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Impresa & Stato N°27 - Rivista della Camera di Commercio di Milano

UNA CITTA' TELEMATICA, UNA RETE PER I CITTADINI E PER LE IMPRESE

di Franco Morganti


Le infrastrutture delle città moderne non sono più fatte soltanto di opere civili e di reti di trasporto: sono sempre più basate su reti di comunicazioni fra computer. Allo sviluppo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono infatti affidate molte scommesse urbane: l'alleggerimento del peso dei trasporti fisici, la riduzione dell'inquinamento atmosferico, lo stesso risparmio energetico, per non parlare del miglioramento dell'efficienza di molti servizi, come la sanità, l'istruzione, i rapporti stessi fra cittadini e amministrazione.

LA CITTA' CABLATA:IL SOGNO DEGLI ANNI OTTANTA

La Lombardia valutò, nella prima metà degli anni Ottanta, l'opportunità di dotarsi di un'infrastruttura avanzata di telecomunicazioni, in un periodo in cui l'Italia cercava di recuperare un considerevole ritardo nelle tecnologie di punta. Il progetto, denominato Lombardia cablata, prevedeva il cablaggio di 2000 utenti di categoria affari e, in alternativa, oltre ai precedenti, anche 100.000 utenti di categoria residenziale. Mentre il primo offriva un rapido ritorno dell'investimento, il secondo non reggeva economicamente: la prospettiva di cablare in fibra ottica anche l'utenza residenziale, per fornire servizi avanzati di videocomunicazione e radiodiffusione hi-fi, si rivelava non economica a una prima valutazione.
Forse, maggiore attenzione avrebbe potuto essere dedicata sia al possibile contributo finanziario proveniente dalla pubblicità (come illustra l'esempio dello sviluppo della televisione privata), sia alla futura caduta dei costi della fibra ottica, dovuta al contemporaneo effetto dello sviluppo tecnologico e delle economie di scala.
Ma questo non avvenne e il progetto, nella sua globalità, decadde, lasciando a Sip il compito di fornire progressivamente all'utenza più avanzata servizi ad alta velocità in grado di soddisfare le esigenze più sofisticate, attraverso una rete semplificata in fibra ottica. Anche in Italia si affermava dunque un principio già largamente diffuso negli Usa, ma inconsueto per l'Europa.
Qui, quando sia disponibile la tecnologia, cié un governo o un gestore monopolista il quale costruisce un'infrastruttura che, nelle fasi iniziali, grava pesantemente sui conti finanziari e in definitiva sugli utenti o sui contribuenti, finchè la diffusione del servizio, attraverso l'effetto-rete, crea condizioni di ritorno dell'investimento. Gli utenti professionali vedono poi l'opportunità di sviluppare, all'interno del servizio, le loro applicazioni.
Nello schema americano, ora sempre più condiviso anche in Europa, quando sia data la tecnologia, vengono in prima istanza forniti servizi dedicati a utenti sofisticati, i quali sviluppano subito le loro applicazioni. Questo consente di finanziare progressivamente l'investimento, che trova poi condizioni per lo sviluppo di servizi locali, i quali solo in un terzo momento acquistano una base geografica più ampia e diventano una vera e propria infrastruttura.

