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Impresa & Stato N°31 - Rivista della Camera di Commercio di Milano

LA RILEVAZIONE DEI PREZZI ALL'INGROSSO: VERIFICA DELLA METODOLOGIA DELLA CAMERA DI MILANO

di Pieraldo Isolani


La Giunta della Camera di Commercio di Milano ha affidato, nel luglio del 1994, ad Adiconsum, Associazione Italiana Difesa Consumatori ed Ambiente, l’incarico di effettuare un "check up" sulle rilevazioni dei prezzi all’ingrosso sulla piazza di Milano, svolte con continuità dagli Uffici camerali e pubblicate settimanalmente sul Listino dei Prezzi all’Ingrosso stampato dalla Camera di Milano.
La finalità di questo lavoro è stata principalmente quella di individuare modalità e procedure migliorative per la formazione del Listino della Camera di Milano, che riveste sempre maggiore importanza quale riferimento per le contrattazioni pubbliche e private.
Anche la scelta di affidare l’incarico a una associazione di consumatori, quale è Adiconsum, riteniamo che non sia stata casuale.
La decisione della Camera di Milano appare, infatti, in armonia con le recenti disposizioni che allargano l’azione delle Camere di Commercio anche alla tutela degli interessi dei consumatori e intende introdurre un momento di verifica delle metodologie utilizzate, rispetto alle esigenze di maggiore trasparenza dei mercati. Adiconsum opera da molti anni nel campo della difesa e dell’assistenza ai consumatori, della sicurezza e della salvaguardia dell’ambiente, della certificazione di qualità dei prodotti, sia con ricerche mirate sull’andamento dei prezzi, sia con iniziative di servizio e di sensibilizzazione.
Ad Adiconsum è stato chiesto, quindi, di verificare la congruità dei dati rilevati dalla Camera, attraverso il loro confronto con quelli rilevati con metodologie diverse da quelle in atto, valutando di conseguenza l’efficacia delle metodologie di indagine impiegate e la congruità del paniere dei prodotti adottato.
La scelta della Giunta camerale, è stata quella di procedere a una prima verifica, sperimentale, su limitati gruppi di prodotti, con particolare riguardo al settore alimentare. Le prime indicazioni forniranno oggetto di approfondimento per verifiche riguardanti anche una gamma maggiore di prodotti.

Le metodologie di rilevazione
Le metodologie di rilevazione adottate da Adiconsum differiscono da quelle normalmente usate dall’Ufficio Prezzi della Camera. Questo criterio si è reso necessario proprio per far emergere eventuali diversità di risultati, dai quali partire per migliorare il sistema di rilevazione camerale.
Pertanto le rilevazioni si sono svolte presso operatori nuovi e diversi dagli informatori camerali, escludendo gli operatori membri delle Commissioni che concorrono a formare il Listino settimanale.

Il paniere dei prodotti
Il paniere dei prodotti sui quali si è svolta la rilevazione è stato predisposto attraverso il confronto con "testimoni privilegiati". Per i prodotti alimentari sono state realizzate interviste con dirigenti del settore acquisti delle società della Grande Distribuzione e della cooperazione alimentare, nonché con dirigenti dei mercati comunali di Milano.
Le informazioni e il materiale raccolto nelle interviste hanno suggerito di predisporre un paniere rappresentativo composto da 90 prodotti alimentari.
Per poter effettuare una comparazione attendibile con le quotazioni del Listino camerale, i prodotti del paniere, per la maggior parte, hanno trovato corrispondenza con quelli del Listino, e sono stati classificati con le medesime declaratorie. Si è però evidenziato che alcuni prodotti significativi non vengono rilevati dal Listino camerale. Per taluni di questi prodotti infatti, il Listino rileva i prezzi all’ingrosso del prodotto ancora grezzo, destinato alle imprese trasformatrici per successive lavorazioni, ma non rileva i prezzi dei medesimi prodotti trasformati e confezionati, pronti per il consumo finale. In questi casi si è deciso di rilevare i prezzi all’ingrosso dei prodotti pronti per il consumo e non dei prodotti grezzi, in quanto, anche se non sarà possibile alcuna comparazione con il Listino camerale, è sembrato utile contribuire a colmare una lacuna significativa, specialmente dal punto di vista dei consumatori.

