di Lanfranco Senn
L'ATTRATTIVITA' LOCALIZZATIVA
L'attrattività dell'area
metropolitana milanese per le imprese che vi operano é stata
legata all'importanza che esse attribuiscono a 58 fattori di
localizzazione classificati in sei categorie sintetiche: fattori
di costo; fattori legati alla disponibilità e qualità delle
risorse; fattori legati all'agglomerazione urbana (prossimità);
fattori legati all'accessibilità (in senso lato, le
infrastrutture); fattori legati al contesto ambientale; fattori
legati all'esistenza di politiche da parte del governo locale
(Tabella 3).
Sulla base dell'elenco di tali fattori, al campione di
imprese intervistate é stato richiesto di indicare per ciascuno di
essi l'importanza assunta dal fattore per l'impresa e il giudizio
sull'adeguatezza o meno dell'offerta del fattore nell'area.
Entrambe le valutazioni sono state espresse secondo una scala
ordinale (trascurabile, poco importante, importante, fondamentale
per l'importanza; molto insoddisfacente, insoddisfacente, buona,
ottima per le dotazioni).
L'importanza del fattore, così come
dichiarata dall'intervistato, costituisce un indicatore
approssimato della domanda di fattori di localizzazione, mentre la
valutazione sulle dotazioni esistenti nell'area costituisce un
indicatore altrettanto approssimato del livello dell'offerta
locale.
La conoscenza della domanda e soprattutto della domanda
insoddisfatta di fattori di localizzazione consente da un lato di
orientare gli interventi di governo dell'economia locale secondo
priorità, dall'altro di prevedere come tendono a distribuirsi
nello spazio e tra i diversi soggetti gli effetti dell'azione
pubblica.
I FATTORI PIU' FREQUENTI
I fattori più frequenti, dunque, a
carattere trasversale, sono costituiti da tutte quelle voci che
incidono significativamente sulla performance aziendale di un
numero grande di imprese, a prescindere dal loro settore o da
altre peculiarità strutturali.
Essi sono quindi definiti tali se la
maggioranza delle imprese intervistate li riconosce importanti o
fondamentali per la propria attività.
L'analisi dei risultati
mostra che esistono 11 fattori, fra i 58 elencati, indicati dalle
imprese come importanti nella maggior parte dei casi.
Fra questi
fattori dominano considerazioni di costo e considerazioni relative
alla dotazione infrastrutturale nel campo dei trasporti e delle
comunicazioni.
Più specificamente, i fattori di costo ritenuti
importanti dalla maggior parte delle imprese sono il costo del
lavoro (70,0%), del credito (57,3%), della vita (56,7%); il costo
del lavoro é anche il primo in assoluto della lista e viene
dichiarato fondamentale da un terzo delle imprese intervistate.
Non
appaiono invece nella lista i costi relativi agli immobili, a
conferma che la componente immobiliare non costituisce un vincolo
rigido per la maggior parte delle imprese, almeno sotto il profilo
del costo.
Le dotazioni infrastrutturali indicate come importanti
dalla maggior parte delle imprese attengono principalmente al
trasporto stradale e aeroportuale: autostrade (65,5%) e strade
locali (61,3%), telecomunicazioni tradizionali (55,8%), aeroporto
(50,0%).
Non emergono invece i sistemi di trasporto collettivo su
gomma o su ferro sia nel campo della mobilità delle persone sia,
tantomeno, in quello delle merci, a conferma del ruolo secondario
svolto da questi modi di trasporto in Italia.
Oltre alle
considerazioni di costo e di dotazione infrastrutturale appena
esaminate, dalle interviste emergono anche altre indicazioni di
fattori a carattere trasversale.
In primo luogo l'azione ordinaria
della Pubblica Amministrazione: efficienza della P.A. (56,7%) e
servizi pubblici locali (50,0%) sono le forme di azione ritenute
più importanti dalla maggioranza delle imprese.
L'azione pubblica a
sostegno diretto delle attività produttive non appare invece nella
lista dei fattori più condivisi da tutte le imprese, dato il
carattere più selettivo che essa riveste rispetto a codesti
fattori.
