di Pier Daniele Melegari e
Vittoria De Franco
PIô IMPEGNI SPECIFICI PER LO STATO ITALIANO
Non e' dunque solo per volonta' di emulazione di nazioni a
democrazia piu' evoluta o per rispetto formale delle direttive
europee ma, in via prioritaria, per consentire alle sue imprese
di affacciarsi sui mercati globali in condizioni iniziali di
parita' con le concorrenti straniere, che anche lo Stato
italiano e' prepotentemente chiamato ad avviarsi verso
l'assunzione degli specifici impegni che la concezione delle
relazioni economiche sinteticamente tracciata sottende.
All'interno della compagine statale, gli Enti camerali - in
quanto costituenti frammenti, disseminati nel territorio, di
Pubblica Amministrazione al servizio delle imprese - hanno
assolto tra i primi, seppure a livello ancora embrionale, a
funzioni riconducibili entro la convenzionale denominazione di
"regolazione del mercato".
E' noto ad esempio che il mercato funziona bene se sono state
accertate le caratteristiche qualitative e quantitative dei
beni e dei servizi prodotti e scambiati al suo interno: la
rilevazione dei prezzi - che e' una delle funzioni tradizionali
delle Camere - assolve proprio a questo primario aspetto di
regolazione del mercato.
Ancora, e' noto che il mercato funziona bene se i suoi beni e
servizi possono venire prodotti e scambiati sulla base di
regole certe, condivisibili e note a tutti. A tale riguardo
un'esigenza profondamente avvertita e' l'elaborazione di
contratti tipo, cioe' di contratti che, proprio in virtu' della
standardizzazione della forma, assicurino maggiori tutele alle
parti piu' deboli. Inoltre, sempre per la difesa del contraente
meno protetto, si impone il controllo sull'eventuale presenza
di clausole abusive nei contratti.
Entrambe le competenze, e cioe' la predisposizione di contratti
tipo e il controllo sulla presenza di clausole inique nei
contratti, sono state recentemente attribuite alle Camere dalla
Legge 580/93 di riordino degli Enti camerali.
La stessa legge ha inoltre assegnato alle Camere specifiche
competenze in materia di arbitrato e conciliazione, con cio'
riconoscendo e rafforzando le funzioni arbitrali gia' svolte in
alcune Camere, tra cui, in primis, dalla Camera di Milano e
aprendo invece la strada a una disciplina ancora in gran parte
inesplorata: la conciliazione. Tale riconoscimento inoltre
sembra corrispondere alla concomitante ammissione, da parte
della giustizia civile ordinaria, di non riuscire a farsi
carico, da sola e in tempi brevi, della composizione delle
controversie che insorgono nei rapporti economici.
Il mercato pero', per quanto dotato di regole apertamente
condivise, per quanto abbia a disposizione strumenti atti ad
assicurare il rispetto di tali regole e a sanare eventuali
contrasti, puo', se non e' sufficientemente forte e attrezzato,
subire l'attacco di agenti esterni che, utilizzando pratiche
violente e illegali, tentano di introdursi al suo interno,
minandone le regole e danneggiando le relazioni che si sono
naturalmente costituite.
Il riferimento e' in primo luogo alla criminalita' organizzata,
il cui tentativo di inserirsi nelle pieghe di un tessuto
produttivo ricco e variegato come quello milanese e' stato piu'
volte denunciato. In una citta' in cui nascono, prosperano e
soccombono, con una certa rapidita', societa' di ogni tipo, e'
certo facile - per chi svolge attivita' criminose -
mimetizzarsi, agire nell'ombra, assumendo un'apparenza di
legalita'.
Il riferimento e' pero' anche a forme non organizzate di
infiltrazioni malavitose che sono pero' cosi' diffuse e
frequenti da minare sin dalle fondamenta le regole del mercato.
E' giocoforza, in quest'ultimo caso in particolare, pensare
all'usura la cui obiettiva espansione ha determinato una
crescente visibilita' sociale di un fenomeno che ha origini
antichissime e che sembrava confinato nella letteratura
ottocentesca.
La sua recente recrudescenza e' stata alimentata da un insieme
di fattori primo fra tutti la crisi economica che ha accentuato
gli elementi di criticita' gia' presenti nell'ordinario
rapporto delle Pmi con il sistema creditizio italiano.
