Impresa & Stato N°27 - Rivista della Camera di Commercio di Milano

L'ATTRATTIVITA' DI MILANO PER IL SISTEMA DELLE IMPRESE

di Lanfranco Senn


Negli ultimi anni, con l'accelerarsi dell'integrazione europea, si é andata moltiplicando la nascita di networks di ricerca, con l'intento di rafforzare gli elementi di analisi comparativa su una serie di fenomeni economici e territoriali, la cui conoscenza era prevalentemente confinata agli ambiti nazionali.
Scopo primario di queste ricerche comparative é quello di valutare l'attrattività e la competitività di alcune regioni e aree metropolitane su cui farà perno in futuro lo sviluppo economico europeo.
Alcuni di questi networks sono nati per volontà esplicita della Comunità, interessata da un lato a conoscere la geografia probabile del suo prossimo sviluppo; e, dall'altro, a orientare le sue politiche di concorrenza e di riequilibrio territoriale. Altri networks sono nati invece spontaneamente tra centri di ricerca privati e universitari, con l'intento di accumulare conoscenze e interpretazioni comparate sui nuovi trend europei di sviluppo economico e spaziale.
E' nell'ambito di questi ultimi networks che si é formato due anni fa un gruppo internazionale di ricerca denominato TecSem Territorial Competition and Single European Market.
Ne fanno parte dall'inizio l'Università di Reading per la Gran Bretagna; Euricur, un centro di ricerca della Erasmus Università per i Paesi Bassi; Cesure, un gruppo di ricerca dell'Università di Lille per la Francia; l'Institute for Regional Studies di Stoccolma per la Svezia; l'Istituto di Pianificazione Territoriale del Politecnico di Zurigo per la Svizzera; Gruppo Clas, centro di ricerca privato di Milano per l'Italia. Più recente é l'entrata nel network di ricercatori dell'Università di Madrid per la Spagna e dell'Università di Dortmund per la Germania.
Il primo obiettivo del network TecSem é stato quello di svolgere un'analisi comparata con la stessa metodologia sull'attrattività delle principali Capitali economiche dei diversi Paesi. Il confronto tra le diverse situazioni é ancora in corso, ma buona parte dei singoli case-studies é già stata portata a termine.
Il caso di Milano é stato tra i primi completati e dello studio si offrono in questo articolo alcune conclusioni preliminari.1
Esse si riferiscono in attesa di ulteriori contributi che riguardano le politiche di sviluppo urbano messe in atto dalla Pubblica Amministrazione a una estesa indagine svolta presso le imprese, per verificare l'importanza che esse attribuiscono ad alcuni fattori che rendono l'area metropolitana milanese attrattiva per la loro attività.
La ricerca é stata svolta su due piani di indagine consecutivi. Il primo é consistito in un questionario postale inviato a un campione di imprese manifatturiere e terziarie appartenenti ai settori più dinamici (così definiti sulla base dei tassi di crescita più elevati a livello comunitario). La prima indagine ha prodotto 450 risposte. Tra le 100 imprese più interessanti é stata svolta una seconda indagine mediante interviste dirette, volte ad approfondire alcuni aspetti particolari.
Per l'individuazione dei campioni statistici é stato utilizzato l'archivio nominativo Aspo di Unioncamere, aggiornato al 1991; la base territoriale di riferimento é stata quella della Provincia di Milano, con esclusione del Lodigiano.La struttura del campione é indicata nelle Tabelle 1 e 2.
Come si può osservare nella selezione dei campioni sono state volutamente sottodimensionate le quote di rilevazione dei settori dell'edilizia e del commercio; e sovradimensionata quella relativa ai servizi.