LA REALTA' MILANESE NEL CONFRONTO EUROPEO

Nel 1989 l'Associazione degli Interessi Metropolitani (Aim) di Milano, pubblicava uno studio su Telecomunicazioni: Milano a confronto con l'Europa in cui l'Italia e Milano venivano confrontate rispettivamente con gli altri maggiori Paesi europei e con alcune aree metropolitane europee. L'Italia scontava, nei servizi di telecomunicazione, un ritardo storico che si traduceva sia nella disponibilità di servizi, sia nella qualità del servizio e nelle tariffe.
Per quanto riguarda la qualità del servizio, l'Italia si caratterizzava, in due indagini dell'Ufficio europeo dell'Unione dei Consumatori (Beuc), del 1985 e 1987, per una situazione notevolmente disomogenea tra le diverse aree del Paese, a scapito in particolare di alcune aree metropolitane.
La situazione é poi notevolmente migliorata. Dopo la rilevazione, infatti, in alcune zone e in particolare a Milano a fine 1988 sono state annullate le domande giacenti e a fine i89 lo sono state per l'intera Lombardia.
Mancano invece ancora criteri definitori omogenei riguardo alla comparazione dei dati sulla riparazione dei guasti nella telefonia di base. La buona posizione che in questo caso ricopriva l'Italia era confermata dai dati relativi alla città di Milano dove a fine i88 il 95,8% dei guasti era riparato entro il primo giorno e il 98,7% entro il secondo. Discordanze esistono tuttavia fra i dati Sip e quelli tuttora rilevati da associazioni di utenti, come recentemente (1993) l'Anuit, per quanto riguarda invece il tasso di guasto, che sembra tuttora insoddisfacente rispetto ai dati esteri. Da notare che per i servizi di trasmissione dati la qualità é un aspetto particolarmente importante, in quanto gli utenti di questi servizi ne possono trarre notevoli danni economici.
A Milano tuttavia il tempo medio di allacciamento é ora di 28 giorni per i circuiti numerici affittati (dato 31.12.1993) e in tutta Italia siamo oggi sotto i 60 giorni, nel 1993, per qualsiasi tipo di collegamento dati. L'Italia ha dunque circa recuperato, in cinque anni, la situazione francese del 1988, mentre Milano ha fatto di meglio.
L'elemento che più si presta a evidenziare le diverse opportunità degli utenti nelle varie realtà nazionali é tuttavia il prezzo dei servizi di telecomunicazione. Il confronto tra nazioni in termini di prezzi é reso difficoltoso da diversi elementi di complessità come la struttura telefonica, la definizione dei servizi, parametri tecnici quali ritmi di tassazione, scaglioni ecc. e la diversa composizione della domanda. Un paniere residenziale elaborato da uno studio Confindustria su dati 1988 dava l'Italia, in termini di potere d'acquisto, a metà strada fra il più economico Giappone e la più costosa Germania Federale. Ma i confronti per l'utenza affari davano però l'Italia notevolmente penalizzata, a causa delle tariffe extraurbane e di quelle internazionali. E ancor oggi, da una rilevazione Anuit del 1994, é nella trasmissione dati più diffusa, quella dei circuiti diretti numerici (Cdn), che si notano svantaggi, malgrado la svalutazione della lira del settembre 1992 e il riassetto tariffario italiano entrato in vigore li1.4.1994. L'Italia é in una posizione media nell'Europa continentale alle basse velocità, ma fra le più care al mondo alle alte velocità (>= 64 kbps), dove siamo da 9 a 11 volte più cari degli Usa.
Le anomalie tariffarie italiane dovrebbero tuttavia ridursi con la fusione fra Sip e Italcable attuata dalla costituzione di Telecom Italia. Paradossalmente infatti finora il gestore della telefonia nazionale era maggiormente interessato di quello internazionale al mantenimento di tariffe alte, a causa di un meccanismo distorsivo di rimborso denominato cassa conguaglio. Un ruolo decisivo, infine, dovrebbe essere giocato dalla prevista nuova Authority, che dovrebbe sorvegliare su tutto l'assetto concorrenziale del settore.

