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Impresa & Stato N29 - Rivista della Camera di Commercio di Milano

SISTEMI OLONICI PER AZIENDE VIRTUALI

di Cesare Saccani


"Ritengo impossibile conoscere le parti in quanto tali senza conoscere il tutto ma ritengo altrettanto impossibile conoscere il tutto senza conoscere singolarmente le parti" (Pascal).

SISTEMA ORGANIZZATIVO ORDINE E CAOS

Lo scenario competitivo entro il quale agiscono le imprese e' caratterizzato da un vertiginoso aumento della complessita' ossia un insieme disordinato di fenomeni, azioni, interazioni, retroazioni, determinazioni e incertezza che costituiscono il nostro mondo. I suoi lineamenti sono quelli dell'accozzaglia, dell'inestricabile, del caos.
Per imprenditori e manager "complessita'" significa cambiamenti sempre piu' rapidi dei bisogni dei clienti, evoluzione vorticosa e scomposta delle tecnologie, apertura continua di nuovi mercati, arrivo repentino di nuovi competitori sul proprio mercato, innovazione delle logiche gestionali eccetera.
Di fronte a un simile contesto i problemi fondamentali di un imprenditore o di un manager si possono ricondurre ai seguenti:

a) filtrare, selezionare e distinguere, nel confuso universo delle informazioni, soltanto quelle necessarie per svolgere il proprio business;

b) trasformare rapidamente queste informazioni in processi/prodotti per cogliere le opportunita' che si presentano in modo sempre piu' volatile.

Nasce per questo la legittima necessita' di mettere ordine nei fenomeni, di allontanare l'alea, di depurare dall'ambiguita', di chiarire, distinguere e gerarchizzare.
Per molto tempo questo bisogno di ordine ha caratterizzato anche l'azione organizzativa originando forme e soluzioni fondate sul tentativo di opporre l'ordine al disordine.
Divisione scientifica del lavoro, standardizzazione dei prodotti, relazioni formali e rigide tra i membri delle organizzazioni sono soltanto alcuni dei princi'pi introdotti in questa prospettiva.
Ancora oggi molte imprese, malgrado le dichiarazioni di intenti in senso opposto, continuano ad applicarli limitandosi ad apportare al piu' dei correttivi superficiali.
In effetti per molti anni e, in qualche caso, ancora oggi, l'introduzione dell'ordine nelle organizzazioni ha consentito alle imprese di accumulare profitti significativi, di accrescere le dimensioni e di conquistare e mantenere posizioni di leadership. Tuttavia questi risultati sono stati possibili in epoche in cui i mercati presentavano dinamiche di crescita regolari e comunque abbastanza prevedibili, lo sviluppo delle tecnologie avveniva in modo controllato e la domanda di prodotti diversificati era ancora involuta.
Non appena il tasso di cambiamento ambientale ha cominciato a crescere rapidamente molte delle imprese che avevano cercato di opporre l'ordine organizzativo al disordine ambientale sono entrate in crisi.
Viceversa hanno cominciato a emergere progressivamente le imprese caratterizzate da forme organizzative piu' snelle, flessibili e comunque piu' rapide a reagire al disordine ambientale attraverso il disordine organizzato.
Apple, Microsoft, Benetton e Aprilia sono soltanto alcuni degli esempi di successo che dimostrano, in presenza di forte complessita' ambientale, la superiore efficacia delle soluzioni organizzative fondate sulla capacita' innovativa, sulla creativita' e sull'adattamento rapido ai cambiamenti esterni.
Il "disordine organizzato" sembra essere la risposta piu' ricca di contenuti e feconda di opportunita' al carattere schematico, astratto e riduttivo delle "organizzazioni ordinate".
Tuttavia nessuna impresa puo' esistere nel disordine totale dal momento che non ci sarebbero elementi di stabilita' sufficienti su cui fondare l'organizzazione.

