Le nuove tecnologie informatiche della comunicazione sono ormai entrate definitivamente nella vita quotidiana, come dimostra anche tutta l'attenzione loro riservata dai media tradizionali. Televisione, carta stampata e cinema oggi si occupano spesso di Internet e, come sovente accade nei media, sotto un unico termine viene fatta rientrare una serie di fenomeni tra di loro connessi ma distinti. Risultato: tutti ne parlano, molti ne hanno una vaga idea, pochi sanno veramente a che cosa ci si riferisce quando si usa il termine "Internet".
Le origini di Internet sono di natura militare. A far partire il progetto fu Arpa, un settore del Ministero della difesa statunitense alla ricerca di un mezzo di telecomunicazione che potesse sopravvivere anche a un'eventuale guerra nucleare. Si era nella prima metà degli anni Sessanta, in piena guerra fredda, e questa prospettiva non sembrava così remota come può sembrarlo oggi. L'idea di fondo di quella che sarebbe diventata Arpanet (il primo nome della rete telematica), è semplice. Per evitare eventuali interruzioni della comunicazione non ci si deve basare su una sola linea sulla quale trasmettere i dati; è necessario invece che per gli stessi dati sia prevista una possibilità di percorsi diversi, tutti validi per arrivare a destinazione. In altre parole si pensò di creare una rete di collegamenti tra elaboratori elettronici, di modo che questi fossero in grado di individuare immediatamente una serie di possibili vie alternative per far arrivare a destinazione le informazioni. Non una connessione "uno a uno", ma una rete di collegamenti "molti a molti", dove ogni punto potesse fare da nodo di passaggio per le informazioni stesse.
Arpanet fu varata nel 1969 e nel giro di pochi anni i "nodi" di collegamento si moltiplicarono. La comunicazione tra gli elaboratori era resa possibile da un protocollo standard di trasmissione dati, originariamente denominato NCP (Network Control Protocol). Un protocollo più elaborato, tuttora in uso, lo sostituì dopo poco tempo: il TCP/IP (Transmission Control Protocol/Internet Protocol), a cui la rete deve il suo nome attuale.
La funzione di questi protocolli era ed è quella di garantire lo scambio e la leggibilità dei dati trasmessi anche tra macchine e sistemi informatici fra loro diversi collegati in rete. Negli anni Settanta e Ottanta la rete continuò a espandersi, creando diversi network al suo interno. Proprio per la sua idea di base, nella rete non esiste un centro che regoli o controlli tutta la rete stessa, e questo ne favorì la crescita. Nel 1983 la sezione militare della rete si staccò da Arpanet, la quale di fatto cessò di esistere.
La rete viene denominata "Internet" e a usarla furono soprattutto le Università. La rete allora trasmetteva solo in modalità testuale, ovvero solo caratteri numerici o alfanumerici. Nel 1983 arrivò la seconda idea che rivoluzionerà Internet. Il Cern di Ginevra ideò il cosidetto "World Wide Web" (letteralmente "ragnatela grande quanto il mondo"), che venne reso operativo nel 1989. Il WWW era una tecnologia che permetteva di trasmettere, oltre a testi scritti, immagini, filmati e suoni. La rete, con questa idea, si apprestava a diventare "multimediale", cioè a essere in grado di gestire informazioni di diverso tipo. La rete ha oggi assunto proporzioni quasi impensabili: si parla di 50 milioni di utenti collegati tramite 4 milioni di computer, con previsioni di aumento quasi esponenziale.
Il World Wide Web è la parte più "visibile" e discussa di Internet, quella che fa intravedere maggiormente il futuro. Grazie a un semplice personal computer, ci si può collegare alla rete e, tramite un browser (un software apposito), si può "navigare" su Internet, cioè sfogliare i milioni di pagine multimediali del WWW. Il WWW non va comunque confuso con Internet nella sua totalità.
Il WWW è il protocollo di trasmissione di dati più diffuso e più facilmente accessibile da utenti non esperti per la sua immediatezza d'uso. Gopher, Telnet, File Transfer Protocol, Newsgroup, Posta Elettronica sono tutti diverse funzionalità della stessa grande rete. Per cercare di capire correttamente le innovazioni e l'importanza dei cosiddetti "New Media", e di Internet in particolare, bisogna però fare un passo indietro e affrontare una serie di questioni che vanno oltre la semplice prospettiva storico-tecnologica delle reti telematiche. Internet infatti appare come l'ultima frontiera di una serie di caratteristiche messe in gioco dall'universo dei cosiddetti "New Media".