In secondo luogo, anche se in numero notevolmente ridotto
rispetto all'elencazione prevista, si hanno alcuni fattori
relativi alla disponibilità di risorse locali. In particolare la
disponibilità di lavoro qualificato (60,7%) e di servizi
finanziari (52,0%).
Ciò fa chiaramente riscontro a due dimensioni
peculiari di una realtà come Milano: la disponibilità di un pool
di grande dimensioni di forza lavoro di buon livello qualitativo,
e in secondo luogo l'essere il centro finanziario principale del
Paese e di conseguenza l'aver sviluppato un vasto settore
finanziario dove tutti i tipi di servizi possono essere
reperiti.
Infine, é importante sottolineare che fra i fattori di
tipo trasversale non ne compare nessuno relativo alla prossimità
fra operatori e nessuno relativo al contesto ambientale.
In
particolare, lungi dal riguardare i meri costi del trasporto, la
prossimità dovrebbe invece rendere possibile la maggiore
interazione e lo scambio di flussi di conoscenza fra le aziende,
in modo da favorire l'introduzione di innovazioni (economie
esterne dinamiche). Il fatto che essa non venga indicata come
importante dalla maggior parte delle imprese intervistate può
essere interpretato come un segnale di debolezza da parte delle
imprese presenti nell'area, le quali non percepiscono (e forse non
sviluppano o sfruttano adeguatamente) le opportunità offerte da un
ambiente più interattivo.
I FATTORI DIFFUSI
Si tratta di quei
fattori che sono ritenuti importanti da numerose imprese, seppur
non dalla loro maggioranza, e che pertanto possono essere indicati
come fattori a domanda diffusa. La soglia di identificazione é
stata definita nel range fra il 40% e il 50% delle imprese
intervistate.
L'elenco dei fattori a domanda diffusa é più lungo
del precedente, contando 20 dei 58 fattori considerati, e presenta
un mix piuttosto variegato dove in particolare:
-quasi scompaiono
considerazioni di costo, con la sola eccezione dei costi dei
fabbricati (47,7%);
-emergono invece elementi di contesto:
sicurezza (47,2%), sistema scolastico (45,1%) e ambiente (42,9%);
-
ed emergono elementi di prossimità: ai clienti (47,6%), ai
fornitori (45,1%), ai potenziali collaboratori (43,1%).
L'azione
pubblica a diretto sostegno delle attività produttive é ritenuta
un fattore importante da molte imprese: innanzitutto la formazione
professionale (48,9%), ma poi anche gli incentivi finanziari
(46,5%), le politiche per la creazione di servizi alle imprese
(43,8%), per esempio nel campo dell'innovazione tecnologica
(42,0%).
Ancora un ruolo importante é assegnato a quei fattori nel
campo delle infrastrutture di trasporto e di comunicazione non
inclusi fra i fattori trasversali.
I sistemi di telecomunicazione
avanzati sono indicati infatti da un numero sorprendentemente
elevato di aziende (49,1%), ma vi é il fondato sospetto che tale
informazione sovrastimi l'effettiva importanza del fattore,
essendo forse stato in parte confuso con le apparecchiature di
trasmissione (fax e modem) che si avvalgono delle linee
telefoniche tradizionali. Tuttavia va anche osservato che il 22,0%
delle aziende intervistate assegna alle telecomunicazioni avanzate
un ruolo non solo importante ma addirittura fondamentale per il
loro funzionamento.
Sono anche riconosciuti importanti i sistemi di
trasporto collettivo di persone sia a scala urbana (48,0%) sia
extraurbana (44,0%), mentre ancora una volta non compare il
trasporto ferroviario. Complessivamente il trasporto di persone é
importante per il 42,2% delle imprese intervistate mentre il
trasporto di merci per il 47,7 per cento.
Infine, di nuovo appare
una scarsa considerazione per le dotazioni di risorse presenti
nell'area, anche se l'elenco di quelle individuate come importanti
a carattere diffuso si allunga rispetto al precedente elenco dei
fattori trasversali, avendo aggiunto sia il mercato del lavoro in
generale (49,1%), la presenza di lavoratori con specializzazioni
definite (49,4%) e con skill multilinguistico (48,5%); sia i
servizi alle imprese (49,1%).
