Impresa & Stato N°31 - Rivista della Camera di Commercio di Milano
L'UNIONE DEL COMMERCIO DICE SI' ALL'URBAN CENTER
di Giorgio Viganò
LA RICERCA CHE CI È STATA PRESENTATA apre con una citazione del
Sindaco di Stromboli - tratta dall’ultimo film di Nanni Moretti - il
quale afferma : " E' che io ho tanti progetti, ma vanno tutti a finire male. Qui sono tutti così ostili. Perchè sono così ostili?...".
Un aggancio utile per attivare qualche considerazione su quella che è
diventata, ormai, una complessa e annosa questione che si aggira
intorno alla nascita di un Urban Center a Milano. Ma forse sarebbe
meglio dire per Milano.
Questione complessa dicevo, giacché le molteplici visioni che hanno
sin qui caratterizzato il sorgere di un simile organismo pare abbiano
bloccato ogni meccanismo decisionale al riguardo. È un problema di
difficile soluzione, pare si siano detti in molti.
A questi molti si potrebbe rispondere con Seneca che: "Non è perchè le cose sono difficili che noi non osiamo; è perchè non osiamo che esse sono difficili".
Come spiegare altrimenti, del resto, il lungo tempo che abbiamo alle
spalle e i molti silenzi, le molte assenze dai tavoli della
discussione operativa finalizzata al sorgere di un Urban Center per
Milano?
Era il 29/12/1987 quando la Giunta Municipale conferiva all’In/Arch
(Istituto Nazionale di Architettura - Sezione Lombarda) l’incarico per
predisporre lo studio di fattibilità di un Urban Center.
La delibera di incarico affermava, tra l’altro: "...Sembra opportuno, sulla scorta anche di esperienze straniere costituire a Milano un "Urban Center", il quale non deve essere un "museo" ma una "officina" di maturazione, un luogo di incontri tra società e storia, tra pubblico e privato, tra cultura ed economia.
L'obiettivo deve essere la costituzione di un archivio interattivo delle idee per la città e una scuola di conoscenza e di comunicazione.
Questa struttura dovrà avere un carattere istituzionale tale da garantire la trasparenza e il carattere di istituto culturale di elevato livello.
L’In/Arch ha proposto la costituzione di un "Urban Center" a Milano,
sulla scorta di analoghe esperienze già avviate in altri Paesi.
Si ritiene utile e opportuna la previsione di questa struttura, che
dovrebbe essere la più agibile possibile e consentire l’esposizione
dei progetti e dei modelli urbanistici e architettonici, il dibattito
e la comunicazione visiva, la diffusione della documentazione storica
e di cronaca, indirizzata sia al pubblico che agli studiosi della
materia...".
Successivamente, l’8 settembre 1992, la Giunta Municipale deliberava
la partecipazione del Comune di Milano al costituendo Comitato
Promotore dell’Urban Center. E affidava all’In/Arch la gestione e il
coordinamento dell’attività relativa alla costituzione del Comitato
Promotore, abilitandolo a sviluppare e tenere i contatti con la
Provincia, la Regione, Istituzioni e Associazioni Pubbliche e Private.
Anche questa deliberazione merita qualche citazione, in particolare
per quanto riguarda 4 punti:
1) obiettivi dell’Urban Center;
2) ricerca e raccolta delle informazioni;
3) promozione del dibattito sul progetto e i progetti urbani;
4) diffusione delle informazioni.
I quattro punti venivano così articolati:
- Obiettivi dell’Urban Center:
gli obiettivi consistono in:
- ricerca/raccolta delle informazioni e documentazioni;
- promozione del dibattito;
- diffusione delle informazioni.
- Ricerca e raccolta delle informazioni:
i promotori, pubblici e privati concorrono alla formazione della
documentazione di base, mettendo a disposizione il materiale già
confezionato per l’esposizione al pubblico.
- Promozione del dibattito sul progetto e i progetti urbani:
l’Urban Center:
- costituisce il punto di contatto tra istituzioni e cittadini,
singoli e associati, come luogo accessibile e aperto al pubblico;
- promuove la discussione sui problemi della città e della metropoli;
- organizza pubblici dibattiti sui temi e sui progetti autonomamente
ritenuti di interesse o sulla base di richieste pervenute, anche in
attuazione della Legge 142/90 e dello Statuto Comunale;
- rende accessibili i materiali documentari sulla città;
- produce materiali sul progetto urbano;
- aggiorna il pubblico in modo continuativo sulla costruzione della
città e del territorio metropolitano.