L'ATTRATTIVITA' LOCALIZZATIVA

L'attrattività dell'area metropolitana milanese per le imprese che vi operano é stata legata all'importanza che esse attribuiscono a 58 fattori di localizzazione classificati in sei categorie sintetiche: fattori di costo; fattori legati alla disponibilità e qualità delle risorse; fattori legati all'agglomerazione urbana (prossimità); fattori legati all'accessibilità (in senso lato, le infrastrutture); fattori legati al contesto ambientale; fattori legati all'esistenza di politiche da parte del governo locale (Tabella 3).
Sulla base dell'elenco di tali fattori, al campione di imprese intervistate é stato richiesto di indicare per ciascuno di essi l'importanza assunta dal fattore per l'impresa e il giudizio sull'adeguatezza o meno dell'offerta del fattore nell'area. Entrambe le valutazioni sono state espresse secondo una scala ordinale (trascurabile, poco importante, importante, fondamentale per l'importanza; molto insoddisfacente, insoddisfacente, buona, ottima per le dotazioni).
L'importanza del fattore, così come dichiarata dall'intervistato, costituisce un indicatore approssimato della domanda di fattori di localizzazione, mentre la valutazione sulle dotazioni esistenti nell'area costituisce un indicatore altrettanto approssimato del livello dell'offerta locale.
La conoscenza della domanda e soprattutto della domanda insoddisfatta di fattori di localizzazione consente da un lato di orientare gli interventi di governo dell'economia locale secondo priorità, dall'altro di prevedere come tendono a distribuirsi nello spazio e tra i diversi soggetti gli effetti dell'azione pubblica.

I FATTORI PIU' FREQUENTI

I fattori più frequenti, dunque, a carattere trasversale, sono costituiti da tutte quelle voci che incidono significativamente sulla performance aziendale di un numero grande di imprese, a prescindere dal loro settore o da altre peculiarità strutturali.
Essi sono quindi definiti tali se la maggioranza delle imprese intervistate li riconosce importanti o fondamentali per la propria attività.
L'analisi dei risultati mostra che esistono 11 fattori, fra i 58 elencati, indicati dalle imprese come importanti nella maggior parte dei casi.
Fra questi fattori dominano considerazioni di costo e considerazioni relative alla dotazione infrastrutturale nel campo dei trasporti e delle comunicazioni.
Più specificamente, i fattori di costo ritenuti importanti dalla maggior parte delle imprese sono il costo del lavoro (70,0%), del credito (57,3%), della vita (56,7%); il costo del lavoro é anche il primo in assoluto della lista e viene dichiarato fondamentale da un terzo delle imprese intervistate.
Non appaiono invece nella lista i costi relativi agli immobili, a conferma che la componente immobiliare non costituisce un vincolo rigido per la maggior parte delle imprese, almeno sotto il profilo del costo.
Le dotazioni infrastrutturali indicate come importanti dalla maggior parte delle imprese attengono principalmente al trasporto stradale e aeroportuale: autostrade (65,5%) e strade locali (61,3%), telecomunicazioni tradizionali (55,8%), aeroporto (50,0%).
Non emergono invece i sistemi di trasporto collettivo su gomma o su ferro sia nel campo della mobilità delle persone sia, tantomeno, in quello delle merci, a conferma del ruolo secondario svolto da questi modi di trasporto in Italia.
Oltre alle considerazioni di costo e di dotazione infrastrutturale appena esaminate, dalle interviste emergono anche altre indicazioni di fattori a carattere trasversale.
In primo luogo l'azione ordinaria della Pubblica Amministrazione: efficienza della P.A. (56,7%) e servizi pubblici locali (50,0%) sono le forme di azione ritenute più importanti dalla maggioranza delle imprese.
L'azione pubblica a sostegno diretto delle attività produttive non appare invece nella lista dei fattori più condivisi da tutte le imprese, dato il carattere più selettivo che essa riveste rispetto a codesti fattori.
In secondo luogo, anche se in numero notevolmente ridotto rispetto all'elencazione prevista, si hanno alcuni fattori relativi alla disponibilità di risorse locali. In particolare la disponibilità di lavoro qualificato (60,7%) e di servizi finanziari (52,0%).
Ciò fa chiaramente riscontro a due dimensioni peculiari di una realtà come Milano: la disponibilità di un pool di grande dimensioni di forza lavoro di buon livello qualitativo, e in secondo luogo l'essere il centro finanziario principale del Paese e di conseguenza l'aver sviluppato un vasto settore finanziario dove tutti i tipi di servizi possono essere reperiti.
Infine, é importante sottolineare che fra i fattori di tipo trasversale non ne compare nessuno relativo alla prossimità fra operatori e nessuno relativo al contesto ambientale.
In particolare, lungi dal riguardare i meri costi del trasporto, la prossimità dovrebbe invece rendere possibile la maggiore interazione e lo scambio di flussi di conoscenza fra le aziende, in modo da favorire l'introduzione di innovazioni (economie esterne dinamiche). Il fatto che essa non venga indicata come importante dalla maggior parte delle imprese intervistate può essere interpretato come un segnale di debolezza da parte delle imprese presenti nell'area, le quali non percepiscono (e forse non sviluppano o sfruttano adeguatamente) le opportunità offerte da un ambiente più interattivo.

