Impresa & Stato n°39
10 ANNI DI FORMAPER
Esportare la "via italiana" all'impresa
E' possibile promuovere all'estero
la nostra cultura dell'imprenditorialità?
L'esperienza del Formaper lo conferma
di
CARLOS TALAMAS
Cosa hanno
in comune tra loro un ex ministro dell'economia estone, una laureata marocchina
in studi islamici con il tradizionale velo (ma senza chador), uno studente
universitario di economia di Bucarest (Romania), un imprenditore milanese
alla ricerca di un partner nei Paesi dell'Europa centrale e orientale,
un manager ungherese con un master post-laurea in Business Administration
(MBA), un piccolo imprenditore cipriota del settore del mobile imbottito,
un consulente per le Pmi nella Repubblica Ceca, una imprenditrice moscovita
con il progetto di creare una rete di centri di bellezza e una laureata
in ingegneria ucraina?
E questo primo gruppo (ammettiamolo pure, non troppo omogeneo) ha a
sua volta qualcosa in comune con un contadino colombiano, recentemente
inurbato a Bogotà e attivo nell'economia informale che è
una parte fondamentale dell'economia della città e con un neo-imprenditore
ucraino? Ebbene sì, queste due popolazioni hanno qualcosa in comune,
un qualcosa che le ha viste protagoniste in prima persona in un momento
importante della propria esistenza, spesso quando si trattava di fare scelte
importanti per il proprio futuro. Infatti la risposta è che tutte
le persone del primo gruppo hanno partecipato a programmi internazionali
per la promozione dell'imprenditorialità organizzati dal Formaper,
mentre quelle del secondo gruppo hanno usufruito di strutture o creati
nei loro Paesi grazie a programmi di assistenza tecnica del Formaper e
tuttora operanti.
Nei dieci anni dalla fondazione, ma particolarmente negli anni recenti,
il Formaper è stato impegnato in attività per la promozione
della cultura imprenditoriale in numerosi Paesi dell'Europa centrale e
orientale (Peco): dall'Ungheria alla Repubblica Ceca, dalla Romania all'Ucraina
e alla Federazione Russa, nel Mediterraneo, da Cipro alla Tunisia e al
Marocco e in America Latina in Colombia.
SUPPORTARE GLI IMPRENDITORI ITALIANI NELL'ACCESSOAI
NUOVI MERCATI
Le prime attività, nello spirito di offrire ai piccoli imprenditori
dell'area milanese e lombarda dei programmi di tipo innovativo non ancora
forniti dagli altri soggetti attivi nella promozione dell'internazionalizzazione
della piccola e media impresa, miravano alla informazione e formazione
per l'accesso e lo sviluppo della cooperazione industriale con i Paesi
"nuovi" dell'Europa centrale che, in quel periodo muovevano i primi passi
verso l'economia di mercato e contemporaneamente si aprivano all'Occidente.
Si trattava di aiutare e supportare gli imprenditori nella convinzione
che se l'approccio verso mercati più vicini e familiari, in altre
parole "facili", poteva tollerare una certa dose di improvvisazione, una
tale impostazione nei confronti dei Paesi dell'Europa centrale e orientale
non poteva non esporre l'azienda italiana a notevoli rischi e amare sorprese,
vista la turbolenza di quel periodo.
Quanti dei nostri piccoli imprenditori che si affacciavano all'Est
avevano una comprensione delle differenti forme giuridiche che coesistevano
durante il processo di transizione verso un'economia di mercato, o avevano
familiarità con le problematiche relative ai diritti di proprietà
delle imprese con le quali volevano collaborare, per esempio le implicazioni
pratiche delle leggi di restituzione dei beni che a volte erano stati prima
confiscati ai legittimi proprietari dagli occupanti nazisti e poi nazionalizzati
dai governi comunisti (spesso in più tappe) nel dopoguerra?