- Diffusione delle informazioni:
l’Urban Center provvede alla diffusione delle informazioni mediante:
- un "punto di informazioni" sull’architettura e sui progetti urbani e
metropolitani;
- il bookshop e la biblioteca del settore;
- la tecnologia elettronica di accesso alle informazioni;
- la "memoria della città", cioè il sistema di archiviare e rendere
consultabili i materiali che riguardano il progetto urbano e non
trovano posto nelle sedi istituzionali.
Né risultava marginale l’affermazione che: "...La formazione dell'Urban Center, che, nelle sue funzioni dovrà essere allargato alla città metropolitana, presuppone un quadro di collaborazioni tra Amministrazioni, Organismi, Enti pubblici e privati, associazioni di categoria e in primo luogo tra gli Enti territoriali, cioé il Comune di Milano, la Provincia e la Regione Lombardia..." .
L’Unione del Commercio ritenendo positiva la discussione in atto,
finalizzata al sorgere dell’Urban Center, manifestò e mantenne vivo il
proprio interesse.
Non analogamente andarono le cose per molti altri attori istituzionali
o privati.
Tanto è vero che dal luglio 1993 solo l’Unione del Commercio,
Assimpredil, la Facoltà di Architettura e l’In/Arch hanno continuato a
lavorare intorno a ipotesi concrete di fattibilità.
Un percorso che vede oggi i quattro partner sempre più determinati a
portare a compimento il progetto.
Una volontà che discende dalle necessità dinanzi alle quali siamo
posti quotidianamente e che ci obbligano a fare i conti con un
territorio che ha estremo bisogno di ripensare se stesso.
Un processo di ripensamento e di "ridisegno" del volto della città
che, utilizzando quell’ingente patrimonio rappresentato dalle aree
dismesse industriali, ferroviarie e militari, consenta la
prefigurazione di un ambiente urbano e metropolitano che possa dare
risposte al ruolo dell’area milanese in Italia e in Europa.
Abbiamo detto spesso, in passato, e lo abbiamo detto con estrema
chiarezza, che tale patrimonio rappresenta una opportunità unica e
storica per ridefinire il volto della città in relazione alle
richieste che da essa si alzano per avere qualità, standard, funzioni,
strutture e infrastrutture in assenza delle quali il destino che ci
attende non potrà che essere connotato da "marginalità".
È necessario, però, che il processo di mutazione del territorio urbano
e metropolitano trovi nuove e diverse modalità di scelta e di
intervento.
Superata, e speriamo lo sia per sempre, la fase dell’"urbanistica
contrattata" è necessario sperimentare approcci procedurali innovativi
che ci portino a passare dalla "contrattazione" alla "concertazione".
È necessario superare la fase che ha contraddistinto la prassi
urbanistica milanese negli ultimi lustri. E per fare ciò è necessario
che le scelte coinvolgano tutti gli attori: economici e sociali.
Ecco perché, parlando di concertazione, è proprio all’orchestra che
pensiamo. Un organismo fatto di molte individualità, che perseguendo
l’obiettivo dell’armonia (gli interessi della generalità) contribuisca
a dibattere e scegliere diversamente che dal passato.
In questo senso rilevante è il ruolo che potrebbe assumere l’Urban
Center.
Organismo nell’ambito del quale dibattere, tra l’altro, di procedure e
flessibilità.
Visto anche che la stasi, l’immobilizzo è, oggi, determinato anche
dalla farraginosità mortale delle procedure burocratiche.
Ecco perché, in conclusione, siamo lieti di rilevare i molteplici
interessi che ancora permangono intorno all’iniziativa.
Siamo convinti, peraltro, che ogni diversità, ogni specificità, potrà
essere superata se obiettivo dei componenti dell’Urban Center sarà
quello di ricercare risposte concrete per aiutare la mutazione del
territorio e delle procedure nel rispetto della "memoria storica" e
degli interessi della collettività.
Non la nostra proposta, quindi, era importante portare oggi qui.
Piuttosto l’auspicio e l’invito che Comune, Provincia, Regione, Camera
di Commercio e altre Associazioni di Impresa e Associazioni o
Istituzioni culturali affrontino e risolvano il problema di dotare
Milano di un luogo di discussione e proposta, di analisi e
informazione che possa contribuire ad attivare un processo di crescita
al quale non sia ignoto lo sviluppo.
È necessario farlo, è necessario farlo urgentemente, ed è necessario
farlo con il concorso di tutti.
Questo è il nostro auspicio.