La selezione degli operatori
Gli operatori individuati per collaborare alle rilevazioni sono stati selezionati in modo che, per ciascun prodotto, vi fosse la possibilità di incrociare i dati forniti da più imprese produttrici, con quelli forniti da più imprese acquirenti.
Per ottenere una collaborazione fattiva all’indagine da parte degli operatori coinvolti nelle rilevazioni, è stato necessario un lungo lavoro preparatorio. Dopo una presentazione formale da parte della Camera di Commercio, da parte di Adiconsum è iniziata una capillare azione di informazione sulla natura scientifica dell’indagine e sulla assoluta riservatezza dei dati, che ha portato a una adesione convinta degli operatori, che è stata la garanzia per il successo delle rilevazioni.
Alle rilevazioni hanno partecipato 175 operatori, così suddivisi:
- n. 10 operatori acquirenti dei prodotti alimentari, operanti in Milano e provincia, suddivisi fra Grande Distribuzione, cooperazione, dettaglianti e centri collettivi di acquisto;
- n. 135 produttori o commercianti all’ingrosso dei prodotti alimentari, selezionati in modo che, per ciascun prodotto rilevato, vi fossero almeno 3 punti di rilevazione;
- n. 7 imprese edili o consorzi edili cooperativi, operanti nella provincia di Milano, rappresentative dell’insieme delle imprese (grandi, medie, piccole, cooperative);
- n. 23 Società produttrici o commercianti all’ingrosso su Milano dei materiali da costruzione inseriti nel paniere. Gli operatori sono stati selezionati in modo che per ciascun prodotto rilevato vi fossero almeno 3 punti di rilevazione.

Le rilevazioni e l’elaborazione dei dati
I dati sui prezzi sono stati raccolti attraverso due distinte rilevazioni: la prima nella settimana dal 28 novembre al 3 dicembre 1994 e la seconda nella settimana dal 13 al 17 marzo 1995.
Agli operatori produttori o commercianti all’ingrosso di prodotti alimentari, la scheda di rilevazione chiedeva di indicare separatamente il prezzo di vendita praticato alle imprese della Grande Distribuzione e quello praticato ai dettaglianti. Infatti, dalle interviste iniziali era emersa con chiarezza la presenza di due prezzi sostanzialmente diversi fra grande distribuzione e dettaglio e sembrava interessante che l’indagine ne tenesse conto.
La scheda di rilevazione indicava di considerare precise modalità di consegna e pagamento della merce, poiché il prezzo all’ingrosso subisce variazioni anche sostanziali in relazione alle diverse modalità concordate. Per ciascun prodotto sono state indicate le condizioni più diffuse sulla piazza di Milano.
Analogamente a quanto pubblicato dal Listino camerale, l’elaborazione dei dati è stata compiuta evidenziando i prezzi minimi e massimi rilevati per ciascun prodotto. Il confronto incrociato fra i dati forniti dalle imprese venditrici, con quelli delle imprese acquirenti, ha consentito di evidenziare i dati palesemente anomali, dei quali non si è tenuto conto.
I dati raccolti sono stati comparati con le quotazioni riportate sui Listini camerali del 5 dicembre 1994 e del 20 marzo 1995, che riportano le quotazioni delle corrispondenti settimane delle rilevazioni Adiconsum.

La comparazione dei dati
L’analisi dei dati emersi dalle due rilevazioni, comparati con le corrispondenti quotazioni dei Listini camerali, permette di affermare che le quotazioni riportate settimanalmente dal Listino camerale, rispetto al segmento di mercato cui si riferiscono, trovano riscontro nelle rilevazioni effettuate con altre metodologie e con approfondimenti specifici. Questi approfondimenti consentono di chiarire che vi sono segmenti di mercato che non sono considerati dalle metodologie di rilevazione che concorrono alla formazione del Listino camerale. La gran parte delle difformità di prezzo emerse dalle rilevazioni Adiconsum sono pertanto da ricondursi a questa constatazione. La questione è particolarmente rilevante in quanto tali segmenti rappresentano quote di consumo importanti sulla piazza di Milano e danno luogo alla formazione di un particolare prezzo all’ingrosso, specifico del segmento considerato.
Le considerazioni che seguono evidenziano più specificamente le problematiche e le differenziazioni riscontrate attraverso la comparazioni fra i dati rilevati e quelli espressi dai Listini.

Dettaglio e Grande Distribuzione
In tutti i prodotti alimentari di cui sono stati rilevati i prezzi, è emerso che le Società della Grande Distribuzione acquistano i medesimi prodotti a un prezzo sensibilmente inferiore rispetto a quello dei negozi al dettaglio. Si è riscontrato con chiarezza che talune imprese produttrici operano con due Listini prezzi distinti, l’uno per la Grande Distribuzione e l’altro per il dettaglio, mentre altre ricorrono a una scontistica assai articolata, in funzione dell’ammontare degli ordinativi.
Sino a tutto il 1994 anche il Listino camerale, per la pasta alimentare, ha rilevato distintamente i prezzi per la Grande Distribuzione e per il dettaglio. Anche da tali rilevazioni emergevano le differenze di prezzo che la verifica di Adiconsum ha rilevato anche per gli altri prodotti alimentari. Non si conoscono le motivazioni per cui, dal 1995 la Commissione competente ha deciso di non effettuare più la doppia rilevazione neppure per le paste alimentari.

