di Francesco Colucci
NUOVE COMPETENZE ALLE CAMERE
Nell’impianto complessivo della legge viene, in particolare,
riarticolato e valorizzato il rapporto con l’Ente regionale e quindi
la funzione consultiva, di proposta, di delega e altro. Di più: vi è
l’attribuzione alle Camere di nuove competenze in ordine alla
promozione, realizzazione e gestione di strutture e infrastrutture, e
soprattutto la partecipazione ad accordi di programma. Da un lato
dunque le Camere vengono inserite tra i soggetti di governo locale;
dall’altro risulta rafforzato il ruolo dell’Ente camerale quale luogo
di raccordo e mediazione fra le istanze delle imprese e le istituzioni
politiche sul territorio.
È importante, tuttavia, che tali organismi non tracimino dai loro
compiti istituzionali e non si trasformino surrettiziamente in
rappresentanza, indebolendo il ruolo costituzionale del libero
associazionismo imprenditoriale.
La funzione camerale deve, infatti, rimanere quella di promozione e
sviluppo del mercato, soprattutto per quanto riguarda il ruolo
informativo, con l’offerta di servizi trasversali ai settori che
incidono sull’economia generale.
La Legge 580 ha voluto, in questo senso, indicare agli organismi
camerali un nuovo impegno nella ricerca di collaborazioni e sinergie
col mondo delle imprese, che sempre più necessitano di efficaci
risposte da parte dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali.
Va poi ricordato che, già nella Legge 142 (quella sulla riforma delle
economie locali), gli Enti locali sono stati indicati in numerose
disposizioni come portatori di interessi economici nell’ambito del
territorio di competenza: tutte presenze che non possono prescindere
dagli interessi generali del sistema delle imprese, in quanto sono
suscettibili di condizionarne lo sviluppo.
Sembra allora necessario richiamare l’attenzione sulla circostanza che
le attribuzioni delle nuove Camere siano esercitate senza
sovrapposizioni con le Associazioni di impresa e gli Ordini
professionali.
Credo che su questo argomento ci debba essere molta chiarezza, perché
il sistema stesso possa funzionare al meglio.
Questo richiamo è ancora più attuale se si considera che negli Statuti
comunali e provinciali, fin qui approvati a seguito della citata Legge
142, non è dato di rinvenire alcun particolare riferimento al ruolo e
alle funzioni delle Camere di Commercio in materia di sviluppo e
gestione delle normative relative al mondo delle imprese. Questa Legge
142, che aveva aperto speranze quanto meno di compartecipazione fra
Comune e imprese, attraverso le Camere di Commercio, nei nuovi Statuti
non c’è.
La legge di riforma delle Camere di Commercio postula invece un più
generale processo di revisione di tali strumenti, per garantire una
reale partecipazione degli organismi camerali agli interventi in
materia di programmazione economica.
Va perciò sottolineata l’esigenza di procedere a una ridefinizione
organica dei rapporti tra Enti locali e Camere di Commercio, anche
alla luce dei riferimenti operati dalla Legge 580, alla delegabilità
alle Camere di funzioni, oltre che da parte dello Stato, anche da
parte delle Regioni.
L’affidamento alle Camere di ambiti di gestione diretta attraverso
infrastrutture economiche specifiche e il superamento dell’ambito
provinciale quale unità di misura della suddivisione amministrativa
del territorio, pongono direttamente il mercato quale punto di
riferimento per le Camere di Commercio e per le stesse Associazioni
imprenditoriali.
Se per le imprese e le loro rappresentanze il mercato è la misura e la
verifica del loro agire, per le Camere di Commercio questa è una
conquista non ancora del tutto consolidata.
Perché questo obiettivo sia raggiunto è necessario e urgente, a nostro
parere, che si riduca, o quanto meno si eviti, un eventuale
sovraccarico di burocrazia, che le Camere diano slancio alla nuova
"vocazione" imprenditoriale, siano sensori dello sviluppo economico,
siano strutture "di servizio" e non "al servizio", siano centri di
progetto e non di potere.
Per questi obiettivi le Camere di Commercio avranno il nostro pieno
appoggio e la più motivata delle collaborazioni.