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Impresa & Stato N°31 - Rivista della Camera di Commercio di Milano

NUMERI INDICI DEI PREZZI ALL'INGROSSO SULLA PIAZZA DI MILANO

di Giuseppe Boari


Fa parte delle tradizioni della Camera di Commercio di Milano raccogliere informazioni economiche e diffonderle attribuendo "valore aggiunto" alle stesse; questa missione informativa, nata in stretta aderenza all’operare della comunità degli affari e alle sue esigenze conoscitive, è stata poi sviluppata anche al servizio delle Pubbliche Amministrazioni e, soprattutto, delle Autorità di politica economica.
In questa linea i dati sui prezzi all’ingrosso costituiscono un patrimonio informativo prezioso, ma anche sovrabbondante rispetto a taluni processi decisionali che debbono tenere conto di poche, significative, variabili con dati aggiornati: la costruzione di un indice dei prezzi all’ingrosso sulla piazza di Milano dà il polso dell’andamento dell’economia, fornendo un’idea anche del tono della domanda e dell’offerta e della vivacità complessiva del sistema produttivo.
Da questo ultimo punto di vista, in particolare, è rilevante il fatto che gli indici delle merci vengono calcolati anche per grandi gruppi e comparti.
"Impresa & Stato" ha chiesto al professor Giuseppe Boari un contributo che dia ragione della metodologia con la quale è stato messo a punto l’attuale indice, nonché del lavoro che è stato fatto per poterlo raccordare a quello più antico, a base 1938.
In un contesto di mass media che tendono all’effimero dell’informazione, tanto più caricata di significati politici quanto meno approfondita nei suoi significati e limiti tecnici e metodologici, ci è sembrato quindi utile, anche in questa prospettiva, dare a tutti uno strumento agile di comprensione della natura delle informazioni utilizzate e delle procedure con le quali tali informazioni sono ottenute.

All’interno della pubblicazione settimanale Listino dei prezzi all’ingrosso sulla piazza di Milano, è prevista la sezione Numeri Indici e Corso dei Cambi, che comprende la serie dei Numeri Indici dei prezzi all’ingrosso sulla piazza di Milano per gruppi di merci, di pertinenza dell’Ufficio Prezzi della Camera di Commercio di Milano.
Detto indice, messo a punto sul finire degli anni Ottanta a opera del professor B. V. Frosini, attualmente preside della facoltà di Scienze Bancarie Finanziarie ed Assicurative dell’Università Cattolica di Milano, sostituisce e migliora il vecchio indice camerale con base 1938=100; rispetto a questo, infatti, il nuovo indice viene calcolato, con base 1988=100, su un numero di voci di gran lunga superiore: 519 in luogo delle 125 che costituivano il paniere originale, garantendo così una presenza più ampia di tutti i comparti merceologi che contribuiscono alla formazione dell’indice generale.
Esso comunque, come il precedente, mantiene l’obiettivo di fornire un’indicazione di sintesi della dinamica del mercato all’ingrosso nel suo complesso, privilegiando l’osservazione delle fasi del processo di formazione dei prezzi alla produzione e all’importazione, a monte del mercato al dettaglio.
Infine, allo scopo di assicurare una sostanziale continuità tra i due indici, viene pubblicata, insieme all’indice generale, anche una serie di indici disaggregati, relativi alle seguenti branche merceologiche, denominate gruppi merci:
- prodotti alimentari vegetali;
- prodotti alimentari animali;
- prodotti tessili;
- prodotti chimici;
- prodotti energetici e affini;
- minerali e metalli;
- materiali da costruzione;
- prodotti industriali vari;
e quelli ottenuti raggruppando i precedenti nelle seguenti due categorie:
- prodotti alimentari;
- prodotti industriali.

