Impresa & Stato n°37-38
FINANZIARE L'AZIENDA NONPROFIT
Un assetto finanziario equilibrato
è condizione per raggiungere
gli obiettivi sociali
e garantire la continuità dell'istituzione
di
GIORGIO
FIORENTINI
Il finanziamento
delle aziende non profit (anp), è elemento fondamentale e critico
per la gestione "caratteristica", funzionale e attiva dell'azienda stessa.
E' caratteristica perché il finanziamento di una anp è
parte integrante dell'attività aziendale di una non-profit e correlato
a fonti di vario tipo (pubbliche e private) che sottendono un rapporto
prevalente di trasferimento, elargizione e beneficenza o di transazione
economica .Questo rapporto può non essere legato strettamente al
mercato e alla redditività vista in una logica di differenza fra
ricavi e costi (la valutazione avviene in logica di analisi economica secondo
i criteri costi/benefici, costi/utilità, costi/efficacia) oppure
è integrato nel mercato specialmente riguardo alle forniture di
servizi e beni da parte delle anp nei confronti del contraente pubblico
o privato. In questa fattispecie sia l'ente pubblico che il privato giocano
un ruolo di cliente - dominatore più che di cliente-paritario nello
scambio. Le condizioni dello "scambio" che si stabilisce fra l'anp e colui
che "vive" il risultato del servizio che gli viene erogato. Tutto ciò
innalza il livello di benessere sociale non solo auspicabile, ma anche
ineludibile e richiesto dalla società ad integrazione del livello
economico esistente; un assetto sociale che non è "elemento periferico"
e "residuale" della società, ma parte costituente e integrante della
società e della dinamica economica in essere.
Il sistema paese è titolare e svolge delle "funzioni" strutturali,
imprescindibili, costanti e durature che danno l'assetto portante della
dinamica del sistema stesso. Le "funzioni" sono :
- garantiste riferendosi alle attività/servizi che il sistema
nazione pone in essere per tutelare i diritti dei cittadini in conformità
alle leggi;
- di produzione intese come azioni atte a sviluppare l'assetto economico-finanziario
e di produzione di ricchezza per i propri cittadini;
- di tutela sociale/sanitaria per mantenere e sviluppare un sistema
di stato sociale che abbia una base minimale di servizi che presidino un
livello accettabile di welfare e di "cittadinanza" dei cittadini;
- di animazione ove si mantengono e sviluppano servizi di cultura,
educazione e completamento del tempo libero come base per uno sviluppo
olistico della vita dei cittadini.
Ogni funzione (che risponde ai bisogni della popolazione") è
un insieme di servizi (che rispondono alla domanda dei cittadini). Essi
si connotano come servizi, pubblici, privati profit, privati non-profit.
Essi si integrano fra loro e sviluppano una massa critica di risultati
coerenti con gli obiettivi che la funzione si è posta.
FINANZIAMENTO ETICO E SOLIDALE
Mantenendo la costante che uno dei presupposti perché le anp
possano svolgere e mantenere il loro ruolo è lo sviluppo di un assetto
finanziario stabile, continuativo e non più legato a fonti prevalentemente
caritative e di mera beneficenza ma a flussi di finanziamento tradizionale
si può definire il finanziamento delle anp come solidale e etico.
Esso è etico in termini sia di aggettivazione di "genere" sia considerando
la sua destinazione e finalizzazione.
Per aggettivazione di "genere" si intende che l"habitat" finanziario
è formato da un'offerta che raccoglie finanziamenti con una attrattività
che gioca il "plus" etico e solidaristico reale dell'impegno e la domanda
è formata da organizzazioni che appartengono al terzo settore con
prevalenza di attività etica.
Per destinazione e finalizzazione si intende che il destinatario (anp)
ha una prevalente "mission" statutaria di tipo solidaristico valoriale
e di solidarietà concreta , progettata e posta in essere tramite
attività strutturate e organizzate, ed anche qualora si finanzi
progetti e attività che hanno una forte connotazione sociale e di
solidarietà (si pensi ai finanziamenti erogati dalle banche per
obiettivi di valore sociale).
La definizione di finanziamento etico non implica che il circuito delle
fonti finanziarie tradizionali sia formato da persone e istituzioni non
etiche, ma ribadisce che esistono finanziamenti fortemente indirizzati
a scopi sociali e socialmente utili cioè a forte valenza etica.