I FATTORI SPECIFICI
Sono ritenuti
importanti da una minoranza, seppur consistente, di imprese
intervistate. Di conseguenza, la soglia per la loro
identificazione é stata compresa fra il 20% e il 40% delle imprese
intervistate.
A differenza dei precedenti fattori, é probabile che
questi non coesistano per la medesima impresa e, per contro,
contribuiscano a designare più specificamente gruppi diversi di
imprese.
Complessivamente sono emersi 20 fattori, principalmente
concentrati fra le dotazioni di risorse, a dimostrazione delle
caratteristiche di maggiore settorialità, o comunque di maggiore
specializzazione che le risorse assumono, rispetto invece a
fattori di carattere più trasversale quali quelli legati alle
infrastrutture di trasporto o all'azione amministrativa
ordinaria.
Emergono principalmente tre gruppi di fattori/risorse.
Il primo legato agli insediamenti produttivi a carattere
industriale: disponibilità di aree e fabbricati industriali (23,1%
e 22,4% rispettivamente), compatibilità ambientali (25,1%) e
approvvigionamenti energetici (29,8%). Il secondo più orientato a
funzioni di natura commerciale e di scambio con l'esterno, per cui
assumono rilevanza la capacità ricettiva delle strutture
alberghiere (28,7%) e i servizi della fiera (28,2%). Il terzo,
definito residualmente perchè meno caratterizzante dei precedenti
(e dunque più diffuso), include la disponibilità di immobili per
usi commerciali e per uffici (35,6%) e la disponibilità di servizi
altamente specializzati reperibili localmente (36,9%).
Accanto alle
risorse, appaiono importanti per alcuni gruppi di imprese anche
fattori di altra natura.
Sul lato dei costi, oltre a quelli dei
suoli (31,1%), un gruppo non indifferente di imprese si dichiara
sensibile sia al costo dei servizi pubblici (38,0%) sia
all'imposizione fiscale locale (38,4%).
Dato il livello
effettivamente contenuto della pressione fiscale locale, non é
escluso che queste risposte tendano a sovrastimare il suo peso
effettivo sul bilancio delle imprese (le quali d'altra parte si
erano in grande numero dichiarate influenzate dal grado di
efficienza dei servizi pubblici e della Pubblica Amministrazione
locale); ciò tuttavia segnala una certa avversione a questo tipo
di prelievo, problema che in prospettiva é destinato a crescere
mano a mano che si svilupperanno nuove forme di finanziamento
della spesa pubblica su base locale anzichè centrale.
La prossimità
ai subfornitori (26,9%) e alle fonti di informazione (36,9%)
caratterizza l'interesse di un numero non trascurabile di imprese,
ma ancora una volta gli elementi riconducibili alla categoria
della prossimità sono poco riconosciuti dal complesso delle
imprese.
Nel campo delle infrastrutture di trasporto appare
finalmente la ferrovia che é riconosciuta importante dal 37,1%
delle imprese intervistate, percentuale minima in assoluto
all'interno della categoria a riprova del predominio del trasporto
stradale, ma allo stesso tempo percentuale affatto trascurabile
dal punto di vista del mercato del trasporto.
Fra gli elementi di
contesto appaiono fattori solitamente non messi in luce quali la
disponibilità di abitazioni, che invece non a caso raccoglie una
percentuale elevata di consensi (38,2%).
Infatti, il funzionamento
difficoltoso del mercato delle abitazioni (che si traduce in un
basso numero di scambi e di contratti), comporta per le imprese
riflessi negativi per esempio perchè é difficile favorire
l'avvicinamento dei propri addetti, specialmente in fase di
rilocalizzazione, con conseguenti ostacoli ai processi di
riorganizzazione aziendale e di miglioramento dell'efficienza; in
altri casi, la scarsa disponibilità di abitazioni (adeguate) si
traduce in un aggravio dei costi e in riflessi negativi in termini
di attrazione di nuovi addetti o di addetti dal di fuori dell'area
(ma questo aspetto sembra essere sentito meno problematicamente);
infine, difficoltà di reperimento di nuovo personale possono
insorgere anche all'interno dell'area a seguito degli ostacoli a
muovere la residenza da parte delle famiglie già residenti
nell'area.