LE PREVISIONI ALL'ORIZZONTE'95

Decaduta l'ipotesi di Lombardia cablata, due strade si potevano imboccare per ridurre il divario: quella di connettersi strettamente alle ipotesi in campo per lo sviluppo urbanistico lombardo e dell'area metropolitana di Milano in particolare, e quella di puntare all'universalità del servizio, sia pure dopo opportune fasi sperimentali. La prima strada avrebbe dovuto fare assegnamento su qualche certezza, per evitare clamorosi squilibri economici e finanziari, come capita quando si effettuano elevati investimenti privi di ritorno.
Per quanto riguarda i servizi più diffusi fra le imprese, come la trasmissione dati, é stata imboccata a Milano la seconda strada, quella dell'universalità del servizio. Le incertezze manifestate, a posteriori, nello sviluppo di aree ad alta intensità comunicativa, come sarebbero dovute essere ad esempio Tecnocity, il centro direzionale Garibaldi-Repubblica, il complesso fieristico, hanno sicuramente dato ragione al percorso adottato.
Del resto il tessuto molto articolato di piccole imprese, che é tipico della struttura industriale italiana, trova anche a Milano una forte connotazione. La necessità di trasmettere dati a costi ragionevoli é molto sentita, mentre le tariffe italiane per circuiti affittati, come si é visto, sono molto penalizzanti. La disponibilità di videoconferenza a basso costo, come può essere effettuata anche in rete Isdn (la moderna rete integrata nelle tecniche e nei servizi), consentirebbe una sensibile riduzione dei costi di trasporto.
A queste necessità non può ovviare la disponibilità di reti specializzate, come la Rete Fonia Dati, destinata all'estinzione con lo sviluppo della rete intelligente (v. oltre) o la Rete Itapac, che pure recentemente ha trovato un assetto tecnico più soddisfacente con l'impiego di apparati realizzati con una nuova tecnologia integralmente numerica.
La risposta di Sip a tale domanda deve essere interpretata alla luce della struttura di rete telefonica generale. Questa, infatti, ha subìto negli ultimi anni una forte accelerazione del processo di numerizzazione, che per la rete urbana di Milano si completerà entro il 1995. Era naturale quindi che la rete Isdn, in quanto naturale evoluzione della rete numerica, costituisse il primo passo effettivo di integrazione delle funzionalità di accesso alla rete per i servizi a banda stretta (64 kbit/s). Gli utenti Isdn potranno utilizzare tali servizi portanti per usufruire, oltre che della telefonia, dei teleservizi che richiedono la connettività numerica (per esempio: Fax di gruppo 4, Videotelefonia, Fonia a 7 kHz, Trasmissione dati fino a 64 kbit/s). Dal giugno 1992 é attivo a Milano il Servizio Pilota Isdn. Si ritiene quindi, anche se l'indicazione é puramente orientativa, che all'orizzonte 1995 la rete Isdn sia disponibile per la totalità degli utenti con tempi di allacciamento di circa 15 giorni.
Ma la domanda di nuovi servizi, partita dall'utenza affari, si estende ormai a un mercato potenziale più vasto, costituito dalla cosiddetta multimedialità, un mix di tecnologie/servizi/applicazioni in grado di comporre più funzionalità di comunicazione: testo, suono, voci, immagini fisse e/o in movimento, animazione e grafica e produrre una nuova classe di oggetti comunicazionali a maggior grado di interattività.
Si tratta di un mercato che vede come baricentro tecnologico nell'area domestica la televisione e nell'area affari il personal computer collegato in rete. Le stime di mercato sono promettenti e ancora maggiori se si includono i semplici servizi di TV-via cavo (Pay-TV) e di TV-a consumo (Pay-per-View) che il gestore telefonico si appresta a fornire sulla rete telefonica, in anticipo sui servizi interattivi veri e propri, colmando così la lacuna italiana nella TV-via cavo (sempre che l'Authority sia d'accordo). Milano é stata scelta da Sip, insieme a Roma, come città pilota per la sperimentazione di questi servizi. Il sogno degli anni Ottanta, della città cablata, torna quindi d'attualità per merito del progresso tecnologico, sia pure per ora con modesta interattività.
L'evoluzione della rete telefonica, sempre con carattere di universalità, avrà inoltre uno sviluppo importante con la Rete Intelligente. Questa consiste nell'introduzione di nuove funzionalità che consentono una vasta gamma di servizi e prestazioni avanzate in fonia, come il Numero Verde, le Reti Private Virtuali, la Tariffa Premio, l'Addebito Ripartito, la Numerazione Universale, il Numero Personale, il Trattamento delle Chiamate di Massa e il Televoting, tutti previsti entro il 1994.
Un'altra area di interesse per lo sviluppo della produttività delle imprese é quello relativo alla telefonia mobile, dove l'Italia ha raggiunto in pochi anni una posizione rilevante in Europa, essendo terza in valore assoluto dopo Regno Unito e Germania, ma a brevissima distanza da questa. L'area milanese é capillarmente coperta dai servizi radiomobili di conversazione di tipo analogico a 900 MHz (Tacs) e ora anche di tipo numerico a 900 MHz (Gsm), che é realizzato secondo gli standard europei e che prevede anche il servizio roaming (di ricerca dell'utente, già attivato a oggi con 6 Paesi europei).
Intanto la domanda di servizi avanzati a larga banda si é evoluta a partire dalla comunità scientifica e di ricerca, dal settore sanitario (con particolare riferimento alla telemedicina), dalle grandi imprese orientate al Cad/Cam e al calcolo tecnico-scientifico e dal settore finanziario e assicurativo.
La Sip ha risposto con la Rete Flessibile, per gestire i circuiti affittati numerici (Cdn) e con il Progetto Start, per la grande utenza affari che richiede servizi a larga banda, cioé con strategie non più universali, ma orientate al mercato, nello stile del paradigma Usa di cui si é parlato. L'opinione di Sip é che questa offerta articolata superi ampiamente, al momento attuale, la domanda espressa e che il gap a suo tempo registrato rispetto agli altri Paesi europei sia stato colmato.
Nel frattempo la concorrenza internazionale non é stata a guardare. In base al processo di liberalizzazione innescato dal Libro Verde della Cee, in applicazione delle regole del Mercato Unico, dal gennaio 1993 dovrebbe essere possibile fornire a terzi servizi di trasmissione dati previa autorizzazione ministeriale, anche se, per una serie di ragioni, l'applicazione della legge relativa tarda tuttora ad arrivare, disattendendo così la stessa direttiva. Ma le grandi imprese ricevono comunque offerte di out- sourcing per l'intera gestione della loro rete da parte di grandi gestori internazionali.