Essi provengono sia da circuiti finanziari tradizionali, sia da nuovi
e alternativi (si veda banche etiche, finanziare a totale obiettivo sociale);
spesso si usano prevalentemente strumenti tradizionali di raccolta finanziaria
che implicano però una destinazione a preminente orientamento sociale.
Questa impostazione non esclude la vigilanza e la gestione dei depositi
, degli investimenti, delle modalità di raccogliere finanziamenti
secondo i principi della correttezza e della prudenza, anzi la esalta considerando
i livelli di trasparenza che i finanziatori etici esigono; si enfatizza
invece il concetto che il finanziamento etico deriva da fonti finanziarie
ed è gestito con strumenti finanziari che hanno un orientamento
al sociale più strutturato, consolidato e con un rendimento atteso
sociale più elevato e più mirato rispetto al rendimento sociale
degli investimenti tradizionali.
Il finanziamento etico è inteso come un finanziamento di settore
al pari di altri settori economici che trasformano le risorse finanziarie
conferite con agevolazioni in beni e servizi per il mercato; in questo
caso si cerca di aumentare il livello di ricchezza solidale integrato con
la ricchezza economica.
LE FONTI DI FINANZIAMENTO DELLE AZIENDE NON
PROFIT
Il finanziamento delle anp è composto da flussi finanziari che
a vario titolo (oneroso o gratuito), da varie fonti e tramite vari strumenti
danno il supporto finanziario alle anp.
Il finanziamento a titolo oneroso è inteso come la capacità
di avere risorse a fronte di una vendita di attività, di beni o
di quant'altro tradizionalmente possa essere considerato oggetto di scambio;
il finanziamento è a titolo gratuito qualora le risorse vengano
date a fronte di uno scambio non tradizionale, come dare somme di danaro
per promuovere i diritti civili, per incrementare la ricerca, e così
via.
Il finanziamento può essere pubblico o privato (tab. 1).
Le fonti possono essere: pubbliche ove si intende il flusso finanziario
che deriva dallo Stato o da istituzioni sovrannazionali (si veda l'Unione
Europea, la Banca Mondiale, l'Unesco, l' Onu ecc.) e si distinguono le
seguenti tipologie di processo:
finanziamento pubblico nazionale: l'anp riceve sussidi o contributi
da parte dello stato nella sua articolazione istituzionale (regioni, province,
comuni, ecc.) senza alcun corrispettivo di scambio puntuale in termini
di erogazione di servizi o produzione di beni; finanziamento pubblico nazionale
e internazionale ove l'anp riceve sovvenzioni e finanziamenti finalizzati
e dedicati rispetto a specifici progetti (AIDS, Tossicodipendenze, Immigrazione,
Pari opportunità e così via). Le fonti possono essere i Ministeri
o, con sempre maggiore frequenza, l'Unione Europea, la Banca Mondiale,
l'Unesco, l'ONU o altre istituzioni internazionali. I finanziamenti sono
solitamente di cospicua entità e sono gestibili anche nella fase
di accesso da anp che hanno maturato una sufficiente esperienza nei rapporti
istituzionali di alto livello nazionale e internazionale. Per queste modalità
di finanziamento è necessario strutturare all'interno dell'anp un
nucleo di interesse e persona/e dedicate a questo tipo di accesso finanziario.
Finanziamento pubblico in logica di forniture di beni e servizi. Si basa
sulla capacità di fornire servizi o beni agli enti pubblici in via
surrogatoria, integrata o esclusiva rispetto a funzioni pubbliche che la
popolazione esige normalmente come servizi pubblici. Il rapporto di fornitura
di beni o servizi si basa sulla capacità dell'anp di presentarsi
come interlocutore professionale e valido al fine di soddisfare le esigenze
dell'ente pubblico in settori di pubblica utilità quali l'assistenza,
domiciliare a persone in difficoltà fisica o psichica, quella agli
handicappati, ai minori, e così via.
