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Impresa & Stato n°37-38

 

FINANZIARE L'AZIENDA NONPROFIT

Un assetto finanziario equilibrato 
è condizione per raggiungere 
gli obiettivi sociali 
e garantire la continuità dell'istituzione

di
 GIORGIO FIORENTINI

Il finanziamento delle aziende non profit (anp), è elemento fondamentale e critico per la gestione "caratteristica", funzionale e attiva dell'azienda stessa. 
 E' caratteristica perché il finanziamento di una anp è parte integrante dell'attività aziendale di una non-profit e correlato a fonti di vario tipo (pubbliche e private) che sottendono un rapporto prevalente di trasferimento, elargizione e beneficenza o di transazione economica .Questo rapporto può non essere legato strettamente al mercato e alla redditività vista in una logica di differenza fra ricavi e costi (la valutazione avviene in logica di analisi economica secondo i criteri costi/benefici, costi/utilità, costi/efficacia) oppure è integrato nel mercato specialmente riguardo alle forniture di servizi e beni da parte delle anp nei confronti del contraente pubblico o privato. In questa fattispecie sia l'ente pubblico che il privato giocano un ruolo di cliente - dominatore più che di cliente-paritario nello scambio. Le condizioni dello "scambio" che si stabilisce fra l'anp e colui che "vive" il risultato del servizio che gli viene erogato. Tutto ciò innalza il livello di benessere sociale non solo auspicabile, ma anche ineludibile e richiesto dalla società ad integrazione del livello economico esistente; un assetto sociale che non è "elemento periferico" e "residuale" della società, ma parte costituente e integrante della società e della dinamica economica in essere. 
Il sistema paese è titolare e svolge delle "funzioni" strutturali, imprescindibili, costanti e durature che danno l'assetto portante della dinamica del sistema stesso. Le "funzioni" sono : 
- garantiste riferendosi alle attività/servizi che il sistema nazione pone in essere per tutelare i diritti dei cittadini in conformità alle leggi; 
- di produzione intese come azioni atte a sviluppare l'assetto economico-finanziario e di produzione di ricchezza per i propri cittadini; 
- di tutela sociale/sanitaria per mantenere e sviluppare un sistema di stato sociale che abbia una base minimale di servizi che presidino un livello accettabile di welfare e di "cittadinanza" dei cittadini; 
- di animazione ove si mantengono e sviluppano servizi di cultura, educazione e completamento del tempo libero come base per uno sviluppo olistico della vita dei cittadini. 
Ogni funzione (che risponde ai bisogni della popolazione") è un insieme di servizi (che rispondono alla domanda dei cittadini). Essi si connotano come servizi, pubblici, privati profit, privati non-profit. Essi si integrano fra loro e sviluppano una massa critica di risultati coerenti con gli obiettivi che la funzione si è posta. 

FINANZIAMENTO ETICO E SOLIDALE 
Mantenendo la costante che uno dei presupposti perché le anp possano svolgere e mantenere il loro ruolo è lo sviluppo di un assetto finanziario stabile, continuativo e non più legato a fonti prevalentemente caritative e di mera beneficenza ma a flussi di finanziamento tradizionale si può definire il finanziamento delle anp come solidale e etico. Esso è etico in termini sia di aggettivazione di "genere" sia considerando la sua destinazione e finalizzazione. 
Per aggettivazione di "genere" si intende che l"habitat" finanziario è formato da un'offerta che raccoglie finanziamenti con una attrattività che gioca il "plus" etico e solidaristico reale dell'impegno e la domanda è formata da organizzazioni che appartengono al terzo settore con prevalenza di attività etica. 
Per destinazione e finalizzazione si intende che il destinatario (anp) ha una prevalente "mission" statutaria di tipo solidaristico valoriale e di solidarietà concreta , progettata e posta in essere tramite attività strutturate e organizzate, ed anche qualora si finanzi progetti e attività che hanno una forte connotazione sociale e di solidarietà (si pensi ai finanziamenti erogati dalle banche per obiettivi di valore sociale). 
La definizione di finanziamento etico non implica che il circuito delle fonti finanziarie tradizionali sia formato da persone e istituzioni non etiche, ma ribadisce che esistono finanziamenti fortemente indirizzati a scopi sociali e socialmente utili cioè a forte valenza etica. 
Essi provengono sia da circuiti finanziari tradizionali, sia da nuovi e alternativi (si veda banche etiche, finanziare a totale obiettivo sociale); spesso si usano prevalentemente strumenti tradizionali di raccolta finanziaria che implicano però una destinazione a preminente orientamento sociale. Questa impostazione non esclude la vigilanza e la gestione dei depositi , degli investimenti, delle modalità di raccogliere finanziamenti secondo i principi della correttezza e della prudenza, anzi la esalta considerando i livelli di trasparenza che i finanziatori etici esigono; si enfatizza invece il concetto che il finanziamento etico deriva da fonti finanziarie ed è gestito con strumenti finanziari che hanno un orientamento al sociale più strutturato, consolidato e con un rendimento atteso sociale più elevato e più mirato rispetto al rendimento sociale degli investimenti tradizionali. 
Il finanziamento etico è inteso come un finanziamento di settore al pari di altri settori economici che trasformano le risorse finanziarie conferite con agevolazioni in beni e servizi per il mercato; in questo caso si cerca di aumentare il livello di ricchezza solidale integrato con la ricchezza economica. 

