vai al sito della Camera di Commercio di Milano  
Impresa & Stato n°37-38

 

LA CAMERA COME META-IMPRESA DI QUALITA'
 

di
DANIELE CARBONI 
 
Nuovi Consigli camerali. 
Dalla riforma un nuovo ruolo delle camere 
per sostenere la competizione globale. 
 
 Le nuove modalità di formazione dei Consigli Camerali costituiscono sicuramente l'aspetto più innovativo della riforma delle Camere di Commercio dal momento che, finalmente, viene dato a Cesare quel che è di Cesare, nel senso che non solo viene attribuito alle associazioni imprenditoriali il diritto di nominare i componenti dei Consigli, ma questo diritto viene rapportato alla rappresentatività effettiva delle associazioni stesse. E ciò non può che rappresentare un salto qualitativo importante dato che si verrà a creare una corrispondenza diretta fra la composizione dei Consigli ed il tessuto imprenditoriale realmente attivo sul territorio. 
Di conseguenza ritengo che l'istituzione Camera di Commercio tra qualche tempo potrebbe risultare un organismo ancor più incisivo di quanto già non sia oggi, proprio in forza della nuova composizione dei suoi organi di governo, e, per quanto riguarda i rapporti con gli Enti locali (Comuni, Province, Regione), ritengo che le Camere riformate potranno essere un interlocutore più rappresentativo e vivace, sicuramente più stimolante, a tutto vantaggio di quel recupero di efficacia e di efficienza necessario a tutto il sistema paese nelle sue varie articolazioni e livelli di governo. 
I rapporti con le associazioni di categoria non potranno che continuare ad essere buoni in virtù della comune estrazione delle persone presenti negli organi associativi e nei Consigli camerali e altrettanto dicasi per la business community nel suo complesso che nei nuovi Consigli camerali risulterà rappresentata con maggiore aderenza alla propria reale articolazione e composizione. 
Per quanto riguarda le caratteristiche della nuova classe dirigente sono sicuro che le associazioni vorranno indicare i propri uomini migliori perché, a mio avviso, partecipare al governo delle Camere non rappresenterà un titolo onorifico ma un impegno reale da svolgere con competenza e con trasparenza a favore di tutto il tessuto produttivo locale che deve essere messo nelle condizioni di reggere la concorrenza internazionale e di recuperare competitività. 
A proposito poi delle relazioni fra i componenti il Consiglio camerale e le Associazioni che li avranno nominati non vedo particolari problemi dal momento che i due ambiti, quello camerale e quello associativo, operano con ruoli e funzioni diverse. 
Anche per quanto riguarda la composizione dei nuovi Consigli e il governo di questa nuova forma di democrazia degli interessi non vedo particolari problemi: i componenti il nuovo Consiglio saranno espressione di organizzazioni effettivamente rappresentative delle imprese dal momento che queste ultime aderiscono volontariamente alle proprie associazioni di categoria e che, se lo fanno, è perché si sentono rappresentate da esse. Quindi, di nuovo, ci sarà una corrispondenza diretta e reale fra rappresentati e rappresentanti a tutto beneficio della concretezza ed efficacia delle attività che la Camera dovrà svolgere. 
Analogo discorso vale per i rapporti fra i settori imprenditoriali che saranno rappresentati in Consiglio: sarà il loro peso relativo a guidare le danze. Se Milano è una città terziaria e le grandi fabbriche, gli opifici, le ciminiere e le tute blu sono soltanto un ricordo, bisognerà in primo luogo prenderne atto e quindi impostare comportamenti conseguenti sostenendo lo sviluppo complessivo dell'economia ma favorendo la crescita dei settori più innovativi e la nascita di imprese che operino nei settori a maggior tasso di sviluppo, a maggior valore aggiunto e con maggiori prospettive di dare occupazione nei prossimi anni. 
Nessun problema, a mio avviso, dovrebbe poi sorgere dalla necessità di coniugare la rappresentanza "settoriale" sulla quale si baserà la composizione del nuovo Consiglio e l'articolazione territoriale del tessuto produttivo: tutte le associazioni di categoria associano da sempre imprese variamente localizzate sul territorio e la dimensione "spazio" non mi consta abbia mai costituito un problema. 
A proposito invece del ruolo che il Consiglio camerale assumerà nei confronti delle altre istituzioni locali mi aspetto che sia soprattutto un ruolo di proposta e di stimolo. Proposta di una serie di iniziative che possano innescare una nuova fase di sviluppo economico e sociale e stimolo a fare, a fare le cose giuste, a farle bene, con mezzi adeguati e in tempi brevi. 
Ovviamente se la dimensione locale è di assoluta importanza, nella società dell'informazione, nell'era delle autostrade digitali e della multimedialità la dimensione internazionale lo è altrettanto. E quindi partnership, alleanze, iniziative congiunte e collaborazioni a tutto campo con altre comunità imprenditoriali, a cominciare da quelle europee con le quali già esistono rapporti consolidati. 
Nel duplice ruolo attribuito alle Camere di regolazione del mercato e di sostegno allo sviluppo del sistema imprenditoriale non vedo conflitti o difficoltà di coesistenza: sono due aspetti dello stesso problema che vanno affrontati congiuntamente: non c'è sviluppo vero senza buone regole e troppe regole frenano lo sviluppo, bisognerà usare molto buon senso ma nulla di più. 
Quanto infine alla presenza nel Consiglio camerale di rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle organizzazioni dei consumatori ritengo che debbano essere i benvenuti. Rappresentano due importanti categorie del nostro tessuto sociale, tutt'e due importanti per la vita delle imprese, e quindi coinvolgiamoli, ascoltiamo i loro pareri e teniamoli nella debita considerazione. 
In una logica di qualità totale tutte le componenti di un'organizzazione (e una comunità sociale è la più importante e la più complessa delle organizzazioni) debbono essere poste nelle condizioni di svolgere un ruolo attivo e propositivo in vista del miglioramento continuo. 
Se poi, sempre in una logica di qualità, i consumatori li volessimo chiamare "clienti", la loro importanza crescerebbe ulteriormente e dovremmo ricordare che le imprese di qualità (e la Camera dovrebbe essere vista come una metaimpresa di qualità) non solo debbono tendere a soddisfare sia le esigenze esplicite che quelle implicite dei clienti, ma debbono costantemente coinvolgerli nell'analisi delle esigenze e nella messa a punto dei servizi in grado di soddisfarle. Sindacati e consumatori sono a mio avviso presenze importanti: ci attendiamo da loro stimoli e proposte. E comportamenti conseguenti. 
Per concludere ritengo che le Camere riformate, proprio grazie alla loro maggiore aderenza al tessuto produttivo locale, avranno con esso una maggiore sintonia e potranno quindi svolgere quel ruolo di metaimpresa cui accennavo poc'anzi (metastruttura sovraordinata alle imprese stesse e contenitrice di tutte imprese del sistema) che è oggi assolutamente essenziale dal momento che nel villaggio globale la competizione non avviene più tra singole imprese ma fra sistemi di imprese, siano essi sistemi nazionali o locali.