Le fonti private sono composte da singoli individui, da imprese che
a vario titolo finanziano l'anp. Quindi si distinguono fonti private rappresentate
da:
individui "clienti" esterni che danno un corrispettivo per la fruizione
di un servizio dell'anp o per l'acquisizione di un bene. è il rapporto
con il "mercato" e lo scambio avviene sulla base prevalente dell'utilità
reciproca anche se, spesso, esiste una pregiudiziale positiva di altruismo
e senso di solidarietà. che dà una valenza meno economicista
dello scambio stesso, in una logica di "equilibrio economico finanziario"
più che di "profitto" da raggiungere "ad libitum";
individui "clienti" interni che creano e autofinanziano l'anp in una
logica di copertura dei costi dell'attività posta in essere e quindi
di autoconsumo dei servizi erogati. Le anp di questo tipo sono solitamente
autogestite e si configurano nel ruolo di supplenza privata rispetto alla
carenza di interventi pubblici (per es. anp per recupero di tossicodipendenti
autofinanziata dai nuclei famigliari fruitori del servizio stesso);
individui "sostenitori" che donano ed elargiscono quote di danaro correlate
all'appartenenza a tipologie di sostentamento istituzionalizzato (associati
ordinari, sostenitori, junior, senior ecc.). Essi sono da considerarsi,
di massima, come flussi di cassa della gestione corrente. Questo tipo di
sostegno può essere: costitutivo: quando la contribuzione finanziaria
è collegata alla fondazione dell'anp; gestionale: quando gli interventi
donativi, i lasciti, i vitalizi si verificano nel "durante" delle fasi
del ciclo di vita dell'anp (si veda le fasi di crescita, maturità);
individui "volontari" che, donando il loro tempo/lavoro, indirettamente
finanziano l'anp. In questo modo l'anp è in grado di sostenere i
costi di produzione di beni e erogazione di servizi ove non esistono assetti
finanziari sufficienti per coprire tali costi oppure ove si integrano persone
svantaggiate e non svantaggiate in anp che hanno strutture rigide di costi;
imprese che supportano l'anp tramite: sponsorizzazioni intese come
attività di sviluppo d' immagine e di notorietà dell'anp
unitamente a donazioni non specifiche e non correlate a progetti che sostanziano
l'attività dell'anp. Si tratta di finanziamenti generalizzati che
"ostentano" il ruolo di "fiancheggiamento" e di condivisione della "causa
di solidarietà" svolto dall'impresa;
"royalties" correlate alle quantità di vendita di prodotti posti
sul mercato con il marchio dell'anp e dell'impresa;
donazioni finanziarie defiscalizzabili (non continuative oppure ripetibili
in funzione di opportunità fiscali positive per l'impresa). L'impresa
trae vantaggi d'immagine ed eventualmente di vendite se riesce a fare adeguati
investimenti comunicativi;
campagne di promozione in cui si sollecita l'opinione pubblica (spesso
nello specifico i clienti dell'impresa) a donare quote di danaro a favore
dell'anp; percentuali su incassi (prevalentemente nel settore commerciale)in
determinati periodi concordati;
volontariato d'impresa: quando alcuni settori gestionali dell'impresa
(amministrazione & controllo, marketing, organizzazione, logistica)
cedono una quota della loro attività all'anp e quindi strutturano
un finanziamento indiretto;
banche (in prospettiva fondazioni bancarie) e intermediari finanziari
che erogano, per statuto, quote di finanziamento a favore delle anp.
RUOLO DELL'AZIENDA NONPROFIT E TIPOLOGIE DI
FINANZIAMENTO
La "solidità e la continuità finanziaria" non è
solo indispensabile per le anp, ma è anche l'elemento che supporta
la legittimazione operativa e il "protagonismo economico" del terzo settore
nell'ambito dell'assetto economico globale del nostro paese.
Alcuni affermano che l'economia di mercato è l'unica via per
dare ricchezza ai paesi, altri controbattono che è necessario calmierare
il liberismo con una impostazione di "quasi mercato" che dia sintesi ad
una economia di mercato "vincolata" da regole sociali, politiche, religiose,
morali. Il sistema economico deve stabilizzarsi in un circuito virtuoso
ove l'efficienza/efficacia aziendale si integra con l'efficacia della solidarietà
vista non più come una componente "caritativa" della società,
ma come una componente di sviluppo della ricchezza della società
stessa. Esistono e si sviluppano, quindi, delle componenti economiche del
paese che, al pari di altre, contribuiscono in modo non più marginale
alla crescita della ricchezza. In una logica economico-aziendale si prospetta
che gli "istituti" intesi come famiglia, impresa, istituti pubblici territoriali
possano allargarsi ad "organizzazioni non a prevalente scopo di lucro"
che operano per conseguire il bene comune o bene collettivo tramite la
produzione, l'erogazione, il consumo di beni e servizi in un contesto prevalentemente
di scambio (economico, metaeconomico, di utilità, interno/esterno).
