di Paolo Micolini
GLI ENTI CAMERALI E LA LORO CONFIGURAZIONE
Gli Enti camerali sono stati configurati dalla Legge 580 come Enti di
elevazione esponenziale degli interessi di settore nel più generale
interesse del mondo economico, chiamati a confrontarsi e a dialogare
con gli Enti locali e più in generale con tutta la Pubblica
Amministrazione.
Un sistema di interrelazioni che, come ha affermato in una delle prime
occasioni di riflessione sulla riforma il Presidente Bassetti, non
sono esclusivamente interrelazioni d’affari, ma definiscono elementi
di natura culturale e sociale.
D’altronde, le Camere hanno una carta fondamentale da giocare,
costituita dalla organizzazione sul territorio, e gli interessi sono
più profondamente radicati e rappresentati là dove essi si esprimono.
In questo quadro non riteniamo, e in ogni caso bisogna evitare, che
possa farsi confusione di ruoli con la rappresentanza in senso proprio
delle categorie, costituita dalle associazioni, dalle organizzazioni
professionali e imprenditoriali in genere.
La reciprocità dei rapporti tra queste associazioni e le Camere
costituisce fonte di collaborazione nel più ampio quadro della difesa
generale degli interessi.
Le organizzazioni sono - e devono sempre più costituire - il punto di
riferimento essenziale per le Camere, in un sistema in cui
l’autorevolezza reciproca trova la sua radice nei comuni momenti di
rappresentanza e di confronto.
Partendo da tale interdipendenza il mondo agricolo pensa anche a
organizzazioni che possano porsi come depositarie di servizi
decentrati delle Camere, al fine di articolarne maggiormente la
presenza sul territorio e di facilitare l’accesso a tutti gli
operatori economici.
Altro grande motivo di attesa in questa nuova fase di sviluppo del
sistema camerale, e banco di prova, al tempo stesso, dell’efficienza
raggiunta dal sistema, sarà costituito dalla semplificazione delle
procedure.
L’ingresso a pieno titolo del settore agricolo, realizzato con
l’iscrizione nelle sezioni speciali delle imprese agricole, deve
risolversi per gli imprenditori nella possibilità di realizzare quella
sburocratizzazione dell’attività economica, che attualmente
costituisce uno dei maggiori ostacoli a un corretto ed equilibrato
atteggiarsi dei rapporti tra cittadino-imprenditore e Pubblica
Amministrazione: semplificazione sotto il profilo del rapporto con le
Camere ai fini dell’iscrizione nelle sezioni speciali, e
semplificazione dei rapporti con tutte le amministrazioni centrali e
territoriali, conseguente alla certificazione anagrafica costituita
dalla iscrizione nelle sezioni speciali.
L’interesse del mondo agricolo e l’apporto che l’iscrizione delle
imprese agricole potrà fornire alle Camere, soprattutto in termini di
sviluppo ed espansione del sistema generale, dovranno avere
necessariamente un riscontro nella rappresentatività del settore
all’interno degli organi.
La rappresentatività dell’agricoltura trova la sua fonte di
legittimazione innanzitutto nella valenza delle imprese agricole ai
fini degli interessi generali del Paese in un settore strategico, come
quello alimentare, che registra ancora un forte deficit nella bilancia
dei pagamenti con l’estero.
Per quanto concerne l’indicatore del valore aggiunto, che sarà uno dei
parametri sulla base dei quali individuare le rappresentanze,
riteniamo che l’apporto del settore primario debba valutarsi in un
contesto complessivo dell’economia locale, che non può non tener conto
dell’indotto agro-alimentare e agro-industriale, che, oltre ai mezzi
tecnici, ha un diretto riscontro nella trasformazione industriale, nel
commercio e nei servizi.
Ma a parte il profilo economico, il significato strategico delle
imprese e dell’occupazione agricola deve a nostro avviso essere
considerato nel più generale quadro economico territoriale, come
elemento regolatore di fenomeni strutturali e ambientali che, se non
adeguatamente controllati dalla presenza umana, possono degenerare in
danni gravissimi non solo all’economia di tutto il Paese, ma alla
stessa incolumità dei suoi abitanti.
A tale proposito si auspica che anche su tale versante, forse fino a
oggi meno considerato, si registri un forte impegno del sistema
camerale e si intensifichi l’attenzione, soprattutto sotto il profilo
conoscitivo e propositivo, specchio di un rinnovato atteggiamento
culturale basato, sul pieno riconoscimento del ruolo svolto dagli
imprenditori agricoli in vista del miglioramento ambientale.
L’attenzione al territorio (e nella vicenda dell’alluvione
verificatosi al Nord forse questo è l’unico aspetto su cui tutti si
sono trovati d’accordo) ha un significato strategico nella misura in
cui il territorio è un "contenitore" degli interessi, economici, ma
non solo, di tutti i settori produttivi.
La cura, lo studio del territorio, la ricerca delle interdipendenze
fra insediamenti urbani, insediamenti produttivi, infrastrutture
civili, presenza dell’uomo agricoltore come elemento di salvaguardia
ambientale, difesa del suolo, sono funzionali all’esercizio delle
attività economiche e pertanto non possono non far parte del
patrimonio conoscitivo e di iniziative delle Camere di Commercio.