di Mons. Giuseppe Merisi
POPOLAZIONE
A meta' degli anni Settanta in Lombardia il grande fenomeno
immigratorio regrediva e, combinandosi con una sempre piu'
ridotta natalita', faceva scendere la popolazione sotto la
crescita zero. La citta' di Milano e' passata cosi' da
1.274.000 residenti nel 1951 a 1.743.000 nel 1973 (massimo
storico) per declinare a 1.360.000 nel 1993, con una perdita
media annua di 20.000 abitanti per due decenni consecutivi: e'
come se fossero state soppresse due parrocchie all'anno, 40
delle 170 parrocchie cittadine.
Questo dato sta provocando anche nei responsabili della diocesi
ambrosiana un ripensamento della distribuzione di persone e
risorse ecclesiali, proprio in Milano e nel Centro della
metropoli in particolare.
INVECCHIAMENTO
Oggi un milanese su cinque ha 65 o piu' anni, e uno su venti e'
ultra 80enne; abbiamo due "nonni" (di 65 anni e oltre) per ogni
nipotino (di eta' fino a 14 anni). Questo vuol dire l'indice di
vecchiaia, riportato nella tabella Popolazione e Famiglia del
prezioso e stimolante "Osservatorio sulla qualita' della vita a
Milano": ci sono a Milano 197 persone in eta' dai 65 anni in su
ogni 100 bambini e ragazzi in eta' fino a 14 anni.
L'invecchiamento progressivo dei milanesi non si dovrebbe
guardare forse solo come dato preoccupante. Non vale piu' la
correlazione tra eta' e saggezza? Non si dovra' ormai piu'
riconoscere all'anziano quella autorevolezza, che si fonda sui
valori che l'anziano reca dentro di se' e gli hanno consentito
di reggere ai colpi della vita, tenendo a galla la barca della
sua esistenza?
I nostri ricercatori di aneddoti istruttivi ricordano che
Goethe, morto operoso a 83 anni, diceva: "Invecchiare e'
un'arte. Guardandosi alle spalle un'intera vita, la pi bella
felicita' dell'uomo pensante e' di aver indagato l'indagabile e
di venerare serenamente il non indagabile". Saggezza e anche
lavoro. Qualche esempio illustre. Tiziano dipinse il suo
autoritratto a 99 anni. Michelangelo a 80 anni aggrediva ancora
il marmo della "Pieta' Rondanini", che si ammira al Castello
Sforzesco. Giuseppe Verdi a 74 anni diresse alla Scala
l'Otello; a 80 entusiasm il mondo col suo Falstaff.
EQUILIBRIO
Il gusto della vita puo' essere apprezzato anche in eta' avanzata, ma la deprivazione violenta della vita - con l'aborto direttamente procurato - stronca prima di nascere ogni desiderabile futuro. Si loda l'Osservatorio per il coraggio di aver posto in evidenza - come disagio - il numero delle interruzioni volontarie della gravidanza a Milano: in rapporto a 1.000 nati vivi ce ne furono 569 nel 1993 (come a dire che su tre concepiti, due arrivano al traguardo della luce di questo mondo, ma uno - a Milano - e' irrimediabilmente escluso dall'avventura umana dell'esistenza). Gli statistici della Curia parlando della tabella dove figura la voce "aborti", si chiedono: se l'assegnazione del peso "3" ai parametri osservati ubbidisce al principio di riconoscere l'importanza di "tutto cio' che riguarda la sopravvivenza", non e' incongruo che proprio all'aborto si dia "2" come punteggio ponderato?
BENESSERE ECONOMICO
Le indagini soggettive dicono che, anche se migliora il
benessere economico a Milano, questo non basta a soddisfare le
aspettative dei milanesi. Ancora qualche osservazione
aneddotica: Vladimir Soloviev, filosofo russo, vedeva nella
sazieta' dei beni materiali l'insidia alla vita morale.
L'osservazione e' nota ai conoscitori dell'animo umano. E noi,
uomini moderni, purtroppo abbiamo posto il benessere economico
come prevalente, se non unico, indice di progresso, di
civilta'. Non sara' l'onda lunga dell'enfasi marxiana
dell'economia quale struttura portante del tutto? Se fosse
questo l'unico indice di civilta', sarebbe una tremenda
illusione sul fronte dell'umanesimo integrale (Jacques
Maritain).
D'altra parte l'impegno di rifondare i valori, proponendoli
instancabilmente alle coscienze, sara' lavoro lungo di paziente
convincimento, piu' che d'imposizione violenta.
Una notizia per finire: un Osservatorio per i valori. La
diocesi di Milano, con quelle di Bergamo e Cremona, ha
partecipato negli scorsi mesi a un'indagine del Censis su
"Famiglia e valori etico-religiosi" in relazione all'anno
internazionale della famiglia celebrato nel 1994. La
presentazione dei risultati (con opportune comparazioni sul
territorio italiano per analoghe rilevazioni nelle diocesi di
Pinerolo, Firenze, Roma, Molfetta) e' avvenuta il 30 marzo
1995, con l'intervento del Cardinale Arcivescovo e del dottor
Giuseppe De Rita.
L'istituto familiare continua a permanere come l'ideale
completo dell'amore, coronato dal dono della vita, che rinnova
ogni giorno l'umanita'. Questa famiglia vogliamo studiare con
interesse e servire con intelligente dedizione. La pace del
mondo grande e' somma della pace costruita, goduta e restaurata
nel mondo piccolo, nella cellula viva e vitale della societa',
che e' la famiglia.