L'istituto "organizzazione non a prevalente scopo di lucro" si dinamizza,
si "ordina" e perdura tramite l'anp (azienda sociale e solidale) che si
articola in associazioni riconosciute/non riconosciute, aziende di fondazione,
cooperative sociali di tipo A (quando erogano servizi prevalentemente socio-sanitari)
e di tipo B (quando si avvalgono del lavoro di "persone svantaggiate"),
aziende di "commercio equo e solidale", patronati, comitati e così
via.
Le anp hanno una gestione plurima rispetto non solo alle funzioni aziendali
di gestione, ma anche rispetto alle attività che accomunano la produzione,
l'erogazione, il consumo in una logica integrata e finalizzata al perseguimento
di risultati solidali ove al valore economico ottenuto si aggiunge un extra
valore che si sostanzia in una quota di ricavo solidale superiore ai costi
di gestione sostenuti e percepito dal destinatario dell'attività.
Quindi l'applicazione dei principi della razionalità economica
"all'azienda sociale e solidale" non è finalizzata a produrre un
valore differenziale incrementale (utile), ma a creare migliori condizioni
per chi entra in contatto con l'attività dell'azienda (prestazioni
gratuite nel caso di attività di volontariato, prezzi più
bassi nel caso di cooperative di solidarietà) e, quando tale differenza
dovesse realizzarsi, essa non dà istituzionalmente diritto alla
distribuzione tra chi ha governato l'azienda e ha assunto il rischio della
combinazione economica, ma viene impiegata per lo sviluppo dell'attività
dell'azienda e destinata a specifiche finalità definite dagli statuti
e dagli atti costitutivi (per es. attività sociale e di beneficenza,
ecc).
STRUMENTI DI RACCOLTA FINANZIARIA DELL'ANP
La raccolta di finanziamenti dell'anp è in funzione dei segmenti
di potenziali finanziatori distinguibili in: a) fonti pubbliche: stato,
enti pubblici, organismi sovrannazionali di matrice pubblica; b) privati:
individui "clienti" esterni, interni, sostenitori, volontari, imprese,
banche.
Per ogni segmento si attivano strumenti di contatto specifici e procedure
particolari in funzione della natura del rapporto.
Il rapporto fra l'anp e il segmento individui sostenitori si basa prevalentemente
sulla raccolta finanziaria denominata "raccolta fondi tramite strumenti
del marketing diretto". Il marketing diretto è inteso come un sistema
di marketing interattivo che utilizza uno o più "media" per ottenere
risposte (solitamente misurabili) da un target/segmento specifico. La caratteristica
dell'interattività permette di stabilire un rapporto di reazione
fra l'anp e i sostenitori, nonché un contatto diretto e personale.
Il marketing diretto permette di attivare un comportamento, una risposta
e una reazione a fronte della sollecitazione effettuata tramite vari strumenti
di contatto di cui i più diffusi sono il contatto postale e telefonico.
L'evoluzione del contesto dei possibili finanziatori delle aziende
nonprofit ha sviluppato prodotti finanziari che contribuiscono a creare
un assetto finanziario più stabile. Il rapporto fra anp e mercato
finanziario tradizionale è difficile a causa di vari ostacoli che
si frappongono, di tipo interno, ove si considera la insufficiente conoscenza
delle logiche che presiedono l'attività degli istituti di credito;
di tipo esterno, ove si intende lo scarso credito accordato dagli ambienti
bancari all'economia sociale, la significativa sproporzione fra costo della
fase istruttoria (e di gestione del finanziamento) e margine residuo, che
rende la concessione dei prestiti poco "appetibile" per gli istituti bancari.
In questa situazione si sono studiati alcuni prodotti finanziari che potessero
avvicinare l'anp in modo diretto o indiretto al mercato finanziario tradizionale
e viceversa.