Così nel 1991 il Formaper ha organizzato il Programma How to
Do Business In Hungary con l'obiettivo di favorire la cooperazione economica
tra aziende italiane e quelle ungheresi. é stata un'iniziativa con
una componente di formazione di base, per gli imprenditori partecipanti,
sulle caratteristiche del Paese, sulle modalità di ingresso nel
mercato ungherese e soprattutto sulle opportunità di avviare processi
di collaborazione industriale e decentramento produttivo. Al termine di
un breve corso è stata offerta alle piccole e medie imprese partecipanti
la possibilità di incontrare dei potenziali partner locali opportunamente
selezionati a partire dalle richieste espresse dagli imprenditori italiani.
Dopo il risultato positivo di questa prima iniziativa pilota, organizzata
in collaborazione con l'Istituto Bancario S. Paolo di Torino, un programma
simile ma con altri due partner europei (Francia e Belgio) è stato
realizzato nel 1993 nella Repubblica Ceca. Si è trattato di un programma
attuato grazie a un finanziamento parziale della Commissione delle Comunità
Europee da tre tra le aziende speciali della Camera di Commercio di Milano
maggiormente impegnate sui temi internazionali e cioè Formaper,
Promos ed Eurosportello, insieme alla Camera di Commercio di Parigi e all'Eurosportello
di Liegi, che ha riscosso un notevole interesse tra le imprese soprattutto
italiane tanto da obbligare gli organizzatori a respingere numerose richieste
di adesione.
Le caratteristiche di questo secondo gruppo interessato alla Repubblica
Ceca erano in parte simili a quelle che due anni prima avevano partecipato
a Budapest al precedente programma: ancora piccole e medie imprese che
secondo la loro stessa opinione non si sarebbero avventurate da sole in
mercati nuovi ma che erano pronte a farlo con il supporto di un ente come
la Camera di Milano. Ma anche con qualche significativa differenza:
due anni nella transizione verso l'economia di mercato dei Peco non erano
infatti passati invano: una varietà maggiore di settori merceologici,
obiettivi commerciali e produttivi più diversificati e nel complesso
la sensazione di partecipare ad una "normale" iniziativa promozionale,
sensazione che contrastava marcatamente con lo spirito "pionieristico"
che animava il gruppo di Budapest.
DALL'EXPORT ALL'INTERNAZIONALIZZAZIONE
Lo sviluppo di iniziative rivolte a Paesi specifici non poteva però
esaurire le attività di supporto per le Pmi milanesi e lombarde.
Infatti nel passaggio necessario da una strategia della piccola e media
impresa (Pmi) basata sull'interscambio commerciale (l'export) a una strategia
più moderna che utilizza una più ampia gamma di strumenti
per l'internazionalizzazione come la partnership e la collaborazione industriale,
un fattore importante è la capacità dell'imprenditore di
identificare il potenziale della propria azienda e di stabilire priorità
e strategie adeguate. Inoltre nella transizione dall'export all'internazionalizzazione,
che il complesso dei servizi della Camera vuole favorire e accompagnare,
un fattore importante è lo sviluppo di risorse umane che siano in
grado di agire nel contesto della Pmi e che possano affiancare il titolare
in questo articolato processo.
Si tratta di un profilo significativamente diverso da quello del tradizionale
export manager formato per operare in un'azienda medio grande e pronto
a essere uno dei manager funzionali dell'impresa a capo di un ufficio export
in un contesto spesso altamente formalizzato.
Da qui la proposta di programmi brevi per gli imprenditori (Operare
nei mercati esteri) che oramai a partire dal 1992, il Formaper propone
nel proprio catalogo e programmi più lunghi destinati a chi dovrà
affiancarli nell'impresa (Esperto per l'internazionalizzazione) realizzati
con il supporto dei fondi strutturali comunitari. Questo ultimo programma
è caratterizzato da un'alternanza tra momento teorico d'aula e stage
pratico in azienda, inizialmente in Italia e poi dopo all'estero per realizzare
un progetto a supporto dell'impresa inviante.
Infatti in questo programma l'esperienza pratica in azienda in Italia
e particolarmente all'estero assume per lo stagista un carattere fondamentale
di verifica pratica di quanto appreso.
Infatti lo stage, specie se internazionale, può essere uno strumento
importante per coniugare e avvicinare la formazione più o meno tradizionale
d'aula alla realtà quotidiana dell'impresa.
