Impresa & Stato n°39
10 ANNI DI FORMAPER
Un nuovo orientamento alle professioni
Insegnare a gestire il propio lavoro direttamente,
seguendo il dinamismo del mercato
e superando i traumi post-scolastici
di
ALESSANDRO SCACCHERI
IMPRENDITORIALITA', SCUOLA E LAVORO
Una volta portati a termine gli studi, siano essi di tipo universitario
o di livello inferiore, ognuno si trova di fronte al problema che
forse più di ogni altro condizionerà la vita futura: la scelta
della occupazione.
Concluso il periodo cosiddetto di "apprendimento", durante il quale
si è stati sottoposti a un vero e proprio bombardamento di nozioni,
talvolta di utilità limitata per ciò che concerne il risvolto
pratico, ci si trova a dover affrontare una realtà differente rispetto
a quella scolastica, senza che siano state suggerite strategie d'azione,
e che spesso sottostà a regole in aperta contraddizione con ciò
che è stato insegnato in aula.
L'uscita dalla prima fase, come primo passo verso l'ingresso in una
nuova, spesso comporta una situazione di disagio e disorientamento che
si può tradurre in un periodo di stazionarietà equivalente
a una perdita di tempo che, viceversa, avrebbe potuto rivelarsi importante.
La crescente insoddisfazione nei confronti del sistema scolastico trova
motivazioni proprio nel momento in cui lo si considera in relazione alle
professioni e al lavoro.
Tuttavia, il lavoro risulta per la maggior parte degli individui adulti
uno dei principali punti di riferimento nel corso dell'esistenza, dato
che per circa quarant'anni si sarà coinvolti nello svolgimento di
una qualche funzione, e ne verranno influenzate la famiglia, il luogo in
cui si vive, le amicizie, la qualità della vita.
I problemi che attualmente si pongono nel considerare il mondo del
lavoro nascono da molti fattori. Oltre a una scarsa capacità della
scuola italiana di preparare i giovani ad affrontare, non solo con consapevolezza
ma soprattutto con gli strumenti idonei, le richieste delle aziende, vi
sono quelli, più difficilmente risolvibili, di una forte contrazione
dell'offerta di lavoro legata alla congiuntura economica, connesa, soprattutto
al Sud, con un insufficiente sviluppo della presenza delle imprese.
I due fattori dei quali ci si occuperà in questo articolo sono,
da un lato, la scarsa presenza di un sistema di orientamento e di un sistema
formativo che riescano a rispondere alle nuove esigenze sempre in continuo
mutamento del mondo produttivo, spesso motivo di insicurezza nelle persone
che entrano nel mondo del lavoro; dall'altro, una nuova e sempre più
consolidata tendenza a gestire la propria posizione lavorativa direttamente,
come imprenditori o lavoratori autonomi, anziché come dipendenti.
Il cambiamento del mercato del lavoro, sempre più spesso connesso
a concetti quali quelli di self-employment, microimprese e imprenditorialità
diffusa, hanno peraltro apportato sostanziali modifiche nella concezione
del percorso di carriera: la parola chiave è ora "dinamismo". L'intraprendenza
sul lavoro (intraprenditorialità) viene sempre più spesso
premiata, in considerazione del fatto che rappresenta nel lungo periodo
un valore aggiunto non indifferente per l'azienda.
Un'unica preparazione non può più essere sufficiente
per tutta la vita: il lavoro a vita in una stessa azienda, o una medesima
professione, sono situazioni sempre meno attuali. In futuro, infatti, sarà
bene considerare ogni contratto come un contratto a termine, che potrebbe
o meno essere rinnovato; nell'evenienza che non lo fosse, bisognerebbe
essere preparati ad affrontare situazioni nuove, magari specializzandosi
in qualche disciplina non affrontata nei primi dieci o venti anni
di vita lavorativa o mettendosi in proprio. Volendo riprendere le parole
di Schumpeter, si può dire che alla base della vita economica vi
è una distruzione creatrice, intendendo con tali parole che il cambiamento
continuo che si verifica può causare la messa in discussione di
privilegi e benemerenze acquisite, punendo in tal modo coloro che si aggrappano
al passato, ma garantendo opportunità di successo a coloro che liberamente
scelgono di lottare per una nuova affermazione.