Altri elementi di contesto che influenzano le imprese
sono il clima che comporta problemi principalmente nell'edilizia,
ma anche in altre attività che si svolgono all'aperto; clima e
funzioni culturali e ricreative presenti nella città possono
inoltre avere ricadute non trascurabili sulle attività collegate
al turismo d'affari e più in generale alla funzione turistica,
presente piuttosto in modo latente nella città.
Infine, nel campo
dell'intervento pubblico diretto, anche alcune azioni a favore dei
processi di riconversione produttiva e a sostegno dei redditi dei
lavoratori, e di conseguenza a parziale sgravio dei costi
aziendali, sono indicati come importanti da un certo numero di
imprese, così come la collaborazione con gli Enti locali é
riconosciuta di una certa importanza, seppur raramente
fondamentale, da almeno una impresa su cinque fra quelle
intervistate.
I FATTORI DI NICCHIA
Si tratta di quei fattori che
sono indicati come importanti da un numero ristretto di aziende e
che pertanto si collocano nell'estremo opposto a quelli di
carattere trasversale.
Identificati sulla base di una soglia
massima pari al 20% delle imprese intervistate, essi sono appena 7
su 58 e si concentrano quasi esclusivamente fra quelli raggruppati
nella categoria della prossimità.
A parte la vicinanza a vincoli
localizzativi specifici che possono condizionare particolari
aziende campionate, sono qui compresi la prossimità agli
intermediari, ai concorrenti e ai laboratori di ricerca e
sviluppo.
Fra le altre categorie appaiono invece voci residuali,
fra le meno importanti, per esempio la accessibilità verso luoghi
di svago e per il tempo libero (mari e monti), oppure fattori non
definibili ex ante (altri costi) e, infine, una specifica forma di
intervento pubblico per la predisposizione delle aree attrezzate
per insediamenti produttivi, secondo i disposti della
L.R.33/1981.
UNA PRIMA CONCLUSIONE
L'analisi presentata si basa su
una lista di 58 fattori localizzativi identificati sulla base
della letteratura scientifica in materia. E' ragionevole ritenere
che non si siano omessi fattori rilevanti mentre, per contro, é
possibile che siano stati inclusi elementi di una certa
marginalità, per lo meno con riferimento al contesto milanese (il
cui riscontro pratico é comunque motivo di conferma ex post).
Le
risposte delle aziende devono essere prese con una certa dose di
cautela poichè, come spesso accade, si giocano elementi di
soggettività e di diversificazione intersoggettiva (per esempio
nella capacità stessa di interpretare le domande e di elaborare
correttamente le risposte), la cui correlazione con fatti
oggettivi non é sempre riscontrabile.
Ciò premesso, l'analisi
fornisce alcuni spunti degni di riflessione e che potrebbero
contribuire a indicare le direzioni lungo le quali sviluppare
l'azione di governo dell'economia locale.
Innanzitutto emerge in
modo piuttosto inequivocabile la diversa portata delle dotazioni
infrastrutturali rispetto a quelle prodotte da processi di mercato
(le cosiddette risorse).
Le prime presentano infatti un prevalente
carattere di trasversalità, cioé tale da riguardare la maggioranza
delle imprese presenti, mentre le seconde sono più collegate a
specializzazioni particolari, seppur secondo diverse intensità.
In
secondo luogo, emerge in misura piuttosto accentuata l'importanza
dei fattori di costo.
Il fatto che le imprese manifestino una così
grande sensibilità ai costi solleva qualche perplessità. In
effetti, la sensibilità ai costi dipende dalla difficoltà a
trasferire aumenti dei costi sui prezzi, e ciò dipende a sua volta
dal grado di competitività dei mercati e dalla presenza di
concorrenti esterni. Ora é ben noto che la competizione di mercato
basata prevalentemente sui prezzi é la forma meno vantaggiosa e a
più basso valore aggiunto, a paragone di altre strategie di
competizione, di carattere più dinamico e basate sulla innovazione
dei prodotti e dove il prezzo é tuttalpiù uno strumento per
innalzare barriere all'entrata di nuovi concorrenti.
