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Impresa & Stato N29 - Rivista della Camera di Commercio di Milano

L'OSSERVATORIO SULLA QUALITA' DELLA VITA: UNA CITTA' PER L'UOMO

di Mons. Giuseppe Merisi


OGNI NUOVA EDIZIONE di "MeglioMilano" ci arricchisce di informazioni, allargando la serie storica dal breve al medio periodo (e' l'arco di un lustro, ormai). Si precisa sempre piu' la tendenza delle variabili osservate, con una crescente capacita' predittiva del futuro che ci attende. La prudenza, che e' la prima delle virtu' cardinali, senza le quali l'uomo e' disumano, consentira' di trarre indicazioni per orientare progetti adeguati e organizzazione del vivere, sia come singoli, che come societa'. Con i complimenti sinceri e gli auguri di buon proseguimento, ci sia consentita qualche nota.

POPOLAZIONE

A meta' degli anni Settanta in Lombardia il grande fenomeno immigratorio regrediva e, combinandosi con una sempre piu' ridotta natalita', faceva scendere la popolazione sotto la crescita zero. La citta' di Milano e' passata cosi' da 1.274.000 residenti nel 1951 a 1.743.000 nel 1973 (massimo storico) per declinare a 1.360.000 nel 1993, con una perdita media annua di 20.000 abitanti per due decenni consecutivi: e' come se fossero state soppresse due parrocchie all'anno, 40 delle 170 parrocchie cittadine.
Questo dato sta provocando anche nei responsabili della diocesi ambrosiana un ripensamento della distribuzione di persone e risorse ecclesiali, proprio in Milano e nel Centro della metropoli in particolare.

INVECCHIAMENTO

Oggi un milanese su cinque ha 65 o piu' anni, e uno su venti e' ultra 80enne; abbiamo due "nonni" (di 65 anni e oltre) per ogni nipotino (di eta' fino a 14 anni). Questo vuol dire l'indice di vecchiaia, riportato nella tabella Popolazione e Famiglia del prezioso e stimolante "Osservatorio sulla qualita' della vita a Milano": ci sono a Milano 197 persone in eta' dai 65 anni in su ogni 100 bambini e ragazzi in eta' fino a 14 anni.
L'invecchiamento progressivo dei milanesi non si dovrebbe guardare forse solo come dato preoccupante. Non vale piu' la correlazione tra eta' e saggezza? Non si dovra' ormai piu' riconoscere all'anziano quella autorevolezza, che si fonda sui valori che l'anziano reca dentro di se' e gli hanno consentito di reggere ai colpi della vita, tenendo a galla la barca della sua esistenza?
I nostri ricercatori di aneddoti istruttivi ricordano che Goethe, morto operoso a 83 anni, diceva: "Invecchiare e' un'arte. Guardandosi alle spalle un'intera vita, la pi bella felicita' dell'uomo pensante e' di aver indagato l'indagabile e di venerare serenamente il non indagabile". Saggezza e anche lavoro. Qualche esempio illustre. Tiziano dipinse il suo autoritratto a 99 anni. Michelangelo a 80 anni aggrediva ancora il marmo della "Pieta' Rondanini", che si ammira al Castello Sforzesco. Giuseppe Verdi a 74 anni diresse alla Scala l'Otello; a 80 entusiasm il mondo col suo Falstaff.

EQUILIBRIO

Il gusto della vita puo' essere apprezzato anche in eta' avanzata, ma la deprivazione violenta della vita - con l'aborto direttamente procurato - stronca prima di nascere ogni desiderabile futuro. Si loda l'Osservatorio per il coraggio di aver posto in evidenza - come disagio - il numero delle interruzioni volontarie della gravidanza a Milano: in rapporto a 1.000 nati vivi ce ne furono 569 nel 1993 (come a dire che su tre concepiti, due arrivano al traguardo della luce di questo mondo, ma uno - a Milano - e' irrimediabilmente escluso dall'avventura umana dell'esistenza). Gli statistici della Curia parlando della tabella dove figura la voce "aborti", si chiedono: se l'assegnazione del peso "3" ai parametri osservati ubbidisce al principio di riconoscere l'importanza di "tutto cio' che riguarda la sopravvivenza", non e' incongruo che proprio all'aborto si dia "2" come punteggio ponderato?

BENESSERE ECONOMICO

Le indagini soggettive dicono che, anche se migliora il benessere economico a Milano, questo non basta a soddisfare le aspettative dei milanesi. Ancora qualche osservazione aneddotica: Vladimir Soloviev, filosofo russo, vedeva nella sazieta' dei beni materiali l'insidia alla vita morale.
L'osservazione e' nota ai conoscitori dell'animo umano. E noi, uomini moderni, purtroppo abbiamo posto il benessere economico come prevalente, se non unico, indice di progresso, di civilta'. Non sara' l'onda lunga dell'enfasi marxiana dell'economia quale struttura portante del tutto? Se fosse questo l'unico indice di civilta', sarebbe una tremenda illusione sul fronte dell'umanesimo integrale (Jacques Maritain).
D'altra parte l'impegno di rifondare i valori, proponendoli instancabilmente alle coscienze, sara' lavoro lungo di paziente convincimento, piu' che d'imposizione violenta.
Una notizia per finire: un Osservatorio per i valori. La diocesi di Milano, con quelle di Bergamo e Cremona, ha partecipato negli scorsi mesi a un'indagine del Censis su "Famiglia e valori etico-religiosi" in relazione all'anno internazionale della famiglia celebrato nel 1994. La presentazione dei risultati (con opportune comparazioni sul territorio italiano per analoghe rilevazioni nelle diocesi di Pinerolo, Firenze, Roma, Molfetta) e' avvenuta il 30 marzo 1995, con l'intervento del Cardinale Arcivescovo e del dottor Giuseppe De Rita.
L'istituto familiare continua a permanere come l'ideale completo dell'amore, coronato dal dono della vita, che rinnova ogni giorno l'umanita'. Questa famiglia vogliamo studiare con interesse e servire con intelligente dedizione. La pace del mondo grande e' somma della pace costruita, goduta e restaurata nel mondo piccolo, nella cellula viva e vitale della societa', che e' la famiglia.