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Impresa & Stato n°37-38

 

REGOLARE IL MERCATO,
TUTELARE IL CONSUMATORE

di
RENATO DANIELE STRADA
 
Nuovi Consigli Camerali. 
Le CdC come Authority del mercato sul territorio: 
un ruolo che la diffusione delle imprese rende necessario
 
Le Camere di Commercio con la legge n.580 del 1993 esercitano oggi ancora meglio il ruolo di una istituzione che cura sul territorio gli interessi generali del sistema produttivo e promuove lo sviluppo del mercato. 
La riforma infatti ha riconosciuto alle Camere funzioni più ampie in parallelo a un ampliamento degli interessi ai quali sono chiamate a provvedere. Interessi propri non di una o più componenti del sistema economico-produttivo, ma di tutte le componenti. Non solo dunque delle imprese, ma anche dei lavoratori e dei consumatori. 
Agli obiettivi dello sviluppo delle imprese-come importanti soggetti di innovazione economica e sociale - e della libertà e della trasparenza del mercato, all'importanza crescente degli interessi dei consumatori e all'esigenza di regole moderne, frutto della cooperazione di tutti i soggetti protagonisti nel mercato stesso, a questi obiettivi e principii fanno oggi ancor più riferimento le Camere di commercio. 
Funzione delle Camere, infatti è quella di promuovere nell'equilibrio di diversi interessi, l'efficienza complessiva del mercato nei momenti dell'allocazione delle risorse e della produzione della ricchezza. 
Obiettivi che oggi possono essere tanto più efficacemente perseguiti, dopo che la legge di riforma, allo scopo di rendere effettiva la funzione di tutela degli interessi generali del mercato, ha previsto che negli organi di governo delle Camere siano rappresentati, attraverso le loro associazioni anche i consumatori e gli utenti insieme agli imprenditori e ai lavoratori. 
La legge 580 ha infatti innovato profondamente nella struttura delle Camere di Commercio, istituendo i Consigli camerali, rappresentativi di tutte le componenti delle economie locali composti sulla base delle designazioni provenienti dalle varie associazioni presenti e operanti nelle diverse province. 
Chi farà parte del Consiglio sarà rappresentativo non della associazione che lo ha designato ma di tutta la realtà dei consumatori, principio che vale per tutti i membri dei Consigli, in rappresentanza dei vari settori economici e dei lavoratori. 
L'esito di questo processo è che, per la prima volta in modo così ampio i rappresentanti dei consumatori parteciperanno insieme ai rappresentanti del sistema imprenditoriale e dei lavoratori al governo un sistema istituzionale che ha compiti delicati al confine tra pubblico e privato, tra Stato e mercato. 
Le Camere confermano con ciò il loro essere all'avanguardia nel processo di innovazione istituzionale, dando per la prima volta in Italia adeguato riconoscimento entro i propri organi di governo a un soggetto economico importante come i consumatori e creando gli spazi perché essi possano concorrere al processo di governo del mercato e dell'economia. 
Oggi le Camere di Commercio costituiscono un importante segmento delle istituzioni cui in Italia, come del resto avviene in tutta l'Europa, sono posti aspetti rilevanti e delicati dei processi di governo di una economia complessa. 
Esse esercitano tali funzioni con due modalità tipiche: la prima è costituita dalle politiche di rete. La seconda è data dalla piena indipendenza ed autonomia acquisita dalle Camere di Commercio. Esse non sono più subordinate gerarchicamente alle amministrazioni centrali dello Stato né a quelle delle Regioni o degli altri enti territoriali. 
Ciò è anche nella direzione indicata dal principio di sussidiarietà, che caratterizza il processo di costruzione europeo-cioè il principio di avvicinare il più possibile il potere di governare agli interessi che devono essere governati. 
Una sussidiarietà da intendersi non solo in senso verticale-centro periferia-ma soprattutto in senso orizzontale, in modo che il potere non sia vicino solo geograficamente, ma anche funzionalmente, per assicurare competenza ed efficienza. 