Inoltre
l'accentuazione della concorrenza di prezzo porta a ritenere che
numerose produzioni svolte nel milanese possano essere e siano
svolte anche altrove senza perdita rilevante di qualità. Ne
consegue che le dotazioni di risorse necessarie per la
realizzazione dei prodotti non siano un asset esclusivo o
prevalente dell'area milanese, bensì un asset condiviso con altre
realtà per numerosi tipi di attività e che questo favorisca i
processi di diffusione territoriale, anche a scala sovranazionale,
delle produzioni.
In terzo luogo, il ruolo della prossimità fra i
produttori appare piuttosto sminuito, almeno dal punto di vista
della percezione degli operatori. Trattandosi di un fattore che
non ha una manifestazione esplicita fra i conti aziendali é
probabile che l'aspetto percettivo giochi effettivamente un ruolo
non secondario. Tuttavia, allo stesso tempo, il basso grado di
consapevolezza dei vantaggi che possono derivare o che
effettivamente derivano dall'operare in un ambiente diversificato
e ad alta interazione potenziale segnala una certa debolezza delle
imprese a trarre vantaggio dalla diffusione delle conoscenze e
delle loro applicazioni che la prossimità rende possibile. Tale
carenza é da ritenersi di una certa serietà se, come appare
dimostrato da recenti ricerche, le economie esterne dinamiche
costituiscono il principale motore della crescita economica
urbana.
Per quanto attiene agli aspetti di contesto, pur non
essendo particolarmente rilevanti nella valutazione delle imprese,
essi assumono un ruolo non del tutto trascurabile. E' soprattutto
il ruolo diretto dell'azione pubblica che emerge decisamente in
alcuni suoi tratti essenziali. In effetti, la capacità di operare
delle imprese appare significativamente condizionata dal
comportamento dell'operatore pubblico locale, soprattutto per
quanto riguarda il suo ordinario funzionamento e solo in seconda
battuta per quanto attiene alle politiche indirizzate al sistema
produttivo e al mondo del lavoro.
Dalle considerazioni fino a qui
svolte emergono piuttosto chiari alcuni spunti per l'orientamento
delle politiche.
E' evidente innanzitutto che le azioni nel campo
infrastrutturale presentano un grado di pervasività in media
superiore a quello delle azioni nel campo delle risorse. I
benefici del miglioramento delle infrastrutture di trasporto e di
comunicazione si distribuiscono in modo diffuso, mentre interventi
finalizzati a rendere disponibili risorse devono avere una
destinazione più mirata.
Nel campo infrastrutturale, gli organi del
governo locale hanno fra l'altro specifiche competenze che li
rendono, insieme all'amministrazione centrale dello Stato,
responsabili comprimari della politica infrastrutturale; al
contrario, nel campo delle risorse, l'azione pubblica locale può
incidere secondo diversi gradi di efficacia, elevata per quanto
riguarda la gestione del territorio e di conseguenza i mercati
immobiliari, oppure per quanto riguarda alcuni servizi (per
esempio la fiera), ma più bassa in altri campi (per esempio nel
campo dei servizi alla produzione) e anche in quello del lavoro.
In
secondo luogo, sul lato delle risorse, i condizionamenti maggiori
appaiono collegati non tanto alla loro reperibilità quanto al loro
costo. Di nuovo, il governo locale é in grado di influenzare in
misura diversa gli elementi di costo citati: in misura
significativa i costi immobiliari (attraverso la politica
urbanistica), in misura più ridotta il costo del credito, quello
del lavoro e il costo della vita che, invece, sono stati
individuati di gran lunga come i più importanti.