L'orientamento alle professioni dovrà sempre più fare
i conti con tale verità, adeguandovisi per risultare realmente efficace.
ORIENTARE ALL'IMPRENDITORIALITA'
L'importanza di una costante formazione non riguarda solo i giovani
che escono dalle scuole e devono apprendere le regole aziendali o imprenditoriali,
ma anche coloro che, dopo uno o più decenni di lavoro, si trovano
espulsi dal mercato, senza molte possibilità concrete di rientrarvi.
Ciò, perché la loro preparazione si è fermata con
l'inizio dell'attività lavorativa, senza invece presentarsi come
un continuo processo di aggiornamento, miglioramento ed evoluzione della
propria forma mentis.
L'attività di orientamento sia scolastica che professionale
acquista sempre maggiore importanza, parallelamente alla valorizzazione
delle risorse umane, finalizzata allo sviluppo del territorio. Infatti,
sia nel lavoro autonomo, sia in quello dipendente, risulta sempre più
necessario e premiante per i lavoratori un approccio imprenditivo, dinamico
e creativo. Del resto, un'allocazione soddisfacente delle risorse presuppone
che le stesse possano compiere scelte responsabili e consapevoli, sulla
base di un adeguato supporto informativo. In tal senso, l'orientamento
deve essere sempre più inteso come attivazione della consapevolezza
dei propri bisogni personali e della capacità di procurarsi gli
strumenti per risolverli.
Un orientamento nuovo, che abbia come obiettivo la preparazione delle
nuove leve lavorative, parte dal potenziamento della conoscenza, intesa
non solo come conoscenza della realtà, ma anche di sé: nel
primo caso i riferimenti saranno il mercato del lavoro, le innovazioni
tecnologiche, e quant'altro possa essere ricondotto a fattori endogeni
al mercato; nel secondo caso, il formatore/orientatore avrà il compito
di far emergere tutti i punti di forza e debolezza, le attitudini e le
aspirazioni, facendo un'analisi della "persona" prima ancora che del "lavoratore".
Bisogna ricordare comunque che un orientamento del genere non è
utile solo alle aziende per una scelta oculata dei propri dipendenti, ma
anche ai lavoratori stessi che, al momento di candidarsi, saranno in grado
di valutare meglio le varie offerte, decidendo la migliore per loro. In
questo modo si otterrà una forza lavoro più motivata e consapevole
della specifica funzione che andrà a ricoprire.
In tal senso, è opportuno sottolineare come con sempre maggiore
frequenza le imprese antepongano l'interesse per i risvolti umani dell'organizzazione
del lavoro, a quello inerente alle problematiche tecniche.
L'oggetto di interesse è l'uomo, l'uomo con le sue competenze,
che fanno sì che le tecniche e le organizzazioni funzionino in modo
tale da produrre efficacemente i beni e i servizi di cui la società
necessita. Questo processo è stato chiamato "formazione delle competenze":
esso può essere messo in moto solo nel caso in cui vi sia una chiara
percezione dell'utilità di investire sulle competenze. Tale compito
riguarda in primo luogo la scuola e i singoli individui adulti.
L'orientamento deve tenere conto dell'affermazione dello spirito imprenditoriale
in Italia, che condiziona la struttura del mondo del lavoro e, di conseguenza,
i problemi ad esso connessi: nel caso specifico, anche l'orientamento non
è più unicamente diretto alla preparazione di funzionari
o tecnici impiegati in aziende pubbliche o private, ma si parla sempre
più di orientamento all'imprenditorialità, la cui missione
può sinteticamente essere riassunta nella diffusione di una cultura
favorevole alla nascita di nuove iniziative imprenditoriali. Appare evidente
come sempre più in futuro la strada del lavoro dipendente sarà
difficile da imboccare e caratterizzata da una crescente mobilità
professionale. L'esperienza del lavoro autonomo e del self-employment (autoimpiego)
si farà molto diffusa, in linea con una crescente affermazione della
flessibilità e dell'intraprendenza nell'interpretazione da parte
degli individui della loro vita lavorativa. Questo proprio perché
la disoccupazione diventa un fattore non congiunturale ma strutturale,
diffondendo la tendenza a cercare sbocchi nel lavoro indipendente.
