Impresa & Stato n°36
LA SFIDA
E' RILANCIARE LO SVILUPPO
Maggiore compartecipazione delle associazioni e rifiuto
del particolarismo per rispondere alle sollecitazioni della business community.
di
DUCCIO CASTELLOTTI
La proposta del Presidente
Bassetti di dare vita a un dibattito e a un confronto sulla riforma degli
enti camerali nell'imminenza della sua definitiva applicazione, coglie
esattamente la rilevanza dell'avvenimento. L'invito poi a riflettere a
partire dalla novità rappresentata dal rinnovato strumento di autogoverno,
che si esprimerà attraverso il Consiglio camerale, fa convergere
l'attenzione sull'elemento più importante e sostanziale della trasformazione
istituzionale che attende il sistema camerale.
Aspetto importante, perché esso introduce in maniera evidente quel
fattore di democraticità e trasparenza delle decisioni e delle scelte
- asse portante della riforma - che vuole e deve salvaguardare la rappresentatività
e la capacità propositiva delle associazioni economiche che operano
sul territorio milanese.
Forte a Milano è stata la spinta di elaborazione culturale e ideale
sui contenuti di una possibile riforma, operazione sostenuta e affiancata
nel frattempo dalla messa in atto da parte della Camera di Commercio in
questi ultimi anni di una serie di strumenti di servizio per il nostro
tessuto produttivo ed economico.
Con spirito positivo, dunque, gli operatori si stanno preparando a ogni
livello alla attuazione definitiva di questa riforma che - per quanto ci
riguarda - viene a interessare un'area geografica dove nessun soggetto
politico, istituzionale, economico e associazionistico può permettersi
di compiere in questa fase storica alcun errore di valutazione e di programmazione
strategica.
C'è in gioco - a mio parere - il rilancio di una città e
della sua area metropolitana, che sono oggi fulcro di un mercato, dove
globalizzazione dei processi, informatizzazione, trasversalità delle
problematiche di ordine economico e sociale dettano le condizioni per lo
sviluppo dei prossimi anni. Ecco perché giudico fondamentale la
scelta di istituire una rappresentanza mediata delle associazioni imprenditoriali
e di categoria nella formazione dell'organo di governo della Camera di
Commercio; un consiglio così costituito può contribuire a
creare consenso sulle attività camerali, consentendo - in un percorso
di andata e ritorno delle informazioni - di riportare le strategie dell'ente
sulle organizzazioni e i loro associati. È questa l'opportunità
più rilevante, perché le categorie più produttive
diventano, in modo tanto formale quanto democratico, totalmente compartecipi
dell'istituzione camerale.
Certo, ciò presuppone un processo di grande responsabilizzazione
dei rappresentanti del Consiglio, perché si tratta di farsi carico
non soltanto degli interessi e delle domande "verticali", quanto
piuttosto di rispondere alle sollecitazioni che trasversalmente colgono
le necessità di tutta la business community.
Una Camera di Commercio al servizio del sistema imprenditoriale e produttivo
milanese dunque, ma anche una istituzione strutturata e operativa, che
si propone interlocutrice e punto di snodo complementare rispetto alle
"istituzioni dei cittadini", nell'ottica di realizzare una trama
di rapporti istituzionali, che integrino le funzioni di programmazione
territoriale e innovazione, con quelle di sviluppo economico e di impresa.
E, naturalmente, con l'attenzione sempre rivolta all'Europa, perché
quello è l'orizzonte di riferimento più ampio, dal quale
non è possibile prescindere.
Per disegnare e portare a compimento la trasformazione avviata serve comunque
una classe dirigente "politicamente" adulta, che sappia interpretare
il proprio ruolo di rappresentanza degli interessi della Comunità
degli affari, fuori da una dimensione particolaristica e settoriale segmentata.
Ma soprattutto dotata, penso, della lucida consapevolezza del contesto
in cui si troverà a operare: infatti - come qualcuno ha già
avuto modo di evidenziare con lucidità - l'ente camerale milanese
attraverso il proprio organo decisionale deve svolgere il suo compito,sostenendo
e valorizzando il fatto che Milano rappresenta la prima piazza italiana
del commercio, innestata in un solido e diffuso tessuto produttivo.
Solo un Consiglio con questo livello di coscienza della sfida potrà
allora provocare una accelerazione delle capacità delle strutture
camerali di porsi al servizio delle imprese milanesi con ancora maggiore
efficacia ed efficienza facendo emergere - come ha sottolineato più
volte il Presidente Bassetti - il valore più vero racchiuso nella
Legge n. 580: il porsi cioè delle condizioni necessarie perché
si possa operare dal basso, dal tessuto produttivo del territorio, quella
sintesi, quella sommatoria degli interessi diffusi, unica opportunità
di rafforzare e arricchire ruolo e compiti delle Camere di Commercio.
 
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