Dati i vincoli
posti dalle regolamentazioni nazionali, un ruolo non secondario
del governo locale potrebbe comunque essere ricercato nella
direzione dell'alleggerimento di numerose rendite posizionali di
gruppi di pressione e nella direzione di favorire una maggiore
flessibilità e tempi di reazione più veloci sul mercato dei
fattori (Tabelle 4, 5, 6 e 7).
L'ARTICOLAZIONE TERRITORIALE ALL'INTERNO DELL'AREA METROPOLITANA
Per quanto riguarda
la distinzione territoriale interna all'area metropolitana,
l'indagine mostra che, accanto ad aspetti comuni all'intera area
in esame, vi sono elementi di differenziazione spaziale di domanda
di fattori di localizzazione.
Tali differenze sono in parte
ascrivibili al diverso mix interproduttivo che caratterizza le
subaree nelle quali é stato ripartito il territorio milanese,
essendo la città più terziaria del resto della provincia.
In
termini differenziali, la città si distingue dal resto della
provincia per essere caratterizzata da un tessuto produttivo meno
sensibile al lato dei costi e, in generale, alla reperibilità
delle risorse. Al contrario, le imprese cittadine sono fortemente
più interessate alle infrastrutture e ai servizi di trasporto e
comunicazione disponibili.Il nord milanese, area di
industrializzazione storica e di sviluppo intenso nel secondo
dopoguerra, si distingue invece per l'importanza assegnata al
ruolo delle risorse disponibili.
Le imprese localizzate in
questiarea manifestano infatti un maggior legame con l'offerta di
fattori produttivi reperibili localmente, anche in altre parti
della provincia (per esempio la fiera). Parimenti, la
specializzazione industriale dell'area la rende più sensibile
delle altre alle politiche industriali e a sostegno delle attività
produttive che vengono sviluppate a livello regionale.
Infine, per
quanto riguarda l'area Ovest-Sud-Est della corona intorno a
Milano, l'elemento di maggiore differenziazione rispetto al resto
della provincia é costituito dalla qualità dell'ambiente in
relazione alla funzione residenziale, riconosciuta in questa area
mediamente più importante rispetto al resto della provincia: non a
caso si tratta della parte di provincia che maggiormente ha anche
visto crescere la sua popolazione nel corso dell'ultimo decennio,
ancorchè le densità insediative permangono mediamente inferiori
alla zona a nord di Milano.
PRIME VALUTAZIONI DELL'OFFERTA LOCALE
Le
imprese intervistate non hanno solo espresso un giudizio circa
l'importanza per la propria condotta di determinati fattori, ma
hanno anche espresso un giudizio sul grado di bontà dell'offerta
locale di tali fattori di localizzazione.
Si tratta ovviamente di
un dato di tipo percettivo che potrebbe non collimare con un
eventuale riscontro di tipo oggettivo. In aggiunta, si tratta di
un giudizio di tipo assoluto anzichè relativo, poichè non é in
genere ancora possibile confrontare l'offerta in localizzazioni
alternative.
Gli stessi pareri delle diverse aziende non sempre
coincidono, non ultimo perchè gli attributi di uno stesso fattore
possono mostrare una variabilità significativa all'interno
dell'area di studio (si pensi per esempio alla disponibilità di
suoli). Per questo motivo é anche utile porre in evidenza le
eventuali differenze di valutazione che emergono quando si
confrontano imprese localizzate in zone diverse della provincia.
Nella parte che segue, i giudizi sulle dotazioni di fattori sono
stati raggruppati in quattro classi nel seguente modo. Si sono
individuati i punti di maggiore debolezza quando meno del 25%
delle imprese intervistate ha espresso un giudizio positivo sulla
dotazione di quel determinato fattore; punti di debolezza quando
il giudizio di soddisfazione vede coinvolto fra il 25% e il 50%
delle imprese intervistate; punti di forza quando almeno il 75%
delle imprese ha valutato positivamente l'offerta, lasciando una
categoria residuale di fattori, valutati mediamente e
moderatamente in modo positivo.
I PUNTI DI MAGGIORE DEBOLEZZA
Vi é
una generale convergenza di giudizio da parte delle imprese che
l'azione pubblica locale sia ampiamente insoddisfacente, sia con
riferimento all'ordinaria amministrazione (efficienza della
Pubblica Amministrazione, servizi pubblici locali), sia per quanto
attiene all'azione diretta nei confronti del sistema produttivo
(le politiche industriali regionali).
