di Giuseppe Boari
All’interno della pubblicazione settimanale Listino dei prezzi
all’ingrosso sulla piazza di Milano, è prevista la sezione Numeri
Indici e Corso dei Cambi, che comprende la serie dei Numeri Indici
dei prezzi all’ingrosso sulla piazza di Milano per gruppi di
merci, di pertinenza dell’Ufficio Prezzi della Camera di Commercio
di Milano.
Detto indice, messo a punto sul finire degli anni
Ottanta a opera del professor B. V. Frosini, attualmente preside
della facoltà di Scienze Bancarie Finanziarie ed Assicurative
dell’Università Cattolica di Milano, sostituisce e migliora il
vecchio indice camerale con base 1938=100; rispetto a questo,
infatti, il nuovo indice viene calcolato, con base 1988=100, su un
numero di voci di gran lunga superiore: 519 in luogo delle 125 che
costituivano il paniere originale, garantendo così una presenza
più ampia di tutti i comparti merceologi che contribuiscono alla
formazione dell’indice generale.
Esso comunque, come il precedente, mantiene l’obiettivo di fornire
un’indicazione di sintesi della dinamica del mercato all’ingrosso
nel suo complesso, privilegiando l’osservazione delle fasi del
processo di formazione dei prezzi alla produzione e
all’importazione, a monte del mercato al dettaglio.
Infine, allo scopo di assicurare una sostanziale continuità tra i
due indici, viene pubblicata, insieme all’indice generale, anche
una serie di indici disaggregati, relativi alle seguenti branche
merceologiche,
denominate gruppi merci:
- prodotti alimentari vegetali;
- prodotti alimentari animali;
- prodotti tessili;
- prodotti chimici;
- prodotti energetici e affini;
- minerali e metalli;
- materiali da costruzione;
- prodotti industriali vari;
e quelli ottenuti raggruppando i precedenti nelle seguenti
due categorie:
- prodotti alimentari;
- prodotti industriali.
La struttura dell’indice
Come è noto, il numero indice dei prezzi di un determinato mercato
fornisce, sostanzialmente, una valutazione del saggio medio di
variazione tra i prezzi effettivamente praticati in un intervallo
temporale specificato (periodo corrente) e quelli osservati in un
opportuno periodo di riferimento (base); esso dovrebbe pertanto
essere costruito, in linea di principio, ponendo a confronto i
prezzi dei prodotti scambiati nel corso di tutte le transazioni
effettuate nel periodo corrente, con i corrispondenti prezzi base
di riferimento.
Ciò risulta evidentemente impossibile, a causa
della vastità delle informazioni elementari necessarie e della
estrema complessità delle operazioni di rilevazione delle stesse.
È per questi motivi, essenzialmente di carattere economico, che un
indice statistico viene allora, in genere, realizzato con
riferimento a un limitato numero di osservazioni del fenomeno
oggetto di studio, facendo tuttavia sorgere, come diretta
conseguenza, il problema della scelta della procedura da adottare.
La bontà di un indice statistico dipende infatti, in larga misura,
dalla quantità e dalla qualità delle informazioni elementari
utilizzate per la sua costruzione e dalla efficienza della
procedura di calcolo adottata, in modo da ottenere risultati il
più possibile vicini alla realtà che si desidera sinteticamente
rappresentare.
Per quanto concerne, in particolare, un numero indice dei prezzi,
i parametri di progetto, sui quali fissare l’attenzione, sono i
seguenti: l’ampiezza e la rappresentatività del cosiddetto paniere
di prodotti presi in considerazione, la precisione delle
informazioni rilevate e, da ultimo, il tipo di statistica e il
corrispondente sistema di pesi, adottati in fase di elaborazione
dei dati di sintesi.
Un ragionevole compromesso tra esigenze
metodologiche, che imporrebbero un paniere il più esteso
possibile, e vincoli economici, suggerisce di considerare un
numero di prodotti la cui gestione sia compatibile con le risorse
disponibili, ma la cui distribuzione merceologica sia tale da
garantire una adeguata presenza di tutti i settori di attività che
costituiscono il mercato di riferimento.
Come anticipato, l’indice
dei prezzi all’ingrosso sulla piazza di Milano, viene realizzato
sulla base dei prezzi di 519 prodotti considerati rappresentativi
dei vari settori dell’attività economica
della provincia. Più in particolare, i dati elementari utilizzati
per la costruzione dell’indice, possono distinguersi a seconda
delle seguenti caratteristiche:
- fonte di provenienza delle informazioni;
- frequenza di rilevazione dei dati.