LE FONTI DI FINANZIAMENTO DELLE AZIENDE NON PROFIT 
Il finanziamento delle anp è composto da flussi finanziari che a vario titolo (oneroso o gratuito), da varie fonti e tramite vari strumenti danno il supporto finanziario alle anp. 
Il finanziamento a titolo oneroso è inteso come la capacità di avere risorse a fronte di una vendita di attività, di beni o di quant'altro tradizionalmente possa essere considerato oggetto di scambio; il finanziamento è a titolo gratuito qualora le risorse vengano date a fronte di uno scambio non tradizionale, come dare somme di danaro per promuovere i diritti civili, per incrementare la ricerca, e così via. 
Il finanziamento può essere pubblico o privato (tab. 1). 
Le fonti possono essere: pubbliche ove si intende il flusso finanziario che deriva dallo Stato o da istituzioni sovrannazionali (si veda l'Unione Europea, la Banca Mondiale, l'Unesco, l' Onu ecc.) e si distinguono le seguenti tipologie di processo: 
finanziamento pubblico nazionale: l'anp riceve sussidi o contributi da parte dello stato nella sua articolazione istituzionale (regioni, province, comuni, ecc.) senza alcun corrispettivo di scambio puntuale in termini di erogazione di servizi o produzione di beni; finanziamento pubblico nazionale e internazionale ove l'anp riceve sovvenzioni e finanziamenti finalizzati e dedicati rispetto a specifici progetti (AIDS, Tossicodipendenze, Immigrazione, Pari opportunità e così via). Le fonti possono essere i Ministeri o, con sempre maggiore frequenza, l'Unione Europea, la Banca Mondiale, l'Unesco, l'ONU o altre istituzioni internazionali. I finanziamenti sono solitamente di cospicua entità e sono gestibili anche nella fase di accesso da anp che hanno maturato una sufficiente esperienza nei rapporti istituzionali di alto livello nazionale e internazionale. Per queste modalità di finanziamento è necessario strutturare all'interno dell'anp un nucleo di interesse e persona/e dedicate a questo tipo di accesso finanziario. Finanziamento pubblico in logica di forniture di beni e servizi. Si basa sulla capacità di fornire servizi o beni agli enti pubblici in via surrogatoria, integrata o esclusiva rispetto a funzioni pubbliche che la popolazione esige normalmente come servizi pubblici. Il rapporto di fornitura di beni o servizi si basa sulla capacità dell'anp di presentarsi come interlocutore professionale e valido al fine di soddisfare le esigenze dell'ente pubblico in settori di pubblica utilità quali l'assistenza, domiciliare a persone in difficoltà fisica o psichica, quella agli handicappati, ai minori, e così via. 
Le fonti private sono composte da singoli individui, da imprese che a vario titolo finanziano l'anp. Quindi si distinguono fonti private rappresentate da: 
individui "clienti" esterni che danno un corrispettivo per la fruizione di un servizio dell'anp o per l'acquisizione di un bene. è il rapporto con il "mercato" e lo scambio avviene sulla base prevalente dell'utilità reciproca anche se, spesso, esiste una pregiudiziale positiva di altruismo e senso di solidarietà. che dà una valenza meno economicista dello scambio stesso, in una logica di "equilibrio economico finanziario" più che di "profitto" da raggiungere "ad libitum"; 