I FATTORI DIFFUSI

Si tratta di quei fattori che sono ritenuti importanti da numerose imprese, seppur non dalla loro maggioranza, e che pertanto possono essere indicati come fattori a domanda diffusa. La soglia di identificazione é stata definita nel range fra il 40% e il 50% delle imprese intervistate.
L'elenco dei fattori a domanda diffusa é più lungo del precedente, contando 20 dei 58 fattori considerati, e presenta un mix piuttosto variegato dove in particolare:
-quasi scompaiono considerazioni di costo, con la sola eccezione dei costi dei fabbricati (47,7%);
-emergono invece elementi di contesto: sicurezza (47,2%), sistema scolastico (45,1%) e ambiente (42,9%);
- ed emergono elementi di prossimità: ai clienti (47,6%), ai fornitori (45,1%), ai potenziali collaboratori (43,1%).
L'azione pubblica a diretto sostegno delle attività produttive é ritenuta un fattore importante da molte imprese: innanzitutto la formazione professionale (48,9%), ma poi anche gli incentivi finanziari (46,5%), le politiche per la creazione di servizi alle imprese (43,8%), per esempio nel campo dell'innovazione tecnologica (42,0%).
Ancora un ruolo importante é assegnato a quei fattori nel campo delle infrastrutture di trasporto e di comunicazione non inclusi fra i fattori trasversali.
I sistemi di telecomunicazione avanzati sono indicati infatti da un numero sorprendentemente elevato di aziende (49,1%), ma vi é il fondato sospetto che tale informazione sovrastimi l'effettiva importanza del fattore, essendo forse stato in parte confuso con le apparecchiature di trasmissione (fax e modem) che si avvalgono delle linee telefoniche tradizionali. Tuttavia va anche osservato che il 22,0% delle aziende intervistate assegna alle telecomunicazioni avanzate un ruolo non solo importante ma addirittura fondamentale per il loro funzionamento.
Sono anche riconosciuti importanti i sistemi di trasporto collettivo di persone sia a scala urbana (48,0%) sia extraurbana (44,0%), mentre ancora una volta non compare il trasporto ferroviario. Complessivamente il trasporto di persone é importante per il 42,2% delle imprese intervistate mentre il trasporto di merci per il 47,7 per cento.
Infine, di nuovo appare una scarsa considerazione per le dotazioni di risorse presenti nell'area, anche se l'elenco di quelle individuate come importanti a carattere diffuso si allunga rispetto al precedente elenco dei fattori trasversali, avendo aggiunto sia il mercato del lavoro in generale (49,1%), la presenza di lavoratori con specializzazioni definite (49,4%) e con skill multilinguistico (48,5%); sia i servizi alle imprese (49,1%).