In sostanza, le tradizionali difficolta' di accesso al credito
delle Pmi - per molti versi strutturali e derivanti dalla minor
"visibilita'" e "certificabilita'" della propria condizione di
soggetti solvibili - sono state amplificate dagli effetti di
una crisi che, riducendo le entrate proprie delle imprese e il
relativo grado di affidabilita', ha reso ancor piu'
difficoltoso il ricorso al gia' problematico finanziamento di
origine bancaria, aprendo in tal modo la strada a canali
alternativi, ma onerosissimi, di credito.
La Camera di Commercio di Milano - proprio in quanto
istituzione al servizio delle imprese e in quanto investita dei
citati compiti di regolazione del mercato - sente fortemente la
propria missione pubblica e - con particolare riferimento ai
rischi di infiltrazione criminosa entro le maglie del mercato -
avverte di essere prepotentemente chiamata in causa, facendosi
carico del mandato che le giunge dalle Associazioni di
Categoria e dal contesto sociale locale piu' in generale.
Anche le Associazioni di Categoria, infatti in questi mesi si
sono direttamente impegnate in una serie di iniziative
finalizzate a studiare e a combattere il fenomeno dell'usura.
I dati associativi a disposizione sono pero' spesso molto
difformi tra loro, con una disomogeneita' che indubbiamente
rispecchia anche le diverse e particolari visuali con cui ogni
componente del mondo associativo guarda al fenomeno. Questo
fatto induce infatti a stimare il volume d'affari dell'usura in
ragione di valori che oscillano - solo nel 1944 - tra un
massimo di 18.500 miliardi e un minimo di 5000 miliardi.
Tale disomogeneita', se da una lato dimostra che sono le
Associazioni a disporre dell'immediata temperatura del
fenomeno, dall'altro conferma la necessita' di un organismo che
- dando completezza allo sforzo associativo - sia in grado di
sottrarre il fenomeno alla sua imponderatezza.
Proprio in virtu' della sua veste super partes, la Camera di
Commercio di Milano, sin dalla scorsa primavera, ha cominciato
ad attivarsi per conoscere piu' a fondo il fenomeno realizzando
analisi, studi e raccolte di dati. Inoltre, con il fine di
sollecitare una riflessione congiunta sulla questione,
convogliando in un'unica sede interessi e punti di vista anche
contrapposti, ha promosso una serie di incontri con le
Associazioni di Categoria.
Il contatto e le sollecitazioni degli imprenditori - anche se
mediati dalle loro Associazioni di Categoria - ha spinto la
Camera a elaborare un'iniziativa piu' complessa e sistematica
che - dando ragione del suo essere Istituzione che si pone al
servizio delle imprese con il fine primario di salvaguardare lo
sviluppo armonico del mercato - offra sbocco e coordinamento al
patrimonio di informazioni e contatti raccolto.
E' stato cosi' concepito un Osservatorio Permanente sulla
Criminalita' Economica sorto come un luogo istituzionale, che
consenta di realizzare un monitoraggio di "secondo livello" di
tali fenomeni criminosi e in primo luogo dell'usura.
L'Osservatorio permettera' sia di instaurare piu' stretti e
regolari rapporti di collaborazione con le associazioni
d'impresa, del credito e della finanza, sia di aprire canali
"privilegiati" di contatto con le varie istituzioni coinvolte
(anche in sede sanzionatoria) nell'azione di contrasto.
Infatti solo il coinvolgimento di una pluralita' di soggetti
apportatori di conoscenze nonche' di interessi diversi puo'
consentire di comprendere, sin dalle origini e nei suoi
sviluppi piu' articolati e reconditi, il complesso insieme di
vicende che ha portato all'infiltrazione della criminalita' nel
mercato milanese.
I DUE OBIETTIVI DELL'OSSERVATORIO
L'Osservatorio dovra' perseguire due principali linee d'azione:
innanzitutto il rafforzamento degli strumenti conoscitivi atti
a quantificare e qualificare il fenomeno della criminalita'
economica, cercando di coglierne diffusione, caratteri ed
evoluzione; in secondo luogo l'assunzione di una funzione piu'
propriamente propositiva in grado di incidere piu' direttamente
sul fenomeno.
Per il perseguimento della finalita' conoscitiva, si rivela
indispensabile procedere - utilizzando un'apposita banca dati -
alla raccolta di dati e informazioni puntuali e attendibili sul
fenomeno a livello locale, ma anche in ambito nazionale ed
europeo. Tale base di dati servira' per la realizzazione di
studi comparati sul fenomeno e soprattutto consentira' di
elaborare modelli anche a carattere previsionale sui suoi
possibili sviluppi futuri.