VERSO IL NUOVO PARADIGMA

Ma allora qual e' il sistema organizzativo che consente di introdurre nelle imprese la creativita' e il disordine, portatori di inventiva e adattabilita', senza per questo rinunciare all'ordine indispensabile per filtrare e selezionare le informazioni?
In altre parole quale sistema organizzativo presenta contemporaneamente:
a) un'elevata capacita' di accumulazione di conoscenza (ordine selettivo);
b) una grande capacita' di sfruttamento rapido della stessa (disordine creativo ma finalizzato)?
La presenza simultanea di queste due capacita' e' rara.
Nelle imprese integrate verticalmente esiste una notevole capacita' di accumulazione di conoscenza ma una limitata capacita' di impiegarla efficacemente dovuta alla rigidita' delle forme organizzative. Al contrario, nei distretti industriali o nelle filiere di decentramento produttivo la flessibilita' e le dimensioni ridotte delle imprese consentono la trasformazione rapida della conoscenza ma presentano dei limiti nella capacita' di accumulazione a causa della prevalenza delle comunicazioni di tipo informale.
Per la singola impresa e' sempre piu' difficile acquisire e accrescere queste capacita' in modo autonomo e in quantita' e qualita' tali da rispondere efficacemente alla crescita della complessita'. L'obiettivo di massimizzare l'efficienza e l'efficacia nel processo di accumulazione della conoscenza genera, all'interno di una singola azienda, delle strutture organizzative difficilmente compatibili con la flessibilita' e la rapidita' di reazione alle sollecitazioni ambientali.
Le crisi delle imprese che hanno perseguito in passato la via dell'integrazione verticale, di molti distretti industriali e di diverse catene di subfornitura secondo semplici logiche di decentramento produttivo testimoniano la difficile conciliabilita' delle due capacita'.
Per vincere la sfida della complessita' le chiavi fondamentali diventano allora:
a)-la massima condivisione del sapere per espandere la base di conoscenza disponibile attraverso un elevato numero di interazioni con altre imprese (fornitori, clienti, concorrenti), centri di ricerca e tutti coloro che possono partecipare al processo di produzione e accumulazione della stessa;
b)-l'impiego periferico della conoscenza acquisita dal sistema d'appartenenza per sfruttare localmente e rapidamente le diverse opportunita' di business che si presentano.
La direzione da prendere e' quella della costituzione di sistemi a rete di imprese in cui il focus delle transazioni si sposti dal semplice scambio di beni e servizi governato dal meccanismo dei prezzi a un piu' ampio e complesso scambio di informazioni animato da un forte spirito di partnership e finalizzato alla crescita della base di conoscenza condivisa da cui attingere.
In quest'ottica le esperienze maturate fino a oggi nei distretti industriali, nelle reti di piccole imprese, nelle catene di rapporti cliente-fornitore basate su logiche di comakership e codesign assumono la veste di passaggi intermedi necessari ma non ancora definitivi verso il nuovo paradigma.
L'aumento della complessita' richiede infatti un ulteriore passo in avanti.
Le indicazioni piu' preziose per rispondere alla domanda posta all'inizio di questo paragrafo provengono da molti studi tuttora in corso di svolgimento a livello internazionale, confortati dalle esperienze maturate presso alcune imprese eccellenti.
E' opinione sempre piu' condivisa che la soluzione risieda in sistemi a rete i cui rapporti sono ancora piu' evoluti e complessi di quelli attualmente sviluppati. Studiosi e manager hanno focalizzato la loro attenzione su un modello organizzativo particolare: il sistema olonico.1