I FATTORI SPECIFICI

Sono ritenuti importanti da una minoranza, seppur consistente, di imprese intervistate. Di conseguenza, la soglia per la loro identificazione é stata compresa fra il 20% e il 40% delle imprese intervistate.
A differenza dei precedenti fattori, é probabile che questi non coesistano per la medesima impresa e, per contro, contribuiscano a designare più specificamente gruppi diversi di imprese.
Complessivamente sono emersi 20 fattori, principalmente concentrati fra le dotazioni di risorse, a dimostrazione delle caratteristiche di maggiore settorialità, o comunque di maggiore specializzazione che le risorse assumono, rispetto invece a fattori di carattere più trasversale quali quelli legati alle infrastrutture di trasporto o all'azione amministrativa ordinaria.
Emergono principalmente tre gruppi di fattori/risorse. Il primo legato agli insediamenti produttivi a carattere industriale: disponibilità di aree e fabbricati industriali (23,1% e 22,4% rispettivamente), compatibilità ambientali (25,1%) e approvvigionamenti energetici (29,8%). Il secondo più orientato a funzioni di natura commerciale e di scambio con l'esterno, per cui assumono rilevanza la capacità ricettiva delle strutture alberghiere (28,7%) e i servizi della fiera (28,2%). Il terzo, definito residualmente perchè meno caratterizzante dei precedenti (e dunque più diffuso), include la disponibilità di immobili per usi commerciali e per uffici (35,6%) e la disponibilità di servizi altamente specializzati reperibili localmente (36,9%).
Accanto alle risorse, appaiono importanti per alcuni gruppi di imprese anche fattori di altra natura.
Sul lato dei costi, oltre a quelli dei suoli (31,1%), un gruppo non indifferente di imprese si dichiara sensibile sia al costo dei servizi pubblici (38,0%) sia all'imposizione fiscale locale (38,4%).
Dato il livello effettivamente contenuto della pressione fiscale locale, non é escluso che queste risposte tendano a sovrastimare il suo peso effettivo sul bilancio delle imprese (le quali d'altra parte si erano in grande numero dichiarate influenzate dal grado di efficienza dei servizi pubblici e della Pubblica Amministrazione locale); ciò tuttavia segnala una certa avversione a questo tipo di prelievo, problema che in prospettiva é destinato a crescere mano a mano che si svilupperanno nuove forme di finanziamento della spesa pubblica su base locale anzichè centrale.
La prossimità ai subfornitori (26,9%) e alle fonti di informazione (36,9%) caratterizza l'interesse di un numero non trascurabile di imprese, ma ancora una volta gli elementi riconducibili alla categoria della prossimità sono poco riconosciuti dal complesso delle imprese.
Nel campo delle infrastrutture di trasporto appare finalmente la ferrovia che é riconosciuta importante dal 37,1% delle imprese intervistate, percentuale minima in assoluto all'interno della categoria a riprova del predominio del trasporto stradale, ma allo stesso tempo percentuale affatto trascurabile dal punto di vista del mercato del trasporto.
Fra gli elementi di contesto appaiono fattori solitamente non messi in luce quali la disponibilità di abitazioni, che invece non a caso raccoglie una percentuale elevata di consensi (38,2%).
Infatti, il funzionamento difficoltoso del mercato delle abitazioni (che si traduce in un basso numero di scambi e di contratti), comporta per le imprese riflessi negativi per esempio perchè é difficile favorire l'avvicinamento dei propri addetti, specialmente in fase di rilocalizzazione, con conseguenti ostacoli ai processi di riorganizzazione aziendale e di miglioramento dell'efficienza; in altri casi, la scarsa disponibilità di abitazioni (adeguate) si traduce in un aggravio dei costi e in riflessi negativi in termini di attrazione di nuovi addetti o di addetti dal di fuori dell'area (ma questo aspetto sembra essere sentito meno problematicamente); infine, difficoltà di reperimento di nuovo personale possono insorgere anche all'interno dell'area a seguito degli ostacoli a muovere la residenza da parte delle famiglie già residenti nell'area.
Altri elementi di contesto che influenzano le imprese sono il clima che comporta problemi principalmente nell'edilizia, ma anche in altre attività che si svolgono all'aperto; clima e funzioni culturali e ricreative presenti nella città possono inoltre avere ricadute non trascurabili sulle attività collegate al turismo d'affari e più in generale alla funzione turistica, presente piuttosto in modo latente nella città.
Infine, nel campo dell'intervento pubblico diretto, anche alcune azioni a favore dei processi di riconversione produttiva e a sostegno dei redditi dei lavoratori, e di conseguenza a parziale sgravio dei costi aziendali, sono indicati come importanti da un certo numero di imprese, così come la collaborazione con gli Enti locali é riconosciuta di una certa importanza, seppur raramente fondamentale, da almeno una impresa su cinque fra quelle intervistate.

I FATTORI DI NICCHIA

Si tratta di quei fattori che sono indicati come importanti da un numero ristretto di aziende e che pertanto si collocano nell'estremo opposto a quelli di carattere trasversale.
Identificati sulla base di una soglia massima pari al 20% delle imprese intervistate, essi sono appena 7 su 58 e si concentrano quasi esclusivamente fra quelli raggruppati nella categoria della prossimità.
A parte la vicinanza a vincoli localizzativi specifici che possono condizionare particolari aziende campionate, sono qui compresi la prossimità agli intermediari, ai concorrenti e ai laboratori di ricerca e sviluppo.
Fra le altre categorie appaiono invece voci residuali, fra le meno importanti, per esempio la accessibilità verso luoghi di svago e per il tempo libero (mari e monti), oppure fattori non definibili ex ante (altri costi) e, infine, una specifica forma di intervento pubblico per la predisposizione delle aree attrezzate per insediamenti produttivi, secondo i disposti della L.R.33/1981.