Di qui la necessità di sviluppare una strategia nell'orientare:
l'acquisizione delle attitudini imprenditoriali non può avvenire
attraverso l'uso di metodologie didattiche classiche, ma solo attraverso
attività di assistenza personalizzata, role-playing, simulazioni,
progettazioni, e altre metodologie interattive. Inoltre, qualunque strategia
orientativa dovrà sempre più adeguarsi alla rilevanza sociale
della propria funzione: il suo compito sarà quello di supplire alla
mancanza di corpi intermedi che facilitino l'incontro tra domanda e offerta
di lavoro e che siano in grado di evolversi coerentemente con lo sviluppo
di alcuni parametri del mercato del lavoro in Italia.
Abbiamo accennato allo sviluppo della cultura d'impresa come missione
dell'orientamento: vediamo ora di definirne i contenuti. Per cultura imprenditoriale
si può definire quell'insieme di conoscenze, di tecniche, metodologie,
saperi, anche non completamente formalizzati. Questo patrimonio afferisce
alla gestione dell'impresa che, nella realtà italiana è di
piccole dimensioni. Inoltre, alla cultura imprenditoriale appartengono
anche tutti quei valori, comportamenti, convinzioni e attributi propri
di chi anima le imprese. Tra questi vi è sicuramente la creatività,
la tenacia, lo spirito d'iniziativa, la capacità di prendere autonomamente
delle iniziative e di realizzarle, sulla base di visioni, rappresentazioni
realistiche di ciò che si vuole attuare.
Perché si sia in grado di fornire un orientamento efficace all'imprenditorialità,
bisogna ovviamente avere chiaro il suo significato, che può essere
così riassunto: la capacità di concepire, elaborare e realizzare
una valida sintesi innovativa tra le necessità dei clienti, il sistema
di risorse e competenze, il prodotto/servizio offerto.
Così concepita l'imprenditorialità appare come un valore
da diffondere, in quanto fattore di promozione dello sviluppo non solo
economico ma anche sociale e culturale della società civile.
Il modello professionale imprenditivo e del lavoro autonomo è
una realtà praticata da una componente sempre più ampia del
mondo del lavoro: alla fine del 1995 il 28% della popolazione rientrava
in tale modello di lavoro (con una percentuale parziale relativa a Milano
del 24.07%).
I self-employers che hanno saputo sviluppare comportamenti e strategie
di self-marketing e di autovalorizzazione, riuscendo a realizzare una sintesi
innovativa imprenditoriale, non solo hanno creato lavoro per sé
e per altri, ma anche presupposti di sicurezza e gratificazioni per il
futuro. é in questo contesto che possiamo trovare i modelli di comportamento
e la strategia di ricerca per i giovani che nei prossimi anni si affacceranno
sul mercato del lavoro. Modelli di comportamento che possono inoltre essere
ripresi da tutti quelli imprenditori e lavoratori autonomi presenti e attivi
che per divenire tali hanno vinto diverse sfide: dal saper cogliere con
flessibilità le migliori opportunità del mercato alla capacità
di essere parte di una rete di connessione che genera sinergie tra imprenditori
e sistemi locali.
L'orientamento imprenditoriale può, infine, essere utilizzato
come un contributo, una lente che fornisca una giusta interpretazione della
nuova realtà lavorativa, e che sia in grado di sviluppare nei futuri
lavoratori la consapevolezza del modello imprenditivo e dei comportamenti
ad esso sottostanti. In questa ottica, fare orientamento significa proporre
percorsi di sviluppo personale, consentire una presa di coscienza delle
aspirazioni professionali, partendo dall'apprendimento delle caratteristiche
tipiche della cultura imprenditoriale.