Il passaggio dal linguaggio analogico a quello digitale è infatti la svolta a monte di tutte le nuove tecnologie della comunicazione. Segnali di diversa natura, e quindi disomogenei, vengono ridotti a entità numeriche (i cosiddetti "bit" acronimo di binary digit, cifra binaria) che possono passare per lo stesso canale e essere letti dalla stessa macchina. È proprio sulla digitalizzazione delle unità di informazione che si basa un altro abusato termine, "multimedialità". Con questa definizione infatti si intende la capacità di un unico mezzo di offrire contemporaneamente all'utente informazioni provenienti da media diversi: testi scritti, immagini, suoni, filmati.
Una capacità propria del computer, in grado di contaminare diversi linguaggi, grazie alla digitalizzazione. Non si tratta comunque solo di una contaminazione tecnologica, ma anche linguistica ed espressiva. La possibilità di rielaborazione informatica di messaggi analogici ha permesso nuove forme di comunicazione. Una foto tradizionale, per esempio, può venire digitalizzata, modificata grazie all'intervento di un programma specifico, associata a suoni, commenti scritti, può rimandare ad altre immagini, e così via. Grazie alla cosiddetta "interattività", cioè alla possibilità dell'utente di intervenire nelle scelte, il materiale informativo può assumere nuove forme che trascendono anche i limiti della fruizione passiva classica dei media tradizionali.
Il linguaggio multimediale prevede proprio come sua caratteristica di base questa offerta molteplice all'utente, il quale dirige lo stesso percorso di fruizione grazie all'interazione con il computer. Internet e in particolare il WWW estremizzano queste caratteristiche proprie dei "New Media". Dal punto di vista tecnologico il WWW è l'applicazione dell'idea di fondo della multimedialità (la fusione in unico mezzo di più linguaggi) all'idea originaria di Arpanet prima e di Internet poi (un reticolo pressoché infinito di connessioni per comunicare). Questa innovazione tecnologica ha ovviamente un grande peso sulle possibilità espressive.
Il WWW si presenta come un "ipertesto globale": come i testi classici (si pensi a un libro o a un film pur con le rispettive differenze) prevedevano una struttura e quindi una fruizione lineare, così gli ipertesti presentano una struttura "reticolare" che permette all'utente di dirigere il percorso di fruizione scegliendo tra diverse serie di possibilità. Le informazioni, in altre parole, non vengono organizzate per essere lette una in fila all'altra, ma con una serie di rimandi incrociati che sta all'utente mettere in atto.
La metafora della navigazione, ormai diventata dominante quando si parla di Internet, è una diretta conseguenza di questa organizzazione dell'informazione. L'utente si trova di fronte a un "mare", nel quale si deve orientare in base alle proprie esigenze, sia che si tratti di trovare qualcosa di specifico, sia che semplicemente voglia lasciarsi andare alla deriva, lasciandosi suggestionare dalle tappe della navigazione. La metafora della navigazione implica però che ci si possa perdere facilmente in mezzo al "mare magnum" delle informazioni. Non è facile cercare qualcosa su Internet, perché ci si imbatte facilmente in informazioni assolutamente inutili. L'esperienza del navigatore sta proprio nell'evitarle.
Non va comunque dimenticato che Internet e il WWW sono dei mezzi di comunicazione, e che come tali in essi sono coinvolte delle persone. Considerare i "New Media" solo dal versante tecnologico sarebbe limitativo e fuorviante. Una delle caratteristiche principali dei "New Media" è il tentativo di superamento della "One way communication", della comunicazione monodirezionale; è un tentativo di cui Internet ha fatto tesoro, sviluppandolo pienamente. Quando si parla di interattività, molto spesso si dimentica che questa è comunque una imitazione da parte di un computer dell'interazione vera e propria che avviene tra i partecipanti a una comunicazione diretta. Quando interagiamo con un computer, non siamo di fronte a un interlocutore reale; il computer è una macchina che ci offre una serie di possibilità di scelta molto numerose, ma limitate.