Salvo alcune eccezioni, il
giudizio di negatività risulta inoltre accentuato quando si
prendono in esame le sole imprese localizzate all'interno della
città di Milano a causa della crescente insoddisfazione sul
funzionamento della sua macchina amministrativa.
Accanto all'azione
pubblica diretta, anche altre variabili di contesto sulle quali il
governo locale può esercitare un'influenza non trascurabile, quali
la disponibilità di abitazioni, il livello della sicurezza contro
la criminalità, la qualità ambientale, sono giudicate
negativamente o molto negativamente dalla maggior parte delle
aziende intervistate. Di nuovo i giudizi negativi si accentuano
quando si considerano le sole aziende localizzate all'interno
della città di Milano.
A fronte di una tale insoddisfazione per
come l'azione pubblica é svolta, fa ovviamente riscontro un
giudizio negativo anche sul lato della pressione fiscale locale;
benchè é fattore di scarso rilievo complessivo, esso é però
destinato ad accrescere la sua importanza nel tempo e pertanto non
può essere in prospettiva sottovalutato.
Infine, per quanto attiene
ai costi, un giudizio fortemente negativo emerge a proposito del
costo della vita, specialmente per le aziende localizzate in
Milano. Pur non traducendosi in forme di indennizzo precisamente
codificate (come é per esempio nel caso di Londra, dove alla
retribuzione va ad aggiungersi una indennità compensativa
appositamente predisposta) é probabile che il costo della vita
elevato tenda ad aumentare le aspettative di retribuzione degli
occupati; inoltre, anche se il dato non assume una manifestazione
contabile precisa, il costo della vita tende a riflettersi su una
serie di decisioni di spesa, soprattutto per quanto attiene al
funzionamento dell'attività degli uffici e ai canoni locativi.
ALTRI ELEMENTI DI DEBOLEZZA
Seppur in misura meno drastica rispetto
alle precedenti valutazioni, anche altri fattori appaiono
significativamente problematici all'interno dell'area milanese.
Essi si concentrano principalmente sul lato dei costi e sul lato
delle infrastrutture per la mobilità.
Per quanto riguarda i costi,
sono i valori immobiliari a determinare i principali motivi di
insoddisfazione. Suoli e fabbricati per usi non residenziali sono
percepiti dalle imprese particolarmente costosi, specialmente
quando riferiti alla sola città di Milano.
A tale proposito si
deve tenere però presente che il valore della rendita immobiliare
riflette la disponibilità a pagare da parte degli operatori e che
pertanto esso costituisce un indicatore del grado di attrattività
di un'area, in relazione ai benefici che essa offre. Elementi
problematici andrebbero semmai ricercati in ostacoli
all'aggiustamento dei valori in relazione alla dinamica economica,
ma i dati più recenti segnalano che effettivamente si é realizzato
un aggiustamento verso il basso in concomitanza con l'andamento
congiunturale negativo dell'economia.
D'altra parte, il premio
alla rendita economica é tanto maggiore in quanto, in presenza di
fattori di attrazione, vige una normativa urbanistica di tipo
vincolistico che, attraverso la creazione di una scarsità
artificiale, previene l'adeguamento dell'offerta nel medio periodo
specialmente per le localizzazioni più ricercate. In effetti, la
scarsità di immobili commerciali di prestigio e con standard
internazionali nelle localizzazioni non periferiche tende
inevitabilmente a far lievitare i valori degli immobili esistenti
nonchè a favorire aspettative rialziste che determinano uno
zoccolo duro ai prezzi domandati.