In questo ambito a partire dal 1993 è stato infatti avviato
un programma annuale di stage per i manager dei Peco. L'obiettivo è
di offrire agli stagisti, tutti provenienti dai corsi di Master in Business
Administration (Mba) o dai corsi brevi di management dalle due business
school dell'Europa centrale nelle quali la Camera di Commercio di Milano
ha una presenza istituzionale: l'International Management Center (Imc),
di Budapest e il Czech Management Center (Cmc) di Praga, la possibilità
di conoscere direttamente attraverso la permanenza per quattro settimane
in azienda, un'impresa italiana.
Per l'azienda ospitante lo stage può diventare, se opportunamente
preparato e seguito, un'occasione di valorizzazione delle conoscenze e
dell'esperienza derivata dal contesto di provenienza dello stagista.
Il programma è organizzato in collaborazione con la Federazione
Nazionale dei Cavalieri del Lavoro e lo stage è preceduto da un
corso di due settimane di orientamento e formazione sul contesto economico
e industriale del nostro Paese e ha coinvolto una decina di manager l'anno
fino al 1995. Dal 1996 ne è stato deciso, rispondendo alle crescenti
sollecitazioni delle imprese, il raddoppio. Anche quest'anno verranno perciò
ricevuti venti stagisti. Questo programma partito con una forte componente
culturale (presentare ai manager dei Paesi avviati verso l'economia di
mercato il contesto aziendale italiano) ha subito negli anni una marcata
evoluzione verso obiettivi più direttamente collegati alle strategie
dell'azienda ospitante (conoscere il Paese e il mercato dello stagista
per valutare possibili iniziative in quella realtà). é certo
che questo programma, al di là dei risultati nel breve periodo (un'azienda
ha assunto il proprio stagista inviandolo ad aprire una filiale nel Paese
di origine), rappresenta per le aziende e per i partecipanti un investimento
di lungo periodo.
L'INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FORMAPER
Ma che ne è de gli altri personaggi citati all'inizio dell'articolo?
Fino ad ora ne abbiamo incontrati solo alcuni.
Sono i soggetti della seconda parte della nostra storia, quella più
recente ma anche quella più dinamica e con un fortissimo trend di
sviluppo. Se aiutare i nostri imprenditori nella loro avventura internazionale
è, come è stato delineato fino adesso, parte della missione
istituzionale primaria, il Formaper, con l'esperienza acquisita sul territorio
milanese e lombardo, si è trovato con un sapere e una esperienza
importante e potenzialmente utile a livello internazionale, nel momento
in cui il tema dell'imprenditorialità si affermava come decisivo
nell'Europa centrale e dell'est impegnata nella transizione verso un'economia
di mercato o nei Paesi del Mediterraneo e dell'America Latina che avviavano
una energica svolta politica rispetto alle politiche tradizionali con l'apertura
dei propri mercati alla concorrenza internazionale.
Da qui, soprattutto con il finanziamento di organismi internazionali,
in primo luogo la Commissione delle Comunità Europee (Ce), ma anche
l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) e recentemente il governo
italiano attraverso la Legge 212/92 per la collaborazione con i Paesi dell'Europa
centrale e orientale (Peco), ma anche con le risorse dei Paesi beneficiari,
sono stati avviati numerosi programmi di assistenza tecnica e di formazione.
Abbiamo allora realizzato programmi di presentazione del contesto economico
e delle opportunità di business in Italia per responsabili camerali
e di organismi di promozione stranieri. Nel 1993 al "Seminario di formazione
per operatori dei Paesi baltici" organizzato insieme a Promos abbiamo avuto
tra i partecipanti una parlamentare estone poi divenuta ministro dell'economia
del proprio Paese.
In un altro programma, alcuni imprenditori ciprioti del settore arredamento
selezionati dall'Industrial Training Authority hanno compiuto una visita
di studio in Brianza. Lo sforzo principale è stato però quello
di sostenere la nascita e la crescita di organismi di supporto per la creazione
delle Pmi, nella convinzione che lo sviluppo e il rafforzamento di queste
ultime siano un tassello fondamentale di qualunque processo di trasformazione
economica verso l'economia di mercato e l'apertura al mercato globale.