La struttura dell’indice
Come è noto, il numero indice dei prezzi di un determinato mercato fornisce, sostanzialmente, una valutazione del saggio medio di variazione tra i prezzi effettivamente praticati in un intervallo temporale specificato (periodo corrente) e quelli osservati in un opportuno periodo di riferimento (base); esso dovrebbe pertanto essere costruito, in linea di principio, ponendo a confronto i prezzi dei prodotti scambiati nel corso di tutte le transazioni effettuate nel periodo corrente, con i corrispondenti prezzi base di riferimento.
Ciò risulta evidentemente impossibile, a causa della vastità delle informazioni elementari necessarie e della estrema complessità delle operazioni di rilevazione delle stesse.
È per questi motivi, essenzialmente di carattere economico, che un indice statistico viene allora, in genere, realizzato con riferimento a un limitato numero di osservazioni del fenomeno oggetto di studio, facendo tuttavia sorgere, come diretta conseguenza, il problema della scelta della procedura da adottare.
La bontà di un indice statistico dipende infatti, in larga misura, dalla quantità e dalla qualità delle informazioni elementari utilizzate per la sua costruzione e dalla efficienza della procedura di calcolo adottata, in modo da ottenere risultati il più possibile vicini alla realtà che si desidera sinteticamente rappresentare.
Per quanto concerne, in particolare, un numero indice dei prezzi, i parametri di progetto, sui quali fissare l’attenzione, sono i seguenti: l’ampiezza e la rappresentatività del cosiddetto paniere di prodotti presi in considerazione, la precisione delle informazioni rilevate e, da ultimo, il tipo di statistica e il corrispondente sistema di pesi, adottati in fase di elaborazione dei dati di sintesi.
Un ragionevole compromesso tra esigenze metodologiche, che imporrebbero un paniere il più esteso possibile, e vincoli economici, suggerisce di considerare un numero di prodotti la cui gestione sia compatibile con le risorse disponibili, ma la cui distribuzione merceologica sia tale da garantire una adeguata presenza di tutti i settori di attività che costituiscono il mercato di riferimento.
Come anticipato, l’indice dei prezzi all’ingrosso sulla piazza di Milano, viene realizzato sulla base dei prezzi di 519 prodotti considerati rappresentativi dei vari settori dell’attività economica della provincia. Più in particolare, i dati elementari utilizzati per la costruzione dell’indice, possono distinguersi a seconda delle seguenti caratteristiche:
- fonte di provenienza delle informazioni;
- frequenza di rilevazione dei dati.
I dati di base sono ricavati dalle seguenti fonti:
- voci del Listino prezzi all’ingrosso sulla piazza di Milano;
- indicatori vari, ottenuti a cura degli addetti dell’Ufficio Prezzi;
- indicatori dei prezzi dei generi ortofrutticoli.
Per quanto riguarda le voci del listino prezzi, utilizzate per il calcolo dell’indice, queste sono ricavate dal Listino camerale e la procedura di rilevazione è principalmente quella dell’accertamento per mezzo di apposite Commissioni; solo alcuni prezzi (e precisamente quelli relativi ai prodotti compresi nei cosiddetti Capitoli 590, 600, 610, 620, 630, 640 e 650) sono accertati direttamente dalla Camera, mentre i prezzi dei fiori e dei prodotti ittici sono rilevati direttamente presso i Mercati all’ingrosso.
I prezzi relativi ai cosiddetti indicatori vari sono invece ottenuti, a cura degli addetti dell’Ufficio Prezzi, attraverso alcuni informatori esterni; i prodotti così presi in considerazione sono relativi a voci non previste nel Listino prezzi camerale, ma giudicate necessarie per equilibrare la presenza dei vari prodotti all’interno dei gruppi che concorrono a formare l’indice generale. Alcune di queste voci sono poi le stesse che la Camera di Commercio di Milano deve istituzionalmente inviare al Servizio Statistico Nazionale (Istat), per completare il paniere di prodotti i cui prezzi all’ingrosso sono necessari per la costruzione di un analogo indice, aggregato a livello Italia.
Gli indicatori dei prezzi dei generi ortofrutticoli sono, invece, desunti dall’archivio Simona, gestito dai Mercati Comunali all’ingrosso, relativo ai prezzi di ortaggi e frutta fresca e secca, praticati sulla piazza di Milano.
La Tabella 1 presenta sinteticamente la situazione fin qui descritta.
La colonna contrassegnata da "di cui Inf" rappresenta la quota parte di informazioni elementari ottenute attraverso gli informatori esterni; si fa notare che la presenza più massiccia riguarda il gruppo dei prodotti industriali vari, mentre, delle 44 voci menzionate nei prodotti alimentari, 36 si riferiscono ai prodotti ortofrutticoli dell’archivio comunale.
Le merci, il cui numero è indicato nell’ultima colonna della tabella, costituiscono invece il primo livello di aggregazione delle unità elementari (voci): esse rappresentano le diverse tipologie di prodotti effettivamente considerate, ovvero una riclassificazione delle voci di prodotto omogenee. Per fare un esempio, le informazioni riguardanti le diverse varietà di frumento vengono aggregate (ricorrendo a un’opportuna procedura più avanti descritta) e assegnate a un’unica macro-voce denominata merce.
Si è introdotta questa ulteriore classificazione perché, come vedremo nel seguito, il sistema dei pesi adottato farà esclusivo riferimento a queste categorie merceologiche.