individui "clienti" interni che creano e autofinanziano l'anp in una logica di copertura dei costi dell'attività posta in essere e quindi di autoconsumo dei servizi erogati. Le anp di questo tipo sono solitamente autogestite e si configurano nel ruolo di supplenza privata rispetto alla carenza di interventi pubblici (per es. anp per recupero di tossicodipendenti autofinanziata dai nuclei famigliari fruitori del servizio stesso); 
individui "sostenitori" che donano ed elargiscono quote di danaro correlate all'appartenenza a tipologie di sostentamento istituzionalizzato (associati ordinari, sostenitori, junior, senior ecc.). Essi sono da considerarsi, di massima, come flussi di cassa della gestione corrente. Questo tipo di sostegno può essere: costitutivo: quando la contribuzione finanziaria è collegata alla fondazione dell'anp; gestionale: quando gli interventi donativi, i lasciti, i vitalizi si verificano nel "durante" delle fasi del ciclo di vita dell'anp (si veda le fasi di crescita, maturità); 
individui "volontari" che, donando il loro tempo/lavoro, indirettamente finanziano l'anp. In questo modo l'anp è in grado di sostenere i costi di produzione di beni e erogazione di servizi ove non esistono assetti finanziari sufficienti per coprire tali costi oppure ove si integrano persone svantaggiate e non svantaggiate in anp che hanno strutture rigide di costi; 
imprese che supportano l'anp tramite: sponsorizzazioni intese come attività di sviluppo d' immagine e di notorietà dell'anp unitamente a donazioni non specifiche e non correlate a progetti che sostanziano l'attività dell'anp. Si tratta di finanziamenti generalizzati che "ostentano" il ruolo di "fiancheggiamento" e di condivisione della "causa di solidarietà" svolto dall'impresa; 
"royalties" correlate alle quantità di vendita di prodotti posti sul mercato con il marchio dell'anp e dell'impresa; 
donazioni finanziarie defiscalizzabili (non continuative oppure ripetibili in funzione di opportunità fiscali positive per l'impresa). L'impresa trae vantaggi d'immagine ed eventualmente di vendite se riesce a fare adeguati investimenti comunicativi; 
campagne di promozione in cui si sollecita l'opinione pubblica (spesso nello specifico i clienti dell'impresa) a donare quote di danaro a favore dell'anp; percentuali su incassi (prevalentemente nel settore commerciale)in determinati periodi concordati; 
volontariato d'impresa: quando alcuni settori gestionali dell'impresa (amministrazione & controllo, marketing, organizzazione, logistica) cedono una quota della loro attività all'anp e quindi strutturano un finanziamento indiretto; 
banche (in prospettiva fondazioni bancarie) e intermediari finanziari che erogano, per statuto, quote di finanziamento a favore delle anp. 