L'IMPEGNO DEL FORMAPER
Per orientare a un atteggiamento imprenditivo, sia verso i lavoratori
dipendenti che nei confronti di imprenditori o lavoratori autonomi, è
essenziale che alla base dell'azione di orientamento vi sia da parte del
formatore una profonda conoscenza e comprensione dell'intero contesto aziendale,
dei settori e del loro trend di sviluppo e dei comportamenti imprenditoriali.
Ciò comporta identificazione con i problemi aziendali e tempestività
di intervento ; inoltre, è richiesta una continuità di rapporto
diretto che consenta la progettazione di modalità di orientamento
sempre al passo con l'evoluzione del mondo delle imprese.
La nuova tendenza è quella di una formazione ad hoc, che si
misuri con le necessità delle imprese, fino ad arrivare a una vera
e propria co-progettazione dei corsi, sempre distinti da un'alta qualità
di contenuti e strutturazione.
L'Area Orientamento del Formaper ha definito i propri obiettivi esattamente
in questi termini. Nella convinzione che, data la competizione e la complessità
del mercato, l'imprenditore debba formarsi anche prima dell'inizio dell'attività,
tale area progetta e realizza una formazione ritagliata sulle specifiche
esigenze di chi sia intenzionato a mettersi in proprio. Ciò deriva
da una visione dell'impresa non solo come insieme di funzioni tra loro
organizzate, ma come elemento vivo e pertanto suscettibile di continui
mutamenti e sviluppi, in cui è fondamentale che vi sia consapevolezza
del proprio ruolo da parte dell'imprenditore.
Nel ciclo di vita dell'impresa, l'Area Orientamento si occupa della
fase che precede la vera e propria realizzazione del progetto, sviluppando
quell'insieme di competenze che risultano essenziali perché una
impresa nasca su basi solide: infatti, la elevata mortalità infantile,
che affligge le più di trecentomila imprese nascenti ogni anno in
Italia, si sviluppa in mancanza di un'adeguata verifica preventiva della
business idea e delle necessarie competenze manageriali.
Negli anni, l'attività dell'Area Orientamento si è articolata
sostanzialmente in due rami: da un lato la formazione all'interno delle
scuole e nei confronti di un pubblico adulto di aspiranti imprenditori,
dall'altro l'attività innovativa di supporto e assistenza agli aspiranti
imprenditori.
Nel primo caso, nell'attività di orientamento all'interno delle
scuole abbiamo una serie di corsi differenziati a seconda dei destinatari,
dei contenuti e della metodologia seguita nella fase di orientamento. In
primo luogo è prevista l'organizzazione di corsi lunghi di start-up,
il cui obiettivo è la preparazione degli studenti nella fase di
progettazione dell'idea di business: attraverso simulazioni di creazioni
d'impresa, i destinatari di questi corsi analizzano le difficoltà
del passaggio da una semplice idea a una effettiva e concreta realizzazione
della stessa.
In secondo luogo, sempre all'interno delle scuole, sono stati organizzati
diversi corsi brevi durante i quali vengono analizzate le tematiche relative
all'essere imprenditivi: l'obiettivo è quello di informare e preparare
i giovani all'inserimento nel mondo del lavoro, sia in qualità di
lavoratori autonomi che dipendenti, mettendo in luce le abilità
richieste dalle imprese per ottenere un buon inserimento.
Vi sono poi alcuni corsi che pur essendo svolti all'interno delle scuole
sono tuttavia destinati al personale docente: si tratta, infatti, di corsi
di formazione dei formatori, tesi all'insegnamento di nuove e più
interattive metodologie didattiche, attraverso le quali è possibile
raggiungere obiettivi più adeguati alle attuali esigenze del mondo
post scolastico.
Infine, è bene ricordare che l'attività dell'Area Orientamento
del Formaper ha promosso numerosi corsi e seminari per tutti coloro che
si siano dimostrati interessati al mettersi in proprio. Si tratta di corsi
a catalogo o, ancora, seminari organizzati in collaborazione con enti locali,
Camere di Commercio e Associazioni di categoria, che rispondono alle loro
specifiche richieste. Lo scopo è quello di diffondere attraverso
lo sviluppo di particolare tematiche la cultura imprenditoriale, nei confronti
di giovani e meno giovani che si rivolgano al mondo del lavoro prediligendo
le attività autonome.