I dati di base sono ricavati dalle seguenti fonti:
- voci del Listino prezzi all’ingrosso sulla piazza di Milano;
- indicatori vari, ottenuti a cura degli addetti dell’Ufficio
Prezzi;
- indicatori dei prezzi dei generi ortofrutticoli.
Per quanto riguarda le voci del listino prezzi, utilizzate per il
calcolo dell’indice, queste sono ricavate dal Listino camerale e
la procedura di rilevazione è principalmente quella
dell’accertamento per mezzo di apposite Commissioni; solo alcuni
prezzi (e precisamente quelli relativi ai prodotti compresi nei
cosiddetti Capitoli 590, 600, 610, 620, 630, 640 e 650) sono
accertati direttamente dalla Camera, mentre i prezzi dei fiori e
dei prodotti ittici sono rilevati direttamente presso i Mercati
all’ingrosso.
I prezzi relativi ai cosiddetti indicatori vari sono invece
ottenuti, a cura degli addetti dell’Ufficio Prezzi, attraverso
alcuni informatori esterni; i prodotti così presi in
considerazione sono relativi a voci non previste nel Listino
prezzi camerale, ma giudicate necessarie per equilibrare la
presenza dei vari prodotti all’interno dei gruppi che concorrono a
formare l’indice generale. Alcune di queste voci sono poi le
stesse che la Camera di Commercio di Milano deve istituzionalmente
inviare al Servizio Statistico Nazionale (Istat), per completare
il paniere di prodotti i cui prezzi all’ingrosso sono necessari
per la costruzione di un analogo indice, aggregato a livello
Italia.
Gli indicatori dei prezzi dei generi ortofrutticoli sono, invece,
desunti dall’archivio Simona, gestito dai Mercati Comunali
all’ingrosso, relativo ai prezzi di ortaggi e frutta fresca e
secca, praticati sulla piazza di Milano.
La Tabella 1 presenta sinteticamente la situazione fin qui
descritta.
La colonna contrassegnata da "di cui Inf" rappresenta
la quota parte di informazioni elementari ottenute attraverso gli
informatori esterni; si fa notare che la presenza più massiccia
riguarda il gruppo dei prodotti industriali vari, mentre, delle 44
voci menzionate nei prodotti alimentari, 36 si riferiscono ai
prodotti ortofrutticoli dell’archivio comunale.
Le merci, il cui numero è indicato nell’ultima colonna della
tabella, costituiscono invece il primo livello di aggregazione
delle unità elementari (voci): esse rappresentano le diverse
tipologie di prodotti effettivamente considerate, ovvero una
riclassificazione delle voci di prodotto omogenee. Per fare un
esempio, le informazioni riguardanti le diverse varietà di
frumento vengono aggregate (ricorrendo a un’opportuna procedura
più avanti descritta) e assegnate a un’unica macro-voce denominata
merce.
Si è introdotta questa ulteriore classificazione perché, come
vedremo nel seguito, il sistema dei pesi adottato farà esclusivo
riferimento a queste categorie merceologiche.
Si fa notare, infine, che la somma delle voci dei primi due gruppi
non è pari a 185; il paniere dei prodotti alimentari comprende,
infatti, 20 voci aggiuntive, appartenenti al comparto dei prodotti
vegetali per la zootecnia, le cui informazioni, desunte
direttamente dal Listino camerale, contribuiscono ad arricchire la
copertura del mercato alimentare all’ingrosso.
La frequenza di rilevazione delle informazioni di base è
generalmente settimanale e segue quella di pubblicazione del
listino dei prezzi; alcune voci presentano invece cadenza
quindicinale o mensile, mentre altre (quali, ad esempio, i
prodotti ittici) sono rilevate addirittura giornalmente. Le
informazioni desunte dagli informatori e quelle dei generi
ortofrutticoli presentano invece cadenza esclusivamente mensile.
Ai fini del calcolo dell’indice si è stabilito di far riferimento
ai prezzi medi mensili; pertanto, per i dati rilevati a cadenze
più frequenti viene operata una media aritmetica semplice. Quindi,
a partire dai dati medi mensili, vengono dapprima calcolati i
numeri indici elementari (per ciascuna voce) rapportando il prezzo
medio mensile del mese corrente al corrispondente prezzo base,
relativo all’anno 1988. Successivamente, vengono calcolati i
numeri indici aggregati ai seguenti livelli:
- indici delle merci;
- indici dei gruppi di merci;
- indici alimentare e industriale;
- indice generale.