IL SISTEMA OLONICO

Che cos'e' un sistema a rete di tipo olonico? Quali sono i suoi princi'pi costitutivi?
Il sistema olonico e' un'entita' globale organizzata di interrelazioni tra unita' operative (imprese) e individui ad alto livello di autoregolazione e capaci di cooperare tra loro (ossia di condurre vari tipi di transazioni efficaci) mantenendo la propria autonomia in vista di risultati condivisi o di finalita' comuni.
In questo senso il sistema olonico puo' essere pensato in termini di capacita' organizzativa potenziale che favorisce l'aggregazione rapida di imprese finalizzate allo sfruttamento di opportunita' di business.
Come un distretto industriale o una filiera di decentramento produttivo il sistema olonico si presenta con i caratteri della comunita' e del gruppo. Rispetto a questi modelli esso presenta un aspetto distintivo essenziale: l'organizzazione. Le singole parti, pur muovendosi in totale autonomia, sono tenute insieme da un sistema organizzato di infrastrutture che consente loro di agire, in certe situazioni dettate dalle opportunita' di business che si presentano, come fossero un'unica impresa.
I confini di tale sistema non sono limitati e superano per estensione geografica i confini territoriali di un distretto industriale, e per rapporti gerarchici quelli di una filiera di decentramento produttivo. Infatti le imprese sono tenute insieme da un insieme complesso di legami che governa di fatto i rapporti tra esse in uno spirito di partnership globale.
Lo scopo fondamentale di questo sistema non e' quello della semplice accumulazione di conoscenza (dopo tutto la pressione competitiva e lo sviluppo tecnologico sono in grado di erodere rapidamente cio' che si e' costruito in termini di vantaggio) ma piuttosto quello della creazione di una base di conoscenza condivisa, di competenze specifiche e di capacita' di auto- organizzazione che guidino e modellino il sistema di percezione degli stimoli esterni, la loro diffusione rapida all'interno del sistema e la loro trasformazione in azioni finalizzate al business.
Il modo di fare business di questi sistemi pertanto e' caratterizzato da una continua e articolata interazione reciproca, non traumatica, tra un gruppo di imprese e l'ambiente circostante.
Come un organismo vivente il sistema olonico non e' una semplice aggregazione di imprese, di parti di esse o di processi elementari, quanto piuttosto una gerarchia integrata di sottosistemi autonomi costituiti a loro volta da sottosistemi e cosi' via. Ciascun sottosistema persegue un proprio obiettivo autonomo ma e' in grado di allinearsi con tutti gli altri nel perseguire un obiettivo comune.
Il sistema olonico non e' un'alleanza tattica o un consorzio tra imprese per affrontare insieme questo o quel problema specifico quanto piuttosto un'alleanza di natura strategica che coinvolge un vasto numero di soggetti all'interno di un determinato sistema di business e garantisce loro la massima autonomia operativa con il supporto di una base superiore di conoscenza a livello sistemico.
In un sistema olonico non e' la struttura a rimanere invariante nel tempo, fornendo a esso la identita', quanto piuttosto il sistema di interrelazioni che si ritrova a tutti i livelli della gerarchia.
Le unita' funzionali a ogni livello della gerarchia sono a due facce in quanto agiscono:
a) come totalita' quando sono rivolte verso il basso;
b) come parti quando sono rivolte verso l'alto.
Ogni sottosistema viene denominato "olone" in quanto presenta sia le proprieta' autonome che lo distinguono dalle altre parti del sistema sia tutte le proprieta' che distinguono il sistema, nella sua totalita', da altri.
Descritto in questo modo il sistema olonico presenta analogie molto forti, almeno nei princi'pi fondamentali con l'idea di federalismo.

SISTEMA OLONICO: I PRINCIPI FONDAMENTALI

Parafrasando cio' che Charles Handy2 afferma parlando di federalismo il sistema olonico "cerca di essere grande in certe cose e piccolo in altre, di centralizzare in alcuni casi e di decentralizzare in altri. Cerca di operare localmente attraverso molte delle sue decisioni, ma di dare ai propri obiettivi un carattere globale. Si sforza di massimizzare l'indipendenza, tenendo conto che esiste comunque una certa interdipendenza; di incoraggiare le differenze ma entro certi limiti; cerca di mantenere un centro forte ma al servizio delle parti; puo' e deve essere guidato da quel centro ma deve essere gestito dalle diverse entita'. All'interno di un sistema olonico il piccolo puo' influenzare il grande e i singoli possono esercitare la loro influenza".
L'idea di sistema olonico, elaborata per descrivere alcune strutture organizzative diffuse nel mondo della natura (esempio: stella marina), puo' essere applicata anche al mondo delle imprese come modello di riferimento per descrivere una configurazione sistemica fortemente flessibile, reattiva e adattativa.
In effetti da qualche tempo molte imprese fortemente integrate verticalmente e spesso operanti su scala multinazionale hanno imboccato questa strada per riconquistare la flessibilita'.
Gli slogan "Apple Federation", "Dobbiamo diventare un'azienda olonica" (Nec), "Agire locale, pensare globale" (Abb) sono soltanto alcuni esempi delle scelte strategiche prese da queste imprese in tale direzione.
In un sistema olonico ordine e disordine, gerarchia e caos, stabilita' e instabilita' ritrovano un punto di equilibrio che consente a tale forma organizzativa di rispondere in modo piu' efficace di altre alla sfida della complessita'.
I presupposti indispensabili per raggiungere questo equilibrio sono costituiti da due princi'pi che sono alle fondamenta di un sistema olonico:
a)-la doppia cittadinanza;
b)-la sussidiarieta'.