UNA PRIMA CONCLUSIONE

L'analisi presentata si basa su una lista di 58 fattori localizzativi identificati sulla base della letteratura scientifica in materia. E' ragionevole ritenere che non si siano omessi fattori rilevanti mentre, per contro, é possibile che siano stati inclusi elementi di una certa marginalità, per lo meno con riferimento al contesto milanese (il cui riscontro pratico é comunque motivo di conferma ex post).
Le risposte delle aziende devono essere prese con una certa dose di cautela poichè, come spesso accade, si giocano elementi di soggettività e di diversificazione intersoggettiva (per esempio nella capacità stessa di interpretare le domande e di elaborare correttamente le risposte), la cui correlazione con fatti oggettivi non é sempre riscontrabile.
Ciò premesso, l'analisi fornisce alcuni spunti degni di riflessione e che potrebbero contribuire a indicare le direzioni lungo le quali sviluppare l'azione di governo dell'economia locale.
Innanzitutto emerge in modo piuttosto inequivocabile la diversa portata delle dotazioni infrastrutturali rispetto a quelle prodotte da processi di mercato (le cosiddette risorse).
Le prime presentano infatti un prevalente carattere di trasversalità, cioé tale da riguardare la maggioranza delle imprese presenti, mentre le seconde sono più collegate a specializzazioni particolari, seppur secondo diverse intensità.
In secondo luogo, emerge in misura piuttosto accentuata l'importanza dei fattori di costo.
Il fatto che le imprese manifestino una così grande sensibilità ai costi solleva qualche perplessità. In effetti, la sensibilità ai costi dipende dalla difficoltà a trasferire aumenti dei costi sui prezzi, e ciò dipende a sua volta dal grado di competitività dei mercati e dalla presenza di concorrenti esterni. Ora é ben noto che la competizione di mercato basata prevalentemente sui prezzi é la forma meno vantaggiosa e a più basso valore aggiunto, a paragone di altre strategie di competizione, di carattere più dinamico e basate sulla innovazione dei prodotti e dove il prezzo é tuttalpiù uno strumento per innalzare barriere all'entrata di nuovi concorrenti.
Inoltre l'accentuazione della concorrenza di prezzo porta a ritenere che numerose produzioni svolte nel milanese possano essere e siano svolte anche altrove senza perdita rilevante di qualità. Ne consegue che le dotazioni di risorse necessarie per la realizzazione dei prodotti non siano un asset esclusivo o prevalente dell'area milanese, bensì un asset condiviso con altre realtà per numerosi tipi di attività e che questo favorisca i processi di diffusione territoriale, anche a scala sovranazionale, delle produzioni.
In terzo luogo, il ruolo della prossimità fra i produttori appare piuttosto sminuito, almeno dal punto di vista della percezione degli operatori. Trattandosi di un fattore che non ha una manifestazione esplicita fra i conti aziendali é probabile che l'aspetto percettivo giochi effettivamente un ruolo non secondario. Tuttavia, allo stesso tempo, il basso grado di consapevolezza dei vantaggi che possono derivare o che effettivamente derivano dall'operare in un ambiente diversificato e ad alta interazione potenziale segnala una certa debolezza delle imprese a trarre vantaggio dalla diffusione delle conoscenze e delle loro applicazioni che la prossimità rende possibile. Tale carenza é da ritenersi di una certa serietà se, come appare dimostrato da recenti ricerche, le economie esterne dinamiche costituiscono il principale motore della crescita economica urbana.
Per quanto attiene agli aspetti di contesto, pur non essendo particolarmente rilevanti nella valutazione delle imprese, essi assumono un ruolo non del tutto trascurabile. E' soprattutto il ruolo diretto dell'azione pubblica che emerge decisamente in alcuni suoi tratti essenziali. In effetti, la capacità di operare delle imprese appare significativamente condizionata dal comportamento dell'operatore pubblico locale, soprattutto per quanto riguarda il suo ordinario funzionamento e solo in seconda battuta per quanto attiene alle politiche indirizzate al sistema produttivo e al mondo del lavoro.
Dalle considerazioni fino a qui svolte emergono piuttosto chiari alcuni spunti per l'orientamento delle politiche.
E' evidente innanzitutto che le azioni nel campo infrastrutturale presentano un grado di pervasività in media superiore a quello delle azioni nel campo delle risorse. I benefici del miglioramento delle infrastrutture di trasporto e di comunicazione si distribuiscono in modo diffuso, mentre interventi finalizzati a rendere disponibili risorse devono avere una destinazione più mirata.
Nel campo infrastrutturale, gli organi del governo locale hanno fra l'altro specifiche competenze che li rendono, insieme all'amministrazione centrale dello Stato, responsabili comprimari della politica infrastrutturale; al contrario, nel campo delle risorse, l'azione pubblica locale può incidere secondo diversi gradi di efficacia, elevata per quanto riguarda la gestione del territorio e di conseguenza i mercati immobiliari, oppure per quanto riguarda alcuni servizi (per esempio la fiera), ma più bassa in altri campi (per esempio nel campo dei servizi alla produzione) e anche in quello del lavoro.
In secondo luogo, sul lato delle risorse, i condizionamenti maggiori appaiono collegati non tanto alla loro reperibilità quanto al loro costo. Di nuovo, il governo locale é in grado di influenzare in misura diversa gli elementi di costo citati: in misura significativa i costi immobiliari (attraverso la politica urbanistica), in misura più ridotta il costo del credito, quello del lavoro e il costo della vita che, invece, sono stati individuati di gran lunga come i più importanti.
Dati i vincoli posti dalle regolamentazioni nazionali, un ruolo non secondario del governo locale potrebbe comunque essere ricercato nella direzione dell'alleggerimento di numerose rendite posizionali di gruppi di pressione e nella direzione di favorire una maggiore flessibilità e tempi di reazione più veloci sul mercato dei fattori (Tabelle 4, 5, 6 e 7).

