di Gianfranco Chierchini
"NOI STUDIAMO le grandi onde, voi del resto con la nostra
partecipazione, studiate le ondine. Per poter navigare bene,
bisogna conoscere il movimento di entrambe." Questa battuta e'
stata pronunciata dal presidente Bassetti quando, qualche anno
fa, MeglioMilano presenta' in Camera di Commercio l'iniziativa
dell'Osservatorio.
Bassetti faceva riferimento, con le "grandi onde", al Monitorare
Milano che intende rilevare i movimenti economici e
infrastrutturali, mentre il nostro Osservatorio analizza le
variazioni che attengono alla vita e ai bisogni individuali,
insomma, le "ondine".
Al di la' della battuta, MeglioMilano ha la convinzione di
svolgere, anche attraverso il suo annuale Osservatorio, la sua
funzione di stimolo: quella cioe' di fornire gli strumenti
perche' ciascuno, nella sfera delle proprie competenze, possa
avere l'aggiornamento della situazione e quindi meglio
intervenire.
MODALITA' E SCOPI DELL'OSSERVATORIO
Quella qui presentata e' la quarta edizione dell'Osservatorio
sulla Qualita' della Vita a Milano, parte oggettiva. Si tratta,
in sostanza, della misurazione di un'ottantina di indicatori
recuperati da fonti ufficiali che, confrontati con l'anno base,
il 1989, forniscono una sorta di fotografia, o meglio, di
termometro, sull'andamento delle condizioni di vita milanesi.
Alcune brevi spiegazioni tecniche permettono di comprendere il
meccanismo con cui e' costruito l'Osservatorio. Ogni indicatore,
sia che esprima un miglioramento o un peggioramento, e' tradotto
in un numero rapportato al 100 dell'anno base: il meccanismo di
calcolo prevede anche un coefficiente moltiplicatore, un "peso",
a seconda che si tratti di un aspetto che riguarda la salute, il
necessario o il superfluo.
Anche ciascuna area in cui il singolo indicatore e' inserito,
viene "ripesata" secondo questo criterio e quindi il numero
finale risente delle singole variazioni in modo proporzionale.
Accanto a questo sistema di pesi, ogni indicatore e' inoltre
inquadrato in un indice o di "qualita'" o di "disagio".
Bisognava cioe' impostare i dati in modo che l'aumento di
suicidi, esempio di disagio, non si assommasse all'aumento di
posti a disposizione nelle biblioteche, esempio di qualita': le
loro variazioni hanno evidentemente un valore opposto. La
soluzione e' stata trovata intervenendo nel rapporto tra
numeratore e denominatore e viceversa.
In tal modo, gli indicatori sono univoci: in crescita, esprimono
o la diminuzione del disagio, o l'aumento della qualita';
all'opposto, gli indicatori diminuiscono quando aumenta il
disagio o peggiora la qualita'.
MeglioMilano ha preferito in questo modo confrontare Milano con
Milano, anno dopo anno, piuttosto che cercare confronti con
altre citta', italiane e straniere: questo secondo sistema
comporta difficolta', in particolare per il recupero di dati
omogenei.
Ma soprattutto MeglioMilano, con questo metodo relativamente
semplice, ha voluto raggiungere due obiettivi, il primo, di
metodo; il secondo, di stimolo.
Per quanto riguarda il primo obiettivo, esso e' esplicitamente
dichiarato anche nelle pagine introduttive di ciascun
Osservatorio: il metodo e' messo a disposizione di qualunque
altra citta' e puo' essere ricostruito soltanto che un Ente o la
stessa amministrazione voglia recuperare i dati numerici. Cio'
rientra nella impostazione di MeglioMilano, associazione "non a
scopo di lucro" che tende a favorire la nascita di iniziative
finalizzate alla qualita' del vivere urbano, anche fuori da
Milano.
Ma e' certamente il secondo obiettivo quello piu' importante.
Se la conoscenza di un problema sta alla base di qualsiasi
intervento che non voglia essere estemporaneo, l'Osservatorio
permette di monitorare in continuazione le aree del disagio e
delle qualita', e dunque permette di raccogliere indicazioni su
cosa e' stato fatto e su come e' stato fatto. Ma permette anche
di valutare le aree in cui e' stato fatto troppo poco, oppure le
aree in cui e' necessario intervenire subito, prima che il
problema divenga troppo grave.
L'OSSERVATORIO E LE SUE PROSPETTIVE
Insomma, pur nella sua semplicita', l'Osservatorio non e' tanto
un insieme di tabelle da guardare, ma piuttosto rappresenta una
serie di indicazioni da perseguire, e, talvolta, un campanello
di preallarme da tener presente. Non e' un caso che, al di la'
dell'eco che la stampa dedica ogni anno al nostro "termometro",
molti soggetti pubblici e privati ci seguano con attenzione
chiedendo approfondimenti e, quel che piu' importa, interventi.
Associazioni di categoria e comitati di cittadini, forze
sindacali e responsabili di singoli assessorati, infatti, vedono
attraverso le tabelle di MeglioMilano l'opportunita' di
intervenire, di dar vita a specifici progetti per porre rimedio
a situazioni che essi, si', conoscono come precarie, ma che
nella efficacia dei numeri assumono una valenza diversa e piu'
incisiva.
L'obiettivo che MeglioMilano si era posto all'inizio
dell'Osservatorio e' stato raggiunto?
E' difficile rispondere con "oggettivita'" a questa domanda che
soprattutto i giornalisti ci pongono a ogni edizione che viene
presentata. Paradossalmente, proprio il successo di
quest'iniziativa ci indurrebbe a rispondere che l'obiettivo e'
stato raggiunto solo in parte: laddove non e' stato possibile
intervenire per i piu' diversi motivi, da quelli economici a
quelli normativi, nemmeno con una sperimentazione, nemmeno con
un atto significativo, verrebbe da dire che l'obiettivo di
miglioramento, che sta alla base della nostra associazione, e'
mancato.
Ma subito dopo, sorge la seconda constatazione, che cioe'
MeglioMilano ha tra le sue caratteristiche quella di essere
"cerniera" tra i tanti soggetti operanti nell'area metropolitana
per far si' che i problemi vengano affrontati. Non puo' quindi
MeglioMilano occupare spazi che non le competono e che sarebbe
sbagliato che occupasse, anzi, che invadesse.
Con quest'atteggiamento propositivo, l'associazione intende
proseguire nella sua attivita' dell'Osservatorio e delle
iniziative che riesce a progettare e a realizzare, con la
collaborazione del settore pubblico e privato e con l'apporto
dei suoi soci, prima di tutto quelli fondatori, tra cui appunto
la Camera di Commercio milanese che ci ospita in questa sua
rivista.