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Impresa & Stato n°36

I NUOVI CONSIGLI CAMERALI

Fatti i Consigli facciamo i consiglieri


Giunto al termine l'iter per l'insediamento del nuovo Consiglio della Camera diCommercio di Milano. Ma inizia la fase più difficile: saper rappresentare gli interessi generali.

di
PIER DANIELE MELEGARI

La completa attuazione, nello spirito che l'ha animata, della riforma delle Camere di Commercio è affidata all'insediamento dei nuovi organi politici: i Consigli.
È infatti vero che, nel corso degli ultimi tre anni, confrontandosi con l'attribuzione del Registro delle Imprese e con i nuovi compiti di regolazione del mercato, le Camere di Commercio si sono dimostrate in grado non solo di gestire la prima fase di cambiamento introdotta dalla Legge n. 580, ma anche di delineare un nuovo modello amministrativo ritagliandolo sulle proprie specifiche competenze e sulle modalità adottate per esercitarle: quello di un'Istituzione pubblica a carattere funzionale, ove un elemento distintivo rispetto ad altri modelli sta nell'attribuzione di funzioni, anche innovative, di cognizione, certificazione e regolazione del mercato, accanto a funzioni di promozione e studio del sistema economico. È però altrettanto evidente che la piena applicazione di tale modello non può prescindere da una legittimazione esplicita da parte della comunità economica di riferimento, legittimazione legata inevitabilmente all'introduzione di una dimensione partecipativa nel sistema di governo delle Camere, quale quella apportata appunto dal Consiglio.
Ciò appare particolarmente evidente con riguardo a quelle attribuzioni - come l'esercizio di funzioni delegate dalle Regioni e la formulazione alle stesse di pareri e proposte - che hanno carattere più propriamente politico e in cui il fatto di potersi candidare a esercitarle a nome del sistema economico provinciale seduto in Consiglio, rappresenta un indubbio elemento di forza.
Che proprio da Milano - assieme ad altre sedici Camere - siano state avviate le procedure per la formazione dei Consigli costituisce dunque un'occasione sia per portare per primi a compimento l'evoluzione, già in atto, verso un'Istituzione a compiuta democraticità, sia per riuscire a impostare un nuovo rapporto con le associazioni di rappresentanza degli interessi, chiamate ad assumere maggiori responsabilità nell'indirizzo e nella gestione dell'ente.

UNA FORZA CHE VIENE DALL'AUTOREVOLEZZA
La nascita di un organo collegiale deve coincidere infatti con l'acquisizione, da parte di un'aggregazione di interessi disomogenea e, per certi versi, conflittuale, di una nuova dignità che derivi direttamente dalla natura pubblico-istituzionale del loro nuovo ruolo rivestito in Consiglio e che permetta di elevare, in modo esponenziale, gli interessi settoriali di tipo verticale in un superiore interesse generale.
Per tali motivi, non potrebbe dirsi tale un Consiglio che si limiti a costituire un coacervo di rappresentanze associative e neppure una collazione di rappresentanti di settore.
La rappresentanza di settore dovrà essere consegnata non alla forza del numero, bensì all'autorità culturale, professionale ed etica di chi saprà farsi portavoce di un interesse istituzionale che parte dalla conoscenza del proprio settore per trascendere in un più vasto interesse generale.
La costituzione del nuovo organo si profila dunque come un processo estremamente complesso che vede coinvolti principalmente due soggetti: le associazioni, a cui viene richiesta una forte maturità democratica e il cui primo banco di prova si avrà nella stesura dello statuto; la struttura camerale che, a partire dal Segretario Generale, dovrà, in una fase di cambiamento, farsi garante della continuità istituzionale e che sarà pertanto chiamata ad attrezzarsi per "servire" il nuovo organo evitando il crearsi di squilibri organizzativi marcati.
A tal fine, e in vista dell'insediamento del Consiglio, si è già provveduto a costituire un servizio interno che seguirà l'attività del nuovo organo avvalendosi del supporto di un presidio tecnico-scientifico. Non si è peraltro trascurato un audit sulle esperienze e sulla giurisprudenza di altre Istituzioni pubbliche in cui vi sia già la distinzione tra gli organi di gestione politico-amministrativa e l'organo di indirizzo strategico.

UN APPROCCIO FLESSIBILE
Poiché la Camera è chiamata a confrontarsi per la prima volta con i complessi meccanismi che presiedono la costituzione e il funzionamento di un organo assembleare, sarà comunque buona regola attenersi a un approccio flessibile che consenta di adeguare il processo organizzativo alle specifiche esigenze che man mano verranno in evidenza e che potranno far emergere elementi di omogeneità rispetto a strutture similari preesistenti, ma anche di diversità legati alla peculiarità dell'organo camerale.
Veniamo ora all'esame del procedimento che presiede la costituzione del Consiglio e alla tempificazione delle varie fasi.

