Impresa & Stato n°36
LE IMPRESE
SONO RITORNATE
La "580" democratizza le C.d.C. e restituisce
al sistema delle imprese le decisioni sullo sviluppo dell'economia. Tre
rischi da evitare.
di
MARCELLO D'ALFONSO
Siamo giunti a un
passaggio cruciale per il sistema delle Camere di Commercio. Nei prossimi
mesi si procederà alla costituzione dei Consigli camerali e all'elezione
degli altri organi: la Giunta e il Presidente. Ci sono voluti circa 3 anni
dall'approvazione della Legge n. 580/93 per predisporre ed emanare i decreti
di attuazione che ci hanno consentito di pervenire alla fase di rinnovo
degli organi. Ma le imprese e le loro associazioni hanno aspettato circa
50 anni per poter leggere il testo definitivo della legge di riforma delle
Camere di Commercio che completa un disegno già avviato all'indomani
dell'ultimo conflitto. Questo fatto costituisce la prova più evidente
del ritardo con il quale in tutti questi anni lo Stato si è rapportato
con le esigenze del mondo imprenditoriale.
Per lungo tempo sono infatti state attribuite a organi dell'amministrazione
statale e locale funzioni e servizi la cui gestione avrebbe dovuto essere
patrimonio e responsabilità degli stessi corpi sociali che erano
ovviamente più competenti e sensibili alle problematiche imprenditoriali.
Senza dubbio si è perso molto tempo ma ora, con il riposizionamento
istituzionale e funzionale delle Camere di Commercio, viene offerta dal
legislatore la possibilità di riguadagnare terreno sul piano del
sostegno qualitativo allo sviluppo economico. E ciò sarà
possibile se gli organi dell'istituto camerale sapranno tutelare efficacemente
gli interessi generali dell'impresa.
DOPO LA "580"
UN MUTAMENTO SOSTANZIALE
Il mondo dell'associazionismo imprenditoriale da tempo guarda
con grande attenzione al ruolo che la Camera di Commercio potrà
svolgere per la business community e numerose sono le aspettative
che si sono create. D'altro canto la legge di riordinamento ha determinato
un mutamento sostanziale nella natura degli enti camerali, che diventano
"istituzioni per le imprese" alle quali vengono assegnate importanti
funzioni di supporto pubblico alle economie locali e nuove competenze amministrative.
Particolarmente significativa è l'attribuzione di cui all'art. 2,
secondo comma, della Legge n. 580/93 che prevede per l'istituto camerale
la possibilità di promuovere, realizzare e gestire strutture e infrastrutture
di interesse economico generale direttamente o mediante la partecipazione
a organismi associativi, enti, consorzi e società. Di fondamentale
rilevanza sono anche la previsione relativa alla possibilità per
la Camera di Commercio di partecipare ad accordi di programma ai sensi
dell'art. 27 della Legge n. 142/90 (art. 2, terzo comma, Legge n. 580/93)
e la norma che invece attribuisce all'ente camerale il compito di formulare
pareri e proposte alle amministrazioni dello Stato, alle Regioni e agli
enti locali sulle questioni che interessano le imprese della circoscrizione
territoriale di competenza (art. 2, sesto comma, Legge n. 580/93). Tutto
ciò lascia intravedere la volontà del legislatore di inserire
l'istituzione camerale tra i soggetti del governo locale e di rafforzare
il suo ruolo quale organizzazione di raccordo e mediazione tra le istanze
delle imprese e delle istituzioni. Nel quadro della riforma non vanno peraltro
dimenticati aspetti importanti quali: l'attivazione del Registro delle
Imprese, le previsioni relative alla materia contrattualistica, con particolare
riferimento ai contratti tipo, e le norme concernenti i collegi arbitrali
e conciliativi.
La Camera di Commercio, dovendo svolgere funzioni di promozione e sviluppo
degli interessi generali dell'impresa, assume un ruolo di interlocutore
politico ben definito che dovrà essere portato avanti con consapevolezza
e responsabilità. Proprio in relazione al ruolo che la legge attribuisce
agli enti camerali, l'Unione del Commercio del Turismo e dei Servizi ha
visto fin dall'inizio positivamente sia le modifiche apportate alla struttura
di governo di tali organizzazioni, sia l'introduzione di nuoveforme di
legittimazione degli organi. La normativa prevede infatti l'istituzione
del Consiglio camerale al quale vengono attribuite importanti funzioni
tra le quali quella di eleggere la Giunta e il Presidente della Camera
di Commercio. E in questo ambito, il punto qualificante della riforma è
stato il riconoscimento da parte del legislatore dell'apporto che l'associazionismo
imprenditoriale potrà dare all'azione dei nuovi enti camerali. La
legge prevede che le associazioni delle categorie imprenditoriali designino
i membri dei Consigli camerali secondo meccanismi democratici. Gli organi
camerali saranno caratterizzati da una rappresentatività e una legittimazione
che le nomine ministeriali fino a ora non avevano pienamente consentito.
Con tali innovazioni le organizzazioni che rappresentano le categorie economiche
e produttive saranno quindi investite della responsabilità delle
attività della Camera di Commercio. Non solo: spetterà a
loro sapere utilizzare al meglio l'ampia autonomia che il legislatore ha
voluto attribuire all'ente camerale conferendo ai Consigli la potestà
statutaria.