Prodotti a Marchio e Hard Discount
I dati rilevati da Adiconsum nei prodotti alimentari, evidenziano un ventaglio maggiore fra i prezzi minimi e quelli massimi, rispetto alle quotazioni del Listino camerale, nel senso che l’indagine ha rilevato sia prezzi sensibilmente inferiori alla quotazione minima, che superiori a quella massima.
Queste differenze, che per taluni prodotti risultano consistenti, sono sicuramente ascrivibili al fatto che le Commissioni che fissano le quotazioni del Listino camerale, non tengono conto:
- sul versante dei prezzi massimi, dei prezzi dei prodotti delle marche leader, verosimilmente più cari di analoghi prodotti di altre marche;
- sul versante dei prezzi minimi, né dei prezzi dei prodotti cosiddetti "Primo Prezzo", destinati alla rete degli Hard Discount, né dei prezzi dei cosiddetti "Prodotti a Marchio", realizzati da talune industrie con il marchio delle catene della grande distribuzione.
Relativamente alla seconda considerazione infatti, per molti prodotti alimentari a lunga conservazione (tonno, pomodori pelati, piselli, sottaceti, confettura di frutta, carne in scatola, pasta, riso ecc.) sono rilevati prezzi sensibilmente più bassi (in taluni casi anche del 25-30%) delle quotazioni minime riportate dal Listino camerale. Tali prezzi sono stati rilevati presso imprese produttrici poco note, che generalmente sono ubicate nel Mezzogiorno (a eccezione delle riserie).
Molte di queste imprese producono, spesso con contratti esclusivi, per le Società della Grande Distribuzione, apponendo sui loro prodotti il marchio della Società committente. Sono i cosiddetti "Prodotti a Marchio" utilizzati da molte grandi catene distributive. Altre producono con il proprio marchio prodotti di "Primo Prezzo", destinati alla rete degli Hard Discount, con costi di produzione più bassi perché si tratta di prodotti non reclamizzati. Non rientrava nell’oggetto dell’indagine verificare le caratteristiche qualitative di tali prodotti.
Questo particolare mercato (Hard Discount e Prodotti a Marchio), che le quotazioni del Listino camerale attualmente non considerano, sta assumendo una importanza crescente per i prezzi particolarmente contenuti che propone. Il mercato di riferimento è attualmente stimato intorno al 10-15%, ma si tratta di un mercato in espansione, in linea con quanto sta accadendo in altri Paesi europei.

Sconti e Grande Distribuzione
I Listini prezzi delle imprese produttrici praticati alla Grande Distribuzione hanno formato la base dei dati utilizzati dall’indagine di Adiconsum per questo segmento distributivo.
Rispetto ai listini ufficiali le Società della Grande Distribuzione usufruiscono di ulteriori sconti, variamente complessi e articolati, determinati dal potere contrattuale di cui ciascuna Società dispone.
Dall’indagine sono emerse tre diverse tipologie di sconti. Il cosiddetto Fine Anno, che è uno sconto proporzionale al raggiungimento di determinati obiettivi annuali di fatturato. Il Contributo Promozionale, che viene determinato in relazione al fatturato conseguito durante specifiche campagne promozionali indette dalle imprese produttrici per determinati prodotti. Il Contributo di Inserimento, infine, viene corrisposto dalle imprese produttrici in occasione dell’inserimento, sul circuito commerciale di una catena di Grande Distribuzione, di un prodotto che precedentemente non veniva commercializzato in quel circuito.
La forza commerciale delle Società della Grande Distribuzione si misura proprio sull’entità di questi sconti. Per questo motivo i dati reali sugli sconti sono segreti. È fondato ritenere che l’insieme della scontistica applicata dalle imprese produttrici alla Grande Distribuzione varia da un minimo del 6% a un massimo del 9-10 per cento.
I prezzi rilevati dall’indagine per la Grande Distribuzione, quindi, non tengono conto della scontistica e dovrebbero essere decurtati di tali percentuali.