RUOLO DELL'AZIENDA NONPROFIT E TIPOLOGIE DI FINANZIAMENTO 
La "solidità e la continuità finanziaria" non è solo indispensabile per le anp, ma è anche l'elemento che supporta la legittimazione operativa e il "protagonismo economico" del terzo settore nell'ambito dell'assetto economico globale del nostro paese. 
Alcuni affermano che l'economia di mercato è l'unica via per dare ricchezza ai paesi, altri controbattono che è necessario calmierare il liberismo con una impostazione di "quasi mercato" che dia sintesi ad una economia di mercato "vincolata" da regole sociali, politiche, religiose, morali. Il sistema economico deve stabilizzarsi in un circuito virtuoso ove l'efficienza/efficacia aziendale si integra con l'efficacia della solidarietà vista non più come una componente "caritativa" della società, ma come una componente di sviluppo della ricchezza della società stessa. Esistono e si sviluppano, quindi, delle componenti economiche del paese che, al pari di altre, contribuiscono in modo non più marginale alla crescita della ricchezza. In una logica economico-aziendale si prospetta che gli "istituti" intesi come famiglia, impresa, istituti pubblici territoriali possano allargarsi ad "organizzazioni non a prevalente scopo di lucro" che operano per conseguire il bene comune o bene collettivo tramite la produzione, l'erogazione, il consumo di beni e servizi in un contesto prevalentemente di scambio (economico, metaeconomico, di utilità, interno/esterno). 
L'istituto "organizzazione non a prevalente scopo di lucro" si dinamizza, si "ordina" e perdura tramite l'anp (azienda sociale e solidale) che si articola in associazioni riconosciute/non riconosciute, aziende di fondazione, cooperative sociali di tipo A (quando erogano servizi prevalentemente socio-sanitari) e di tipo B (quando si avvalgono del lavoro di "persone svantaggiate"), aziende di "commercio equo e solidale", patronati, comitati e così via. 
Le anp hanno una gestione plurima rispetto non solo alle funzioni aziendali di gestione, ma anche rispetto alle attività che accomunano la produzione, l'erogazione, il consumo in una logica integrata e finalizzata al perseguimento di risultati solidali ove al valore economico ottenuto si aggiunge un extra valore che si sostanzia in una quota di ricavo solidale superiore ai costi di gestione sostenuti e percepito dal destinatario dell'attività. 
Quindi l'applicazione dei principi della razionalità economica "all'azienda sociale e solidale" non è finalizzata a produrre un valore differenziale incrementale (utile), ma a creare migliori condizioni per chi entra in contatto con l'attività dell'azienda (prestazioni gratuite nel caso di attività di volontariato, prezzi più bassi nel caso di cooperative di solidarietà) e, quando tale differenza dovesse realizzarsi, essa non dà istituzionalmente diritto alla distribuzione tra chi ha governato l'azienda e ha assunto il rischio della combinazione economica, ma viene impiegata per lo sviluppo dell'attività dell'azienda e destinata a specifiche finalità definite dagli statuti e dagli atti costitutivi (per es. attività sociale e di beneficenza, ecc). 