L'ARTICOLAZIONE TERRITORIALE ALL'INTERNO DELL'AREA METROPOLITANA

Per quanto riguarda la distinzione territoriale interna all'area metropolitana, l'indagine mostra che, accanto ad aspetti comuni all'intera area in esame, vi sono elementi di differenziazione spaziale di domanda di fattori di localizzazione.
Tali differenze sono in parte ascrivibili al diverso mix interproduttivo che caratterizza le subaree nelle quali é stato ripartito il territorio milanese, essendo la città più terziaria del resto della provincia.
In termini differenziali, la città si distingue dal resto della provincia per essere caratterizzata da un tessuto produttivo meno sensibile al lato dei costi e, in generale, alla reperibilità delle risorse. Al contrario, le imprese cittadine sono fortemente più interessate alle infrastrutture e ai servizi di trasporto e comunicazione disponibili.Il nord milanese, area di industrializzazione storica e di sviluppo intenso nel secondo dopoguerra, si distingue invece per l'importanza assegnata al ruolo delle risorse disponibili.
Le imprese localizzate in questiarea manifestano infatti un maggior legame con l'offerta di fattori produttivi reperibili localmente, anche in altre parti della provincia (per esempio la fiera). Parimenti, la specializzazione industriale dell'area la rende più sensibile delle altre alle politiche industriali e a sostegno delle attività produttive che vengono sviluppate a livello regionale.
Infine, per quanto riguarda l'area Ovest-Sud-Est della corona intorno a Milano, l'elemento di maggiore differenziazione rispetto al resto della provincia é costituito dalla qualità dell'ambiente in relazione alla funzione residenziale, riconosciuta in questa area mediamente più importante rispetto al resto della provincia: non a caso si tratta della parte di provincia che maggiormente ha anche visto crescere la sua popolazione nel corso dell'ultimo decennio, ancorchè le densità insediative permangono mediamente inferiori alla zona a nord di Milano.

PRIME VALUTAZIONI DELL'OFFERTA LOCALE

Le imprese intervistate non hanno solo espresso un giudizio circa l'importanza per la propria condotta di determinati fattori, ma hanno anche espresso un giudizio sul grado di bontà dell'offerta locale di tali fattori di localizzazione.
Si tratta ovviamente di un dato di tipo percettivo che potrebbe non collimare con un eventuale riscontro di tipo oggettivo. In aggiunta, si tratta di un giudizio di tipo assoluto anzichè relativo, poichè non é in genere ancora possibile confrontare l'offerta in localizzazioni alternative.
Gli stessi pareri delle diverse aziende non sempre coincidono, non ultimo perchè gli attributi di uno stesso fattore possono mostrare una variabilità significativa all'interno dell'area di studio (si pensi per esempio alla disponibilità di suoli). Per questo motivo é anche utile porre in evidenza le eventuali differenze di valutazione che emergono quando si confrontano imprese localizzate in zone diverse della provincia.
Nella parte che segue, i giudizi sulle dotazioni di fattori sono stati raggruppati in quattro classi nel seguente modo. Si sono individuati i punti di maggiore debolezza quando meno del 25% delle imprese intervistate ha espresso un giudizio positivo sulla dotazione di quel determinato fattore; punti di debolezza quando il giudizio di soddisfazione vede coinvolto fra il 25% e il 50% delle imprese intervistate; punti di forza quando almeno il 75% delle imprese ha valutato positivamente l'offerta, lasciando una categoria residuale di fattori, valutati mediamente e moderatamente in modo positivo.

