di Fulvio Scaparro
IMMIGRAZIONE E MICROCRIMINALITA'
Prendiamo la voce "immigrazione" nel nostro Quarto
Osservatorio. Compare tra i "problemi" in quanto percepita come
fonte di microcriminalita'. Se continuassimo a restare nella
nostra Fortezza Bastiani, il problema continuerebbe forse a
crescere, autoalimentandosi, fino a divenire ingestibile, fino
allo scontro, alla prova di forza, alla trasformazione
dell'immigrato in capro espiatorio delle nostre incapacita' e
debolezze.
In una citta' che voglia continuare a definirsi "a vocazione
europea" non e' possibile avere cosi' scarsa memoria storica da
dimenticare che Milano e' cresciuta grazie all'operosita' dei
suoi abitanti, ma anche grazie all'immigrazione meridionale e
che il nostro Paese ha conosciuto la tragedia dell'emigrazione
di massa a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
La memoria e' invece cosi' corta che la stragrande maggioranza
dei cittadini ha trascorso serene feste senza preoccuparsi piu'
di tanto di trecento esseri umani senza acqua ne' luce ne' gas
nel Centro di Accoglienza - si fa per dire - di Via Corelli.
Per anni, in pochi si sono chiesti come vivessero le migliaia
di immigrati senza famiglia, senza servizi, spesso senza
assistenza sanitaria, senza casa ne' luoghi in cui riunirsi.
Dalla nostra Fortezza Bastiani abbiamo visto soltanto
l'estraneo, il potenziale nemico, la fonte di
microcriminalita', ignorando o fingendo di ignorare che
osservare senza intervenire significa essere corresponsabili.
Bel giorno quello in cui nel nostro Osservatorio la voce
"immigrazione" non comparira' soltanto tra i "problemi" ma
anche tra le "nuove risorse".
L'INFANZIA DIMENTICATA DALL'OSSERVATORIO
Una voce singolarmente assente dal Quarto Osservatorio e'
"infanzia". Una citta' che invecchia non deve dimenticare i
bambini.
Qualche tempo fa avevo lanciato una proposta che aveva lasciato
il tempo trovato. Chiedendo una "citta' a misura di bambino"
non volevo trasformare Milano nella Citta' dei Balocchi ne' in
una sorta di Eurodisneyland. Partivo soltanto da questa
constatazione: un ambiente di vita idoneo per i bambini e'
idoneo per ogni altra fascia di eta'. E non e' vero il
contrario.
Ho cercato di ricavare qualche dato sull'infanzia dal Quarto
Osservatorio. Noto che i cittadini hanno una buona opinione
degli asili nido e delle scuole materne e di chi vi lavora.
Eppure ad asili nido, scuole materne ed educatrici non vengono
di solito attribuiti adeguati riconoscimenti quasi si
occupassero di fasce di eta' meno importanti. Mi sembra dunque
che dall'apprezzamento per questi servizi per l'infanzia
bisognerebbe trarre qualche conseguenza in termini di
potenziamento di quei servizi, di miglioramento delle
condizioni lavorative del personale insegnante e non, di nuovi
progetti a favore dell'infanzia, di ampliamento e promozione di
nuovi spazi di gioco e di incontro, di maggiore sicurezza per
l'infanzia e, dunque, per tutti i cittadini.
Dato il tempo limitato a mia disposizione mi limito a una
richiesta diretta soprattutto agli amministratori presenti: chi
ha a cuore gli interessi di questa citta' pensi in grande ma
agisca anche nel "piccolo". Occorre avere una visione di
insieme dei bisogni, delle tendenze evolutive, delle risorse a
disposizione, immaginare e progettare uno sviluppo a breve,
medio e lungo termine della citta' e agire di conseguenza nel
presente evitando gli interventi di puro rammendo o rattoppo.
In altri termini, occorre che gli amministratori siano dotati
di senso dello Stato: siano cioe' capaci di immaginare e
progettare una citta' che esistera' anche quando loro non ci
saranno piu'. Tutti noi, ma soprattutto chi risponde della cosa
pubblica, dovremmo sentirci responsabili di cio' che avverra'
dopo di noi. Per questo investire nell'infanzia, negli anziani,
nelle fasce "deboli" della cittadinanza, nell'ambiente e', per
me, una delle principali conferme dell'esistenza di un forte
senso dello Stato. Si punta sul futuro e non sulle prossime
elezioni.