E' evidente che, per l'assolvimento di tale finalita', da
considerarsi in certo senso preordinata rispetto a quella
operativo-propositiva, per la Camera diventa importante,
addirittura indispensabile, la collaborazione di esperti
esterni.
L'Osservatorio e' pertanto aperto ai contributi e alle
interazioni con Centri di Studio e altre Istituzioni gia'
attive nel campo della criminalita' organizzata che possano
apportare alle ricerche e agli studi finora condotti il valore
aggiunto che deriva da un'impostazione metodologicamente
rigorosa e scientificamente all'avanguardia.
D'altra parte la collaborazione con la Camera non puo'
rivelarsi che proficua anche per tali Enti perche' essi
potranno godere, a loro volta, del valore aggiunto derivante
dalla piu' marcata azione dell'Osservatorio sul versante
politico-operativo
Assolta la basilare e imprescindibile necessita' di conoscenza
sull'entita' del fenomeno e sulle sue caratteristiche, i lavori
dell'Osservatorio dovranno poi divenire di stimolo e di
supporto a iniziative concrete, che comprendono ad esempio
proposte di legge e interventi in materia di credito.
A quest'ultimo proposito e' necessario precisare che gran parte
delle Associazioni di Categoria e' concorde nel ritenere le
ordinarie logiche operative del sistema ufficiale d'offerta -
in primis quello bancario - ispirate da criteri particolarmente
penalizzanti per le Pmi in difficolta'. A loro parere infatti,
all'interno del sistema ordinario del credito sono evidenti
alcuni vizi sistemici, tra cui in particolare:
n-la presenza di elementi di rigidita' nei comportamenti dell'offerta nei confronti della domanda di credito, che hanno originato un mix deleterio per le Pmi di burocratizzazione del rapporto e di incertezze operative per il debitore;
n-la forte enfasi concessa, in sede di valutazione dell'affidabilita' d'impresa, alle garanzie di carattere patrimoniale, prassi che non infrequentemente da' luogo al paradosso di finanziamenti rifiutati a soggetti "meritevoli", ma poco noti, e crediti concessi a soggetti di nota solidita' patrimoniale, anche se meno affidabili sotto il profilo operativo.
D'altra parte, un'analisi attenta della dinamica del sistema di
credito in Italia non puo' non portare a convenire che la
stessa gestione finanziaria delle piccole imprese e' spesso
basata sull'improvvisazione e su una certa approssimativita'.
Questo tipo di carenza di tipo culturale e strutturale
dell'imprenditorialita' italiana, specie se di minori
dimensioni, si riverbera poi in una difficolta' di rapporti con
i canali abituali di credito e porta con frequenza i piccoli
imprenditori a cadere nella trappola dell'indebitamento
illegale che apparentemente e' accessibile con maggiore
semplicita'.
La Camera di Commercio di Milano, sia per il tramite
dell'Osservatorio, sia con interventi gestiti direttamente, ha,
tra le sue finalita', l'ambizione di contribuire a comporre
questo processo dicotomico tra imprese e istituzioni
finanziarie e di accrescere il dialogo tra di loro.
Questa finalita' ha portato la Camera ad attivare meccanismi
che da un lato consentano di incrementare la trasparenza del
sistema finanziario e che dall'altro aumentino la
competitivita' delle Piccole e Medie Imprese nei confronti del
settore creditizio.
A tale ultimo proposito l'Ente camerale ha di recente concepito
un'architettura articolata di interventi. In primo luogo, e
come obiettivo di piu' breve periodo, la Camera intende infatti
proseguire nei suoi programmi tradizionali volti ad accrescere
la dotazione di garanzie che le Pmi non sono in grado di
presentare alle banche, anche attraverso una rivalutazione
dell'apporto camerale ai Fondi Rischi dei Consorzi e delle
Cooperative di garanzia collettiva Fidi.
Inoltre l'Ente camerale si e' fatto promotore, assieme ad
Assolombarda, di un organismo, l'"Agenzia per il credito e la
Finanza" che nasce proprio con lo scopo di mettere a punto una
gamma di interventi correttivi (che vanno dalla negoziazione,
nei confronti del sistema creditizio, di condizioni primarie
per le imprese, all'offerta di servizi di informazione e
assistenza finanziaria) volti alla creazione di un rapporto
piu' equilibrato tra domanda e offerta di servizi finanziari.