orientamento, supporto e anche di semplificazione delle stesse relazioni economiche. 
L'impegno su questo fronte rappresenta lo sviluppo prossimo per l'attività della Camera di Commercio di Milano che saprà coniugare la competenza giuridico-progettuale acquisita sul campo alla capacità di intessere relazioni collaborative e incentrate sulla reciproca fiducia con gli operatori economici e con le loro Associazioni. 
Altri ambiti di potenziale alterazione della concorrenza e di condizionamento del libero gioco delle forze del mercato sono costituiti della pubblicità ingannevole, della presenza di posizioni dominanti nel mercato , della mancanza di trasparenza dei prezzi e dell'esistenza di asimmetrie informative per gli operatori. Si tratta di nuove frontiere che si aprono sempre alle Camere sfidandole ad estendere anche in questi settori la propria attività di regolazione. Tale possibilità presuppone, allo stato attuale, una fase di approfondimento teorico e di definizione delle modalità concrete d'azione, non ancora portata a compimento. 
E' certo però che l'orientamento evidenziato nei servizi già posti in essere verrà mantenuto fermo anche nelle attività ancora da sviluppare. 
In questo senso una palestra veramente ricca di stimoli è rappresentata dagli Osservatori, tavoli di incontro periodico, istituiti dalla Camera di Milano, tra forze, anche antagoniste, operanti nelle realtà economica locale chiamate a confrontarsi su argomenti specifici. 
L'azione condotta tramite questi Osservatori è infatti incentrata sulla capacità di elaborare posizioni congiunte e di far loro acquisire quella autorevolezza necessaria per influire su poteri decisionali esterni. In tal modo è stato inaugurato un metodo di lavoro innovativo per una Pubblica Amministrazione, perché basato su una forte componente democratica e partecipativa che senza dubbio caratterizzerà ogni azione futura della Camera.