La base concettuale su cui si basa questa innovazione è che
vi sia una propensione di segmenti di risparmiatori a sottoscrivere prodotti
finanziari etici assegnando una priorità al raggiungimento di un
bene comune o collettivo rispetto alla massimizzazione dell'utilità
individuale. Il prodotto finanziario etico deve comunque confrontarsi con
le caratteristiche del prodotto finanziario tradizionale rispetto alla
quota di rischio assunta con l'eventuale sottoscrizione, il livello di
rendimento e la velocità di smobilizzo dei capitali investiti.
Un modello interessante è quello elaborato da L. Uusitallo in
cui si propone una matrice a due dimensioni (attitudini e azioni) bivariate
(massimizzazione dell'utilità individuale e orientamento verso bene
comune/collettivo). Dall'integrazione di queste variabili si ottengono
quattro tipologie di individui:
- uomo economico che massimizza l'utilità individuale
- free rider che pur riconoscendo la positività dell'interesse
comune/collettivo, non lo persegue in quanto si aspetta che altri lo facciano.
- quasi morale che pur non aderendo completamente al bene comune/collettivo,
è disposto ad agire in favore di esso per essere accettato dalla
comunità e perseguendo una logica opportunistica.
- morale che rende coerenti le azioni con gli orientamenti per seguendo
il bene comune/collettivo.
La tipologia uomo morale è il segmento prevalente a cui si rivolgono
i prodotti finanziari etici. A fronte anche di queste considerazioni si
sono creati prodotti finanziari cosi' articolati:
a) Fondi comuni d'investimento denominati "etici": sono "fondi a partage"
tramite i quali i sottoscrittori destinano parte dei proventi ad anp identificate
secondo criteri di notorietà e immagine percepita dall'opinione
pubblica o da segmenti d'investitori già acquisiti come clienti
dalla società di gestione dei fondi.
Vi sono implicazioni rispetto alle variabili di marketing riassumibili
in:
- prodotto: solitamente la società di gestione tende a investire
in obbligazioni con rendimenti a bassa volatilità, comunque con
basso rischio e con stabilità dei rendimenti.
- comunicazione e informazione: in tutti i casi deve esserci una trasparenza
sull'andamento del fondo, sulle somme devolute all'anp o per i progetti
dell'anp.
- prezzo: inteso ome quote di donazione, confort di donazione e possibile
defiscalizzazione.
- distribuzione: si basa sul numero degli agenti del gestore dei fondi
e anche sull'effetto "alone" e "induzione" svolto dall'anp.
b) Conti correnti denominati "etici": sono conti correnti bancari che
devolvono una % degli interessi maturati (e decisa dal cliente) ad una
anp scelta fra quelle che aderiscono all'iniziativa. Il cliente può
variare la percentuale o il destinatario della donazione ed anche cessare
di aderire all'iniziativa in qualsiasi momento.
In termini di marketing:
- prodotto: è di facile comprensione e di uso corrente;evita
la gestione della donazione che viene effettuata dalla banca;
- comunicazione: trasparenza del rapporto con il destinatario della
donazione e garanzia dell'istituto bancario;
- distribuzione: quantità delle filiali e agenzie della banca;
cadenza temporale certa di accredito.
- prezzo: la quota % devoluta è gestita dal cliente.
c) Affinity cards: sono speciali carte di credito ove il soggetto emittente
destina a determinate anp una quota degli oneri di gestione o delle somme
addebitate al titolare della carta per le operazioni effettuate. Non vi
è alcun costo aggiuntivo per il titolare della card e vi è
un vantaggio per l'anp che si accredita quote % legate alla gestione della
card.
Le implicazioni di marketing si articolano in:
- prodotto: strumento di spesa ad alto confort finanziario e a forte
"sollecitazione d'uso";
- distribuzione: forte diffusione e capillarità;
- comunicazione: la card di questo tipo diventa segno di "status" da
ostentare nei pagamenti.
UN APPROCCIO PRO-ATTIVO
La funzione finanziaria di una anp dovrebbe adeguarsi, di massima,
ai seguenti principi:
- avere un orientamento "a lungo" e rapportarsi alla redditività
aziendale disponibile e al fabbisogno di spesa "a breve". Da ciò
deriva che anche i flussi finanziari conseguenti risentono di questo ruolo
del cliente-dominante e si creano problemi di gestione finanziaria per
l'anp.
Un orientamento funzionale perché pleonasticamente le anp non
possono prescindere dall'assetto finanziario consolidato, continuo e sicuro
per l'implementazione integrata delle altre funzioni di gestione operativa
unitaria della struttura stessa.