Il secondo importante ramo attraverso il quale l'Area Orientamento
sviluppa l'insieme delle sue attività, è quello inerente
al servizio integrato offerto dal Punto Nuova Impresa. Attraverso una rete
di sportelli diffusi capillarmente sul territorio lombardo (Sistema Regionale
Punto Nuova Impresa) e presenti in diverse provincie italiane, nonché
a Bogotà e, da poche settimane, anche su territorio ucraino, a Kiev,
si è organizzata un'articolata attività di supporto agli
aspiranti imprenditori che, nella fase che precede la realizzazione del
progetto, sono alla ricerca di informazioni e supporti organici e di immediata
utilità. Il sistema regionale, organizzato grazie al supporto operativo
del Formaper e alla promozione da parte della Regione Lombardia e dell'Unione
delle Camere di Commercio Lombarde, è nato nel 1994 come progetto
sperimentale: dopo due anni di intensa e proficua attività, il progetto
è stato portato a consolidamento, e si è arricchito di un
nuovo sportello presente presso gli uffici della Regione, che ha portato
a quindici il totale degli uffici presenti sul territorio lombardo.
L'aiuto concreto e gratuito offerto dal servizio in questione, si articola
in diverse fasi: in primo luogo, vi è l'informazione, sul mercato,
sulle procedure burocratiche amministrative e legali, sui finanziamenti.
Attraverso colloqui personalizzati si aiutano, inoltre, i neo imprenditori
a sviluppare un progetto e a individuare aree critiche da approfondire.
Attraverso alcuni test informatizzati è anche possibile verificare
le attitudini imprenditoriali e il grado di rischio connesso alla realizzazione
di una specifica idea imprenditoriale.
Vi è poi l'erogazione di un servizio di formazione, attraverso
il quale si valutano le esigenze personalizzate di formazione relativamente
allo sviluppo di attività autonome, e si indirizzano i nuovi imprenditori
a corsi espressamente progettati per l'avvio all'imprenditorialità,
come il seminario "Mettersi in proprio" e il corso "Crea la tua impresa"
erogati appunto dal Formaper.
Infine, come ulteriore componente del servizio, vi è l'attività
di assistenza personalizzata che viene erogata agli aspiranti imprenditori
che necessitano di redigere un piano d'impresa del loro business e che
consiste nell'azione di counseling e supporto individuale nella fase di
impostazione e stesura del Business Plan.
In termini quantitativi, nei suoi dieci anni di attività, nel
campo dell'orientamento all'imprenditorialità, Formaper, come
si può evincere dalle tabelle di seguito riportate, ha progressivamente
aumentato e consolidato, in termini significativi, sia il numero dei seminari
e corsi effettuati (236, per un totale di 8169 partecipanti e 2144 ore
d'aula), sia quelli delle iniziative realizzate nelle scuole (133 iniziative
formative, 6383 partecipanti, 3443 ore d'aula). Si tratta di un impegno
particolarmente rilevante soprattutto se si considera il sostanziale
trend di crescita costante che lo ha caratterizzato, e che testimonia nel
modo migliore l'apprezzamento dell'utenza per il servizio formativo svolto,
e la sua corrispondenza alle esigenze reali che emergono dal mondo del
lavoro.
Un altro elemento a conferma di queste considerazioni è rappresentato
dai programmi di attività che impegneranno l'Area Orientamento del
Formaper, anche nel prossimo futuro.
Complessivamente, nel periodo 87/96 i seminari dell'Area Orientamento
sono stati 451 per un totale di 15130 iscritti e di 8945 ore d'aule (comprensive
anche delle ore di assistenza personalizzata), a testimonianza di una attività
che è stata in grado di raggiungere proporzioni numeriche consistenti,
in coerenza proprio con le caratteristiche dell'attività di orientamento.