STRUMENTI DI RACCOLTA FINANZIARIA DELL'ANP 
La raccolta di finanziamenti dell'anp è in funzione dei segmenti di potenziali finanziatori distinguibili in: a) fonti pubbliche: stato, enti pubblici, organismi sovrannazionali di matrice pubblica; b) privati: individui "clienti" esterni, interni, sostenitori, volontari, imprese, banche. 
Per ogni segmento si attivano strumenti di contatto specifici e procedure particolari in funzione della natura del rapporto. 
Il rapporto fra l'anp e il segmento individui sostenitori si basa prevalentemente sulla raccolta finanziaria denominata "raccolta fondi tramite strumenti del marketing diretto". Il marketing diretto è inteso come un sistema di marketing interattivo che utilizza uno o più "media" per ottenere risposte (solitamente misurabili) da un target/segmento specifico. La caratteristica dell'interattività permette di stabilire un rapporto di reazione fra l'anp e i sostenitori, nonché un contatto diretto e personale. Il marketing diretto permette di attivare un comportamento, una risposta e una reazione a fronte della sollecitazione effettuata tramite vari strumenti di contatto di cui i più diffusi sono il contatto postale e telefonico. 
L'evoluzione del contesto dei possibili finanziatori delle aziende nonprofit ha sviluppato prodotti finanziari che contribuiscono a creare un assetto finanziario più stabile. Il rapporto fra anp e mercato finanziario tradizionale è difficile a causa di vari ostacoli che si frappongono, di tipo interno, ove si considera la insufficiente conoscenza delle logiche che presiedono l'attività degli istituti di credito; di tipo esterno, ove si intende lo scarso credito accordato dagli ambienti bancari all'economia sociale, la significativa sproporzione fra costo della fase istruttoria (e di gestione del finanziamento) e margine residuo, che rende la concessione dei prestiti poco "appetibile" per gli istituti bancari. In questa situazione si sono studiati alcuni prodotti finanziari che potessero avvicinare l'anp in modo diretto o indiretto al mercato finanziario tradizionale e viceversa. 
La base concettuale su cui si basa questa innovazione è che vi sia una propensione di segmenti di risparmiatori a sottoscrivere prodotti finanziari etici assegnando una priorità al raggiungimento di un bene comune o collettivo rispetto alla massimizzazione dell'utilità individuale. Il prodotto finanziario etico deve comunque confrontarsi con le caratteristiche del prodotto finanziario tradizionale rispetto alla quota di rischio assunta con l'eventuale sottoscrizione, il livello di rendimento e la velocità di smobilizzo dei capitali investiti. 
Un modello interessante è quello elaborato da L. Uusitallo in cui si propone una matrice a due dimensioni (attitudini e azioni) bivariate (massimizzazione dell'utilità individuale e orientamento verso bene comune/collettivo). Dall'integrazione di queste variabili si ottengono quattro tipologie di individui: 
- uomo economico che massimizza l'utilità individuale 
- free rider che pur riconoscendo la positività dell'interesse comune/collettivo, non lo persegue in quanto si aspetta che altri lo facciano. 
- quasi morale che pur non aderendo completamente al bene comune/collettivo, è disposto ad agire in favore di esso per essere accettato dalla comunità e perseguendo una logica opportunistica. 
- morale che rende coerenti le azioni con gli orientamenti per seguendo il bene comune/collettivo. 
La tipologia uomo morale è il segmento prevalente a cui si rivolgono i prodotti finanziari etici. A fronte anche di queste considerazioni si sono creati prodotti finanziari cosi' articolati: 
a) Fondi comuni d'investimento denominati "etici": sono "fondi a partage" tramite i quali i sottoscrittori destinano parte dei proventi ad anp identificate secondo criteri di notorietà e immagine percepita dall'opinione pubblica o da segmenti d'investitori già acquisiti come clienti dalla società di gestione dei fondi. 
Vi sono implicazioni rispetto alle variabili di marketing riassumibili in: 
- prodotto: solitamente la società di gestione tende a investire in obbligazioni con rendimenti a bassa volatilità, comunque con basso rischio e con stabilità dei rendimenti. 
- comunicazione e informazione: in tutti i casi deve esserci una trasparenza sull'andamento del fondo, sulle somme devolute all'anp o per i progetti dell'anp. 
- prezzo: inteso ome quote di donazione, confort di donazione e possibile defiscalizzazione. 
- distribuzione: si basa sul numero degli agenti del gestore dei fondi e anche sull'effetto "alone" e "induzione" svolto dall'anp. 
b) Conti correnti denominati "etici": sono conti correnti bancari che devolvono una % degli interessi maturati (e decisa dal cliente) ad una anp scelta fra quelle che aderiscono all'iniziativa. Il cliente può variare la percentuale o il destinatario della donazione ed anche cessare di aderire all'iniziativa in qualsiasi momento. 
In termini di marketing: 
- prodotto: è di facile comprensione e di uso corrente;evita la gestione della donazione che viene effettuata dalla banca; 
- comunicazione: trasparenza del rapporto con il destinatario della donazione e garanzia dell'istituto bancario; 
- distribuzione: quantità delle filiali e agenzie della banca; cadenza temporale certa di accredito. 
- prezzo: la quota % devoluta è gestita dal cliente. 
c) Affinity cards: sono speciali carte di credito ove il soggetto emittente destina a determinate anp una quota degli oneri di gestione o delle somme addebitate al titolare della carta per le operazioni effettuate. Non vi è alcun costo aggiuntivo per il titolare della card e vi è un vantaggio per l'anp che si accredita quote % legate alla gestione della card. 
Le implicazioni di marketing si articolano in: 
- prodotto: strumento di spesa ad alto confort finanziario e a forte "sollecitazione d'uso"; 
- distribuzione: forte diffusione e capillarità; 
- comunicazione: la card di questo tipo diventa segno di "status" da ostentare nei pagamenti. 