Si fa notare, infine, che la somma delle voci dei primi due gruppi non è pari a 185; il paniere dei prodotti alimentari comprende, infatti, 20 voci aggiuntive, appartenenti al comparto dei prodotti vegetali per la zootecnia, le cui informazioni, desunte direttamente dal Listino camerale, contribuiscono ad arricchire la copertura del mercato alimentare all’ingrosso.
La frequenza di rilevazione delle informazioni di base è generalmente settimanale e segue quella di pubblicazione del listino dei prezzi; alcune voci presentano invece cadenza quindicinale o mensile, mentre altre (quali, ad esempio, i prodotti ittici) sono rilevate addirittura giornalmente. Le informazioni desunte dagli informatori e quelle dei generi ortofrutticoli presentano invece cadenza esclusivamente mensile.
Ai fini del calcolo dell’indice si è stabilito di far riferimento ai prezzi medi mensili; pertanto, per i dati rilevati a cadenze più frequenti viene operata una media aritmetica semplice. Quindi, a partire dai dati medi mensili, vengono dapprima calcolati i numeri indici elementari (per ciascuna voce) rapportando il prezzo medio mensile del mese corrente al corrispondente prezzo base, relativo all’anno 1988. Successivamente, vengono calcolati i numeri indici aggregati ai seguenti livelli:
- indici delle merci;
- indici dei gruppi di merci;
- indici alimentare e industriale;
- indice generale.
A tale proposito, si ricorda che la letteratura statistica più comune suggerisce di utilizzare come media, per il calcolo di indici di sintesi a partire da numeri indici elementari, o di livello inferiore, la media geometrica, eventualmente ponderata quando, come nel caso in esame, si debbano eseguire aggregazioni di informazioni relative a prodotti non omogenei e tener conto, così, delle diverse quantità potenzialmente scambiate. La media geometrica è, infatti, preferibile ad altre medie, in questo tipo di applicazioni, sia per il soddisfacimento di utili proprietà formali, che per un più sicuro collegamento con la teoria economica.
Il sistema di pesi introdotto è riferito alle singole merci, pertanto i numeri indici delle merci vengono calcolati semplicemente come media geometrica dei numeri indici elementari delle voci corrispondenti. I pesi vengono quindi utilizzati solo per il calcolo degli indici aggregati. Detti pesi, come ricordato in precedenza, sono necessari per garantire la più elevata rappresentatività degli indicatori sintetici e sono stabiliti, in genere, con riferimento al valore globale delle merci scambiate nei diversi comparti; il seguente esempio può essere utile per comprendere il significato dei precedenti concetti: si faccia riferimento, per semplicità, al caso in cui si desideri stabilire il tasso medio di variazione dei prezzi di due soli prodotti, per i quali si siano ottenuti indici elementari pari a 105 e 120, corrispondenti cioè a un aumento percentuale rispettivamente del 5% e del 20 per cento. È allora facilmente intuibile come un tasso medio debba tener conto dell’effettivo volume degli scambi di detti prodotti; si pensi infatti, per fissare le idee, al caso in cui il valore delle vendite del primo prodotto fosse decisamente superiore a quello del secondo; conseguentemente, non può che attendersi che l’indice in questione si posizioni, necessariamente, su valori più prossimi a 105, piuttosto che a 120. Questo risultato è perseguito, come è noto, differenziando opportunamente il peso con il quale i due indici elementari concorrono a formare il valore medio.
Il sistema dei pesi adottato per il calcolo dell’Indice Camerale, presenta inoltre una ulteriore particolarità, rispetto a indicatori analoghi proposti da altri Istituti: infatti, un aspetto particolarmente innovativo riguarda il trattamento dei prodotti ortofrutticoli, per i quali si è scelto un sistema di pesi variabili nel corso dell’anno. Il comparto dei generi ortofrutticoli pone infatti, inevitabilmente, due ordini di problemi: molte merci sono presenti sul mercato (in quantità significative) solo in alcuni mesi dell’anno e, inoltre, la variabilità dei prezzi di questo comparto è fortemente stagionale e decisamente superiore a quella di tutti gli altri settori. Una soluzione del tutto soddisfacente non sembra esistere, tanto che, in altre applicazioni analoghe, sviluppate in vari Paesi, si sono adottate le soluzioni più disparate. Per l’Indice Camerale, partendo da un’approfondita analisi condotta nel 1988 dall’Istituto per la Ricerca Sociale (Irs) di Milano, si sono scelte 19 voci per gli ortaggi e 17 per la frutta fresca e secca, ed è stato impostato un sistema di ponderazione che prevede pesi diversi per ogni mese dell’anno (in alcuni mesi certe merci hanno peso nullo).
Gli indici mensili sono quindi calcolati, rispetto alla media geometrica annua dei prezzi del 1988 (base), impiegando i pesi corrispondenti al mese in questione. Infine, per attenuare la forte variabilità stagionale di detti prezzi, senza tuttavia procedere a una sua totale eliminazione, giudicata inopportuna, si è stabilito di procedere al calcolo di un filtro semestrale ponderato, ottenuto assegnando pesi decrescenti, da 6 a 1, agli ultimi sei mesi disponibili, a partire dal mese corrente.
Da ultimo, va ricordato che si è stabilita tutta una serie di procedure da attivare per il trattamento di eventuali dati mancanti, allo scopo di evitare di introdurre indesiderati effetti di distorsione nei risultati finali, e che si sta approntando la revisione periodica del sistema dei pesi assegnati alle merci.

Giuseppe Boari