Una considerazione a parte
riguarda gli immobili commerciali di recente creazione,
localizzati invece nelle zone periferiche e nellihinterland di
Milano, il cui prezzo é significativamente più basso rispetto alle
aree centrali, ma non per questo necessariamente più competitivo a
causa degli attributi localizzativi dei siti periferici e del
sistema delle accessibilità. In alcuni casi, gli operatori
immobiliari hanno infatti segnalato la possibile messa in
concorrenza fra tali localizzazioni periferiche in Milano e siti
di maggior prestigio e centralità, con standard internazionale,
ubicati in città non distanti (per esempio il centro S. Benigno e
Corte Lambruschini a Genova). In aggiunta, la stessa
programmazione urbanistica che nel corso degli anni Ottanta ha
favorito il proliferare dell'attività edilizia commerciale nelle
aree di periferia, non solo ha creato dei problemi a livello del
sistema della mobilità a causa del mancato raccordo con la
programmazione dei trasporti, ma ha a sua volta determinato un
eccesso di offerta che tende a destabilizzare il mercato
edilizio.
Per quanto riguarda invece gli altri costi, il giudizio
complessivo appare meno severo; leggere differenziazioni
territoriali appaiono soprattutto nel nord milanese, dove le
imprese segnalano una maggiore insoddisfazione per quanto attiene
al costo del lavoro, e per contro un giudizio meno negativo con
riferimento ai costi dei servizi pubblici.
Il secondo nodo
problematico che molte imprese hanno segnalato, é costituito dal
sistema delle accessibilità. In effetti vige una diffusa
insoddisfazione per il livello di dotazione infrastrutturale e dei
servizi di trasporto specialmente nell'ambito dell'accessibilità
locale. In particolare, nella città di Milano si registra la
insoddisfazione più elevata quanto alla mobilità stradale, mentre
nell'area Ovest-Sud-Est della corona sono soprattutto i servizi di
trasporto collettivo a essere ritenuti fortemente carenti.
I PUNTI DI FORZA
La grande maggioranza delle imprese (almeno il 75%)
concorda invece nel ritenere più che soddisfacente la prossimità
esistente all'interno dell'area. Ciò significa che le imprese non
soffrono del problema di ricercare altrove contatti e relazioni
che, per esigenze operative o anche strategiche, esigono di essere
svolti con frequenza oppure con rapidità, e che pertanto sono
facilitati dalla vicinanza fra le parti.
Un giudizio
particolarmente positivo riguarda la vicinanza ai clienti, ma
anche ai fornitori e ai potenziali collaboratori; il giudizio si
rafforza ulteriormente per le imprese localizzate all'interno
della città di Milano.
Fra le risorse valutate più positivamente in
termini di dotazione sono i fabbricati terziari, la disponibilità
di lavoro in generale, di servizi finanziari e di
approvvigionamenti energetici. La dotazione di fabbricati terziari
é particolarmente positiva per le imprese localizzate al di fuori
della città di Milano, mentre la disponibilità di lavoro é più
marcata in città che fuori.
Le rimanenti risorse sono valutate
positivamente dalla maggioranza delle imprese, a eccezione delle
compatibilità ambientali; ma una notevole minoranza esprime un
parere contrario: per questo motivo esse non sono assegnate al
gruppo dei punti di forza.
Per lo stesso criterio, fra i punti di
forza non compaiono neanche fattori connessi all'accessibilità,
seppur la maggioranza delle imprese esprima un giudizio positivo
per quanto attiene sia ai sistemi di telecomunicazione, sia ai
trasporti su scala non locale.
Per quanto riguarda le risorse,
giudizi mediamente più positivi si riferiscono alla disponibilità
di lavoro qualificato o con skill multilinguistico; per contro
giudizi meno positivi si riferiscono alla dotazione di spazi
insediativi di tipo industriale e alla dotazione di servizi
alberghieri.
Ovviamente, il giudizio sulle dotazioni di aree e
fabbricati industriali migliora significativamente passando dal
centro alla periferia. Al contrario, il passaggio dal centro alla
periferia evidenzia chiaramente e in modo marcato la diminuzione
della disponibilità di risorse umane a rilevante caratterizzazione
professionale.
NOTE
1)-In questo stesso numero della rivista
appaiono anche altri articoli, riferiti all'esperienza inglese,
olandese e svizzera; oltre che due approfondimenti specifici sul
caso di Milano concernenti le infrastrutture e i servizi.