Il Formaper ha allora realizzato nel 1992-93, per conto del programma Tacis
della Commissione delle Comunità Europee, uno studio di fattibilità
per una scuola di imprenditorialità da realizzarsi a Mosca. Dal
1994 abbiamo contribuito all'avvio dell'Agenzia per lo Sviluppo delle Pmi
di Kiev in Ucraina (un altro progetto Tacis), attraverso l'invio di esperti
residenti e con l'organizzazione di corsi di formazione formatori. Tra
le migliaia di persone che hanno usufruito dei servizi dell'Agenzia troviamo
il neo-imprenditore del "nostro" secondo gruppo. Nella fase attuale stiamo
realizzando con il supporto del Ministero Affari Esteri Italiano un struttura
di di informazione e primo orientamento per i neo-imprenditori ucraini
modellata sulla base dell'esperienza del Punto Nuova Impresa (Pni) di Milano.
Non sempre però per il sostegno dell'imprenditorialità è
necessario creare strutture ex-novo, certamente è necessario per
gli organismi che vogliono affrontare queste tematiche un serio e profondo
sforzo di adeguamento alle esigenze e necessità del pubblico degli
aspiranti e neo-imprenditori.
Questo processo è stato avviato da molti organismi in vari Paesi,
in alcuni casi il Formaper ha svolto un importante ruolo di supporto, di
assistenza tecnica e trasferimento di conoscenze.
Il Czech Management Center (Cmc) di Praga, che già ha raggiunto
un ruolo importante nella formazione per i manager della grandi imprese
nella repubblica Ceca, ha voluto insieme al Formaper sviluppare capacità
di intervento verso la Pmi; e ciò è stato fatto con il programma
ELCA finanziato dal programma comunitario Phare Partnership.
La Camera di Commercio di Bogotà in Colombia ci ha chiesto di
studiare e realizzare un servizio di supporto per le micro imprese della
città basato sul Pni. Il primo settembre 1996 il Punto Nueva Empresa
di Bogotà ha aperto le proprie porte a un pubblico, tra cui era
riconoscibile il "nostro" contadino inurbato.
In Romania il Formaper ha sviluppato con il supporto dell'Ilo due programmi
con l'Istituto Rumeno di Management (Iroma), il primo nel 1995 di formazione
formatori sulle problematiche delle Pmi e il secondo, appena concluso,
di sensibilizzazione dei giovani universitari alla creazione d'impresa.
Un fenomeno in forte sviluppo non solo in Italia ma a livello internazionale
è quello dell'imprenditorialità femminile. Abbiamo lavorato
con il Dipartimento del Lavoro del Comune di Mosca e con la Società
delle Donne Ucraine realizzando in ciascuno di questi due Paesi un corso
formazione per formatrici e imprenditrici. Tra le idee presentate a Mosca,
quella della rete di centri di bellezza.
A Perm, nella Federazione Russa stiamo partecipando a un progetto per
la ristrutturazione delle imprese del settore dei macchinari agricoli.
E la laureata marocchina in studi islamici alla ricerca di un difficile
equilibrio tra tradizione e modernizzazione? Dopo la laurea ha seguito
un corso di formazione professionale per responsabili della produzione.
Con il Formaper ha partecipato a un programma pilota tunisino-marocchino
per responsabili della qualità nelle joint ventures con imprese
europee che abbiamo organizzato a Tunisi nel 1994.
Questo è quanto è stato realizzato fino ad oggi e mentre
è in fase di avvio la realizzazione di nuovi progetti (gli stage
per giovani laureati italiani presso strutture promozionali del sistema
camerale all'estero giunti alla seconda edizione, o altri programmi a Kiev,
nei Peco aderenti all'Iniziativa Centro europea lanciata dai Governi italiano
e austriaco, in Albania...), una riflessione è possibile. Il nostro
Paese ha da tre anni, per la prima volta nella sua storia, una bilancia
commerciale in attivo: esporta più merci di quante ne importa.
Sul piano delle idee, altrettanto importante, la cultura imprenditoriale
italiana ha qualcosa da dire.
 
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