Prodotti grezzi e prodotti pronti per il consumo
Nei sottoindicati gruppi di prodotti alimentari il Listino camerale non rileva i prezzi dei prodotti pronti per il consumo, ma soltanto quelli dei prodotti grezzi destinati a ulteriori fasi di trasformazione o di confezionamento: farine, burro, vini, caffè. Le rilevazioni effettuate da Adiconsum si riferiscono invece ai prodotti pronti per il consumo e non consentono ovviamente alcun confronto significativo con le quotazioni riportate dai Listini camerali.

Condizioni di consegna e di pagamento
Le condizioni di consegna e pagamento della merce, indicate nelle schede di rilevazione non hanno ricevuto contestazioni da parte di nessuno degli operatori che hanno partecipato alle rilevazioni. Se ne può dedurre che si tratta di modalità commerciali prevalenti sul mercato.
Il Listino camerale in taluni capitoli non precisa le modalità di pagamento, in altri prevede il pagamento in contanti, assai poco frequente. Anche le modalità di consegna della merce, in alcuni capitoli, sono previste in forme diverse dalla consegna franco destino che è risultata prevalente.

Materiali da costruzione
La prima rilevazione del novembre 1994 registra in modo pressoché generale e costante, a eccezione del ferro e di taluni tipi di piastrelle, prezzi minimi più bassi rispetto alle quotazioni del Listino camerale del 5 dicembre 1994. Questa osservazione è stata confermata anche dalle interviste con gli esperti del settore edile.
Dalla seconda rilevazione del mese di marzo 1995, invece, emergono indicazioni opposte: i prezzi rilevati sono superiori alle quotazioni massime del Listino camerale del 20 marzo 1995. Nel frattempo quasi tutti i materiali da costruzione hanno subìto considerevoli aumenti di prezzo. Tali aumenti risultano più consistenti nelle rilevazioni di Adiconsum che non dalle quotazioni dei Listini camerali.