Come è noto, sono gli articoli dal 10 al 13 della Legge n. 580/93 a disciplinare l'introduzione di questo organo, rimandando però a specifici regolamenti per l'effettivo avvio della procedura di insediamento.
Il primo dei regolamenti di attuazione veniva emanato con Decreto del Presidente della Repubblica nel settembre 1995 e recava criteri per l'individuazione del numero dei rappresentanti dei singoli settori economici che andranno a sedere in Consiglio.
Sulla base di tali criteri, nello scorso mese di maggio, il Ministro dell'Industria approvava, con proprio Decreto, i dati sulla composizione settoriale del Consiglio relativi al numero delle imprese, all'indice di occupazione e al valore aggiunto.
Questi dati sono stati rapportati ai trentadue consiglieri previsti per la Camera di Commercio di Milano.
È stato pertanto possibile, da parte della Giunta camerale di Milano, nel successivo mese di luglio, deliberare la normativa statutaria di propria competenza, in base alla quale, dei trentadue consiglieri, i trenta in rappresentanza dei settori economici sono stati così ripartiti: 1 all'agricoltura; 9 all'industria, 6 al commercio, 4 all'artigianato, 1 alla cooperazione, 1 al turismo, 2 ai trasporti e spedizioni, 2 al credito e alle assicurazioni, 4 ai servizi alle imprese.
Del Consiglio fanno anche parte di diritto due componenti in rappresentanza l'uno delle organizzazioni sindacali, l'altro delle associazioni di tutela dei consumatori.
Contestualmente è stato approvato il D.P.R. n.501 che pubblicava il regolamento sulle modalità di formazione del Consiglio e sulle procedure per la determinazione della consistenza delle organizzazioni imprenditoriali.

Infine, lo scorso 20 novembre, a seguito dell'approvazione da parte del Mica, con proprio decreto, della norma statutaria, le procedure per la costituzione sono partite ufficialmente a Milano, con la pubblicazione del relativo avviso all'Albo camerale.
Le associazioni di categoria hanno poi avuto 50 giorni (fino al 9 gennaio) per comunicare alla Camera, al fine della ripartizione dei seggi, la documentazione concernente la propria natura e le finalità di tutela e promozione degli interessi degli associati, nonché dati sul numero delle imprese iscritte e sul numero degli occupati.


UNA FORTE TENSIONE CULTURALE
Il 29 gennaio tale documentazione è stata inviata al Presidente della Giunta Regionale, assieme ai dati sul valore aggiunto per addetto.
Le successive fasi procedurali sono:

- Il Presidente della Regione, nei venti giorni successivi, (il 18 febbraio) rileva il grado di rappresentatività di ciascuna organizzazione nel proprio settore; individua quale organismo sindacale e associazione dei consumatori deve designare il consigliere; notifica le proprie determinazioni a tutte le organizzazioni imprenditoriali, sindacali e di tutela dei consumatori che hanno comunicato i dati alla Camera diCommercio.
- A partire dal 18 febbraio le associazioni hanno 30 giorni per presentare eventuali ricorsi al Ministero dell'Industria e notificarli a tutti gli interessati, nonché al Presidente della Giunta Regionale. Nel caso in cui non vengano presentati ricorsi, nei dieci giorni successivi (il 28 marzo) le associazioni segnalano al Presidente della Giunta Regionale i nominativi dei componenti il Consiglio.
- Entro ulteriori 10 giorni (il 7 aprile) il Presidente della Regione pubblica il decreto di nomina e lo notifica agli interessati fissando la data di insediamento.
- Nel caso di ricorsi, a questi tempi vanno aggiunti, a partire dal 16 marzo: 30 giorni per presentare al Mica le controdeduzioni da parte dei soggetti interessati; altri 30 giorni, eventuali, per l'acquisizione, da parte del Mica, di documentazione probatoria; 30 giorni per decidere sul ricorso. In tal caso i tempi per l'insediamento slitterebbero pertanto a luglio.

Questo il percorso, giunto ormai alla fase conclusiva, che dovrà portare entro breve tempo a vedere insediato a Milano un organismo forte in grado di operare una sintesi di interessi e di esprimere posizioni comuni su tematiche ampie a carattere intersettoriale. L'acquisizione di questa capacità comporterà la trasformazione dei Consiglieri e dei Membri di Giunta da "mandatari" a rappresentanti. Trasformazione che richiederà una forte tensione culturale da parte dei protagonisti stessi.
La "nuova" Camera dovrà vedere questa, ma anche altre trasformazioni: una evoluzione profonda non potrà non riguardare un nuovo essere e un nuovo modo di agire della classe dirigente della struttura e con essa di tutto il personale.