I PUNTI DI MAGGIORE DEBOLEZZA

Vi é una generale convergenza di giudizio da parte delle imprese che l'azione pubblica locale sia ampiamente insoddisfacente, sia con riferimento all'ordinaria amministrazione (efficienza della Pubblica Amministrazione, servizi pubblici locali), sia per quanto attiene all'azione diretta nei confronti del sistema produttivo (le politiche industriali regionali).
Salvo alcune eccezioni, il giudizio di negatività risulta inoltre accentuato quando si prendono in esame le sole imprese localizzate all'interno della città di Milano a causa della crescente insoddisfazione sul funzionamento della sua macchina amministrativa.
Accanto all'azione pubblica diretta, anche altre variabili di contesto sulle quali il governo locale può esercitare un'influenza non trascurabile, quali la disponibilità di abitazioni, il livello della sicurezza contro la criminalità, la qualità ambientale, sono giudicate negativamente o molto negativamente dalla maggior parte delle aziende intervistate. Di nuovo i giudizi negativi si accentuano quando si considerano le sole aziende localizzate all'interno della città di Milano.
A fronte di una tale insoddisfazione per come l'azione pubblica é svolta, fa ovviamente riscontro un giudizio negativo anche sul lato della pressione fiscale locale; benchè é fattore di scarso rilievo complessivo, esso é però destinato ad accrescere la sua importanza nel tempo e pertanto non può essere in prospettiva sottovalutato.
Infine, per quanto attiene ai costi, un giudizio fortemente negativo emerge a proposito del costo della vita, specialmente per le aziende localizzate in Milano. Pur non traducendosi in forme di indennizzo precisamente codificate (come é per esempio nel caso di Londra, dove alla retribuzione va ad aggiungersi una indennità compensativa appositamente predisposta) é probabile che il costo della vita elevato tenda ad aumentare le aspettative di retribuzione degli occupati; inoltre, anche se il dato non assume una manifestazione contabile precisa, il costo della vita tende a riflettersi su una serie di decisioni di spesa, soprattutto per quanto attiene al funzionamento dell'attività degli uffici e ai canoni locativi.