LA DOPPIA CITTADINANZA

Il primo principio e' quello della "doppia cittadinanza": ogni persona appartiene a un'organizzazione "locale", sia essa un'impresa o un gruppo sociale e, contemporaneamente, a un sistema pi complesso, sia esso una federazione di gruppi e organizzazioni oppure un sistema di business.
Di qui l'importanza che assume il senso di appartenenza nel rapporto tra individuo e organizzazione. Esso infonde sicurezza, stabilit e motivazioni ma, soprattutto, e' in grado di orientare in modo significativo, i comportamenti e l'assunzione di responsabilita' di una persona all'interno dell'organizzazione.
La comprensione che il senso d'appartenenza si manifesta a piu' livelli e' fondamentale.
Nella vita privata il doppio senso di appartenenza e' abbastanza normale. Quando un individuo si sposa entra a far parte di un nucleo familiare ristretto, comprendente la moglie e i figli, e, allo stesso tempo, di un sistema di parentela molto piu' esteso.
Nella vita all'interno delle imprese la percezione della "doppia cittadinanza" e' piu' debole.
Le priorita' e le decisioni, gli atteggiamenti e i comportamenti di una persona sono infatti largamente dominati dal sistema di relazioni locali con le persone o i gruppi piu' vicini ma spesso non tengono in considerazione alcuna i loro effetti sul sistema piu' generale di interazioni nel quale e' inserita l'organizzazione locale.
Per gli esperti di strategia questo significa che tra organizzazione locale e sistema generale di riferimento si instaurano relazioni che provocano "giochi a somma zero" o, peggio ancora, "giochi a somma negativa".
Gran parte dei problemi dipendono dal fatto che e' il sistema piu' grande a determinare i vincoli e le possibilita' del sistema piu' piccolo e che all'interno di quest'ultimo mancano spesso gli strumenti per comprendere la natura delle priorita' e delle logiche che governano il funzionamento del primo.
L'equilibrio tra piccolo e grande non e' mai facile. La concessione dell'autonomia e dell'indipendenza da parte del piu' grande implica infatti il riconoscimento della diversita'.
La doppia cittadinanza consente il superamento di gran parte di tali difficolta'.
Se ogni persona o gruppo assume il senso d'appartenenza all'unita' locale e, contemporaneamente, al sistema maggiore di riferimento l'accettazione delle restrizioni imposte all'autonomia locale diventa piu' facile a condizione che esse risultino utili alle finalita' complessive del sistema stesso.
Soltanto in questo modo e' possibile superare il paradosso secondo cui la massimizzazione del vantaggio per l'autonomia richiede il sacrificio parziale della propria indipendenza.
Il sistema olonico induce nelle persone la diffusione del senso di doppia appartenenza sia a un sistema locale sia a un sistema piu' complesso che lo avvolge.