Alla luce di quanto detto si può ritenere che le domande specifiche di infrastrutture ad alta intensità di comunicazione contenute nel progetto di Milano, città europea, come ad esempio quelle relative al Centro di informazioni finanziarie, alla Biblioteca elettronica, al Centro di coordinamento dei parchi scientifici ecc. trovino adeguata risposta, nell'arco temporale considerato, attraverso gli investimenti programmati da Sip, che vedono addirittura il 1995 come anno di larga copertura di una domanda ancora largamente potenziale.
Ma esiste un'altra domanda, quella dei servizi telematici alle persone, che la Sip ha esplorato nel 1991 attraverso uno studio finalizzato alla individuazione e alla localizzazione di possibili iniziative di laboratorio telematico orientate alle città e ai cittadini.
Per quanto riguarda le aree di problemi il punto di riferimento é stato l'elenco delle preoccupazioni sociali (social concerns) elaborato dall'Oecd, che ha individuato sette fini sociali principali: la salute, lo sviluppo della personalità tramite l'apprendimento, l'occupazione e la qualità della vita lavorativa, il tempo (e il tempo libero), la situazione economica individuale, l'ambiente fisico, la sicurezza personale e l'amministrazione della giustizia, le opportunità sociali e la partecipazione.
Le tematiche di intervento censite invece nella realtà italiana, nei termini esposti in precedenza, sono risultate: l'assistenza agli anziani, la telemedicina, trasparenza e rapporto con le istituzioni, la sicurezza, il controllo ambientale, traffico e trasporti, cultura e patrimonio culturale, la formazione a distanza, opportunità sociali e partecipazione, handicap, emarginazione/immigrazione, il turismo.
Dal punto di vista dell'attrattività di mercato, nell'ipotesi di un gestore privato indipendente, é risultato che i servizi che offrono maggiori ritorni dell'investimento e più alte probabilità di autofinanziamento sono quelli della teleassistenza agli anziani, della telesicurezza, della turismatica e della cultura, della telematica applicata all'ambiente e al traffico.
E' stata quindi realizzata un'indagine-tipo sulla teleassistenza agli anziani, intesa come monitoraggio dell'anziano a domicilio, con intervento, sia di tipo medico che di tipo sociale, in funzione della richiesta espressa. E' risultata in Lombardia una disponibilità del 20/30% degli anziani a sostenere il costo parziale o totale del servizio, secondo la fascia di reddito, con esclusione di quelli con redditi pari o inferiori alle pensioni sociali, cui potrebbero però sopperire le Amministrazioni comunali. Esistono, infatti, nei bilanci comunali, due voci che potrebbero essere significativamente influenzate dal servizio di teleassistenza: quella per il ricovero in case di riposo e quella per l'assistenza domiciliare.
Complessivamente l'investimento é promettente e dovrebbe interessare l'investitore, anche se il tempo di avviamento, per vedere invertire il segno del profilo di cassa, é fra i cinque e sei anni. A regime tuttavia, tassi di ritorno tra il 30 e il 60%, quindi con tempi di payback fra i due e i tre anni, dovrebbero essere considerati con notevole favore. La diffusione di questi servizi richiederebbe, più che uno schema finanziario di sostegno, una migliore circolazione delle informazioni, che potrebbe essere promossa dallo stesso gestore telefonico oppure da apposite agenzie territoriali sull'esempio francese.
A riprova che questi servizi telematici si autofinanziano, sta il fatto che a oggi esistono varie iniziative di telematica per l'utenza sociale attivate sul territorio del Comune di Milano: esse riguardano principalmente la telesorveglianza e il telecontrollo, l'informazione sulle linee ferroviarie italiane ed europee, le prenotazioni alberghiere, l'informazione turistica, sanitaria e sportiva, sul traffico, sull'inquinamento atmosferico, il telesoccorso.
Appartiene infine alle applicazioni della telematica anche il cosiddetto telelavoro, o lavoro telematico a distanza, meglio definito come <>.
Nel 1991 l'Associazione MeglioMilano ha eseguito per conto dell'Enel uno studio dal titolo Miglioramento energetico e ambientale di aree urbane tramite scambio fra trasporti e telecomunicazioni nel lavoro d'ufficio (Telelavoro), applicato a una realtà impiegatizia significativa milanese (la sede provinciale dell'Inps) ed estrapolato all'intero territorio del Comune di Milano. Lo studio prendeva in considerazione i soli addetti alle concentrazioni impiegatizie superiori a 500 addetti, sia pubbliche sia private e concludeva che il 30% degli impiegati di queste realtà sono disponibili al telelavoro (si tratta di un mercato potenziale di 38.000 persone); che l'applicazione integrale del telelavoro a tutti i potenziali telelavoratori si sarebbe tradotta, dal punto di vista ambientale, in una riduzione delle emissioni di circa 2,66 tonn./giorno, pari alli1,8% delle emissioni totali a Milano e che dal punto di vista energetico si sarebbe avuto un risparmio annuo di 2,14 milioni di litri di carburanti.
Il problema del ritorno degli investimenti, tenuto conto dell'elevato costo degli immobili nelle aree urbane, trova una limitazione solo nel costo attuale delle linee affittate. Ma l'uso diffusivo della rete Isdn consentirebbe già ora, con determinate modalità, significativi risparmi di costo. Esistono invece resistenze, spesso di ordine psicologico, da parte del management, che dovrebbe avviarsi a modalità di controllo dell'organizzazione diverse da quelle abituali. In alcune realtà degli Usa, come in California, queste resistenze sono state rimosse con provvedimenti legislativi che impongono alle imprese una riduzione percentuale annua degli spostamenti.
Tale é ad esempio il caso dell'Air Quality Management Plan for South Coast Air Basin, che si propone una riduzione del 20% degli spostamenti casa-lavoro entro il 2010. In ogni caso in Italia si richiedono modifiche legislative per quanto riguarda i contratti del pubblico impiego, che tuttora prevedono la presenza del lavoratore sul luogo di lavoro.

