Impresa & Stato n°37-38
REGOLE PER GOVERNARE LA DEMOCRAZIA DEGLI INTERESSI
Intervista a Guido Cremonese
Sulle implicazioni derivanti dalla formazione dei nuovi Consigli camerali
I&S ha posto alcune domande a Guido Cremonese, Presidente della
Confetra.
I&S: Una delle novità più sostanziali della riforma
delle CdC è costituita dalle modalità di formazione del Consiglio.
Come valuta la scelta di una rappresentanza mediata dalle associazioni?
Quali opportunità e quali rischi possono nascere?
Cremonese: é un passo avanti decisivo rispetto alla situazione
precedente e contribuisce a rafforzare il ruolo della Camera di Commercio
quale interfaccia tra il sistema delle imprese e la pubblica amministrazione.
Il rischio che eventualmente nasconde questa innovazione potrebbe essere
quello di ridurre gli indirizzi programmatici della Camera di Commercio
alla sommatoria delle domande delle organizzazioni imprenditoriali presenti
sul territorio. D'altra parte anche l'elezione diretta dei consiglieri
potrebbe comportare dei rischi, non ultimo quello di una partecipazione
molto bassa al suffragio (con tutte le conseguenze che ne deriverebbero);
peraltro, pure nei Paesi in cui si prevede l'elezione diretta dei consiglieri
(ad esempio, in Francia) le associazioni hanno un ruolo determinante nella
formazione delle liste e nell'organizzazione della "campagna elettorale".
I&S: Come cambierà, secondo lei, la CdC ? In particolare,
come dovrà ricollocarsi rispetto agli enti territoriali, alle associazioni
di categoria, alla business community?
Cremonese: Le possibili risposte dipendono non solo dalle scelte
generali che verranno adottate in tema di riforma istituzionale con particolare
riferimento agli enti territoriali, ma anche dalle soluzioni che gli specifici
Consigli privilegeranno per quanto concerne il problema evidenziato alla
risposta precedente.
I&S: Il nuovo Consiglio camerale potrà proporsi come organo
di autogoverno della business community? Se sì, a quali condizioni
e con quali rischi?
Non è detto che la risposta a questa domanda debba necessariamente
essere univoca per tutte le province italiane, essendo condizionata dal
grado di rappresentatività delle associazioni nelle singole realtà.E
sarà necessario un salto di qualità dei dirigenti e dei rappresentanti
delle associazioni imprenditoriali locali.
I&S: La composizione dei Consigli si annuncia molto ampia e frammentata.
Quale forma di democrazia dovrà attuarsi, come sarà possibile
governarli? Con i meccanismi delle istituzioni democratiche tradizionali
o con modalità specifiche e nuove?
Cremonese: Nell'ambito del Consiglio dovrebbero trovare espressione
gli interessi generali dei singoli settori rappresentati. A tal fine è
necessario, da un lato, che nei singoli statuti siano definite regole efficaci
per governare questa nuova forma di democrazia degli interessi e, dall'altro
lato, che si riesca a trovare gli opportuni bilanciamenti tra i poteri
del Consiglio con quelli della Giunta.
I&S: La rappresentanza è organizzata su base settoriale.
Come pensa sarà possibile raccordare la dimensione settoriale con
quella territoriale?
Cremonese: Ritengo sia un falso problema: non nel senso che il
problema non esiste, ma nel senso che - anche astraendo dai meccanismi
di elezione diretta dei consiglieri - la sua soluzione dipende dallo specifico
radicamento nel territorio delle diverse organizzazioni imprenditoriali.
I&S: Il nuovo Consiglio che ruolo dovrà assumere nel contesto
dei rapporti con le business communities europee?
Cremonese: Il problema non riguarda il ruolo del Consiglio, ma
quello della Camera di commercio tout court; ciò senza contare che
la risposta dipende dalle specifiche forme rappresentative e organizzative
che le "business communities" si sono date in altri Paesi europei.
Rispetto ai problemi particolari di Milano, le nostre risposte non
sarebbero significative.
I&S: La riforma assegna alle nuove CdC due funzioni: sostenere
lo sviluppo del sistema delle imprese e regolare il mercato. Come armonizzarle?
Cremonese: Si tratta certamente di uno degli aspetti più
delicati della legge di riforma delle Camere di Commercio. é difficile
ipotizzare una soluzione di carattere generale che possa andar bene per
qualsiasi Camera; molto dipenderà dalle regole di funzionamento
che saranno definite negli statuti e dalla stessa sensibilità dei
rappresentanti designati per i singoli settori.
 
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