A tale proposito, si ricorda che la letteratura statistica più
comune suggerisce di utilizzare come media, per il calcolo di
indici di sintesi a partire da numeri indici elementari, o di
livello inferiore, la media geometrica, eventualmente ponderata
quando, come nel caso in esame, si debbano eseguire aggregazioni
di informazioni relative a prodotti non omogenei e tener conto,
così, delle diverse quantità potenzialmente scambiate. La media
geometrica è, infatti, preferibile ad altre medie, in questo tipo
di applicazioni, sia per il soddisfacimento di utili proprietà
formali, che per un più sicuro collegamento con la teoria
economica.
Il sistema di pesi introdotto è riferito alle singole merci,
pertanto i numeri indici delle merci vengono calcolati
semplicemente come media geometrica dei numeri indici elementari
delle voci corrispondenti. I pesi vengono quindi utilizzati solo
per il calcolo degli indici aggregati. Detti pesi, come ricordato
in precedenza, sono necessari per garantire la più elevata
rappresentatività degli indicatori sintetici e sono stabiliti, in
genere, con riferimento al valore globale delle merci scambiate
nei diversi comparti; il seguente esempio può essere utile per
comprendere il significato dei precedenti concetti: si faccia
riferimento, per semplicità, al caso in cui si desideri stabilire
il tasso medio di variazione dei prezzi di due soli prodotti, per
i quali si siano ottenuti indici elementari pari a 105 e 120,
corrispondenti cioè a un aumento percentuale rispettivamente del
5% e del 20 per cento. È allora facilmente intuibile come un tasso
medio debba tener conto dell’effettivo volume degli scambi di
detti prodotti; si pensi infatti, per fissare le idee, al caso in
cui il valore delle vendite del primo prodotto fosse decisamente
superiore a quello del secondo; conseguentemente, non può che
attendersi che l’indice in questione si posizioni,
necessariamente, su valori più prossimi a 105, piuttosto che a
120. Questo risultato è perseguito, come è noto, differenziando
opportunamente il peso con il quale i due indici elementari
concorrono a formare il valore medio.
Il sistema dei pesi adottato per il calcolo dell’Indice Camerale,
presenta inoltre una ulteriore particolarità, rispetto a
indicatori analoghi proposti da altri Istituti: infatti, un
aspetto particolarmente innovativo riguarda il trattamento dei
prodotti ortofrutticoli, per i quali si è scelto un sistema di
pesi variabili nel corso dell’anno. Il comparto dei generi
ortofrutticoli pone infatti, inevitabilmente, due ordini di
problemi: molte merci sono presenti sul mercato (in quantità
significative) solo in alcuni mesi dell’anno e, inoltre, la
variabilità dei prezzi di questo comparto è fortemente stagionale
e decisamente superiore a quella di tutti gli altri settori. Una
soluzione del tutto soddisfacente non sembra esistere, tanto che,
in altre applicazioni analoghe, sviluppate in vari Paesi, si sono
adottate le soluzioni più disparate. Per l’Indice Camerale,
partendo da un’approfondita analisi condotta nel 1988
dall’Istituto per la Ricerca Sociale (Irs) di Milano, si sono
scelte 19 voci per gli ortaggi e 17 per la frutta fresca e secca,
ed è stato impostato un sistema di ponderazione che prevede pesi
diversi per ogni mese dell’anno (in alcuni mesi certe merci hanno
peso nullo).
Gli indici mensili sono quindi calcolati, rispetto
alla media geometrica annua dei prezzi del 1988 (base), impiegando
i pesi corrispondenti al mese in questione. Infine, per attenuare
la forte variabilità stagionale di detti prezzi, senza tuttavia
procedere a una sua totale eliminazione, giudicata inopportuna, si
è stabilito di procedere al calcolo di un filtro semestrale
ponderato, ottenuto assegnando pesi decrescenti, da 6 a 1, agli
ultimi sei mesi disponibili, a partire dal mese corrente.
Da ultimo, va ricordato che si è stabilita tutta una serie di
procedure da attivare per il trattamento di eventuali dati
mancanti, allo scopo di evitare di introdurre indesiderati effetti
di distorsione nei risultati finali, e che si sta approntando la
revisione periodica del sistema dei pesi assegnati alle merci.
Giuseppe Boari