Internet, proprio per la sua peculiarità di mezzo on line, cioè fatto di collegamenti "vivi" tra diversi punti sparsi, permette sia l'interattività che una interazione tra persone, anche se mediata dai computer. È interattiva la richiesta di informazioni a siti del WWW: si accede a un computer remoto, al quale si chiedono determinate cose. In altri casi si tratta di interazione mediata, di scambi di messaggi tra persone "vere" tramite computer che accedono alla rete.
In Internet si stabiliscono dei rapporti interpersonali tra persone che comunicano attraverso i computer. Sono le cosiddette "Comunità virtuali", gruppi di persone che si trovano in rete per discutere degli argomenti più disparati, scambiarsi dati o informazioni. Non a caso una delle primissime applicazioni di Arpanet e di Internet fu quella di rete di collegamento tra Università. Questa spiccata dimensione sociale di Internet ha fatto ovviamente molto discutere, ma rimane uno degli aspetti più interessanti, al di là di ogni polemica di tipo giornalistico. Comporta evidentemente una serie di problemi di regolamentazione, ma è anche utile per ribadire che la comunicazione non è fatta solo di tecnologie, ma di persone alle quali spetta la responsabilità di ogni gesto comunicativo.
Molte delle prospettive e dei limiti di Internet sono già evidenti nelle caratteristiche sopra illustrate. La prima caratteristica, quella da cui è nata la rete telematica, è l'idea di un sistema di connessioni priva di un centro, nel quale le informazioni possano viaggiare seguendo una serie di percorsi pressoché infiniti. È ovvio che questa caratteristica è un'arma a doppio taglio. Da un lato infatti permette una totale libertà di azione da parte dei soggetti che usano la rete; si possono cioè scambiare liberamente informazioni di ogni tipo, senza dover per forza passare da un centro di riferimento. È questo l'aspetto di totale libertà della rete esaltato da molti. L'altro lato della medaglia è che un sistema del genere è totalmente privo di ogni regolamentazione. Ogni tentativo di introdurre delle norme che controllino il materiale immesso in rete può essere sistematicamente aggirato.
L'esempio classico è quello di una legge nazionale che può vietare o regolamentare l'immissione di un determinato tipo di materiale in rete (quello pornografico, per citare l'esempio più ricorrente), ma non può impedire che si acceda allo stesso tipo di materiale dislocato su computer di altri Paesi. Internet sembra per sua natura contraria non solo alla censura, ma anche a ogni tipo di regolamentazione.
L'altro problema strutturale della rete, strettamente connesso con quest'ultimo, è quello relativo alla sicurezza. Sia il singolo utente che la grande industria avranno seri problemi nel tutelare la propria privacy, perché i dati trasmessi immessi in rete sono potenzialmente intercettabili e i computer collegati alla rete sono a rischio di intrusione. Esistono diversi sistemi di difesa, ma nessuno è definitivo. Per fare un esempio che interessa lo sviluppo delle tematiche di mercato connesse alle potenzialità di Internet, sono pochi gli utenti che si fidano a fare acquisti tramite Internet usando la propria carta di credito, poiché i dati della stessa potrebbero essere intercettati e usati per spese indesiderate.
Entrambi questi problemi (regolamentazione e sicurezza) aspettano delle risposte che non sarà facile trovare. Il grande limite tecnologico attuale di Internet è invece legato ai canali sui quali i dati vengono trasmessi. Chiunque abbia navigato nel WWW sa benissimo che spesso, per ricevere immagini, filmati spezzoni audio o gruppi di dati più sostanziosi bisogna attendere parecchio. I canali attuali di trasmissione (la cosiddetta "banda passante") possono infatti trasmettere una quantità di dati limitata e il sovraffollamento della rete certo non facilita il tutto.
Quando la tecnologia supererà questi complicati problemi relativi ai canali, si potranno vedere realizzate tutta una serie di prospettive finora solo abbozzate: la contaminazione tra Internet e TV (ovvero la possibilità di avere la televisione tramite la rete), così come con altri mezzi di comunicazione tradizionali (radio e telefono su tutti). La risoluzione di questi limiti permetterà anche verosimilmente anche uno sblocco delle possibilità commerciali della rete, per ora limitate soprattutto a una questione d'immagine e di comunicazione d'impresa che non a un mercato vero e proprio.
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