Infatti senza flussi finanziari prevedibili , presumibilmente certi
e continui è sempre più difficile elaborare strategie di
medio-lungo periodo che connotano l'esistenza , lo sviluppo, il consolidamento
e il "perdurare nel tempo" di un'anp in una dimensione strategica del suo
operare.
Un orientamento attivo perché la gestione finanziaria nella
fase dell'individuazione, del reperimento e della gestione del rapporto
con le fonti deve sviluppare un approccio proattivo rispetto al potenziale
di finanziamento per le anp; questa impostazione implica l'adozione di
strumenti di marketing, di marketing diretto nella declinazione operativa
del direct-mail, del telemarketing e interactive marketing e di altre attività
di gestione aziendale integrate e finalizzate al miglior rapporto con i
finanziatori istituzionali, i clienti pubblici o privati, i potenziali
donatori e altri segmenti.
Consegue che il finanziamento è una delle condizioni indispensabili
per il mantenimento dell'istituzione, per la continuità operativa
nonché per l'erogazione di servizi o produzione di beni dell' anp
. Quindi l'assetto finanziario equilibrato di una anp struttura e facilita
la gestione, creando all'interno e all'esterno dell'azienda le condizioni
per raggiungere più facilmente gli obiettivi sociali prefissati.
Alcune di queste condizioni sono:
mantenere livelli medio-alti di performance: qualità ed efficacia
delle attività generate, dei servizi erogati e dei beni prodotti.
L'evoluzione del contesto ove agisce l'anp esige un livello qualitativo
dei risultati raggiunti dall'azienda solidale tale da essere percepito
dai fruitori e destinatari come correlato ad una equilibrata gestione;
- investire quote cospicue in raccolta fondi contenendo i costi amministrativi
e generali;
- avere un equilibrio finanziario ove si consideri il rapporto fra
fonti che generano flussi monetari e impieghi;
- elaborare giudizi sull'importanza dei progetti e conseguenti finanziamenti.
é intuibile che si dà priorità al finanziamento di
progetti più funzionali e coerenti rispetto agli obiettivi dell'anp.
Il confronto è anche fra progetti che manifestano indici derivanti
dal rapporto fra costi del progetto ancora da coprire e costi già
sostenuti;
- monitorare la tensione finanziaria tramite il controllo fra tempo
medio d'incasso delle varie modalità di finanziamento e tempo medio
di pagamento, analisi della coerenza fra tassi di sviluppo operativo dell'anp
e fabbisogno finanziario;
- ridefinizione della composizione strutturale dei ricavi;
- controllo della redditività finanziaria degli investimenti
finanziari presso istituti di credito, società di gestione di fondi
o altri intermediari finanziari.
Dall'integrazione fra la gestione della continuità finanziaria
e la gestione dell'operatività l'anp trae un assetto di equilibrio
aziendale che aumenta la capacità di perseguire gli obiettivi prefissati
in una logica di economicità coerente con gli aspetti di socialità
e solidarietà che la contraddistinguono.
TABELLA 1
|
FINANZIAMENTO PUBBLICO |
|
Contratti e convenzioni |
27.9
|
Trasferimenti a fondo perduto |
7.8
|
Pagamenti indiretti |
4.5
|
|
40.2
|
FINANZIAMENTO PRIVATO |
|
Donazioni |
4.9
|
Vendita beni e servizi |
26.1
|
Quote iscrizione |
20.5
|
Redditi da capitale |
2.8
|
Altri redditi |
5.5
|
|
59.8
|
|
100
|
BIBLIOGRAFIA
-
Barbetta G.P., Senza scopo di lucro, Il Mulino, Bologna, 1996.
-
Borgonovi E., Elementi di teoria per aziende non profit-in " Il futuro
dei servizi sociali in Italia:il ruolo della cooperazione sociale nei processi
di depubblicizzazione", Istituto Italiano di Studi Cooperativi-"L. Luzzatti",
Roma, 1993.
-
Fiorentini. G., "Organizzazioni non profit e di volontariato"-Etaslibri,Milano,1992.
-
Masini C., Lavoro e risparmio-Utet,Torino,1970.
-
North. D., Istituzioni, costi di transazione e produttivita' di lungo periodo-Convegno
Nemetria,"Etica ed Economia", Foligno,1995.
 
|