UN APPROCCIO COMPLESSIVO
AI PROBLEMI DELL'ECONOMIA
Il riconoscimento del ruolo delle associazioni imprenditoriali
rappresenta un'attribuzione di responsabilità di cui l'Unione ha
grande consapevolezza. Per consentire alla Camera di Commercio di funzionare
bene a vantaggio del sistema economico della provincia, le associazioni
imprenditoriali saranno chiamate a designare nel Consiglio persone di grande
equilibrio che abbiano precise caratteristiche. Le persone designate dovranno
essere imprenditori capaci o comunque profondi conoscitori della gestione
e delle problematiche delle imprese. Il legislatore ha conferito alle associazioni
di imprenditori un'importante opportunità che l'Unione intende sia
sfruttata sino in fondo per assicurare un forte contributo al rilancio
dell'economia. La Camera di Commercio diventa davvero l'istituzione di
riferimento per l'interesse generale delle imprese, quindi una organizzazione
di fondamentale importanza per l'economia. Vi sono tuttavia tre rischi
che le Camere rischiano di correre se non si saprà interpretare
adeguatamente il ruolo che la legge loro attribuisce.
Il primo è connesso al processo di legittimazione degli organi a
cui prima si accennava. I rappresentanti designati dalle varie associazioni
non dovranno agire in un'ottica riduttiva e di stampo corporativo, ma al
contrario dovranno adoperarsi per lo sviluppo dell'impresa nel suo complesso.
La funzione camerale deve infatti essere quella di promuovere e favorire
lo sviluppo del mercato. L'adozione di politiche mono-settoriali potrebbe
condurre a un "ingessamento" dell'attività promozionale
dell'ente camerale. Il rischio è quindi quello di avere un ente
così rilevante e con potenzialità di azione amplissime, impegnato
solamente nell'esercizio di mere funzioni amministrative. L'Unione del
Commercio propone quindi un approccio generalista e complessivo da parte
della Camera di Commercio ai problemi dell'economia. Solo così l'azione
della neo-riformata istituzione potrà consentire di raggiungere
importanti obiettivi. Le nostre imprese richiedono un più diretto
rapporto con le istituzioni, una migliore programmazione delle risorse,
l'ammodernamento delle infrastrutture, l'efficienza dei servizi di rete,
l'adozione di strumenti che assicurino il controllo sul corretto funzionamento
del mercato ed infine l'implementazione di provvedimenti risolutivi nei
confronti dell'infiltrazione di organizzazioni criminali nel tessuto economico
e finanziario. Tali obiettivi saranno raggiungibili se il Consiglio camerale
non si trasformerà in una sede dove avvengono "giochi a somma
negativa o a somma zero", ovvero una sede dove vengono prese decisioni
che avvantaggiano pochi o addirittura nessuno.
C.D.C - ASSOCIAZIONI:
RISCHIO DI SOVRAPPOSIZIONI?
Il secondo rischio riguarda il fatto che il maggiore potere
rappresentativo e istituzionale attribuito alla Camera di Commercio possa,
in qualche modo, offuscare o indebolire la funzione di rappresentanza dell'associazionismo
imprenditoriale. A nostro avviso non si creeranno delle sovrapposizioni;
l'azione della Camera di Commercio e quella delle associazioni potranno
svolgersi in perfetta simbiosi con la possibilità di iniziative
anche coordinate o addirittura comuni che potranno essere, proprio per
questo, più incisive e risolutive. In ogni circostanza le Camere
di Commercio nel loro nuovo assetto eserciteranno una funzione istituzionale
che un'associazione di categoria non può detenere da sola. Si pensi
solamente al ruolo che l'ente camerale dovrà svolgere sul versante
dell'ammodernamento delle infrastrutture di Milano e della sua provincia.
Dal canto suo, l'Unione in ogni sede continuerà a svolgere compiti
di rappresentanza diretta e di promozione degli interessi dei settori del
commercio del turismo e dei servizi. Nell'ambito della sfera di attività
della Camera di Commercio porremo quindi in discussione quegli aspetti
dello sviluppo economico che rendono complessa e problematica l'attività
delle nostre imprese, ricercando il sostegno dell'ente camerale per le
iniziative di promozione che riterremo più urgenti e imprescindibili.
Un altro possibile rischio, forse più concreto di quello appena
indicato, concerne la trasformazione delle Camere di Commercio in organi
di rappresentanza politica sul territorio. Su questo punto le persone che
verrano designate dall'Unione del Commercio saranno intransigenti: l'ente
camerale non deve diventare un soggetto politico attivo sostenendo direttamente
o indirettamente candidati ad elezioni politiche o amministrative. E non
deve neanche essere un ente che stabilisce rapporti preferenziali con una
determinata amministrazione locale in funzione del tipo di coalizione politica
che la governa. L'azione della Camera di Commercio deve risultare politicamente
neutrale e pragmaticamente orientata allo sviluppo generale dell'impresa.
Gli organi che saranno designati o eletti dovranno sempre tenere presente
che l'interlocutore principale delle Camere di Commercio è il sistema
delle imprese e non il sistema partitico.
Nonostante i possibili rischi ai quali si può andare incontro, alla
legge di riforma vanno ascritti due meriti: quello di aver trasformato
la natura della Camera di Commercio attribuendole nuove e più importanti
funzioni, e quello di aver democratizzato la vita organizzativa di questi
enti assegnando allo stesso sistema delle imprese il compito di adottare
decisioni sullo sviluppo dell'economia. Per tali ragioni l'Unione del Commercio
del Turismo e dei Servizi non mancherà di dare il proprio contributo
affinché l'ente camerale di Milano diventi un'istituzione forte
e autorevole.
 
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