CONCLUSIONI

A conclusione di queste riflessioni sulla città telematica, si può ritenere che, mentre altre parti del progetto Milano, città europea testimoniano sia il ritardo dell'area milanese ad adottare soluzioni urbanistiche ormai abituali in altre realtà urbane europee, sia il grave stato di dissesto urbano provocato da molti decenni di colpevole incuria, sulle cui cause stanno ora indagando i magistrati, lo stato delle telecomunicazioni degli anni Novanta, a partire dall'orizzonte 1995 non costituiscano per Milano un freno allo sviluppo armonico dell'area metropolitana, anche al confronto con altre realtà europee, se si esclude tuttavia, in alcune parti, l'aspetto tariffario.
Per l'area milanese non sembrano pertanto necessarie particolari forzature degli investimenti come attuate nelle cosiddette Ata (Aree di Telecomunicazioni Avanzate), previste dal decreto 427 del 1992, sia per la dimensione dell'area stessa, sia per la situazione dell'offerta.
Ma le telecomunicazioni potrebbero essere, se integrate con una proposta urbanistica di riassetto quale quella descritta in altre parti del progetto, il veicolo di innovazione del progetto stesso. Porte attrezzate della città, telemedicina a domicilio, teleprenotazione di vari tipi di servizio, biblioteca elettronica multimediale, teledidattica, sportelli polifunzionali per i cittadini e per le imprese, farebbero di Milano non una città cablata, nel senso mitico dei primi anni Ottanta, ma una città molto ricca di funzioni, riequilibrata nel suo territorio, con un tessuto comunicativo adatto a uno sviluppo sostenibile. Una città non costretta, come ora, a cercare il suo equilibrio qualitativo nella riduzione dello sviluppo.