ALTRI ELEMENTI DI DEBOLEZZA

Seppur in misura meno drastica rispetto alle precedenti valutazioni, anche altri fattori appaiono significativamente problematici all'interno dell'area milanese. Essi si concentrano principalmente sul lato dei costi e sul lato delle infrastrutture per la mobilità.
Per quanto riguarda i costi, sono i valori immobiliari a determinare i principali motivi di insoddisfazione. Suoli e fabbricati per usi non residenziali sono percepiti dalle imprese particolarmente costosi, specialmente quando riferiti alla sola città di Milano.
A tale proposito si deve tenere però presente che il valore della rendita immobiliare riflette la disponibilità a pagare da parte degli operatori e che pertanto esso costituisce un indicatore del grado di attrattività di un'area, in relazione ai benefici che essa offre. Elementi problematici andrebbero semmai ricercati in ostacoli all'aggiustamento dei valori in relazione alla dinamica economica, ma i dati più recenti segnalano che effettivamente si é realizzato un aggiustamento verso il basso in concomitanza con l'andamento congiunturale negativo dell'economia.
D'altra parte, il premio alla rendita economica é tanto maggiore in quanto, in presenza di fattori di attrazione, vige una normativa urbanistica di tipo vincolistico che, attraverso la creazione di una scarsità artificiale, previene l'adeguamento dell'offerta nel medio periodo specialmente per le localizzazioni più ricercate. In effetti, la scarsità di immobili commerciali di prestigio e con standard internazionali nelle localizzazioni non periferiche tende inevitabilmente a far lievitare i valori degli immobili esistenti nonchè a favorire aspettative rialziste che determinano uno zoccolo duro ai prezzi domandati.
Una considerazione a parte riguarda gli immobili commerciali di recente creazione, localizzati invece nelle zone periferiche e nellihinterland di Milano, il cui prezzo é significativamente più basso rispetto alle aree centrali, ma non per questo necessariamente più competitivo a causa degli attributi localizzativi dei siti periferici e del sistema delle accessibilità. In alcuni casi, gli operatori immobiliari hanno infatti segnalato la possibile messa in concorrenza fra tali localizzazioni periferiche in Milano e siti di maggior prestigio e centralità, con standard internazionale, ubicati in città non distanti (per esempio il centro S. Benigno e Corte Lambruschini a Genova). In aggiunta, la stessa programmazione urbanistica che nel corso degli anni Ottanta ha favorito il proliferare dell'attività edilizia commerciale nelle aree di periferia, non solo ha creato dei problemi a livello del sistema della mobilità a causa del mancato raccordo con la programmazione dei trasporti, ma ha a sua volta determinato un eccesso di offerta che tende a destabilizzare il mercato edilizio.
Per quanto riguarda invece gli altri costi, il giudizio complessivo appare meno severo; leggere differenziazioni territoriali appaiono soprattutto nel nord milanese, dove le imprese segnalano una maggiore insoddisfazione per quanto attiene al costo del lavoro, e per contro un giudizio meno negativo con riferimento ai costi dei servizi pubblici.
Il secondo nodo problematico che molte imprese hanno segnalato, é costituito dal sistema delle accessibilità. In effetti vige una diffusa insoddisfazione per il livello di dotazione infrastrutturale e dei servizi di trasporto specialmente nell'ambito dell'accessibilità locale. In particolare, nella città di Milano si registra la insoddisfazione più elevata quanto alla mobilità stradale, mentre nell'area Ovest-Sud-Est della corona sono soprattutto i servizi di trasporto collettivo a essere ritenuti fortemente carenti.

I PUNTI DI FORZA

La grande maggioranza delle imprese (almeno il 75%) concorda invece nel ritenere più che soddisfacente la prossimità esistente all'interno dell'area. Ciò significa che le imprese non soffrono del problema di ricercare altrove contatti e relazioni che, per esigenze operative o anche strategiche, esigono di essere svolti con frequenza oppure con rapidità, e che pertanto sono facilitati dalla vicinanza fra le parti.
Un giudizio particolarmente positivo riguarda la vicinanza ai clienti, ma anche ai fornitori e ai potenziali collaboratori; il giudizio si rafforza ulteriormente per le imprese localizzate all'interno della città di Milano.
Fra le risorse valutate più positivamente in termini di dotazione sono i fabbricati terziari, la disponibilità di lavoro in generale, di servizi finanziari e di approvvigionamenti energetici. La dotazione di fabbricati terziari é particolarmente positiva per le imprese localizzate al di fuori della città di Milano, mentre la disponibilità di lavoro é più marcata in città che fuori.
Le rimanenti risorse sono valutate positivamente dalla maggioranza delle imprese, a eccezione delle compatibilità ambientali; ma una notevole minoranza esprime un parere contrario: per questo motivo esse non sono assegnate al gruppo dei punti di forza.
Per lo stesso criterio, fra i punti di forza non compaiono neanche fattori connessi all'accessibilità, seppur la maggioranza delle imprese esprima un giudizio positivo per quanto attiene sia ai sistemi di telecomunicazione, sia ai trasporti su scala non locale.
Per quanto riguarda le risorse, giudizi mediamente più positivi si riferiscono alla disponibilità di lavoro qualificato o con skill multilinguistico; per contro giudizi meno positivi si riferiscono alla dotazione di spazi insediativi di tipo industriale e alla dotazione di servizi alberghieri.
Ovviamente, il giudizio sulle dotazioni di aree e fabbricati industriali migliora significativamente passando dal centro alla periferia. Al contrario, il passaggio dal centro alla periferia evidenzia chiaramente e in modo marcato la diminuzione della disponibilità di risorse umane a rilevante caratterizzazione professionale.

NOTE
1)-In questo stesso numero della rivista appaiono anche altri articoli, riferiti all'esperienza inglese, olandese e svizzera; oltre che due approfondimenti specifici sul caso di Milano concernenti le infrastrutture e i servizi.