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Impresa & Stato n°33

REGISTRO DELLE IMPRESE

Una pubblica amministrazione vicina alle imprese

intervista a
PIERO BASSETTI

Il Registro delle Imprese istituito dalla Legge 580 è una realtà dallo scorso febbraio. E' stato affermato che la sua nascita va oltre un mero trasferimento di competenze da una amministrazione dello Stato a un'altra. In che senso?

Il Registro delle Imprese è anche un esempio che va nel senso della trasformazione e dell'innovazione del nostro Paese. Un atto concreto e visibile che ci avvicina al modello di pubblica amministrazione che da tempo auspichiamo e per il quale da anni lavoriamo - anche grazie alla riflessione sviluppata in Impresa & Stato. Il nuovo registro è strumento tipico di una pubblica amministrazione più vicina alle esigenze dei cittadini e delle imprese, meno burocratizzata e più efficiente, più reattiva e trasparente. Non a caso Paesi con sistemi amministrativi più avanzati di noi dispongono da tempo di strumenti analoghi: la Germania con l'Handels Register, la Francia col Registre du Commerce et Sociètès, la Gran Bretagna col Companies Registry. Il nostro nuovo Registro, per molti aspetti di raffinatezza e completezza, adesso supera anche le realizzazioni degli altri Paesi. Il registro delle imprese presso i tribunali era, in Italia, il simbolo, quasi il tempio, dello Stato controllore, ministeriale, burocratico. La Camera di Commercio è invece centrale operativa di un nuovo modello di Stato "a rete", cioè ripensato tutto in funzione dei servizi che può e deve rendere ai cittadini e alle imprese, con una struttura non più monista ma plurima. Che oggi è anche la condizione per conservare i valori dell'unità sostanziale del Paese.

In che senso il Registro gestito dal sistema camerale va verso la riforma della PA?

Il nuovo registro è una rivoluzione non solo burocratica e amministrativa, ma politica e culturale perché interessa direttamente il rapporto fra cittadino e istituzioni, il livello di fiducia e di consenso nei confronti dello Stato e verso coloro che gestiscono il bene pubblico. E' strumento innovativo in primo luogo per la trasparenza. Grazie alla collocazione presso gli uffici del Registro anche del Repertorio delle notizie economiche e amministrative e al collegamento telematico tra le Camere italiane attraverso la rete di Infocamere, ogni cittadino può chiedere presso qualsiasi Camera la documentazione completa sulle imprese che risiedono sul territorio nazionale, per scopi sia informativi (visure) che di pubblicità legale (certificazioni). Lo strumento oggi è ancora in fase sperimentale, e se la relativa macchinosità derivante dalle norme che vi sono alla base non assicura di cogliere il pieno obiettivo della semplificazione amministrativa, ritengo che una volta a regime il servizio si presenterà, informatizzato ed efficiente, non più come una realtà estranea e lontana dall'impresa. L'imprenditore deve sapere che questo è il "suo" sportello, gestito da una istituzione alla quale egli partecipa realmente attraverso le associazioni e le categorie.

Il Registro ha una funzione di controllo dell'attività economica. Ma chi controlla il controllore? Dopo la riforma dell'ordinamento camerale e l'ingresso delle associazioni imprenditoriali negli organi direttivi camerali, saranno le stesse imprese a certificare se stesse?

L'autocontrollo non può degenerare in opportunismo proprio perché la Camera di Commercio è anche istituzione autonoma: perciò la sua funzione si colloca in uno spazio ulteriore rispetto ai fini degli interessi particolari che la costituiscono e ai quali essa provvede. Il Registro è l'anagrafe delle imprese, così come per i cittadini l'anagrafe è gestita dai Comuni, enti che per le proprie caratteristiche istituzionali non operano "in nome e per conto" delle forze politiche che li amministrano.

Quale potrà essere l'efficacia innovatrice del Registro nei confronti di altre aree della PA, e come potrà esplicarsi?

Il grande valore innovativo di questo strumento deriva dal fatto che esso permette di immaginare - a partire dalla caratteristiche delle Camere - alcuni criteri per ridisegnare in modo più congruo e omogeneo la geografia e i modi di funzionamento di una vasta parte dell'amministrazione pubblica. In altre parole, il sistema camerale può offrirsi come paradigma organizzativo che convivono gli aspetti di istituzione e di dimensione d'area vasta, di partecipazione e di governo, di certificazione e di giustizia rapida: che sono tutti mattoni essenziali per costruire un reale progetto di autonomia e di federalismo - il progetto verso il quale cittadini e imprese devono muoversi se vogliono recuperare le risorse non solo economiche ma anche etiche e sociali per vincere la sfida della modernità.

L'avvio operativo del Registro è avvenuto in mezzo ad alcune difficoltà che hanno evidenziato problemi di tipo organizzativo. Che cosa si è fatto per superare questa situazione?

Mettere in piedi il nuovo Registro in poco tempo e risolvendo tutti i complessi problemi organizzativi inerenti è stata una sfida che la Camera di Commercio ha raccolto con grande coraggio, anche se ha dovuto presto constatare l'esistenza di nodi a livello normativo e regolarmente che non facilitano il raggiungimento dei previsti standard di efficienza. Proprio valutando tempestivamente queste difficoltà la Camera di Milano ha immediatamente agito su due fronti: informazione agli utenti, da un lato, e dall'altro un confronto in sede tecnica con le associazioni, i professionisti, ecc., per individuare i problemi e ricercare le soluzioni per far raggiungere un accettabile livello di funzionamento alla complessa macchina creata dalla legge.