UN APPROCCIO PRO-ATTIVO 
La funzione finanziaria di una anp dovrebbe adeguarsi, di massima, ai seguenti principi: 
- avere un orientamento "a lungo" e rapportarsi alla redditività aziendale disponibile e al fabbisogno di spesa "a breve". Da ciò deriva che anche i flussi finanziari conseguenti risentono di questo ruolo del cliente-dominante e si creano problemi di gestione finanziaria per l'anp. 
Un orientamento funzionale perché pleonasticamente le anp non possono prescindere dall'assetto finanziario consolidato, continuo e sicuro per l'implementazione integrata delle altre funzioni di gestione operativa unitaria della struttura stessa. 
Infatti senza flussi finanziari prevedibili , presumibilmente certi e continui è sempre più difficile elaborare strategie di medio-lungo periodo che connotano l'esistenza , lo sviluppo, il consolidamento e il "perdurare nel tempo" di un'anp in una dimensione strategica del suo operare. 
Un orientamento attivo perché la gestione finanziaria nella fase dell'individuazione, del reperimento e della gestione del rapporto con le fonti deve sviluppare un approccio proattivo rispetto al potenziale di finanziamento per le anp; questa impostazione implica l'adozione di strumenti di marketing, di marketing diretto nella declinazione operativa del direct-mail, del telemarketing e interactive marketing e di altre attività di gestione aziendale integrate e finalizzate al miglior rapporto con i finanziatori istituzionali, i clienti pubblici o privati, i potenziali donatori e altri segmenti. 
Consegue che il finanziamento è una delle condizioni indispensabili per il mantenimento dell'istituzione, per la continuità operativa nonché per l'erogazione di servizi o produzione di beni dell' anp . Quindi l'assetto finanziario equilibrato di una anp struttura e facilita la gestione, creando all'interno e all'esterno dell'azienda le condizioni per raggiungere più facilmente gli obiettivi sociali prefissati. Alcune di queste condizioni sono: 
mantenere livelli medio-alti di performance: qualità ed efficacia delle attività generate, dei servizi erogati e dei beni prodotti. L'evoluzione del contesto ove agisce l'anp esige un livello qualitativo dei risultati raggiunti dall'azienda solidale tale da essere percepito dai fruitori e destinatari come correlato ad una equilibrata gestione; 
- investire quote cospicue in raccolta fondi contenendo i costi amministrativi e generali; 
- avere un equilibrio finanziario ove si consideri il rapporto fra fonti che generano flussi monetari e impieghi; 
- elaborare giudizi sull'importanza dei progetti e conseguenti finanziamenti. é intuibile che si dà priorità al finanziamento di progetti più funzionali e coerenti rispetto agli obiettivi dell'anp. Il confronto è anche fra progetti che manifestano indici derivanti dal rapporto fra costi del progetto ancora da coprire e costi già sostenuti; 
- monitorare la tensione finanziaria tramite il controllo fra tempo medio d'incasso delle varie modalità di finanziamento e tempo medio di pagamento, analisi della coerenza fra tassi di sviluppo operativo dell'anp e fabbisogno finanziario; 
- ridefinizione della composizione strutturale dei ricavi; 
- controllo della redditività finanziaria degli investimenti finanziari presso istituti di credito, società di gestione di fondi o altri intermediari finanziari. 
Dall'integrazione fra la gestione della continuità finanziaria e la gestione dell'operatività l'anp trae un assetto di equilibrio aziendale che aumenta la capacità di perseguire gli obiettivi prefissati in una logica di economicità coerente con gli aspetti di socialità e solidarietà che la contraddistinguono.


 

TABELLA 1
FINANZIAMENTO PUBBLICO  
Contratti e convenzioni 
27.9
Trasferimenti a fondo perduto 
7.8
Pagamenti indiretti 
4.5
 
40.2
FINANZIAMENTO PRIVATO   
Donazioni 
4.9
Vendita beni e servizi 
26.1
Quote iscrizione 
20.5
Redditi da capitale 
2.8
Altri redditi 
5.5
 
59.8
 
100
 
BIBLIOGRAFIA
  • Barbetta G.P., Senza scopo di lucro, Il Mulino, Bologna, 1996. 
  • Borgonovi E., Elementi di teoria per aziende non profit-in " Il futuro dei servizi sociali in Italia:il ruolo della cooperazione sociale nei processi di depubblicizzazione", Istituto Italiano di Studi Cooperativi-"L. Luzzatti", Roma, 1993. 
  • Fiorentini. G., "Organizzazioni non profit e di volontariato"-Etaslibri,Milano,1992. 
  • Masini C., Lavoro e risparmio-Utet,Torino,1970. 
  • North. D., Istituzioni, costi di transazione e produttivita' di lungo periodo-Convegno Nemetria,"Etica ed Economia", Foligno,1995.