Interessante, infine, risulta l'analisi dei principali dati relativi
al solo Servizio Regionale Punto Nuova Impresa, che, con la sua originale
formula di efficace e diffuso servizio integrato, ha portato la Lombardia
all'avanguardia tra le regioni europee che attuano politiche di supporto
della creazione d'impresa. In sintesi, si è trattato di un'esperienza
particolarmente efficace e convincente che non mancherà in futuro
di rendersi ulteriormente utile per la dinamica imprenditoriale e lo sviluppo
dell'economia lombarda.
Per meglio comprendere la valenza dell'azione complessivamente svolta
dal settembre del 1994 a gennaio 1997, è possibile analizzare sia
il prospetto relativo alle frequenze ai vari sportelli del Sistema Regionale
del Punto
Nuova Impresa, sia prendere in considerazione i dati relativi ai 2639
partecipanti ai seminari sul mettersi in proprio, agli 800 partecipanti
ai corsi di pianificazione aziendale, nonché, infine, alle 3358
ore di assistenza personalizzata erogate ad aspiranti imprenditori.
SVILUPPI FUTURI DELL'ORIENTAMENTO
Consolidare e rafforzare il buon posizionamento raggiunto in questo
fecondo periodo di attività, sarà l'obiettivo prioritario
di Formaper per gli anni futuri, durante i quali bisognerà soddisfare
con maggiore organicità e diffusione le necessità di orientamento
e formazione che società civile, mondo del lavoro e in particolare,
piccole e medie imprese, necessitano e richiedono con sempre maggiore intensità.
Un fattore strategico intorno al quale Formaper dovrà organizzare
la propria attività, consiste nel rafforzamento della presenza all'interno
della scuola e dell'Università, vero e proprio trampolino di lancio
per incentivare fortemente l'imprenditorialità. Inoltre, la seconda
ma non meno importante iniziativa, ha per oggetto la Rete Regionale lombarda
del Punto Nuova Impresa, che continuerà l'attività implementando
il servizio attraverso l'utilizzo delle potenzialità connesse all'uso
della tecnologia informatica e della telematica, nonché tramite
una estensione di tale positiva esperienza nelle altre realtà nazionali
e internazionali.
Sulla base del know how accumulato, nel futuro si prospettano anni
durante i quali si dovrà provvedere a: consolidare le dimensioni
della attività raggiunte, migliorandone ulteriormente la qualità,
attraverso l'ottimizzazione delle strutture presenti (ad esempio, potenziando
il processo di internazionalizzazione del servizio PNI); diversificare
e riprogettare alcuni prodotti formativi, progettandoli ad hoc nel rispetto
delle peculiari esigenze della committenza e degli aspiranti imprenditori;
sviluppare, infine, interventi integrati ed efficaci che attraverso
completi pacchetti di servizi sostengano e diffondano la cultura imprenditoriale,
valorizzando le risorse e le professionalità presenti nelle diverse
zone di intervento.
TAB.3 - FREQUENZA SPORTELLI PUNTO NUOVA
IMPRESA
1 SETTEMBRE 1994 - 31 GENNAIO 1997
SPORTELLI P.N.I. |
1994 |
1995 |
1996 |
1997
gennaio |
RISULTATI
totali |
Bergamo |
360 |
1.037 |
883 |
78 |
2.358 |
Brescia |
584 |
1.237 |
463 |
82 |
2.366 |
Como |
387 |
645 |
558 |
55 |
1.645 |
Cremona |
273 |
647 |
820 |
101 |
1.841 |
Lecco |
336 |
653 |
310 |
32 |
1.331 |
Lodi |
274 |
434 |
343 |
28 |
1.079 |
Mantova |
198 |
540 |
294 |
41 |
1.073 |
Pavia |
344 |
715 |
552 |
51 |
1.662 |
Sondrio |
219 |
560 |
691 |
79 |
1.549 |
Varese |
466 |
883 |
738 |
106 |
2.193 |
Legnano |
313 |
598 |
438 |
58 |
1.407 |
Magenta |
334 |
762 |
608 |
98 |
1.802 |
Monza |
570 |
704 |
592 |
63 |
1.929 |
Milano |
1.747 |
3.349 |
3.674 |
420 |
9.190 |
Regione |
\ |
\ |
268 |
93 |
361 |
TOTALE |
|
|
|
|
31.786 |
 
|