Tale funzione complessiva viene esercitata dal sistema camerale soprattutto lavorando su due direttrici. 
La prima è quella relativa alla promozione e alla cura degli interessi del sistema delle imprese. 
Alle imprese le Camere di Commercio offrono sia servizi diretti, sia servizi finalizzati a creare un habitat funzionale al loro sviluppo. 
Infine gli interventi a favore dell'internazionalizzazione del sistema economico italiano. 
La seconda direttrice riguarda lo sviluppo e la promozione del mercato come istituzione regolata, trasparente, che veda l'equilibrio dei diversi soggetti: compiti affidati alle Camere dalla legge 580 e da altre recenti leggi. 
Dalla realizzazione del mercato unico europeo i consumatori ricevono e potranno ricevere importanti benefici. Non soltanto potranno scegliere da una offerta di prodotti e servizi assai più vasta, non limitata dalle barriere dei confini nazionali ma potranno anche sfruttare i vantaggi derivanti dalla migliore tutela dei loro diritti assicurata dalle norme europee. 
L'Unione Europea è nata e cresciuta con questa forte connotazione originaria: la nozione di libertà di mercato e quindi la tutela della concorrenza, da un lato; dall'altro un forte sistema di regole volte a difendere il necessario equilibrio fra gli interessi dei produttori e quelli dei consumatori. 
La normativa e i programmi di tutela necessitano però per essere concretamente operativi di istituzioni e strutture amministrative cioè che ne curino l'implementazione. 
Tra le istituzioni coinvolte in questo processo, le Camere di Commercio hanno ricevuto dalla legge un compito importante. 
Ciò significa da un lato la capacità di sintetizzare gli interessi diversi dei molteplici attori - produttori, distributori, lavoratori, consumatori - e dall'altro mettere a disposizione servizi e strumenti accessibili ovunque a costi contenuti. 
Se l'Europa ci spinge a creare un sistema di regole che configurano una sorte di "statuto del consumatore", questo deve essere assistito dagli strumenti per affermare in concreto i nuovi diritti che da esso nascono. Anche le regole più avanzate, infatti, sono inutili se non è resa possibile e semplice in concreto la loro operabilità: un compito che in particolare nel nostro Paese, richiede un'adeguata organizzazione amministrativa, dal momento che non potrebbe certo gravare sull'apparato, oltremodo sovraccarico dalla giustizia. 
Queste esigenze sono avvertite in modo specifico nel nostro Paese. La sua struttura produttiva è infatti caratterizzata - a differenza di quella degli altri Paesi europei- dalla presenza estremamente elevata di medie e soprattutto di piccole imprese. Cinque milioni circa di soggetti-impresa-con un alone sociale molto più esteso: basti pensare ai familiari e ai collaboratori diretti degli imprenditori che a loro volta nello stesso tempo, sono anche consumatori. 
Da ciò un'articolazione più variegata dei rapporti tra consumatori e imprese, una propensione minore - rispetto ad altri paesi occidentali - verso posizioni meramente conflittuali o di contrapposizione: in molti casi un soggetto si trova nei confronti di un altro ad avere simultaneamente la posizione di produttore di beni o servizi ovvero di consumatore o utente dei beni o servizi prodotti dall'altro. 
Da tali esigenze hanno tratto giustificazione e fondamento il complesso di principii e di norme che assegnano alle Camere di commercio un ruolo di amministrazione per il mercato, una sorta di Authority decentrata sul territorio, espressione integrata dei soggetti locali, con competenza intersettoriale, le cui funzioni a favore dello sviluppo e della promozione delle imprese si inquadrano in modo armonico nella funzione generale di tutela degli interessi complessivi del mercato. 
Questa duplice caratteristica della Camere di Commercio, la loro rete territoriale e la presenza dei consumatori nei loro organi, le rende particolarmente adatte ad assolvere questa funzione complessiva, alla quale avrebbero potuto rispondere con minor efficacia organismi di dimensione nazionale.