LA SUSSIDIARITA'

Il secondo principio fondamentale e' la sussidiarieta': le parti delegano al centro alcuni poteri e funzioni e il centro si mette al servizio delle parti per aiutarle a essere all'altezza delle loro responsabilita' e a sfruttare nel miglior modo possibile la grande autonomia decisionale a esse concessa.
Accentrare alcune attivita' non significa tuttavia concentrare potere quanto piuttosto costituire centri di servizio interni al sistema che sappiano liberare le economie di scala irraggiungibili dal singolo e quindi supportare, in modo piu' efficace ed efficiente, l'azione operativa delle parti.
In un sistema olonico le parti tendono a liberarsi di quelle attivita' non strettamente legate alla propria attivita' principale e a mantenere invece quelle per le quali si differenziano da altre in virtu' di una competenza specifica.
Accentramento di attivita' inoltre non significa concentrazione spaziale.
Il centro, contrariamente a quanto accadeva in passato, si frantuma e si delocalizza. Ogni parte del centro si colloca in luoghi determinati dal grado di trasferibilita' dei propri servizi alle altre parti del sistema.
Indipendentemente dalla localizzazione spaziale il centro assume compiti di orientamento strategico, di sviluppo dell'infrastruttura amministrativa e organizzativa, di definizione delle politiche di gestione delle risorse umane e di sostegno all'applicazione diffusa del principio della "doppia cittadinanza".
Il potere piu' importante che rimane al centro e' quello del diritto di intervento per dirimere eventuali controversie tra le parti oppure per apportare soluzioni correttive quando le cose non vanno bene.

I SOTTOSISTEMI FONDAMENTALI

Il sistema olonico e' caratterizzato da:
n-un sistema di valori condivisi;
n-una gerarchia autonoma distribuita;
n-un sistema informativo a rete autonoma distribuita.
Il sistema olonico presenta altre caratteristiche non meno importanti (esempio: sistema gestionale condiviso, sistema condiviso di qualificazione dei partner, sistema delle garanzie della qualita' ecc.) che meritano tuttavia un'attenzione maggiore.
Il sistema di valori condivisi rappresenta il collante fondamentale di un sistema olonico in quanto consente di:

n-favorire lo sviluppo di visioni globali a livello di sistema di business;

n-armonizzare i comportamenti dinamici delle diverse unita' operative;

n-sostenere il mantenimento dell'equilibrio dinamico tra le parti;

n-minimizzare i comportamenti opportunistici che generano deviazioni e costi transazionali.


Cultura diffusa del miglioramento continuo, trasparenza informativa, propensione al lavoro di gruppo, etica del business e fiducia reciproca sono alcuni tra i valori piu' importanti che devono permeare la vita all'interno di un sistema olonico.
Il sistema di valori condiviso costituisce una sorta di metalivello di comunicazione e di scambio di informazioni che consente alle parti di prendere le decisioni nell'interesse del sistema anche se tra esse non si attiva alcuno scambio di comunicazione (formale o informale).
Ricordando quanto avviene nel gioco del "Dilemma del Prigioniero" l'esistenza di un sistema di valori condivisi impedisce, o quanto meno riduce, la possibilita' che il processo di scelta individuale sia condizionato da supposizioni sul comportamento degli altri attori del sistema che si risolva in una decisione che genera una perdita per entrambi gli attori.
Il secondo sottosistema caratteristico e' costituito dalla gerarchia autonoma distribuita.
In un sistema olonico non esiste un unico centro decisionale, quanto piuttosto una pluralita' di potenziali centri decisionali. Ciascun centro potenziale e' in grado di assumere la leadership in qualsiasi momento in base alle diverse sollecitazioni (interne/esterne) che generano "cambiamenti" nello scenario in cui opera il sistema olonico.
L'esistenza di questo sistema consente di:

n-assegnare responsabilita' decisionali a livello periferico e comunque piu' vicino possibile al luogo ove si generano le occasioni di business;

n-percepire, valutare e cogliere le opportunita' di business locali;

n-reagire vicino a esse per sfruttarle al meglio attivando i migliori nodi per l'ottenimento del valore.