Conclusioni e proposte
Il Listino camerale, così come si presenta attualmente, è frutto di aggiustamenti successivi. La composizione dei vari capitoli, la descrizione delle declaratorie dei prodotti, la indicazione delle condizioni di consegna e pagamento della merce, le metodologie applicate per la rilevazione dei prezzi si sono modificate nel tempo per rispondere alle diverse e mutevoli esigenze del mercato e degli operatori economici.
L’analisi dei dati ricavati dal "check up", consiglia di ripuntualizzare la funzione strategica del Listino medesimo, soprattutto per quanto riguarda i capitoli dei prodotti alimentari. Le quotazioni settimanali del Listino dei prezzi all’ingrosso della Camera di Commercio sono attualmente utilizzate per le transazioni commerciali fra imprese, sono punti di riferimento per le gare di appalto per le forniture pubbliche e per dirimere le controversie commerciali.
In prospettiva il Listino potrebbe fornire anche dati ed elementi di conoscenza a tutela dei consumatori.
Specialmente per quanto riguarda i prodotti alimentari, andranno arricchite le informazioni in modo da consentire ai consumatori, e alle loro Associazioni, di valutare, ad esempio, con cognizione di causa il rapporto qualità-prezzo di molti prodotti; di distinguere, all’interno di una medesima denominazione, i diversi livelli qualitativi di un prodotto; di prendere coscienza dell’entità del ricarico del sistema distributivo, cioè della reale differenza fra prezzi all’ingrosso e prezzi al consumo.
Le considerazioni espresse valgono a maggior ragione dopo che recenti disposizioni legislative hanno attribuito alle Camere di Commercio importanti funzioni a tutela dei consumatori. Le proposte di miglioramento delle metodologie di rilevazione e, per alcuni aspetti, della struttura del Listino camerale, intendono favorire la nuova funzione strategica del Listino prima sommariamente indicata.
Le differenze costantemente riscontrate nei prezzi all’ingrosso fra dettaglio e Grande Distribuzione, consigliano di estendere la rilevazione distinta a tutti i capitoli dei prodotti alimentari del Listino.
Il segmento di mercato dei prodotti alimentari coperto dai cosiddetti "Prodotti a Marchio" nella grande distribuzione e dalle catene degli Hard Discount con i prodotti di Primo Prezzo, è in rapida espansione. Sarebbe auspicabile che gli Uffici camerali preposti impostassero un sistema di rilevazione dei prezzi all’ingrosso che tenesse conto di queste nuove e importanti realtà del sistema distributivo. Per gli Hard Discount potrebbe essere utile inserire una rilevazione specifica di alcuni prodotti che già occupano uno spazio consistente (scatolame, riso, pasta, olio eccetera).
I prezzi all’ingrosso dei prodotti alimentari pronti per il consumo dovrebbero essere rilevati anche nei capitoli ove attualmente si rilevano soltanto i prezzi dei prodotti grezzi (caffè, vino, cacao, farine, burro ecc.), poiché è preciso interesse dei consumatori conoscere il prezzo all’ingrosso e/o alla produzione di tali prodotti.
È opportuno valutare la possibilità di aggiornare le condizioni di consegna della merce alla prassi corrente di mercato (franco destino), al fine di poter rilevare i reali prezzi di scambio delle merci.
La condizione di pagamento della merce più ricorrente è di 60 giorni. Tuttavia poiché esistono anche dilazioni di pagamento più lunghe, sarebbe necessario che il Listino camerale prevedesse anche condizioni di dilazioni di pagamento maggiori e ne considerasse il loro maggiore costo in termini di valuta. In ogni caso potrebbe essere eliminata dal Listino la condizione di pagamento in contanti, che non è più in uso neppure per i prodotti agricoli.
Per i materiali da costruzione i prezzi rilevati da Adiconsum presso le imprese edili e presso le ditte produttrici, mostrano scostamenti dalle rilevazioni camerali di segno opposto nelle due indagini di fine ’94 e della primavera del ’95; non rientrava, in questo caso, nei compiti dell’indagine stessa individuare rigorosamente i motivi, né ripetere le rilevazioni in un periodo successivo per verificare un’eventuale convergenza dei prezzi rilevati dalle Camere di Commercio e dall’Adiconsum.
Considerata l’importanza che le quotazioni del Listino camerale hanno, particolarmente in questo settore, risulta opportuno procedere, anche con strumenti interni al sistema camerale, a una ulteriore verifica nel breve-medio periodo.
Nei prodotti alimentari freschi (salumeria, carni, pollame, formaggi) il ventaglio di prezzi rilevato è assai più ampio delle quotazioni del Listino camerale. Inoltre, le declaratorie di quei prodotti sono, salvo eccezioni, troppo generiche rispetto alle varietà organolettiche e qualitative di prodotti diversi ma con identica denominazione. Questa scarsa trasparenza nella denominazione dei prodotti freschi nuoce soprattutto ai consumatori meno esperti e avveduti.
Le declaratorie di questi prodotti dovrebbero essere riformulate, coinvolgendo gli operatori economici dei settori interessati, per renderle più aggiornate e meglio aderenti alle diverse tipologie qualitative dei prodotti attualmente commercializzati.
Il sistema di rilevazione dei prezzi attraverso le Commissioni di settore, adottato dalla Camera di Commercio di Milano, ha l’indubbio vantaggio di mettere a confronto operatori (acquirenti e venditori) con interessi divergenti e quindi la quotazione risultante dovrebbe essere equa e realistica.
Ma può tuttavia verificarsi che, dato il carattere volontario delle Commissioni, prendano parte attiva ai lavori gli operatori più direttamente interessati alle ripercussioni che il Listino produce; in questo caso, una minore presenza dei commissari che rappresentano interessi opposti rende difficile un forte contraddittorio a tutela dell’equità e della congruità delle rilevazioni.
A ciò si potrebbe supplire anzitutto con una revisione delle composizioni delle Commissioni, per verificare se vi siano rappresentate tutte le componenti interessate. Inoltre, allo scopo di migliorare la formazione del Listino, potrebbero essere previste sistematicamente indagini periodiche su alcuni capitoli del Listino, affidate da un organismo esterno e svolte con metodologie diverse da quelle comunemente adottate per la formazione delle quotazioni settimanali. Il confronto fra i dati risultanti da tali indagini e le quotazioni settimanali delle Commissioni potrebbe diventare un fatto ricorrente secondo una metodologia di verifica da utilizzare in modo sistematico, secondo criteri e cadenze temporali da determinare.
Per contribuire a una migliore trasparenza in questo campo, è stata formulata, fra le altre proposte, l’ipotesi che la Camera di Commercio costituisca un Giurì Tecnico con il compito di verificare la rispondenza della merce fornita alle caratteristiche indicate nel bando di fornitura per quanto riguarda le pubbliche forniture di prodotti alimentari.
Il Giurì, che data la natura della materia, dovrebbe operare con estrema rapidità, nell’ipotesi delineata potrebbe essere attivato dalle parti interessate (fornitori, acquirenti, associazioni di consumatori e organizzazioni di interessi diffusi) allorquando vengono riscontrate situazioni incongruenti rispetto alle rilevazioni ufficiali dei prezzi e/o insufficienti informative e scarsa trasparenza per quanto riguarda le caratteristiche qualitative dei beni e dei servizi oggetto delle pubbliche forniture.

Pieraldo Isolani