Il terzo elemento distintivo e' costituito infine dal sistema informativo a rete autonoma distribuita. Questo sistema e' l'espressione di uno dei valori fondamentali del sistema olonico: la trasparenza informativa.
Infatti, affinche' le unita' operative periferiche possano assumere la leadership e prendere decisioni rapide e corrette in funzione di determinate opportunita' di business e' necessario che all'interno del sistema le informazioni siano distribuite e disponibili in ogni parte.
La trasparenza informativa non e' soltanto un valore di base astratto ma diventa un fatto organizzativo. Con il supporto delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione l'informazione assume una centralita' strategica.
Il sistema informativo distribuito conferisce al sistema la capacita' di:

n-accedere a tutte le informazioni necessarie da qualsiasi punto;

n-inserire e aggiornare le informazioni in tempo reale;

n-adattarsi all'evoluzione delle tecnologie;

n-mantenere l'assetto organizzativo anche in presenza di modifiche all'organizzazione stessa (stabilita' di fronte all'entrata/uscita di unita' autonome);

n-utilizzare e gestire le informazioni in modo facile;

n-migliorare la sicurezza delle informazioni stesse (attraverso la divisione e la condivisione a distanza).

Questa particolare struttura del sistema informativo consente quindi di:

n-facilitare l'interazione del cliente esterno con l'interno del sistema;

n-diffondere le informazioni dove sono realmente utilizzate;

n-minimizzare i costi dei flussi informativi.

CONCLUSIONE

Rispetto ad altri sistemi a rete il sistema olonico offre, nell'insieme e a chi opera al suo interno, alcuni vantaggi di notevole importanza di cui citiamo i piu' importanti.

n-Rapidita' di risposta

Il sistema olonico e' il presupposto piu' adatto per rispondere rapidamente a segnali di cambiamento, piu' o meno deboli, provenienti da fonti diverse (interno/esterno) e a trasformarli in opportunita' di business. Infatti ogni "olone" (unita' del sistema) rappresenta una "antenna" del sistema e comunica "in tempo reale" con tutto il sistema cui appartiene. La conoscenza si produce, si accumula e si condivide a livello sistemico ma viene impiegata a livello periferico.

n-Capacita' di adattamento

L'apertura verso l'esterno e la circolazione delle informazioni all'interno mantengono costantemente attivo il sistema olonico. Tutte le unita' operative sono stimolate a sfruttare ogni forma di intelligenza esistente a livello individuale e, attraverso il coinvolgimento diretto del prosumer, a cogliere ogni opportunita'.
Quanto piu' un sistema e' lontano dall'equilibrio statico, caratterizzato da rigidita' organizzativa, burocrazia, scarsa circolazione delle informazioni (esempio: imprese integrate verticalmente secondo modelli razional-tayloristi) tanto piu' aumentano le possibilita' di auto-organizzazione e di evoluzione.

n-Auto-conservazione

Il sistema olonico ha delle possibilita' di sopravvivenza e di evoluzione molto superiori a qualsiasi altro. In presenza di un qualsiasi segnale di disturbo, il sistema e' in grado di decomporsi in diversi sottosistemi e di ricomporsi, in tempo reale, sostituendo le parti non piu' funzionali senza distruggersi completamente.

n-Stabilita'

Il sistema olonico mantiene il proprio equilibrio dinamico bilanciando continuamente l'azione di tendenze opposte ma complementari (integrazione verso auto-asserzione, auto- mantenimento verso evoluzione).
Soltanto in questo contesto possono nascere quelle particolari forme organizzative altamente reattive alle sollecitazioni ambientali, guidate direttamente dal mercato e orientate esclusivamente alla creazione di valore per il cliente che abbiamo individuato come "aziende virtuali".

NOTE

1)-Il termine olonico deriva dal greco "olon" che significa "tutto".
2)-Charles Handy, L'epoca del paradosso, Olivares, 1994.

* Il sistema olonico (dal greco "olon" = tutto) e' una rete integrata e organizzata di imprese e di individui capaci di cooperare tra loro mantenendo la propria autonomia in vista di risultati condivisi o di finalita' comuni.
L'esistenza di un sistema olonico e' il presupposto essenziale per la costituzione delle aziende virtuali.
Ma che cos'e' un sistema olonico? Quali sono le sue caratteristiche peculiari? In questo articolo viene descritta questa particolare forma di sistema a rete mettendo in risalto i vantaggi che offre, soprattutto alle Pmi, di fronte all'aumento della complessita' dello scenario di riferimento.